Sperling TA-1

[Braccio Sperling su giradischi JVC]

Braccio o bacchetta magica?

[English version here]

Prodotto: braccio Sperling TA-1
Produttore: Sperling - Germania
Prezzo: circa € 8.211, asta del braccio extra € 2.975
Recensore: Jeff Maxson - TNT USA
Pubblicato: Settembre, 2022
Traduttore: Roberto Felletti

Un braccio su cui posare gli occhi?

Quali sono le vostre priorità audio? Vi piace un impianto che sia “spietatamente rivelatore” di dettagli, dell'attacco e del decadimento delle note? Oppure siete più in sintonia con i corpi di quelle stesse note, con la loro coerenza d'insieme? Apprezzate il modo in cui il vostro impianto diffonde la musica nello spazio, con un campo sonoro profondo e ampio, e con immagini precisamente definite delle voci e degli strumenti all'interno di quel campo? Oppure vi catturano di più i toni e i timbri di quelle voci e di quegli strumenti rispetto al loro posizionamento? E queste categorie, insieme o singolarmente, le ho semplicemente stabilite io oppure è possibile averle insieme o singolarmente?

Queste sono domande che rivolgo a me stesso mentre valuto lo Sperling TA-1, un braccio che sto apprezzando molto da sei mesi. Domande portate allo scoperto da un articolo di Stereophile del 2015 sul giradischi Sperling L-1 più braccio, del guru dell'analogico Michael Fremer, le cui pagine della rivista cartacea sono state utilmente digitalizzate dall'Internet Archive. Io sono un grande fan di Fremer e di tutto ciò che lui ha fatto per l'hobby dell'analogico nel corso di molti anni. Quindi sono felice di avere la possibilità di rispondere alle sue conclusioni con alcune delle mie.

Fremer dice che il suono del braccio era «piacevole ed entusiasmante -- un carattere con basso Q, bassa ampiezza, che accentua sottilmente la gamma medio-bassa inferiore, aggiungendo un gradevole calore alle voci maschili e ai contrabbassi senza guastare affatto le cose e senza diventare invadente. Secondo me, è ciò che l'importatore Audio Arts definisce la “magia” del TA-1.» Basso Q si riferisce al rilascio relativamente lento delle risonanze. E sebbene la Audio Arts non rappresenti più il marchio, concordo sul fatto che questa bacchetta (e l'abbinata base del braccio) è davvero magica. Ma prima diamo un'occhiata a ciò con cui è realizzata questa magia.

Descrizione

La Sperling Audio, Germania, produce giradischi almeno dal 2013. Il braccio TA-1 è progettato da Robert Fuchs, conosciuto per i bracci e i giradischi a cuscinetto magnetico. È arrivato chez moi in una grossa scatola di legno con inserti in schiuma e coperchio a slitta. Il mio esemplare ha una finitura cromata lucida sulle parti in ottone, ma è disponibile anche un attraente cromato opaco.

Il braccio è a sospensione magnetica e di tipo unipivot smorzato; dalla parte superiore dell'asta del braccio pende un piccolo cono da un incavo poco profondo in un magnete; dalla parte opposta, sul fondo dell'asta del braccio, un cuscinetto incassato avvicina un secondo magnete al di sotto di esso. Entrambi i magneti possono essere alzati o abbassati da grosse viti zigrinate. Le aste del braccio sono in ebano, legno serpente, panzerholz (le mie due aste) o altri tipi di legno su richiesta, in lunghezze di 9, 10,5, 12 e 13,5 pollici (io ne ho una da 10,5 e una da 12). La testina viene prima imbullonata a degli slot su un supporto (disponibile in ottone cromato o panzerholz -- io ne ho due di ognuno), e poi viene imbullonata all'asta del braccio; l'offset è ottenuto ruotando il supporto e poi stringendolo in giù. L'utile manuale (con foto a colori!) specifica che c'è anche una versione della base che incorpora un sollevatore per il VTA -- il mio è regolato con viti di fine corsa nel pesante colletto, che a sua volta è imbullonato alla base con bulloni 10M oppure con barra filettata e dado.

