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Prodotto: commutatore Stereo-Mono esterno Sweet Foot Pedals
Produttore: Sweet Foot Pedals - USA
Prezzo: 30 dollari (con spedizione gratuita) - (Convertitore di valuta)
Recensore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Ottobre, 2021
Traduttore: Roberto Felletti
I lettori abituali dei miei scarabocchi sanno che, costantemente, predico il vangelo dell'“accertatevi che le vostre apparecchiature suonino in mono se vi state avventurando nell'ascolto dei dischi vintage”; per esempio, guardate qui (dove ho parlato dei diversi tipi di modulazione mono -- a breve avremo dell'altro sull'argomento) e qui (dove ho proposto suggerimenti per allestire un impianto base per i 78 giri). Tuttavia, ecco il problema: i commutatori mono non sono una caratteristica particolarmente comune nei prodotti recenti, e più spesso che no, chi tra noi desidera cominciare con i 78 giri, o anche chi vuole solo esplorare gli LP del periodo precedente la vittoria assoluta della stereofonia, possiede già un equipaggiamento solo stereo soddisfacente, o anche eccellente, che non può o non vuole sostituire.
Per cominciare, ecco un esempio del miglioramento possibile semplicemente passando da stereo a mono quando si ascoltano i 78 giri. Il disco è una stampa vintage (anni '40) American Decca di Frankie Carle che suona un brano di una generazione musicale precedente, lo stupefacente evergreen per pianoforte Kitten on the Keys di Zez Confrey. È proprio il tipo di disco che ci si aspetta di trovare al mercatino -- una stampa in medie condizioni, passabile ma non eccezionale, o forse anche un po' meglio della media, né particolarmente silenziosa né particolarmente rumorosa. I pulsanti immediatamente sotto vi permettono di ascoltare la prima coppia di fraseggi in stereo e, per confronto, in mono; se volete interrompere un campione, premete il pulsante contrassegnato con “Stop”. Non ho applicato riduzione del rumore né elaborazioni di altro tipo, a parte metterli in un unico file per normalizzarli allo stesso volume. Notate, tuttavia, che se avessi normalizzato soltanto la copia mono, senza il rumore extra della copia stereo, avrei potuto aumentare considerevolmente il suo volume.
Allora, che fare se volete avere i benefici della riproduzione mono, ma le vostre apparecchiature sono prive di un'impostazione mono integrata? Buone notizie, gente! Ora, grazie a un fornitore dall'improbabile nome di Sweet Foot Pedals aggiungere un'impostazione mono ad apparecchiature esistenti è facile ed economico, una buona (sebbene, come vedremo, non proprio perfetta) soluzione al dilemma.
Come potete immaginare, la Sweet Foot Pedals sembra rivolgersi principalmente al pubblico delle chitarre elettriche. Qualunque sia il motivo, tuttavia, l'azienda offre anche varie belle e piccole scatolette aggiuntive per gli hobbisti. Accanto al commutatore mono in recensione, le proposte della Sweet Foot Pedals includono vari hub per fare da intermediari tra mono e stereo, tutti contenuti in piccoli cabinet di metallo similari, elegantemente rifiniti. E intendo proprio piccoli; questi oggetti hanno dimensioni inferiori a quelle di una musicassetta, sebbene siano leggermente più spessi. In aggiunta al turchese standard, sono disponibili con finitura in alluminio semplice oppure, per un dollaro in più, tinta panna, neri, rossi o -- rosa gomma da masticare! Tutti sembrano avere la medesima grafica, particolare e divertente. L'azienda dichiara che sono tutti assemblati a mano negli Stati Uniti.
Il layout fisico del dispositivo è semplice: due coppie di connettori RCA sul retro, un interruttore a levetta davanti per selezionare mono (a sinistra) o stereo (a destra). L'interruttore sembra essere di tipo convenzionale, come quelli che negli anni passati si potevano acquistare in qualsiasi negozio Radio Shack; niente di “speciale”, ma del tutto accettabile per il lavoro che deve svolgere. I connettori sembrano essere similmente buoni, qualità di routine, e secondo l'azienda, le coppie non sono direzionali; potete usare la prima coppia come “in” e la seconda come “out” (o viceversa) senza preoccuparvene finché mantenete coerenti sinistra e destra. Il cabinet è una scatola metallica robusta, elegantemente rifinita, con angoli e bordi smussati.
