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Revox B226 - CD player (1986 ~ 1994)

Steeltown

[Revox B226 CD player]

[English version]

Prodotto: Revox B 226 CD player
Costruttore: Revox - Germania
Prezzo approx.: non più in produzione circa 1600 € nell'ultimo listino disponibile
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Ottobre, 2003

Può sembrare bizzarro - nell'era dell'audio digitale ad alta risoluzione - recensire un vecchio lettore CD. O forse no. Ho la netta sensazione che buoni prodotti del passato possano ancora avere le loro carte da giocare dal punto di vista sonoro, anche secondo gli standards di oggi.

Sono certo che non ci sia alcun bisogno di introdurre il marchio Revox ad un pubblico di appassionati di HiFi. Per questa ragione cercherò di concentrare il mio discorso sui lettori CD che la gloriosa casa tedesca ha progettato nei primi anni '80.
Il primo della serie è stato il B225, una macchina a 14 (si, quattordici!) bit che faceva largo uso di componentistica Philips, impacchettata però dentro una "confezione" di livello assoluto, con largo uso di alluminio e acciaio dove la concorrenza "consumer" era solita mettere la volgarissima plastica.
In seguito arrivò il B226, una macchina a 16 bit che utilizzava gli ultimi ritrovati di "mamma" Philips nel campo delle meccaniche di lettura e dei chip di conversione. Parlo delle meccaniche in alluminio e metallo della serie CDM (la 1, ad esempio) e del famoso DAC TDA 1541 che tanta popolarità sta riscuotendo ancora oggi.
Al tempo erano disponibili tre macchine "sorelle", che condividevano gran parte dell'hardware e del software: il Philips CD 960, il Marantz CD 94 ed il Revox B226. Quest'ultimo era il più costoso del trio ...e per qualche buona ragione. Il livello di ingegnerizzazione, la cura dei dettagli e la scelta dei materiali lo rendevano un prodotto praticamente unico sul mercato.
Revox aveva ed ha tuttora una lunga tradizione nella realizzazione di apparecchi HiFi solidi e senza fronzoli, progettati per sopportare anche gli impegni "pro" più gravosi. Non è infatti una sorpresa che i B225 ed i B226 fossero (e sono ancora) tra i lettori CD più usati sia dalle stazioni radio (ivi inclusa la nostra RAI) che dagli studi di registrazione.

[La meccanica del Revox B226]

Il B226 è costruito a prova di bomba ed il solo dato numerico del peso (circa 9 chili) dovrebbe dare un'idea della solidità della macchina e dei materiali in essa utilizzati.
Durante la produzione, durata circa 8 anni (per il 226) la macchina è stata sottoposta a diversi upgrade, a partire dalla lussuosa versione "audiophile", la B226 S, dotata di DAC selezionato TDA 1541 Silver Crown, fino ad una versione denominata Signature in un'elegante livrea nera coi fianchetti in legno laccato nero. Talvolta, il DAC 1541 S1 può trovarsi anche in B226 assolutamente standard. Ogni Casa può variare le caratteristiche di un proprio prodotto a seconda della disponibilità della "materia prima" da parte dei fornitori (parlo di componentistica, ad esempio).
Anche per questa ragione non è mia ambizione fare la cronistoria dettagliata di tutte le possibili varianti e/o versioni, pertanto cercherò soltanto di descrivere le caratteristiche principali soffermandomi, ovviamente, sul suono. La macchina da me provata è un B226 "normale". Ne ho provati due, tanto per limitare le variazioni di suono tra un modello e l'altro.