Il fulcro del braccio è sfasato rispetto alla base, come in progetti tipo il Kuzma 4Point. Nella sua recensione del braccio, Fremer osserva che per poter ottenere un overhang corretto bisogna rimuovere il supporto dall'asta del braccio, far scorrere la testina avanti o indietro, e poi reinstallare e ricontrollare. Tuttavia, è anche possibile regolare l'overhang ruotando la base del braccio nel suo colletto, portando il fulcro più vicino o più lontano dal perno. Sì, questo può significare che l'asta del braccio non sia perpendicolare alla parte frontale del giradischi, ma così è considerevolmente più semplice che non procedere per tentativi, come propone Fremer. Sul mio esemplare sono stati corretti altri due crucci di Fremer: il cavo continuo dai pin della testina agli RCA (il mio è Kondo argento) ha un morsetto a P e bulloni che si avvitano in uno dei tre fori nel colletto che porta anche le viti di fine corsa. E la piattaforma di cueing è a forma di J, cosicché l'asta si annida nella piega della J quando è a riposo.

Però Fremer ha ragione sui pesi del bilanciere (li identifica con riguardo alla regolazione dell'azimut, che nel mio esemplare si ottiene ruotando il contrappeso eccentrico). Questi sono posti ad entrambe le estremità di una barra filettata dietro il punto di fulcro, e secondo il manuale dovrebbero essere ruotati in modo che rimangano a filo con le estremità della barra. In ogni caso, come dice Fremer, essi e il contrappeso supplementare non hanno modo di essere fissati e possono risuonare e ruotare rispetto alle loro impostazioni. Parimenti, egli critica la mancanza di antiskating del braccio. È vero che gli utilizzatori di giradischi tendono a impostare l'antiskating troppo alto, basandosi sui toni di un disco di test, che gonfia le richieste della musica registrata. (Ciononostante, ho testato lo Sperling con il disco Hi Fi News; il braccio ha superato il test del tono a 12 dB e si è interrotto sul canale destro -- troppo poco antiskating -- sul secondo a 14 dB.) E alcuni audiofili impostano l'antiskating a zero perché dicono che suoni meglio, sebbene altri insistano che così lo stilo si usura in maniera disomogenea.

Un altro lato negativo: ho riscontrato che lo Sperling enfatizza le sibilanti in testine che potrebbero essere inclini a questo. La Krell (Miyabi) KC-100, le Koetsus Vermillion e Onyx e la DaVa FC-A1 non hanno avuto problemi, ma c'è stato un fastidioso livello di sibilanti su molte registrazioni con la ZYX Atmos e la Ortofon SPU Royal N (sebbene, alla fine, sia riuscito a far suonare quella testina in maniera davvero grandiosa, diversamente da altri bracci con i quali non c'erano sibilanti, ma il suono non era vivace né coinvolgente). Soundsmith ha utili FAQ sulle molte, possibili cause delle sibilanti. Rilevante, qui, potrebbe essere la mancanza di antiskating o di risonanze intrinseche nel braccio, o potrebbe dipendere dalla mia configurazione, vuoi il peso di lettura vuoi l'azimut. La ZYX, in maniera particolare, è una testina precisa che non perdona -- sebbene sia precisa in modo spettacolare quando tutto è a posto. Ma il comportamento della Ortofon potrebbe dimostrare che l'avevo configurata ottimamente, ed era il braccio il responsabile delle sibilanti.