Come osservato sotto, ho riscontrato che i connettori hanno un diametro leggermente più piccolo rispetto ad alcuni connettori presenti su altre apparecchiature che possiedo; gli spinotti di alcuni miei cavi non fanno bene contatto. La vernice sul cabinet del mio esemplare mostra dei deboli solchi circolari intorno ai connettori, presumibilmente la prova dell'utilizzo di una chiave a bussola per stringerli in posizione. Ho scoperto che tracce di mani umane che hanno assemblato l'unità fanno parte del suo fascino.
Che c'è da dire sul funzionamento? Un dispositivo di questo genere o funziona o non funziona. Semplice, no? Beh, come ho scoperto, no -- la scatoletta mono Sweet Foot Pedals funziona e non funziona.
Chi, in passato, ha letto i miei articoli sconclusionati, o chi è stato abbastanza audace da dare un'occhiata all'articolo precedente linkato all'inizio di questo, ricorderà che, storicamente, i dischi mono erano di due tipi: incisione laterale e incisione verticale. In breve, per i neofiti dell'argomento, l'incisione laterale è quella che oggi tutti chiamano “mono”: il solco è inciso a profondità costante e modulato orizzontalmente, e provoca l'oscillazione dello stilo da un lato all'altro. L'incisione laterale è il tipo di solco per tutti gli LP mono e lo standard di quelli che gran parte della gente chiama “78 giri” (ogni cosa dopo il 1930 circa e i marchi comuni quali Victor, Columbia e HMV prima di quello). Durante il periodo della registrazione acustica, tuttavia, alcune etichette incidevano un solco di larghezza costante ma modulato verticalmente, che costringeva lo stilo ad andare su e giù -- per questo motivo “incisione verticale” (oppure, in maniera più colorita, “saliscendi”). Questo tipo di solco si trova in tutti i cilindri e i dischi di Edison, Pathé, occasionalmente Brunswick e Vocalion, e almeno qualche volta in etichette davvero piccole quali Rishell, Lyric, Rex, OKeh, Gennett e così via.
In entrambi i casi, il disco presenta il segnale in un piano e nulla a parte rumore nell'altro; di conseguenza, vorrete desensibilizzare il vostro impianto a quest'ultimo con un commutatore mono come quello in recensione. Con l'eccezione di alcuni modelli di apparecchiature specialistiche che incorporano un'opzione dedicata per l'incisione verticale, un commutatore etichettato come “mono” imposterà l'apparecchiatura per l'incisione laterale, la vincente nel grande duello del formato negli anni '20. Quindi come si può fare per ascoltare i dischi con incisione verticale senza un componente laterale? Il metodo standard è ingannare la testina, scambiando la massa con il cavo “sotto tensione”; questa disposizione, normalmente, con un commutatore standard genererà un segnale verticale puro quando sommato al mono.
La scatoletta aggiuntiva Sweet Foot Pedals funziona perfettamente con i dischi a incisione laterale. Con l'interruttore a sinistra, il segnale in uscita è mono. Con l'interruttore a destra, il segnale in uscita è stereo. Fatto.
Curiosamente, tuttavia, non sembra generare un segnale con incisione laterale mono se abbinato a una testina ricablata come descritto sopra. Ho provato a collegarlo sul percorso del segnale nelle seguenti posizioni: tra il music server e l'amplificatore, monitorando un segnale “tape out” attraverso la mia interfaccia audio USB; subito dopo il pre-phono, prima dell'interfaccia; e subito dopo il giradischi, prima che il segnale passi nel pre-phono. In nessun caso la scatoletta esterna ha generato un segnale verticale puro quando commutata su “mono”. Per quanto riguarda la ragione, non ne ho idea; la tecnica della testina ricablata non ha mai fallito prima, e l'impostazione mono del mio pre-phono Graham Slee ha funzionato esattamente come mi aspettavo.
