[Questo articolo è una sorta di seconda puntata dell'editoriale di Aprile dove si annunciava l'imminente uscita di questo disco, solo in vinile!, e tutte le nostre perplessità circa il valore dell'operazione].
Accidenti... aspettavo di poter recensire questo album per poter finalmente scrivere un articolo sulla "morte del formato CD" ed ora invece Elvis ha rovinato tutti i miei piani.
Di cosa sto parlando? Questo album è stato pubblicato a Maggio e, per quanto ne sappia, è stato l'unico ad essere stato stampato SOLO in vinile, con annesso download di corrispondente MP3 e NON in formato CD...
Purtroppo adesso, nel momento in cui mi accingo a scrivere questo articolo, vengo a sapere che il nostro ha fatto uscire l'album anche in formato CD per cui ora, anziché scrivere un articolo sul nostro hobby preferito (il vinile) devo cercare di capire cosa passi nella testa di Mr. Costello.
Innanzitutto devo congratularmi con lui per l'eccellente trovata pubblicitaria, acquistai l'album dopo aver sentito che non sarebbe uscita l'edizione in CD e credo che molti abbiano fatto come me. Il trucco (truffaldino?) ha fatto ottenere al nostro interviste e passaggi in radio persino sulla venerata Radio 4 inglese, qualcosa che non era mai successa per i suoi album precedenti.
Ovviamente la scelta di tempo è stata semplicemente perfetta, in quanto da più parti si diceva e si percepiva l'obsolescenza rapida del CD e diverse band si stavano ormai appoggiando alle uscite in download di MP3. La scelta del vinile si è dimostrata, pertanto, molto intelligente. In un colpo solo ha affascinato quelli della ipod generation (garantendo il download del file MP3) ed i vecchietti come me che ancora amano i loro grandi CD neri, come li chiama mia figlia.
Purtroppo Elvis ha cambiato idea ed è tornato sui suoi passi, pubblicando il CD. Sarei troppo cinico se pensassi che questo fosse il piano sin dall'inizio? Forse sono troppo ottimista, ma mi piace pensare che Elvis volesse soltanto l'uscita vinile/MP3 e poi la sua casa discografica "Lost Highway" si sia imposta all'ultimo minuto.
Voglio pensare tutto il bene possibile di Costello, perché sono un suo fan. Se fossi forzato a fare una classifica metterei il suo Armed Forces tra i tre album più significativi dell'era post-punk e da allora la sua produzione è stata sempre estremamente eclettica e di standard elevatissimo. Il suo punto più alto lo toccò, secondo la mia personale opinione, quando cantò "All you need is love" al Live Aid, lui, la sua chitarra e quasi 100 milioni di persone. Forse fu l'unico artista a non venire oscurato dallo show di Freddy Mercury.
Sto divagando, vengo al punto. Torniamo al mese di maggio, quando avidamente scartavo il pacchetto appena giuntomi da Amazon. Vedere quel disco in vinile fu come tornare indietro di 30 anni :-) Una grossa copertina pieghevole, un pakaging così raffinato da farmi ricordare un album di Tom Robinson. Pensate che contiene persino uno stencil con il titolo dell'album, pronto per essere applicato e spruzzato sulla cassa della batteria (ehm, esattamente come un album di Tom Robinson...).
Inoltre, a migliorare ancor più le cose, le 12 tracce erano state stampate su un vinile doppio, così da garantire una qualità audio ancora maggiore. Che ironia, pensai, mentre tiravo giù dallo scaffale la mia copia consunta di "Get happy!", nel quale Costello fu in grado di farci stare 10 canzoni per facciata, giustificandosi con la frase, già citata nel nostro editoriale di Aprile "can assure hi-fi enthusiasts and/or people who haven't bought an album since 1967 that with the inclusion of this extra playing time they will find NO loss of sound quality due to groove cramming as the record nears the end of each face - i.e. the hole in the middle!".
Quanto gratificante era il rendersi conto che le orecchie di Costello si fossero riprese da tutto quel rumore punk, tanto da riuscire a capire ed apprezzare la buona qualità sonora di un'incisione...
Ebbene, siamo arrivati al punto, vediamo se dopo cotante aspettative il disco (i dischi) mantiene quanto promesso. Da un punto di vista strettamente audiofilo Momofuku è una vera delusione. Sembra quasi che qualcuno avesse una vaga idea di come il vinile dovrebbe suonare ed abbia fatto di tutto per farlo suonare così. E' caldo ed inoffensivo, non aggredisce mai, è piatto e senza emozione. Alcune sue produzioni precedenti come "Spike" e "Made in America" sono ottime incisioni ed infatti le uso entrambe per scrivere recensioni di apparecchi HiFi.
Momofuku è invece come un tappeto ed un paio di comode pantofole, a dispetto del packaging lussuoso e del vinile doppio. L'album dà un'idea di musica "live" che - quando ben incisa perņ - colpisce per davvero. Purtroppo ciò non accade ed è una vera delusione. Devo essere sincero sino in fondo, questa delusione ha probabilmente condizionato pure il giudizio sulla qualità musicale, che è OK, milioni di volte superiore rispetto a ciò che la gente pensa siano incisioni meritevoli di essere registrate, ma è troppo "tranquilla" e dinamicamente piatta, se confrontata con le sue cose migliori.
Quindi, nessun grande articolo sulla morte del CD, solo un disco di medio livello dal punto di vista musicale e francamente deludente dal punto di vista sonoro. Quindi...perché preoccuparsi di perdere tempo a scrivere tutto ciò? Facile, così la prossima volta, prima di cambiare idea, ci penserà due volte :-)
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