Il manuale specifica il peso effettivo del braccio definendolo “pesante”. Ho contattato Robert Fuchs per cercare di avere un numero, ma lui non è stato in grado di darmene uno. In ogni caso, questo suggerirebbe che il braccio funzioni meglio con testine a bassa cedevolezza, sebbene molti abbiano scoperto di poter violare le linee guida del rapporto cedevolezza/massa efficace senza effetti dannosi. Anche la scelta del supporto per la testina può alterare moltissimo la massa efficace del braccio. Il supporto in panzerholz pesa 2,3 g, mentre quello in ottone è 13,1 g, e la massa aggiunta all'estremità della testina contribuisce in maniera più diretta alla massa efficace di un braccio. Io ho applicato il principio dello smorzamento dello strato vincolato per la scelta del supporto, per cui con la Koetsu Onyx (corpo in pietra) e la Krell KC-100 (corpo in metallo) ho usato il supporto in panzerholz, e con la più leggera Koetsu Vermillion (corpo in legno) ho usato quello in ottone. In questo modo ho anche compensato il peso, usando il supporto più leggero con le testine più pesanti.

[Braccio RS Labs su giradischi JVC]

Ascolto

Ho cominciato con l'asta Sperling da 10,5 pollici sul giradischi JVC TT-81, in un plinto personalizzato in palissandro, che montava la testina Koetsu Urushi Vermillion. E poiché apprezzo quando le recensioni confrontano un componente con un altro, ho montato anche l'RS Labs A1. È un braccio con cui i lettori possono non avere familiarità, ma è quello che ho e che va bene con il JVC.

L'RS è un braccio a dir poco schizzinoso. È un unipivot con un porta-testina rotante, progettato per essere configurato per l'underhang più che per l'overhang. La base, semplicemente, poggia su una basetta, o capsula, senza viti o dadi di fissaggio. Il fulcro è elevato di 5 cm sopra il porta-testina e l'asta in alluminio siede semplicemente sul punto di fulcro, con i cavi estremamente fini che sporgono all'aperto, pronti a rompersi in qualsiasi momento in cui capitasse che l'asta del braccio riceva un colpo che la sbalzi dal fulcro. (Il mio è stato ricablato da Audio Advancements con dei cavi più robusti.) Non è più in produzione, ma quando lo era il prezzo al pubblico era 500-1.000 dollari.

Tuttavia, l'RS se la cava benino. Secondo una recensione di Ian White su Enjoythemusic, ha tenuto testa allo SME V da 5.000 dollari. White dice che l'RS toglie di mezzo tutto tranne la musica, e che gli altri bracci che ha provato sembravano velati, colorati e lenti in confronto. Concorderei su questo punto, ma ho scoperto di volere la coloritura dello Sperling. In particolare, il modo in cui convoglia la spazialità è accattivante. Molti recensori parlano di profondità del palcoscenico, con le voci e gli strumenti disposti uno dietro l'altro, come anche da sinistra a destra. La mia esperienza è più di tipo piano verticale, con le voci in alto, al centro, e vari strumenti disposti a sinistra e a destra, con non molta profondità di campo. Eppure, quel livello di effetti spaziali mi immerge a fondo nell'esibizione. L'immagine, specialmente di un cantante o dei cantanti, è quanto di più fondamentale ci sia per me: il senso di palpabilità di una voce proprio di fronte a me. È questo ciò che lo Sperling, montando la Vermillion sul JVC e nella mia stanza da oltre 120 m3, ha offerto.

In confronto, sia con voci femminili sia con pop/rock su larga scala, l'RS suona più esile, il palcoscenico è più compresso ed è presente più rumore di superficie. In particolare, il registro superiore di Joni Mitchell è enfatizzato, anche su una prima stampa di Blue, come con il recente cofanetto (Bernie Grundman sta perdendo l'udito sulle alte frequenze, come molti di noi?). Naturalmente, queste lamentele sono solo per confronto: prima di ascoltare lo Sperling, l'RS suonava alla grande con il JVC. Ma ora, l'unico LP che secondo me suona bene è Pink Moon, di Nick Drake, un cofanetto del 2012, con la voce risonante di Drake che presumibilmente compensa la mancanza di energia risonante dell'RS. Interessante il fatto che sebbene Fremer dica che lo Sperling enfatizza le voci maschili, io ho notato che anche l'RS lo fa. Una differenza importante tra la mia asta del braccio e quella di Fremer: la sua è in ebano, la mia in panzerholz.