Quanto è grave questo problema? Non farò finta che non sia un difetto, ma non farò nemmeno finta che sia grave per il pubblico tipico a cui questo componente è rivolto. In primo luogo, è improbabile trovare dischi con incisione verticale senza cercarli attivamente; almeno qui, negli Stati Uniti, la schiacciante probabilità è che i dischi in quelle pile di vecchie lacche al mercatino locale siano del periodo delle big band o successivi, quando l'incisione verticale era scomparsa dal mercato, e se per caso sono precedenti, probabilmente saranno edizioni di etichette laterali quali Victor o Columbia. Se vi piacciono Bessie Smith o Benny Goodman o Les Paul (o Vladimir Horowitz o Jascha Heifetz, del resto), collezionerete dischi con incisione laterale. Sebbene non fosse una regola ferrea, gli artisti tendevano a comparire primariamente in un formato o nell'altro, e quelli che incidevano su dischi con incisione verticale, oggi, tendenzialmente, non sono quelli che interessano ai collezionisti non specializzati. Per citare il mio esempio preferito, Caruso realizzò soltanto tre dischi con incisione verticale, tutti all'inizio della sua carriera, e in seguito rifece due di quelle selezioni per la Victor con incisione laterale. Senza dubbio, in parte perché i suoi dischi erano nel formato prevalente, tutti conoscono il nome Caruso, e ancora oggi sono conosciuti. Avete mai sentito parlare di Albert Vaguet? A meno che non siate dei collezionisti “seri” di 78 giri, probabilmente no, sebbene a suo tempo sia stato un tenore significativo e abbia realizzato molti dischi altrettanto significativi. Tuttavia, le sue registrazioni erano con incisione verticale su Pathé, e dopo i tardi anni '20 sono rimaste effettivamente irriproducibili per decenni. Pertanto, penso si possa dire con sicurezza che i collezionisti in possesso di dischi con incisione verticale probabilmente avranno già il necessario per gestirli senza dover aggiungere un pezzo come il commutatore esterno mono Sweet Foot Pedals. Però tenete a mente che se volete avventurarvi tra i dischi con incisione verticale, probabilmente questo dispositivo non vi sarà di grande aiuto.
Ora, posso già sentire il contingente del “avere un articolo con 'controlli di tono' scritto sopra nella stessa stanza dove c'è l'amplificatore degraderà il suono” che inizia ad affilare le picche e a impugnare i forconi, convinto che deviare dal “non ci deve essere nulla sul percorso del segnale tranne un cavo trattato criogenicamente su Nettuno” trasmuterà istantaneamente lo standard aureo dell'audio Bryston in (brivido!) oro Bose per audiosciocchi. Yamaha in Yorxx. Naim in no-Naim.
Uh, scusate per quello. “È così che dovrebbe essere” dice un membro disgustato del contingente. Procedendo furtivamente, continuo: ho fatto qualche esperimento per stabilire se io riesco a sentire il commutatore che in qualche modo degrada il suono, e non ho mai riscontrato il benché minimo problema. Ammetterò apertamente, tuttavia, che queste orecchie da antiquario (e antiquate) possano non essere tra i giudici più autorevoli. Di conseguenza, allego tre brevi esempi di registrazioni dalle quali potete trarre le vostre conclusioni, fossero anche solo che l'autore dovrebbe continuare a occuparsi dei Victrola.
Tutti i campioni sono tratti da LP copiati sul computer con le apparecchiature elencate alla fine dell'articolo. Chiedo scusa per il terzo, che mostra alcuni segni di usura; lo avevo comprato usato. In ciascun esempio, un canale va direttamente all'interfaccia audio USB del computer che registra provenendo dal pre-phono, e l'altro passa nell'interfaccia attraverso il commutatore Sweet Foot Pedals, che ho lasciato su stereo anche se soltanto un canale ha l'input. Se il commutatore degrada il suono in qualche modo, dovreste riuscire a sentirlo in un confronto diretto dei due canali. (Faccio notare, en passant, che il test non è perfetto, poiché la pubblicazione su web richiede che i file .wav siano convertiti in .mp3; per ridurre al minimo gli esiti negativi, ho impostato il software di conversione al massimo bitrate possibile consentito, 320 kbps.)
