Qualche riflessione sul collezionismo di dischi

Prima Parte: Manna dal Cielo--Direttamente sulla Capoccia

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: 2023
Traduttore: Roberto Felletti

[Collezione di dischi vintage]

A metà gennaio ho finalmente completato un progetto per passare al setaccio e riordinare una vasta collezione di dischi a 78 giri, per lo più vocali, che mi erano capitati tra le mani più di un anno prima. La storia di come sia giunto ad averli è breve ma triste: un'emergenza su cui non abbiamo bisogno di soffermarci ha costretto un amico, che era anche un collezionista di lunga data, e la sua famiglia a disfarsi in fretta della sua collezione. Per aiutarlo e salvare i dischi, ho accettato di prenderli. Poi ho trascorso più di un anno a valutarne le condizioni, a scartare i doppioni, a ordinare e catalogare quello che ho deciso di tenere, e in genere, nel frattempo, ad essere sommerso da dischi (e cilindri) accatastati ovunque in casa mia. Ripensando all'esperienza, ho qualche riflessione che vorrei condividere con la speranza che possa essere d'aiuto ad altri, specialmente a chi, tramite sia un'improvvisa acquisizione sia una semplice espansione graduale, debba avere a che fare con grandi quantità di dischi. L'argomento è diviso in due parti. In questo articolo, esaminerò alcuni punti su come gestire una grossa collezione quando essa, inaspettatamente, si presenta. Nel prossimo, esporrò idee su come prepararsi nel caso in cui diventi necessario disfarsi improvvisamente di una grossa collezione. Entrambi sono scritti con riferimento ai 78 giri, perché è stata una collezione di 78 giri a dar loro vita, ma penso che gran parte dei punti generali sia ugualmente applicabile agli LP.

Potete ritrovarvi con troppe cose buone.
Non ho fatto un calcolo preciso, ma direi che ho tenuto almeno 1.000 dischi, che oltretutto non sono nemmeno la maggioranza della collezione, la quale conteneva molti doppioni e, naturalmente, alcune cose che interessavano al mio amico ma non a me. Non mi sorprenderei se molti lettori, in questo momento, stessero pensando che, malgrado le tristi circostanze, ereditare una collezione di dischi a quattro cifre sarebbe la loro idea di paradiso. Ve lo assicuro, quel vecchio detto, “fai attenzione a quello che desideri, potrebbe avverarsi”, in questo caso è alla massima potenza. Fidatevi, lo sforzo fisico che comporta spostare molti, pesanti e fragili dischi a 78 giri di per sé non è allettante, e poi bisogna trovare un posto dove metterli, in maniera che siano comodi da esaminare, in una casa già, ehm, ben rifornita di neri oggetti rotondi e relative apparecchiature. Naturalmente, una volta terminata la cernita, quelli da tenere pongono il problema aggiuntivo di trovare spazio per sistemarli sugli scaffali, mentre il resto richiede che il ricevente trovi loro una nuova casa e un luogo dove riposare, senza che nel frattempo si mescolino di nuovo con le “perle”. Non fraintendetemi: malgrado la storia che c'è dietro, sono contento di avere aggiunto tante vere gemme alla mia collezione, e provo una certa soddisfazione nell'avere aiutato un amico nel momento del bisogno, conservando al contempo un'amata collezione che altrimenti sarebbe potuta finire nella discarica; ma il processo non è stato affatto tutto rose e fiori. Se doveste trovarvi in una situazione simile, pensate attentamente alla logistica prima di buttarvi nell'impresa. Tanta roba così può facilmente prendere il controllo della vostra vita per un bel po' di tempo.

[Collezione di dischi vintage]

Ascoltare dischi per valutarli, soprattutto quando si confrontano dei doppioni, non è come ascoltarli per piacere.
Ogni collezionista di 78 giri, almeno fino a un certo punto, sviluppa ciò che un altro amico collezionista definiva solitamente “filtri nelle orecchie”, la capacità di concentrarsi sulla musica e di ignorare il rumore di superficie e distrazioni simili, i difetti, gli artefatti delle tecnologie di registrazione superate oppure le vicissitudini dovute all'età e agli abusi nella riproduzione. Valutare le condizioni dei dischi, tuttavia, e nello specifico confrontare i doppioni, richiede l'opposto: concentrarsi sui difetti, non sulla musica. Sì, a volte il contenuto musicale di un disco è talmente coinvolgente da richiedere totale attenzione, e confesso che in alcuni casi ho ascoltato un disco più di una volta solo perché mi aveva preso, ma in genere il processo di selezione di questa collezione prevedeva l'ascolto di entrambi i lati con un orecchio attento al rumore, alla distorsione, ai problemi di tracciamento e cose del genere. Non è minimamente divertente quanto mettere un disco sul giradischi, sedersi e farsi trasportare in un luogo migliore dalla bellezza della musica, dall'entusiasmo o dall'impegno profuso nell'esibizione, oppure entrambi.

