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Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Maggio, 2018
Traduttore: Roberto Felletti
A chi serve un giradischi di questo gruppo: a coloro che desiderano un unico giradischi per riprodurre i 78 giri registrati elettricamente, a scopo di riversamento o per ascolto critico; in molti casi, anche per l'ascolto critico di LP, sebbene a un livello, per così dire, inferiore rispetto ai giradischi del gruppo I, nonché, sporadicamente, per l'ascolto di alcuni dischi prodotti dal periodo centrale dell'era acustica in poi.
A chi non serve un giradischi di questo gruppo, ma potrebbe comunque volerne uno: coloro interessati, casualmente o meno, solo nei 78 giri prodotti dal 1930 in poi e che hanno un giradischi dedicato agli LP; coloro che desiderano un buon giradischi di base per gli LP (o, in alcuni casi, migliore) e che, in seguito, sarebbero interessati a iniziare una collezione di 78 giri.
Chi dovrebbe cercare in uno degli altri gruppi: coloro che desiderano riprodurre un consistente numero di dischi dell'era pre-elettrica per riversamento o ascolto critico, indipendentemente da altre necessità di riproduzione fonografica, dovrebbero cercare soltanto nel gruppo I. Coloro che desiderano ascoltare i 78 giri molto sporadicamente, e che possiedono già un giradischi per gli LP, dovrebbero cercare nel gruppo III (di cui parlerò nel prossimo articolo di questa serie).
Nella parte I abbiamo parlato delle caratteristiche che un giradischi per collezionisti di 78 giri dovrebbe avere, particolarmente per quei collezionisti che desiderano un unico giradischi tuttofare. Nella parte II abbiamo esaminato alcune opzioni che si avvicinano, più o meno, all'ideale. In questo articolo, sempre con l'attenzione rivolta ai modelli definibili “vintage” o “quasi-vintage”, discuteremo dei giradischi che si discostano dall'ideale quel tanto che basta per limitare ciò che possono riprodurre correttamente.
Ora, prima che inizi il bombardamento di feroci e-mail difensive, permettetemi di sottolineare che questi non sono giradischi “scadenti”. Non tutti hanno bisogno di tutte le caratteristiche “ideali”, e uno qualsiasi di questi giradischi, secondo quello che il possessore intende collezionare, potrebbe rappresentare un buon punto di partenza economico, ma anche un investimento a lungo termine. Se in buone condizioni operative e dotati di una testina adeguata, questi giradischi sono, qualitativamente entry-level e meno dannosi per gli LP, apparecchi robusti e validi, meglio di quelli nostalgicamente plasticosi, e simili, che si trovano negli ipermercati oggigiorno. Semplicemente, essi non hanno tutta la flessibilità necessaria per poter riprodurre tutti i 78 giri; il loro difetto comune è che, pur offrendo una certa variabilità della velocità, questa è insufficiente per ricoprire tutte le velocità dei dischi dell'era acustica. Se avessero un'assistente attraente, affabile, minimamente vestita, ella trascorrerebbe molto tempo guardando l'iPhone e non vi presterebbe attenzione se la chiamaste in aiuto. Comunque sia, se un collezionista avesse un bisogno limitato, o nessun bisogno, di riprodurre dischi antecedenti al 1930, scegliere un giradischi del primo gruppo potrebbe essere una spesa inutile, un po' come acquistare un'auto 4x4 solo per andare al centro commerciale o al supermercato.