Poi ho spostato la base del braccio Sperling sull'impianto SET/trombe e l'ho montata, con la Vermillion, sull'asta da 12 pollici sul Teres. Inoltre, non sono riuscito a installare il braccio abbastanza basso per ottenere il VTA negativo che piace alla Koetsu, per cui ho messo una zeppa alla testina, una sottile barra di alluminio sul retro, con un po' di BluTac davanti ad essa. Sul Teres, lo Sperling competeva con il braccio Viv Labs RF-9, un altro progetto sporgente, questo senza porta-testina rotante ma con un'asta del braccio che galleggia in un bagno di fluido carico magneticamente. Qui il contrasto era simile a quello con il braccio RS, anche se, visto che il soffitto della stanza è a 2,5 m, le proporzioni non erano così grandi. La Vermillion sul Viv suonava chiara e vivace ma più asciutta, più confinata, presentando un'immagine incompleta dell'esibizione. Così era col mio riferimento, Cold Blue Steel and Sweet Fire, da For the Roses di Joni Mitchell, una registrazione dei primi anni '70 con una magnifica presenza. Ho notato meno contrasto con una successiva, più esuberante incisione di Talk to Me, da Don Juan's Reckless Daughter. E con Big Sky, da Hounds of Love di Kate Bush, pezzo dal suono strepitoso, ho avuto l'impressione che il Viv fosse migliore nel districare i molti fili del suono, mentre lo Sperling era migliore nel convogliarne l'impatto generale. E un'altra nota su questa configurazione: il Teres poggia su piedini Yamamoto su un ripiano Neuance, che a sua volta poggia su piedini in ottone Mapleshade su una mensola fai-da-te. Non ho mai avuto problemi con il rumore dei passi finché non ho montato lo Sperling sul Teres, per cui dovevo camminare con passo leggero sul pavimento sospeso mentre passavo.

In un'unica mossa finale, ho rimesso lo Sperling sul giradischi JVC nella stanza grande, sostituendo il braccio RS. Ho riscontrato un suono più convincente degli strumenti, mentre le voci erano solo leggermente più piene. Poi ho messo sul piatto Big Sky. Era imponente! Nessun problema di districamento; era tutto meravigliosamente chiaro e avvolgente.

Elucubrazioni filosofiche

Per tornare alla recensione di Fremer, egli riscontra che lo Sperling enfatizzi il corpo delle note più che i loro transienti rispetto al Kuzma, facendo allo Sperling un falso complimento: «Il mio cervello ha cavalcato il leggiadro calore, che ha ingigantito anche la dimensione dell'immagine.» Ma che male c'è se un artista suona in maniera così esagerata? A me piace quando la voce di un cantante torreggia su di me, facendomi alzare la testa per assorbirla tutta.

Chiaramente, le mie priorità audio sono diverse da quelle di Fremer: «Un amico crede che mi piaccia il braccio Kuzma 4Point perché sono un recensore e voglio un suono più “analitico”. È vero. Ma un suono analitico è anche quello che vorrò quando andrò in pensione. Non voglio affatto che un braccio “suoni”. Voglio che non suoni, e lasciare il compito di suonare alla testina. Meno un braccio suona, più vero dettaglio esso rivelerà -- come minimo, rivelerà maggiormente il carattere del trasduttore ad esso connesso. Il fatto che non tutti la pensino così è il motivo per cui abbiamo bracci che possono essere ottimizzati.»