La valutazione visiva è inutile.
Come ho detto prima, penso di avere tenuto probabilmente almeno 1.000 dischi, forse di più; l'ho stimato in base all'aggiunta o alla modifica di quasi 1.600 voci nel mio catalogo e ritengo che un po' più di metà dei dischi associati siano 78 giri a singolo lato. Li ho ascoltati uno per uno. Spesso ho dovuto confrontare copie doppie del medesimo disco, o perché ne avevo già una mia o perché nella nuova collezione ce n'erano già due o anche di più. Di frequente, tra due copie uguali una sembrava perfetta e l'altra pareva scampata all'Armageddon; la copia malconcia suonava meravigliosamente, mentre quella “graziosa” distorceva o faceva i capricci, indipendentemente da cosa vi facessi. Di conseguenza ho ascoltato quasi tutta la collezione, vale a dire che il numero complessivo di lati che ho ascoltato nel giro di poco più di un anno deve aggirarsi su alcune migliaia, particolarmente se si considera che spesso ho dovuto ascoltare ogni copia due/tre/più volte per giungere a una conclusione. (Ricordate, un lato di un 78 giri dura al massimo tre minuti e mezzo per un disco da 10″, quattro minuti e mezzo per uno da 12″; ho trascorso molto tempo al giradischi, ma non è stato impossibile come lo sarebbe stato con i circa venti minuti dei lati degli LP.) C'è voluto molto tempo, questo è certo, ma è stato anche l'unico modo per essere sicuro di tenere la copia “giusta” di ogni disco. Considerate che, talvolta, il processo implicava anche l'ascolto ripetuto di musica meno-che-preferita se capitava che fosse registrata da un/a artista importante o preferito/a. Diciamo solo che, avendo riordinato materiale di Lillian Blauvelt, Amelita Galli-Curci, Adelina Patti, Corinne Morgan, Suzanne Adams e forse qualcun altro, può darsi che ci voglia un po' prima che permetta a un'altra versione di Home, Sweet Home di passare dai miei diffusori!

Stabilite i vostri criteri prima di cominciare la selezione.
Stabilire quale sia la copia da tenere di un disco non è detto che sia semplice. Probabilmente, vi piace pensare che sia una questione di “tenere semplicemente la migliore”, ma è il piccolo particolare che stabilisce quale sia la “migliore”. È quella che sembra la più pulita? (vedere subito sopra). È quella con la stampa più vecchia ascoltabile? È quella con minore rumore di superficie? È quella con minore distorsione? È quella con una desiderabile, insolita, etichetta speciale? E che mi dite della centratura? Un disco che suona pulito al 100%, ma è stampato un po' scentrato, batte uno perfettamente centrato ma non del tutto pulito? O viceversa? Nel caso dei 78 giri, preferite stampe a singolo lato o a doppio lato? E se, considerando un'edizione a singolo lato, l'avete già come metà di un'edizione a doppio lato che non è così buona ma ha l'unica copia della registrazione sull'altro lato? Tenete entrambe? Anche se non siete particolarmente affezionati a quel brano? Come potete vedere, il “meglio” molto spesso diventa una questione di compromessi, nel senso di decidere quali difetti vi infastidiscono meno tra copie imperfette in competizione tra loro. Per quello che vale (probabilmente non molto), tra i miei criteri do la priorità alla “pulizia” rispetto alla “prima stampa” e alla “silenziosità”, e ho adottato come regola più o meno generale di non tenere 78 giri con nuove versioni (diversamente dalle ristampe) di edizioni precedenti; il mio pensiero è che qualsiasi cosa del genere che mi interessi potrebbe essere disponibile in riversamenti moderni, decisamente superiori.

Internet è vostra amica.
Per quanto sia aperto il dibattito sul fatto che Internet sia di per sé una benedizione per la società in generale, io penso che si possa dire con certezza che sia nient'altro che una pacchia per i collezionisti di dischi, in particolare per i collezionisti di 78 giri. Quando ho cominciato il mio viaggio in questa follia, uh, nello zelante collezionismo di dischi, le informazioni disponibili a quelli tra noi interessati ai 78 giri erano scarse e difficili da ottenere; oggi, invece, grazie alle reti di informazione elettroniche è possibile accedere a un'abbondanza di dati su edizioni, artisti, etichette -- ogni cosa è accessibile con un click del mouse. Una delle fonti più preziose per il collezionista di 78 giri pubblicati negli Stati Uniti è la Discography of American Historical Records. Per le edizioni HMV, il database Kelly è un po' meno user friendly ma è altrettanto prezioso. Entrambi offrono informazioni utili, tipo numeri di sessione, numeri di matrice, musicisti partecipanti non accreditati sulle etichette e date di registrazione. Più di una volta, nel corso del viaggio attraverso i dischi del mio amico, consultando la DAHR o il Kelly ho scoperto che quello che pensavo fosse un doppione, in realtà era una registrazione differente per la quale la casa discografica che l'aveva pubblicata aveva riciclato un numero di catalogo; così avvisato, ho potuto indagare più a fondo, scoprendo spesso che effettivamente non avevo a che fare con dei doppioni. Tenete presente che queste due fonti a volte hanno qualche sovrapposizione, perché la Victor, negli Stati Uniti, spesso pubblicava registrazioni HMV e viceversa.

Per oggi mi fermo qui. In un prossimo articolo, proporrò alcuni consigli per “valutazioni di emergenza” della vostra collezione.

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