Il Revox B226 era equipaggiato con una dotazione di uscite piuttosto ricca ed insolita in un CD player: due coppie di uscite analogiche, una FISSA e l'altra asservita ad un controllo di volume. Poi due coppie di uscite digitali coassiali, dotazione rara ed utilissima, ad esempio, per poter confrontare due DAC esterni "al volo". A dire il vero, la doppia dotazione di uscite digitali era stata pensata per applicazioni multiroom, ad esempio in ambito di studi di registrazione.
Ancora, l'immancabile uscita cuffia, anch'essa asservita allo stesso controllo di volume realizzato tramite due microswitch (up e down) presenti sul frontale dell'apparecchio.
Nel pannello posteriore era presente una vaschetta a norme IEC per il cavo d'alimentazione. In realtà si tratta di un "mini-IEC" privo di terra, quindi non aspettatevi di poterci collegare al volo un cavo d'alimentazione speciale perchè non ci riuscirete :-)
Collegato alla vaschetta d'alimentazione si trovava un comodo cambiatensioni universale, in modo da rendere la macchina UNICA per tutti i Peasi del mondo, indipendentemente dalla tensione d'alimentazione.
Il pannello frontale, in elegante alluminio spazzolato, era letteralmente sovraffollato di micro-tasti che rendevano il B226 un vero mostro di versatilità. Potrei fare un lungo elenco di tutte le possibilità operative (programmazioni, loop etc) ma sarebbe noioso ed inutile, correrei il serio rischio di dimenticarne molte! Non a caso, il completo manuale d'uso è un libro piuttosto ricco di pagine ed illustrazioni.
Riassumendo, immaginate una cosa che desiderereste fare con un lettore CD...ci sono buone possibilità che il B226 possa realizzarla. Tanta ricchezza di possibilità operative era un "must" in ambito professionale, ovviamente. Il display retroilluminato di verde, prodigo di informazioni, era un po' difficile da leggere, in verità. Il telecomando non era dotazione standard ma disponibile a parte come costoso accessorio.

Ecco alcune caratteristiche tecniche rilevanti:

Il Revox B226 è stato uno dei miei lettori CD di riferimento nel mio impianto "piccolo" per qualche tempo. La costruzione solida, la presenza di doppie uscite sia analogiche che digitali e, non ultima, la qualità del suono riprodotto, lo rendevano un buon apparecchio con quale "lavorare".
Tenete sempre presente un fatto, però: la scelta di un apparecchio da parte di un recensore audio è dettata da tanti fattori diversi (interfacciabilità, flessibilità d'uso etc.) che ad un audiofilo normale possono pure non interessare.

Steeltown

Per coloro completamente rapiti dalla grancassa del digitale ad alta risoluzione, una recensione di un lettore CD di oltre 10 anni fa può apparire un puro non-senso. Per coloro che credono a fatica ai canti delle sirene (del mercato) le note successive potrebbero viceversa rivelarsi piuttosto utili.
Se da una parte è vero che la tecnologia digitale nel campo della conversione abbia fatto passi da gigante negli ultimi 10 anni, è altrettanto vero che un lettore CD è composto da tante parti che, messe insieme, influiscono ben più pesantemente di un DAC sul risultato finale. Mi riferisco ad una buona meccanica, una ben dimensionata alimentazione e, soprattutto, dei buoni stadi d'uscita.
Le meccaniche in alluminio della Philips sono state rimpiazzate con componenti ben più economici e scadenti, realizzate in plastica. Ancora oggi audiofili che giudicano con le orecchie e non coi richiami della pubblicità sono ben consci che per ottenere le prestazioni di una CDM 1 occorra andare su prodotti come le migliori VRDS o la nuova CD Pro2.
Discorso non troppo diverso si può fare per il DAC TDA 1541 che oggi rivive una seconda giovinezza grazie ai vari progetti di DAC autocostruiti a zero-oversampling, tra i quali non posso non citare il nostro TNT 1541. Quindi, per favore, non mettiamo i "vecchietti" nell'ospizio prima del tempo ;-)