È vero, in un impianto i trasduttori -- testina e diffusori -- hanno la grande possibilità di avere un suono caratteristico, un'impronta, rispetto ad altri componenti della catena di riproduzione. Eppure, è un errore credere che un componente non aggiunga alcun suono di suo. Come spiega Jules Coleman in una recensione su 6Moons, il dibattito tra coloro che valorizzano il dettaglio o la risoluzione rispetto alla “musicalità” è davvero tutta una questione di transienti delle note; quello che suona come alta risoluzione in realtà è enfasi sui transienti anziché sul corpo delle note. La vera risoluzione, dice lui, suonerà musicale.

Non sto dicendo che Fremer enfatizzi sempre la risoluzione sulla musicalità, ma la sua scelta di elettroniche a stato solido abbinate a diffusori dinamici suggerisce che per lui il dettaglio sia più importante di quanto lo sia per me. Comunque, la frase “vero dettaglio” tra virgolette, sopra, sottintende un confronto tra musica registrata ed evento originale. Questa è più di una differenza di priorità musicali: concerne lo scopo fondamentale di un impianto audio.

[Braccio Sperling su giradischi Teres]

Scrivendo su Enjoythemusic questa volta, Coleman sottolinea i problemi nell'utilizzare musica live come riferimento quando si confrontano impianti audio. Coleman definisce questo estetica della “riproduzione” (RA, reproduction aesthetic), “il punto di vista secondo cui il successo di un impianto audio dipende dalla sua accuratezza o fedeltà sia alla registrazione sia all'evento che si presume sia stato acquisito dalla registrazione.” Questo è un errore perché 1) non esiste un evento simile -- persino le registrazioni acustiche live contano su una serie di decisioni prese dai tecnici della registrazione e del mastering, ecc.; 2) la RA trasforma l'ascoltatore in un giudice della fedeltà dell'impianto anziché essere colui che ne apprezza il suono; e 3) mette l'ascoltatore in una posizione impossibile, senza accesso all'esecuzione originale, al nastro master, ecc. In contrasto, Coleman propone quella che potrebbe essere chiamata l'estetica del piacere (EA, enjoyment aesthetic): «Secondo me, un impianto audio è progettato per offrirmi un certo tipo di immersione o coinvolgimento passionale; con la musica e con le esperienze musicali.»

Per chiarire, Coleman paragona due recensori audio molto noti: «Pearson [Harry, di The Absolute Sound] preferiva i grandi -- molto grandi, quasi ampollosi -- palcoscenici dettagliati, stratificati (ad esempio, i rombanti treni della metropolitana), e l'alta risoluzione (in stile HDTV). Al contrario, Art [Dudley, di Listener e Stereophile] era focalizzato principalmente sulla persuasione musicale, il coinvolgimento, la presenza e la dimensionalità.» Ho sempre pensato di simpatizzare di più per l'approccio EA di Dudley. Ma il braccio Sperling ha cambiato le cose. Adesso desidero ardentemente il senso di spazio che esso crea nella stanza, la sensazione dei musicisti disposti davanti a me. Una volta ho avuto una Dynavector Te Kaitora ristilata che mi sorprendeva anche con la sua immagine. Però non mi metteva in contatto con l'emozione del cantante rispetto alle altre mie testine -- una Shelter 901 e varie Denon 103 -- così l'avevo venduta. Il braccio Sperling mi ha dimostrato che apprezzo davvero il palcoscenico quand'esso mi coinvolge più a fondo nell'esecuzione -- il meglio di entrambi i mondi?

Nella citazione sopra, Fremer fa riferimento al 4Point, grossomodo confrontabile allo Sperling in termini di prezzo. Nel passaggio sotto, tuttavia, egli passa al braccio Swedish Analog Technologies (SAT), prezzo 32.000 dollari. Tra parentesi quadre, all'interno della citazione stessa, ho inserito ciò che penso lui stia dicendo:

«La sensazione di spazio fisico tra strumenti è intensificata, insieme alla tridimensionalità del mix. Non tutti si curano di cose simili.»