Collezionisti di questo tipo restringono molto il territorio. Tra di essi ci sono quelli interessati solo in cose, diciamo, quali la musica dei grandi gruppi degli anni '40, il primo rock & roll degli anni '50, il jazz sui primi Blue Note di entrambi quei decenni, oppure l'opera o musica solo pianoforte degli anni '30. All'epoca, “78” significava proprio “78”, nella stragrande maggioranza dei casi, e una lieve regolazione della velocità bastava per far fronte a qualsiasi anomalia. Ad esempio, i tecnici della Victor, senza volerlo, avevano impostato il tornio di incisione a circa 76 giri per la registrazione vintage del Secondo Concerto per violino di Prokofiev (1930), di Jascha Heifetzdel, diretto da Serge Koussevitzky. Uno qualunque di questi giradischi avrebbe una velocità variabile sufficiente per correggere la discrepanza. All'estremo superiore del loro intervallo, essi potrebbero correggere anche molte registrazioni acustiche Victor incise a 75 giri, e potrebbero raggiungere facilmente gli 80 giri nominali dei dischi di Edison e dei Columbia acustici. Tuttavia, non ce la farebbero a raggiungere i 90 giri, o più, necessari per i dischi Pathé acustici con avvio dal centro, né gli 84 giri di quel concerto su etichetta Edison Bell citato nella parte I, e nemmeno i bassi 70 giri, o meno, richiesti da alcune registrazioni delle origini, come le prime di Enrico Caruso. I collezionisti il cui interesse va in quella direzione avranno bisogno di giradischi più in linea con quelli descritti nella parte II.
Dual serie 10xx, 12xx - Parentesi personale: quando terminai le superiori, a fine anni '70, ero già un avido collezionista di 78 giri da cinque anni e possedevo quattro fonografi con carica a molla, ma la mia conoscenza delle apparecchiature per la riproduzione elettrica era pari a zero. Suppongo che ne avrei saputo di più se i miei genitori fossero stati interessati alle apparecchiature audio, ma a parte l'acquisto di un compatto stereo KLH, che era molto migliore di quello che pensavo (ma lo capii anni dopo), papà limitava le sue incursioni nel mondo dell'audio tornando a casa dal lavoro con un nuovo disco (solitamente la canzone del momento o qualcosa tipo Herb Alpert & the Tijuana Brass, li ricordate?). In altre parole, lui e la mamma ascoltavano lo stereo ma non erano degli appassionati. Nemmeno i miei amici, che avevano la mia età, lo erano, fatta eccezione per alcuni che, come me, erano stati contagiati dal morbo dei “dischi antichi” e che, come me, erano seguaci della riproduzione meccanica.
Bene, l'università esiste per ampliare la mente, e il fatto che l'abbia frequentata sicuramente ha ampliato la mia, laddove si trattava di audio, perché per la prima volta feci la conoscenza degli impianti audio a componenti. Quando appresi l'esistenza dei componenti stereo, non potei fare a meno di notare che i giradischi con la velocità di 78 giri stavano largamente facendo, o sembravano sulla strada di fare, la stessa fine dei dinosauri. Non c'è bisogno di dire che, da possessore di quella che era già diventata una collezione di 78 giri abbastanza nutrita, non potevo semplicemente restare seduto, in attesa, e osservare gli eventi. Così, misi insieme qualche spicciolo da povero studente, visitai il reparto dell'usato di un negozio di prodotti audio di una catena locale (ve li ricordate?) che accettava permute e acquistai il mio primo componente stereo in assoluto, un giradischi Dual 1218 usatissimo. («Aha!», vi sento gridare. «Finalmente, qualcosa di rilevante!») Fu così che persi la mia verginità audiofila; fu il mio primo, incerto passo lungo quella strada dissoluta, assai battuta, che alla fine mi avrebbe lasciato con la STD (ammaliato dallo Strathclyde 305D; vedere la parte II!).