Cosa dovreste aspettarvi da questo CD player, dunque? Prima di tutto, dimenticatevi il suono morbido e mellifluo dei moderni lettori e DAC dotati di tecniche di upsampling. Tuttavia, il Revox B226 possiede una ricchezza armonica che è sconosciuta alla stragrande maggioranza delle macchine bitstream. Suona vivace, lucido, probabilmente un po' "caldo" se confrontato con la maggior parte delle realizzazioni moderne (molte tendenti all'analisi esasperata).
Tuttavia, non mi sento di definirlo esattamente "caldo" poichè, di tanto in tanto, fa capolino una lieve traccia di asprezza in gamma altissima. Niente che causi disturbi particolari però, visto che è perfettamente integrata nella personalità a tratti un po' "teutonica" della macchina.
E' pertanto preciso e dettagliato ma, soprattutto, è dotato di una musicalità ancora oggi assolutamente "a la page". Non faccio fatica ad individuare proprio nella ricchezza armonica il segreto di così tanta piacevolezza all'ascolto. Non è ruffiano, ne' morbido ne' suadente, ma possiede questa grazia particolare che lo rende indiscutibilmente "realistico".
Non v'è tuttavia dubbio che si tratti di un lettore CD. A nessuno passerà in mente di scambiarlo per un giradischi analogico, dal punto di vista sonoro. Ciò non è necessariamente un difetto, in quanto il Revox B226, così come anche i migliori analogici, regala quel senso di "correttezza" dei tempi musicali che rende tutta la performance assolutamente godibile e mai affaticante.
La gamma bassa non è esattamente "sismica" e forse la prima ottava manca di un po' di autorità e peso....ma quanti diffusori possono farvela sentire la prima ottava? In ogni caso, immediatamente al di sopra di questa il B226 riguadagna posizioni, fornendo impatto, "peso" e buona articolazione in basso. Di tanto in tanto si ha pure la sensazione che questa porzione dello spettro sia un po' "gonfia".
Confrontata con lettori CD attuali, la performance in gamma bassa è tuttavia assolutamente soddisfacente e persino superiore a quella di macchine piuttosto costose. Ad esempio, in un confronto testa a testa, il lettore Holfi Xaurus Rex NFB, macchina modernissima da 3500 Euro, ha dovuto cedere il passo. Per trovare qualcosa di significativamente superiore, parlo sempre di gamma bassa, occorre andare sulla coppia NorthStar Model 192 + DAC o, relativamente a tutto lo spettro audio, sul Cairn Fog + Soft. Non pensiate tuttavia che si tratti di differenze eclatanti.

In generale, il Revox B226 si presenta assolutamente coerente e "musicale". Può essere ascoltato per ore senza traccia evidente di affaticamento.

Dinamica

Come ho detto, il suono del B226 è vivace e vitale e la sua performance in questo ambito (dinamica) è ancora attualissima. E' piuttosto "punchy" come dicono i recensori anglosassoni, cioè può dare dei "cazzotti" piuttosto forti, se mi passate il parallelo pugilistico, ma lo fa con una coerenza temporale apprezzabile. Certamente ci sono macchine più prestanti da questo punto di vista ma fintanto che non si fa un confronto testa a testa è difficile rendersi conto di quel sottile "filo" di lentezza che avvolge il suono di questo lettore. Per capirci ancora meglio e tanto per far nomi e cognomi, il Revox B226 è certamente più "veloce" e temporalmente corretto del Cambridge D500 che recensii qui su TNT-Audio qualche tempo fa.

Dal punto di vista della microdinamica la macchina tedesca offre buone prestazioni, suonando abbastanza preciso e ricco di armoniche superiori, specie in gamma alta. Certamente non si comporta come una spietata lente di ingrandimento ma può fare nettamente meglio di tante macchine economiche di oggi. Questo dimostra che il progresso nelle conversioni D/A, anche dal punto di vista della risoluzione a basso livello, non può mettere toppe al suono di macchine progettate in economia, con componentistica scadente ed operazionali al limite del ridicolo.

Immagine 3D

Da questo punto di vista i lettori CD hanno fatto progressi significativi in questi ultimi anni. E' pertanto piuttosto facile - macchine economiche a parte - trovare dei lettori di buona qualità che fanno meglio del B226 proprio dal punto della costruzione di un credibile palcoscenico sonoro. Il Revox riesce comunque a costruire un'immagine tridimensionale accettabile, che si sviluppa interamente alle spalle dei diffusori. I contorni degli strumenti e degli esecutori appaiono un po' "mossi" e non tutta la scena è a fuoco come dovrebbe essere.
La profondità dello stage è nettamente superiore alla larghezza (appena sufficiente) mentre l'altezza appare adeguata. Le cose possono essere migliorate un po' mediante l'utilizzo di piedini morbidi al posto di quelli di serie, che svolgono una mera funzione di sostegno.
Vorrei tuttavia sottolineare che, a parziale scusante del B226, non è escluso che la sostituzione dei condensatori sia sulla sezione di alimentazione che sul percorso del segnale non avrebbe potuto portare benefici circa la messa a fuoco del palcoscenico virtuale. Su una macchina con qualche anno alle spalle, i condensatori sono i primi componenti a poter aver bisogno di una "rinfrescata". Per questa ragione ho usato due esemplari diversi di B226, un po' per fare la "tara" ad eventuali problemi di invecchiamento precoce dei componenti.

