Qualche mese fa la trasmissione radiofonica Condor di Radio 2 RAI ha dedicato un piccolo angolo al fenomeno del ritorno del vinile, del quale un po' tutti i giornali stavano ricominciando a scrivere, spesso a sproposito. Per l'occasione i conduttori Luca Sofri e Matteo Bordone mi hanno fatto intervenire "on air" in trasmissione, per via telefonica. Il podcast del servizio (in mp3, 4,2 Mb, grazie a Domenico Fabiano) può essere scaricato ed ascoltato su questo sito (Wikisend).
E' la seconda volta che la RAI si occupa del fenomeno, ricorderete l'altra intervista di circa 2 anni fa, a Novembre 2006, durante la trasmissione Dispenser.
In breve, i conduttori si e mi chiedevano se questo "ritorno" fosse vero arrosto oppure soltanto fumo. Io da qualche tempo sostengo che l'interesse verso il vecchio cavallo a suo tempo perdente (abbiamo la memoria lunga, noi) sia estremamente sospetto. La sensazione è quella del tentare di rimettere in circolazione un media che possa rimpiazzare il CD nei desideri degli acquirenti, che lo trovano ormai assolutamente superato e non più cool come un tempo. Il vinile, almeno come coolness factor è, a tutti gli effetti, un paio di gradini sopra il miserrimo dischetto in policarbonato da 12 cm. Una volta questo era sexy, ora è decisamente out. Nessuno più sembra acquistare CD (le vendite continuano a calare a livello mondiale) e persino il supermercato sottocasa, un piccolo market tipico di zona turistica, in riva al mare, dispone di una piccola scelta di titoli a prezzi assolutamente stracciati. Per 5-6 € si possono acquistare ottimi CD anche di appena 1 anno fa (ho trovato uno degli ultimi lavori di Battiato, ad esempio). Ho visto titoli che a comprarli online si spenderebbe di più. Per noi divoratori di Musica è comunque una pacchia: abbiamo acquistato vinile quando non lo voleva più nessuno, ora acquistiamo CD a prezzi di realizzo.
Il vinile, dicevo. Che ci sia un interesse è indubbio, la quantità di lettere che riceviamo ogni settimana che chiedono lumi sull'analogico è in costante crescita. Spesso si tratta di first timers ovvero persone che o non hanno l'età per aver conosciuto il vinile nel periodo d'oro oppure si accostano per la prima volta all'HiFi e pensano al vinile come sorgente principale. E' indubbio che siano segnali piuttosto inequivocabili. Tutto questo non può che farmi piacere, visto che sin da tempi non sospetti questo sito si è battuto per la sopravvivenza del vinile, scrivendone, recensendo dischi, testine, bracci e giradischi, oltre che fornendo consigli e consulenze. L'ombra del sospetto c'è e rimane, forse è solo un tentativo dei marketing men delle Major per salvare il salvabile ma, se anche così fosse, mi pare ci siano almeno due aspetti positivi, finora:
Al di là di tutto, mi sembrano molto interessanti le motivazioni addotte dall'artista per questa scelta così drastica, motivazioni che possono essere lette per intero sul suo sito web ufficiale e che riporto di seguito come estratto:
By now, some of you may have heard rumour of an album called "Momofuku" and wonder what this record is...
Well, the real version is pressed on two pieces of black plastic with a hole in the middle. You may prefer other, more portable, less scratchable, editions that will soon become available for your convenience but this is how it sounds the best: with a needle in a groove, the way the Supreme Being intended it to be......[cut]...
The music has been pressed on four sides of vinyl for volume and clarity although the album was originally sequenced with six tracks a-side.
Quanto sopra, sinteticamente tradotto, recita: "...potreste preferire versioni più facilmente "portatili" e resistenti ai graffi ma questo è il modo nel quale suona meglio: una puntina nel solco, il modo col quale l'Essere Supremo ha voluto dovesse essere. La Musica è stata stampata su quattro facce di due dischi in vinile per ottimizzare livello d'ascolto e pulizia, sebbene l'album sia stato originalmente pensato per 6 tracce per facciata". Quindi non solo vinile...ma addirittura doppio, per tenere i solchi abbastanza distanti gli uni dagli altri (pratica comune nelle stampe cosiddette audiophile, spesso pure a 45 giri).
Sapete quale è la cosa che mi ha stupito di più? Che il signor Costello, circa 30 anni fa, pubblicava uno dei suoi capolavori, "Get happy!": questo disco conteneva una abnorme quantità di canzoni e di Musica...ben 50 minuti di contenuto musicale sono un record per un singolo disco in vinile. Ovviamente, per fare ciò, i solchi furono incisi uno molto vicino all'altro. Consci del problema, lui ed il produttore Nick Lowe si affrettarono a scrivere le seguenti note di copertina:
You'll have noticed that there are ten (?) tracks on each side of this, Elvis' new LP making it a real "long player"! Elvis and I talked long and hard about the wisdom of taking this unusual step and are proud that we can now reassure hi-fi enthusiasts and/or people who never bought a record made before 1967 that with the inclusion of this extra music time they will find no loss of sound quality, due to the "groove cramming" as the record nears the end of each face (i.e. the hole in the middle). Nick Lowe (Producer)
Il che significa, grosso modo che, nonostante la gran quantità di musica incisa, entrambe le facce del disco terminavano abbastanza lontane dal centro, per limitare la nota distorsione del vinile quando si suonano i solchi più interni. Per fare questo, però, Costello e Lowe si son dimenticati di dire che tutti i solchi erano terribilmente vicini gli uni agli altri, ed infatti il risultato sonoro non è che fosse esaltante. Oggi...addirittura un vinile doppio...quando ne basterebbe uno solo, fatto bene.
Che dire? Gli artisti, a 30 anni di distanza, non solo riscoprono il vinile ma si preoccupano pure di farlo suonar bene. Che dite...non è che il tempo gli ha insegnato una lezione difficile da dimenticare? Per questa ragione, quando sento i musicisti parlare di qualità della loro Musica (intesa come "suono") preferisco girare le orecchie dall'altra parte. La maggior parte delle volte non sanno neppure di cosa stanno parlando, purtroppo, a parte qualche rara ed esaltante eccezione (Steely Dan, Joe Jackson e pochi altri restando nell'ambito pop-rock).
In ogni caso, se questo fosse un possibile trend per i grandi artisti, non potremmo che dire "Era ora!". Si preoccupano della qualità e stampano pure su vinile. Troppo bello per essere vero. Ed infatti non lo è. E', di nuovo, una mossa, un po' goffa, per aumentare il cash flow. Noi, per dirla con uno dei miei preferiti di sempre:
I took the good times, I'll take the bad times, I'll take you just the way you are...
Per una recensione dell'album, successiva a questo articolo, si veda l'articolo del nostro Geoff Husband.
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