Oh, accidenti. Pensavo che avrei evitato di fare nuovamente quel genere di battuta idiota. Scusate... (la sigla STD in inglese significa anche “Sexually Transmitted Disease”, malattia che si trasmette per contatto sessuale; in questo caso è ovviamente la marca del giradischi - NdT)
Ma non divaghiamo. I giradischi Dual possono essere divisi in varie serie, delle quali le prime due hanno valore per i collezionisti di 78 giri. La prima è stata la serie 10xx: 1005, 1006, ecc., fino a 1019, ma saltando alcuni numeri. Tutti avevano la velocità di 78 giri e, penso, una variabilità di velocità limitata. Poi è seguita la serie 12xx, iniziata con il 1209 e proseguita fino al 1264, anche qui con numeri mancanti strada facendo. I modelli 1209, 1219, 1229 e 1229Q erano dotati dei 78 giri con possibilità di regolazione; i modelli 1224, 1225, 1226, 1228 e tutti quelli successivi al 1229Q offrivano solo i 33 e i 45 giri. Tra quelli che riproducevano i 78 giri, solo il 1229 e il 1229Q avevano un indicatore stroboscopico integrato, che segnalava all'utilizzatore soltanto se il piatto ruotava più velocemente, correttamente o più lentamente rispetto alle velocità fisse. Per quanto ne so, i giradischi a tre cifre (4xx, 5xx, 6xx, 7xx) e quelli con la sigla CS (CS 130, CS 410, ecc.) erano tutti modelli a due velocità, tranne il 410 (un'eccezione, apparentemente un prodotto non rientrante nella linea standard della Dual), gli ultimi modelli CS (CS 5000, CS 7000) e il Golden Stone. Questi quattro modelli saranno oggetto del prossimo articolo di questa serie.
Come i Lenco, i giradischi Dual 10xx e 12xx in grado di far girare i 78 giri sono a puleggia ma, diversamente dai Lenco, nei Dual la cinghia della puleggia corre orizzontalmente all'interno di una flangia che si estende verticalmente dal lato inferiore del piatto. La velocità viene selezionata tramite una leva che sposta la puleggia su o giù lungo un albero motore a passi; ogni passo rappresenta una delle velocità fisse, con possibilità di regolazioni fini del 6%, in ogni senso possibile, girando una piccola manopola posta sulla piastra inferiore, per aumentare o diminuire la velocità del motore. Ancora diversamente dai Lenco, e anche da tutti gli altri citati di questa serie, i Dual sono giradischi “automatici”, cioè sono dotati di un elaborato sistema di leve e di camme che alzano il braccio e lo riportano in sede quando il disco finisce. Se provvisti di perno lungo, equipaggiato di piccole “dita” retrattili in grado di sostenere una pila di dischi, i Dual possono funzionare da cambiadischi, lasciando cadere ciascun disco all'occorrenza e posizionando il braccio nel punto esatto in base al diametro del disco (7", 10" o 12"), precedentemente selezionato tramite una leva; il meccanismo non può gestire pile di dischi di diametro differente. Se provvisti di perno corto, questi giradischi permettono il posizionamento del braccio a mano oppure con un alzabraccio smorzato, ma l'avvio e l'arresto restano automatici.
Pro: i Dual sembrano essere stati i giradischi scelti dal genere di appassionati di hi-fi degli anni '60 e '70, quelli che acquistavano amplificatori H.H. Scott o Fisher e diffusori AR o KLH, quando queste aziende erano gestite ancora dai rispettivi fondatori come imprese indipendenti. Parimenti, non sembrano essere diventati oggetti di culto, come è capitato ai Lenco. Pertanto, sono ancor più diffusi e disponibili degli Strathclyde o dei Fons; i loro prezzi sono rimasti moderati e le parti di ricambio, anche se non di facile reperibilità, si trovano. Questi giradischi hanno un paio di caratteristiche assenti in tutti gli altri di cui abbiamo parlato finora: i loro perni sono rimovibili, aumentando così la possibilità di centrare manualmente dischi scentrati e, almeno per quanto riguarda gli ultimi, di permettere una facile regolazione del VTA, tramite una manopola posta sul portatestina o sul pannello della base. La qualità costruttiva del meccanismo è solida, sebbene a volte le basi siano un po' grossolane. Piatti pesanti assicurano una buona stabilità della velocità. Tutti i Dual venivano forniti con bracci pre-montati, da quelli passabili a quelli abbastanza buoni, e probabilmente anche il più scarso traccia meglio di qualunque cosa troviate su un Lenco originale. Non mi preoccuperei a far girare un LP di valore con il braccio pesante di un Dual 1009 F, ma, pur riconoscendo che non rispecchia gli standard SME, ci penserei due volte prima di farlo con il braccio a sospensione cardanica del mio 1218. I giradischi Dual hanno portatestine rimovibili (leggere sotto). Alcuni tra i primi modelli avevano i 16 giri, e tutti erano di dimensioni relativamente ridotte.