Lamentele

Prima di tutto, dimenticatevi movimenti morbidi e silenziosi quando aprite o richiudete il cassetto porta-CD. Il tutto avviene con un rumoraccio piuttosto sinistro che sembra presagire alla rottura repentitna di qualche componente. Se, ad esempio, avete usato una meccanica Linn Mekk (la meccanica proprietaria di Linn), usando il B226 resterete scioccati a dir poco.
Revox, poi, per installare le meccaniche in metallo della Philips fece ricorso a delle guide "proprietarie" realizzate in Zamak, una lega metallica dalle propietà elastiche non esattamente eccellenti (è usata nel piatto del Linn Sondek, ad esempio, ma in quel caso non deve sopportare stress meccanici come le guide in un lettore CD...). Tali guide, talvolta, si sono mostrate poco affidabili mandando un po' a donnine allegre la meritata fama di affidabilità della Casa tedesca. Nel tempo, qualcuna di queste guide si è deformata, rendendo l'azione del cassettino ancora più incerta e rumorosa. Devo dire che le due macchine che ho usato, in maniera intensiva nel mio impianto B, non hanno mai presentato problemi di questo tipo. Solo la prima ha avuto un problema alla logica di gestione della meccanica, problema comunque facilmente risolvibile da un qualunque Revox service autorizzato.
Un altro "bug" piuttosto noto tra gli appassionati di queste macchine è il display e la sua retroilluminazione. Anche qui, le rotture possono essere frequenti, sebbene i ricambi si trovino con discreta facilità.
Infine, se siete abituati all'uso di connettori RCA di dimensioni generose, dimenticatevi di poterli usare col B226. Le femmine RCA sono nascoste all'INTERNO del cabinet ed i fori passanti consentono l'uso di RCA di dimensioni minime. Ovviamente, i fori possono essere allargati...
Per i cavi d'alimentazione discorso analogo. Solo quello originale Revox funziona perchè lo spinotto non è esattamente di dimensioni standard. Non dovrebbe essere difficile, tuttavia, reperire uno spinotto identico a partire dal quale costruire un cavo d'alimentazione self-made.
I più coraggiosi potrebbero optare per una sostituzione in toto della vaschetta d'alimentazione. Ho controllato, lo spazio necessario per una IEC standard sembrerebbe esserci.

Dal punto di vista sonoro il Revox B226 è qualcosa piuttosto facile da apprezzare anche ad un primo ascolto. E' stato leggermente sottostimato durante la sua esistenza sul mercato, per colpa delle pessime incisioni digitali dei primi anni '80. Oggi, la qualità media è più alta ed i suoni si sono fatti meno "bisognosi" di ammorbidimenti artificiali che il Revox di certo non eseguiva. Pertanto, la sua precisione timbrica e la sua vitalità possono oggi essere messe in evidenza come giustamente meritano.