Il primo campione è un estratto da una serenata di Biber, un pizzicato di archi che accompagnano un assolo di basso (in tedesco). Il disco è un LP DMM del 1982. Hans Stadlmair dirige l'Orchestra da Camera di Monaco con il basso solista Kurt Moll, che canta quanto segue:
Lost Ihr Herrn Undt last euch sagn
Der Hammer der hat neyne gschlagn,
Hets Feyer, hets wohl,
Undt lobet Gott den Herrn,
Undt unsre liebe Frau.
Una traduzione approssimativa potrebbe essere la seguente:
Ascoltate, brava gente,
La campana ha suonato le nove,
Mettetevi comodi e prendetevi diligentemente cura del fuoco,
E lodate nostro Signore
E la nostra amata Signora.
Il secondo esempio è l'apertura di Mars, the Bringer of War, da The Planets di Holst, ma con una differenza. Holst compose la sua famosa suite sviluppandola originariamente per due pianoforti (eccetto il movimento di Nettuno, che originariamente era stato sviluppato per l'organo), per poi orchestrarla. Questo approccio non era affatto unico; Stravinsky, per esempio, compose The Rite of Spring allo stesso modo. Il bozzetto per due pianoforti ebbe un'esecuzione privata o due prima che l'orchestrazione venisse completata, ma per il pubblico i sette movimenti sono sempre stati composizioni per orchestra, come Holst li aveva intesi dall'inizio. La partitura per due pianoforti, tuttavia, non andò perduta; nel 1981 l'etichetta Delos ne pubblicò una registrazione su LP (io ce l'ho in questo formato, che è anche quello ascoltabile qui) con Richard Rodney Bennett e Susan Bradshaw. In seguito fu effettuato il riversamento su CD.
Questo articolo non è il luogo adatto per una recensione dettagliata della registrazione, però aggiungerò alcune parole a beneficio dei curiosi. Presa nel suo insieme, come probabilmente vi aspettate, l'opera perde molto quando viene spogliata della sua colorita orchestrazione. Detto ciò, la versione per due pianoforti funziona sorprendentemente bene in alcuni movimenti, e io direi che “Mars” è il migliore; forse l'unico caso in cui il prototipo può reggere il confronto con il prodotto finito. Se, innegabilmente, l'orchestrazione ha più colore, i pianoforti ci offrono il loro tipico acuto puntamento ritmico e la sonorità, estremamente adatti al carattere di questa intensa musica. In alcuni dei movimenti più tranquilli, d'altra parte, essi sembrano semplicemente scarni, e in “Neptune” sono piuttosto incapaci di sostituire il coro senza parole femminile.
Il terzo esempio è un estratto dall'ultimo movimento della prima sonata per pianoforte di Weber, eseguita da Beveridge Webster. Con il titolo “Perpetuum Mobile”, la musica, estratta dall'opera più ampia, una volta era il pezzo preferito per il bis. Webster, pianista americano, amico stretto e collaboratore di Igor Stravinsky, ebbe una carriera significativa a metà degli anni '20 sia come esecutore sia come insegnante, prima presso il New England Conservatory e poi presso la Juilliard. Sarebbe ricordato meglio ai giorni nostri se i suoi dischi non fossero stati incisi per la defunta etichetta Dover, di cui questo è un esempio. Diversamente dai due dischi precedenti, pubblicati in stereo, questo è mono. Tuttavia l'ho registrato in stereo per fornire un esempio in cui i canali destro e sinistro dovrebbero essere sostanzialmente identici.
I pulsanti sotto sono etichettati con le rispettive scelte discografiche; cliccate su un pulsante per ascoltare l'estratto audio e cliccate sul pulsante “Stop” in qualsiasi momento per interrompere l'audio in riproduzione.
Offrirò un esempio finale, non come test di conseguenze audio involontarie bensì come dimostrazione della capacità di questa scatoletta di risolvere un problema audio sorto perché non ho seguito il mio stesso consiglio, specificamente quello secondo cui l'apparecchiatura per ascoltare le registrazioni vintage dovrebbe avere sempre un'impostazione mono. Il mio pre-phono, un Graham Slee Jazz Club, ne ha effettivamente una di buona qualità, ma pensando di avere bisogno dell'impostazione mono soltanto in relazione ai dischi, come amplificatore ho scelto un modello Bel Canto che offre l'amplificazione su base Tripath che volevo, però è solo stereo.
Bene.