Contro: ho già detto della limitata flessibilità della velocità, ma l'aspetto che appare immediatamente più grave di questi modelli Dual, ancor di più della variazione di velocità, è che tutti sono giradischi automatici. Con il passare del tempo, qualunque grasso abbiano applicato in fabbrica si secca e diventa appiccicoso; alla fine, al giradischi viene quella che io definisco la “malattia del cambiadischi inceppato”; quando lo si accende, ripete lo stesso ciclo all'infinito: cala lo stilo nel solco-alza il braccio-inverte la direzione-ripone il braccio-alza il braccio-inverte la direzione-cala lo stilo nel solco-alza il braccio-inverte la direzione-ripone il braccio-lava-sciacqua-ripeti-lava-sciacqua-ripeti. Qualsiasi Dual 10xx o 12xx con i 78 giri che potete trovare in un negozio di oggetti usati, mercatino delle pulci o altrove probabilmente avrà o starà per avere questo problema, e pulire e lubrificare quel complesso meccanismo, sebbene certamente possibile, è una rogna. L'automatismo stesso, anche quando funzionante, può essere un problema, perché può far saltare o interrompere un disco prima che la puntina raggiunga la fine, se la parte incisa è troppo vicina al centro; inoltre, può essere d'intralcio se si cerca di riprodurre dischi con inizio dal centro, anche se i Dual non raggiungono i 90 giri necessari per dischi di questo tipo. Oltre alle limitazioni dovute al meccanismo automatico, il 1218, il 1219 e il 1229 non riescono a tracciare vicino al centro di un disco, perché i supporti circolari dei loro bracci cardanici hanno gioco insufficiente; il 1228 e il 1229Q sembrano integrare un bilanciere più a U, che può o non può presentare problemi simili. Una volta mi è capitato questo problema, quando tentavo di riversare su nastro la famosa Sinfonia N.7 di Beethoven, con Toscanini e la Philharmonic Symphony Orchestra di New York; il primo lato era stato inciso fino in fondo, verso il perno, e il braccio del mio Dual 1218 si era fermato prima di arrivare alla fine del lato. Così, mi misi a cercare e acquistai un Dual 1009F usato solo per riprodurre quel lato, cosa che il giradischi fece; da quell'esperienza dedussi che a) il problema è tipico dei modelli con braccio a sospensione cardanica e b) per collezionare dischi non bisogna essere pazzi, ma aiuta. Sui Dual non è possibile mettere dischi di diametro superiore a 12". In effetti, molti modelli, se non tutti, dal 1218 in poi hanno piatti di diametro pari a circa 10,5" (ca. 27 cm), per cui i dischi da 12" sporgono dal piatto, non sorretti (naturalmente, nessun problema per i 78 giri da 10"!).
Aspetti negativi: il braccio Dual è dotato di un portatestina che ha un supporto della testina rimovibile, talvolta definito “slitta”, dal design unico. I portatestina con aggancio in standard SME, disponibili in commercio, sono incompatibili e le guide Dual sono, in un certo qual modo, difficili da trovare e costano pure, sebbene meno dei portatestina per il braccio standard Lenco.