Qualche consiglio

La reperibilità di questo modello è ottima, se ne trovano tantissimi a prezzi molto variabili, in particolare in Germania ed in Svizzera. Non suggerirei la strada più economica (E-bay ed aste online) perchè il rischio di ritrovarsi con una macchina con qualche problemino di troppo è alto. Il mio consiglio è di acquistarlo - possibilmente previa visione ed ascolto - da privati o anche da centri specializzati in materiale Revox. Sia in Germania che in Svizzera è facile trovare dei "service Revox" che vendono usato di questo marchio.
Occorre conoscere un minimo di tedesco (i siti sono solo in questa lingua). Tra quelli che mi hanno impressionato di più, consiglio Revoxjoschi.de e Revoxservice.ch. Per riparazioni, mettetevi nei bookmark anche Revox in perfektion.ch. In Italia esistono diversi centri autorizzati che eseguono riparazioni su queste macchine.
Il prezzo per un B226 in ottime condizioni, magari revisionato da uno di questi centri (quindi in condizioni operative pari al nuovo) e dotato dell'indispensabile manuale può variare tra i 400 ed i 500 €. Non dimenticatevi di chiedere se il telecomando è incluso oppure no, non molti acquirenti lo acquistarono per via del suo costo. Oggi può essere reperito con facilità su Ebay.de.
Acquistare la macchina presso un Revox service può fornire garanzie sul suo futuro poichè in caso di problemi potreste godere di una sorta di assistenza gratuita (per un periodo limitato di tempo) inclusa nel prezzo d'acquisto.

Poichè si tratta di un componente con qualche anno di servizio alle spalle, come già detto, non aspettatevi che i condensatori sia al 100% delle loro possibilità. Un sintomo piuttosto evidente di questo fatto è dato dal lungo periodo di preriscaldamento necessario per liberarsi da un certo suono cupo e "nebbioso" (mooolto neeebbioso :-)).
Dopo un paio d'ore, comunque, il suono si apre e comincia a risplendere. Tuttavia, prima o poi, specie se intendete tenere la macchina a lungo, fate un pensierino alla possibilità di sostituire i condensatori più "significativi".
Il Revox B226 scalda parecchio durante l'uso ed anche da spento, considerato che rimane costantemente in stand-by. In ogni caso non è un segnale di cattivo funzionamento. Essendo stato pensato anche per un massacrante uso continuativo, il B226 può rimanere in funzione per giorni 24 ore su 24 senza problemi.
Utilizzate piedini morbidi al posto degli originali, del tutto inutili. Le differenze non sono "piccole", in questo caso. Io ho utilizzato sia i SonicDesign che i piedini Holfi (si veda recensioni qui sul sito). I piedini Upim che consiglio spesso, col tempo potrebbe essere necessario sostituirli (causa schiacciamento).

Su Internet è tutto un fiorire di tweaks per il B226. Si va dalla sostituzione del DAC (con S1 o S2) fino alle modifiche a zero-oversampling (stile Kusunoki e Convertus). E' certamente possibile che queste modifiche portino nuova linfa vitale al suono del B226, facendolo rivaleggiare con macchine attuali anche molto costose, ma personalmente eviterei. Il Revox B226 non è un Philips CD 960, macchina dal valore storico abbastanza limitato. Il B226 è un Revox e come tale ritengo sacrilega una sua modfica così radicale.
Non elaborerei una Ferrari d'epoca anche se conscio che potrebbe diventare una supercar dalle prestazioni stellari. Ovviamente, questa è solo la mia opinione.

Conclusioni

Non mi sento di suggerire il Revox B226 ai principianti, per quanto il prezzo d'acquisto possa essere ritenuto attraente alla luce delle prestazioni sonore. E' una macchina che va capita per il suo reale potenziale e per il suo valore storico, quale massima espressione in campo digitale di un marchio che a modo suo ha fatto la storia dell'HiFi.
Tuttavia, se foste pronti ad accettare nella vostra catena una macchina così poco "mainstream" ed alla moda premuratevi di ascoltarla con calma. Se il vostro orecchio è scevro da condizionamenti per il "nuovo che avanza" non è escluso che possa innamorarsi del suono di questo splendido lettore tedesco.

Ringraziamenti.
Prima di tutto, un ringraziamento va a tutti i Revox fan club sparsi nel mondo ed in particolare a Revoxjoschi.de, Revox.net e revoxonline.ch per tutte le informazioni in essi contenute, per il supporto e ...le foto :-) [dovete saper leggere il tedesco, però].
Naturalmente, non potete esimervi dal visitare (almeno questo, disponibile in inglese!) il Revox official website che contiene informazioni anche su prodotti fuori catalogo da anni.

© Copyright 2003 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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