[Lui sì.]

«C'è anche chi sostiene che questa sorta di immagini, spazio e tridimensionalità siano artefatti dei processi di registrazione e riproduzione, e che non facciano parte dell'esperienza di ascolto della musica live.»

[Queste persone sono fuori strada. Fanno parte dell'ascolto della musica live, e il SAT li riproduce.]

«Per loro ci sono bracci come il TA-1, che produce “magia” e crea un suono più piacevole.»

[Per persone come Dudley, che non apprezzano il palcoscenico -- artefatti o meno -- ci sono bracci, come l'EMT che non enfatizza il palco, ma che agiscono più sulla tonalità (sto ipotizzando qui). E per coloro che lo apprezzano, ci sono bracci come il SAT, che lo fa bene, e lo Sperling, che lo fa male, ossia senza coloriture e con coloriture.]

«I bracci in legno inadatti suonano semplicemente caldi, pesanti e senza vita. I bracci in metallo inadatti suonano brillanti, duri e non musicali.»

[Lui non vuole dire che lo Sperling sia inadatto; esso svolge un buon lavoro di aggiunta di misurata coloritura alla musica, come dice nella prima citazione sopra.]

Ancora su questa coloritura: «Non c'è dubbio che il TA-1 abbia un “suono” -- qualcosa che Sperling tacitamente riconosce, offrendo la possibilità di ottimizzare il braccio con una varietà di supporti per la testina e materiali per l'asta del braccio.» Ma cosa c'è di così terribile nella possibilità di ottimizzare un componente? Gli audiofili aggiungono in continuazione piedini e piattaforme di terze parti ai componenti elettronici. Anche i cavi sono un mezzo di ottimizzazione -- ma non chiamateli “controlli di tono”, altrimenti saranno guai. Presumibilmente, secondo Fremer, un componente ben ottimizzato non ha bisogno di interventi per farlo suonare come dovrebbe per ogni utilizzatore in ogni impianto.

Quindi, il piacere è tutto, ottimizzare i nostri impianti per assecondare i nostri cuori per arrivare lì? E che dire della questione secondo cui se non abbiamo un punto di riferimento -- musica live, presumibilmente -- allora va bene tutto? Coleman dice che è il motivo per cui spendete soldi per un impianto audio -- per provare piacere. E quello che fa provare piacere a me è una connessione emotiva con il cantante; se non è fedele all'esibizione originale -- anche se potessi stabilirlo -- allora dov'è il problema?

Conclusioni

Lo Sperling è un braccio costoso se acquistato nuovo -- io ho pagato il mio, usato, meno del 20% del prezzo di listino. Vale pagarlo a prezzo pieno, specialmente se raffrontato con bracci quali il 4Point o le attuali proposte Reed, Thales o Schroeder? Beh, se pagate il prezzo di listino presumibilmente vorrete ascoltarlo, testando anche varie lunghezze dell'asta e materiali differenti. Secondo me, la questione è semplicemente che i bracci RS Labs e Viv Labs fanno bene alcune cose e lo Sperling ne fa bene altre. Lo Sperling ha offerto un livello di immersione nella musica (magia?) che nessuno degli altri due bracci ha offerto.

Persino Fremer, malgrado le sue lamentele, conclude dicendo che se dovesse comprare il giradischi Sperling che recensisce nello stesso articolo, comprerebbe anche il braccio da montare su una delle sue due basette. Esso compensa parte della caratteristica di secchezza e analiticità del giradischi, dice. Quindi, forse, dopotutto non siamo così distanti (sebbene io resti dubbioso sulla sua fedeltà alla RA). Ho sempre pensato che l'accoppiata SET/trombe fosse l'unica topologia per me. Poi ho avuto l'accoppiata Stax/Emotiva. Forse mi piacerebbe la configurazione di Fremer.

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