Perpetuum Ebner (P/E), Elac/Miracord (conosciuto anche come Benjamin Miracord negli Stati Uniti) - Questi marchi erano contemporanei dei Dual 10xx e 12xx, ma meno diffusi, almeno negli Stati Uniti, e non li conosco molto bene. Riguardo al P/E, vi prego di notare che una nuova azienda, la WE Audio Systems, ha iniziato a commercializzare giradischi con questo vecchio nome, ma si tratta di modelli rigorosamente a due velocità. Il P/E originale ha la velocità di 78 giri con una regolazione del 3%, a malapena sufficiente per raggiungere gli 80 giri necessari ai dischi dell'era acustica e non abbastanza sufficiente per scendere ai 75 giri tipici dei Victor. Una caratteristica interessante, che non ho trovato in nessun altro giradischi che conosco, è stata un piccolo pistone che sporge dal piatto, accanto al perno. Se il pistone è sollevato, il braccio è bloccato verticalmente, proteggendo così lo stilo da danni involontari causati dal lasciar scendere il braccio quando non c'è un disco sul piatto. Mettendo un disco sul piatto, il pistone si abbassa e sblocca il braccio.
L'Elac/Miracord è leggermente diverso, nel senso che l'azienda, o almeno una sua diretta discendente, è tuttora attiva, sempre nel settore dell'audio, come progettista e produttrice di diffusori. In occasione dei 90 anni di attività, ha annunciato il reingresso nel mercato dei giradischi con quello che sembra essere un progetto di elevata qualità, trazione a cinghia, con una velocità regolabile al 7%, proposto con basi di vari colori accattivanti e una testina proprietaria basata su un modello dell'Audio Technica. Sfortunatamente, per quanto ne so, questo modello ha/avrà solo due velocità: 33 e 45 giri. I giradischi Elac/Miracord classici erano modelli a quattro velocità. Sinceramente, non sono sicuro di quanto fosse la regolazione di velocità offerta, né se l'avessero, ma li cito in questa sede perché erano grossomodo equivalenti, in quanto a costruzione e a mercato, ai Dual e sulla base del fatto che almeno alcuni modelli dovevano avere la velocità variabile se volevano competere con i giradischi di altre marche.
Entrambi questi marchi offrivano giradischi automatici a puleggia che, per quanto ne so, erano più o meno paragonabili ai Dual in termini di qualità e funzionamento, condividendo la caratteristica del perno rimovibile. Tuttavia, i bracci, di cui entrambi erano provvisti, erano robusti, dall'aspetto pesante, con portatestine fissi e sovradimensionati. Esiterei a farci girare gli LP, e come minimo sono inadatti a testine a bassa cedevolezza. Come il braccio dei Dual, essi erano caratterizzati da guide reggitestina rimovibili, probabilmente ancor più difficili da trovare e ancor più care di quelle dei Dual odierni, e in generale essi condividono il problema dello Strathclyde, la difficile reperibilità di parti di ricambio, sebbene, almeno, essi non siano stracarichi di elettroniche che invecchiano.
Technics SP-15 - L'SP-15 è una versione semplificata dell'SP-10, di cui abbiamo parlato nella parte II. Entrambi i modelli, originariamente, erano stati pensati per l'uso professionale. Non tanto tempo fa ho acquistato un SP-15, e sulla base della mia limitata esperienza, finora acquisita, più quello che ho letto, se me lo si chiedesse offrirei le seguenti linee guida.
Pro: l'SP-15 è uno dei (soli) quattro giradischi che conosco in grado di offrire una velocità di 78 giri variabile e un indicatore di velocità digitale integrato (gli altri sono l'SP-10, lo Strathclyde e il Numark TTX-1). Come l'SP-10, l'SP-15 regola la velocità a passi dello 0,1% tramite pulsanti, permettendo la regolazione mentre il disco gira. Pertanto, esso può gestire dischi che non mantengono lo stesso numero di giri su tutta la superficie, sebbene non automaticamente; del resto, non conosco nessun giradischi che abbia una simile funzione in automatico. Mentre l'SP-10 ha unità separate per giradischi/gruppo motore e controllo della velocità, l'SP-15 integra tutte queste funzioni in un unico telaio.
Contro: come l'SP-10, l'SP-15 ha un'impostazione di 78 giri nominali e una variabilità a incrementi dello 0,1%, ma offre uno scostamento solo del 9,9%, il che limita l'intervallo tra i 70,5 giri (non sufficientemente bassi per dischi molto lenti, come i primi di Caruso) e gli 86 giri (non sufficientemente alti per i Pathé con etichetta incisa). Come nel caso dell'SP-10 e del Numark, l'indicatore digitale mostra lo scostamento percentuale, non i giri al minuto, il che richiede dei calcoli per stabilire come impostare la velocità desiderata. Tuttavia, il problema più grave e frequente, e stando a quanto ho letto, irrimediabile, è quello della cosiddetta “bomba a orologeria”, che si presenta nel suo unico e tipico modo: ogni volta che lo si accende, il giradischi ruota fino alla velocità massima e si blocca lì. Il progetto prevede due circuiti integrati proprietari che la Technics non produce più da tempo; se siano correlati al problema del “treno fuori controllo” non saprei, ma un loro guasto, a quanto pare, spesso o solitamente è anche fatale. Secondo il tecnico che ha riparato il mio SP-15 subito dopo l'acquisto, i condensatori sulla scheda del controllo della velocità dovrebbero essere sempre sostituiti, per evitare che i circuiti integrati si surriscaldino, causa frequente del guasto.
Pro e contro (insieme): abbinato a un buon braccio l'SP-15 offre una prestazione di alto livello, sia per gli LP sia, entro i suoi limiti di velocità, per i 78 giri. Inoltre, l'SP-15 permette di avere una buona parte delle capacità dell'SP-10 a un prezzo inferiore. Detto ciò, una forte richiesta di questo modello lo rende costoso rispetto a molti giradischi meglio adatti alle prime registrazioni dell'era acustica. Essendo stato pensato per usi professionali, l'SP-15 è molto più pesante dei giradischi per uso domestico e non viene necessariamente venduto con una base; se lo è, la base dedicata dell'SP-15 è molto grande, ancor di più di quella, sovradimensionata, dello Strathclyde. Potrebbe essere troppo grande o troppo pesante per poter essere sistemata sul ripiano di un mobile porta-elettroniche domestico. D'altra parte, le dimensioni generose permetteranno facilmente l'utilizzo di bracci da 12", o più lunghi, rendendo l'SP-15, non sorprendentemente, un buon candidato per riprodurre i riversamenti di trasmissioni su dischi da 16". Lo stesso varrebbe per i Pathé da 14", ma in questo caso l'incapacità dell'SP-15 di raggiungere velocità comprese tra i 90 e i 100 giri al minuto rappresenta una chiara limitazione.
La Thorens ha prodotto un'ampia gamma di modelli, alcuni con i 78 giri e altri senza. Nel secondo articolo di questa serie ho menzionato un paio di modelli che, in realtà, si avvicinano all'ideale. Altri tre no, ma, stando alle specifiche che ho visto, non sono tanto distanti: il TD 535 (15%), il TD 520 e il 520 Mk II (12%). Presumendo che tali valori siano precisi, il primo permetterebbe velocità comprese tra 66,5 e, sostanzialmente, 90 giri al minuto, un intervallo che coprirebbe tutti, o quasi, i 78 giri “lenti” e che, all'altro estremo, vi porterebbe ai confini del territorio dei Pathé con etichetta incisa. Gli altri due coprirebbero l'intervallo compreso tra appena i 69 giri (sufficientemente bassi da gestire il contingente sub-78 giri) e quasi gli 88 giri (sufficientemente alti da riprodurre quel concerto su disco Edison Bell che ho menzionato in un articolo precedente). Diversamente, quando i giradischi Thorens offrivano i 78 giri (a partire dal primo giradischi, il TD 124 a quattro velocità, nel 1957), essi principalmente permettevano una variazione della velocità compresa tra il 3% e il 6%. L'unico giradischi Thorens con cui ho avuto esperienza è stato il TD 115 MkII. Ecco come lo valuterei, confrontandolo con i giradischi quasi-ideali della parte II.
Pro: braccio integrato di discreta qualità, idoneo sia per gli LP sia per i 78 giri, con aste intercambiabili, come descritto nell'articolo precedente. È fornito di una dima di montaggio della testina, in plastica trasparente, che semplifica molto l'allineamento, e l'antiskating viene regolato tramite una rotella anziché con piccole carrucole, cordicelle e pesetti, come con il braccio standard Lenco e i bracci SME. C'è un indicatore stroboscopico integrato, che diffonde una luce arancione attraverso delle fessure nel bordo del piatto (denti di sega al bordo inferiore per la corrente a 60 Hz, fori quadrati appena sotto la superficie del piatto per i 50 Hz). La regolazione della velocità avviene tramite un'unica rotella, facilmente accessibile, che assomiglia a una piccola fiche del poker, applicata sulla superficie della base, in equilibrio, un po' meno schizzinosa della serie di tre piccole rotelle verticali inserite in un pozzetto dello Strathclyde, ma più schizzinosa delle piccole manopole indipendenti del Fons. La messa a riposo manuale del braccio avviene tramite un cursore; l'arresto è automatico alla fine del lato del disco. La cinghia può essere sostituita facilmente; non richiede un eccessivo smontaggio, come nel Fons. Poiché il coperchio è collegato a delle contromolle montate sulla base, può restare alzato, angolato in avanti, diversamente dai coperchi dello Strathclyde e del Fons, che devono essere tenuti più in verticale o appoggiati alla parete, e di quello del Lenco, che è imperniato su un supporto inserito in piccoli pozzetti posti sulla superficie della base. Tra i Thorens non è uno dei modelli più richiesti, e quindi è probabile che, se ne trovate uno, non dobbiate spendere molto.
Contro: la velocità è regolabile solo entro un 6%. Il TD 115 MkII non sembra essere stato un modello popolare nemmeno da nuovo, e quindi potrebbe essere difficile trovarne uno. Passare alla velocità di 78 giri è un po' complicato, perché bisogna tenere premuto un piccolo pulsante a scatto mentre si agisce sul cursore di selezione della velocità. L'indicatore stroboscopico funziona solo per gli LP. Le aste di riserva per il braccio, specialmente se conservate nelle loro custodie protettive in plastica, sono molto più ingombranti dei portatestina e serve molto spazio per aprire le custodie. Montare una testina sull'asta del braccio implica selezionare e orientare correttamente alcune piccole parti asimmetriche, fissare loro e la testina con delle viti e far scorrere il blocco così montato dentro delle guide all'estremità del portatestina; è una procedura più complicata e laboriosa rispetto a fissare la testina a un portatestina normale. Il perno è fisso. L'arresto automatico può attivarsi inopportunamente quando si riproducono dischi con avvio dal centro (ma tenete presente che, comunque, la variazione di velocità è insufficiente per questo tipo di dischi) oppure dischi i cui solchi interni sono troppo vicini al perno. Aspetto più importante, il problema della “bomba a orologeria”: il TD 115 MkII ha un controllo della velocità elettronico, integrato. Il mio si era guastato ed era stato sostituito, in garanzia, poco dopo l'acquisto del giradischi (un ex-demo) presso un negoziante di Atlanta, a metà degli anni '80. L'anno scorso si è guastato di nuovo, rifiutandosi di passare a 78 giri, in effetti lasciandomi con un giradischi a due velocità. A quel punto, considerando che, probabilmente, la riparazione sarebbe costata di più del valore di questo modello non popolare, e avendo già giradischi migliori nel mio arsenale, l'ho regalato a uno studente delle superiori che sta iniziando a collezionare LP ma che non ha 78 giri.
Garrard 301, 401 - Come la Thorens, l'azienda inglese Garrard ha prodotto un'ampia gamma di giradischi nell'arco di decenni, alcuni con i 78 giri e altri senza. La mia esperienza con questa linea di prodotti è limitata, ed è legata principalmente al giradischi a quattro velocità fisse del compatto stereo KLH di mio padre. Per quanto ne so, le due scommesse vincenti, cioè i due modelli a 78 giri con velocità variabile, sono il 301 e il 401. La saggezza popolare del mondo degli LP, a quanto pare, darebbe credito al primo, ma dal punto di vista del collezionista di 78 giri il secondo è leggermente preferibile. Con una variabilità di velocità del 2% soltanto, il 301 copre l'intervallo compreso tra poco sotto i 77 giri e poco sotto gli 80 giri, vale a dire non abbastanza lento da riprodurre i tipici dischi Victor dell'era acustica e non abbastanza veloce per i tipici Columbia, Edison o i Pathé con etichetta cartacea. Il 401, con il 3%, ha un limite superiore sufficiente per riprodurre i dischi a 80 giri, sebbene, come ho detto parlando del P/E, dalle caratteristiche analoghe, il suo limite inferiore è sufficientemente basso da riprodurre solo alcuni Victor dell'era acustica. Non proprio adatto, quindi, per i collezionisti di dischi incisi prima del 1930 circa. Un problema non collegato, che può creare qualche preoccupazione in più: questi modelli Garrard, come i Lenco, sono diventati oggetti di culto e i prezzi sono adeguati al loro status. Con la stessa cifra, potete ottenere qualcosa di più flessibile e quindi più adatto ai primi 78 giri. Tuttavia, se pensate di non ascoltare i 78 giri dell'era acustica e i primi 78 giri dell'era elettrica, e volete avere un Garrard per ascoltare gli LP dopo aver apportato estese modifiche, compresa la sostituzione della base originale e il montaggio di un braccio moderno di elevata qualità, che ora va di moda, allora ritengo che sareste felici con entrambi i modelli. Se volete avventurarvi nelle prime registrazioni ma comunque volete seguire la moda del giradischi a puleggia, pesantemente modificato, per ascoltare gli LP, allora Lenco sarebbe una scelta migliore.
Philips GA 202 - Cito questo giradischi a tre velocità, con trazione a cinghia, perché so che è esistito ma non ne ho esperienza. Negli Stati Uniti veniva rimarchiato Norelco, il marchio Philips dell'epoca. Da quello che ne ho letto, la variabilità della velocità era intorno al 2%, il che significa che quanto ho detto sulle limitazioni del Garrard 301 vale anche per questo giradischi. Come con il Fons, la regolazione della velocità avveniva tramite delle manopole indipendenti, una per ciascuna velocità, sebbene nel caso del Philips ci fossero delle scanalature sulla superficie che permettevano la regolazione con un cacciavite. Il braccio in dotazione era un discreto aggeggio a sospensione cardanica che, in teoria, era in grado di sostenere un peso di lettura fino a 4 g; come quelli dei Dual 10xx e 12xx, richiedeva il montaggio della testina su una slitta proprietaria che poi andava fissata sul portatestina. Ho letto alcune testimonianze secondo cui, col tempo, il progetto sviluppava ronzio. Altri dicevano che, talvolta, sulla slitta era montata una testina proprietaria Philips a incastro e che non era possibile montare i modelli standard da mezzo pollice. Non scommetterei sulla facile reperibilità delle slitte, e se le testimonianze di testine proprietarie sono vere, ritengo che reperire gli stili per 78 giri, per quelle testine, sia difficile se non impossibile. Un'altra peculiarità del progetto che vale la pena riferire: il GA 202 si avvale non di una sola cinghia, bensì di due; una grande, subito sotto il piatto, e una più piccola nel vano motore. Non ho idea se siano facilmente accessibili o meno, ma ho letto alcune lamentele secondo cui, col tempo, le cinghie diventano appiccicose e difficili da pulire.
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