Quello che non mi aspettavo era, tra tutte le cose, di imbattermi in un CD che richiede l'ascolto con un amplificatore impostato su mono. “E qui serve una lunga spiegazione.”
Hans Pfitzner è un nome che oggigiorno non viene particolarmente ricordato, almeno nel mondo anglofono, al di fuori della cerchia di storici della musica e di collezionisti di vecchi dischi, ma nei primi decenni del XX secolo e fino alla Seconda Guerra Mondiale, questo compositore tedesco fu una figura importante sulla scena musicale, e le sue composizioni figurano regolarmente nei programmi dei concerti, non solo in Germania ma in tutto il mondo. Fu anche un direttore pionieristico per i dischi nei primi tempi della registrazione elettrica; fu incaricato, tra le altre cose, di dirigere alcune sinfonie di Beethoven in uno dei primi tentativi di portarle tutte su disco. (L'idea di un cofanetto integrale diretto da un unico direttore non aveva ancora preso piede; il primo direttore ad essere rappresentato in tutte queste opere su disco fu Felix Weingartner, e le sue registrazioni coprono un arco temporale di due decenni, con alcune duplicazioni strada facendo.) Il “Greatest Hit” di Pfitzner, un'opera intitolata Palestrina, continua ad essere eseguito nei paesi di lingua tedesca, sebbene difficilmente sia anche solo ai margini nel repertorio standard altrove. Tra le altre sue opere, oggigiorno eseguite ancora meno frequentemente, c'è un imponente concerto per pianoforte la cui première si svolse a Dresda nel 1923. In quell'occasione il solista fu uno dei più importanti pianisti del periodo, Walter Gieseking, ricordato tuttora come un importante sostenitore di Debussy, il quale continuò a promuovere la pièce per il resto della sua vita.[1] Perciò, per coloro tra noi che apprezzano la pièce, una superstite registrazione da trasmissione di Gieseking, che esegue l'opera nel 1943 con Albert Bittner e l'Orchestra Filarmonica di Amburgo, è un prezioso documento storico, tralasciando il fatto che per quanto ne so soltanto un'altra registrazione dell'opera è stata pubblicata da qualcun altro. Io possiedo entrambe, e l'esecuzione di Gieseking è quella che ho scelto come giustificazione del perché valga la pena conoscere questa pièce.
Un tempo la registrazione di Gieseking era pubblicata su LP, ma per scopi pratici è disponibile per i collezionisti attuali soltanto su CD Music and Arts o su siti di streaming che sembrano utilizzare il medesimo mastering della loro sorgente. Purtroppo, la Music and Arts, di solito affidabile in tali materie, qui si dà la zappa sui piedi da sola: malgrado proclami il “miglior suono possibile”, la registrazione è in finto stereo. Il mastering della M&A trasforma il suono in un vero macello, congestionato, torbido e innaturale. Di solito, ascoltare una registrazione finto stereo in mono ripulisce il peggio di un tale danno -- ma finora la mia apparecchiatura è riuscita ad applicare un'impostazione mono soltanto all'uscita del giradischi, non a qualsiasi altra sorgente.
Ho inserito il commutatore mono Sweet Foot Pedals. Poiché ho copiato, da tempo, il CD nel mio “server”, ho inserito il commutatore nell'ingresso dell'amplificatore Bel Canto, ho impostato il selettore su mono e ho ascoltato. Come previsto, tutto quello pseudo-stereo sciatto è scomparso. Sicuramente, la sorgente registrata non vincerà alcun premio per lo splendore audiofilo, ma adesso l'esecuzione emerge suonando come qualcosa di registrato (abbastanza decentemente) nel 1943 in Germania. Missione conclusa!
Ancora una volta, avendo espresso le mie reazioni, lascio che vi formiate le vostre. I pulsanti sotto vi permettono di ascoltare il passaggio di apertura di questa registrazione, in finto stereo e in mono, così come lo riproduce la scatoletta Sweet Foot Pedals.
A parte notare il peculiare fallimento nel gestire un segnale mono con incisione verticale, ho due cavilli minori. Il primo è che con la sua piccola dimensione anche cavi di segnale modesti come i miei tendono a tirare la scatoletta di qua e di là e a farla ribaltare. Se ne comprate e installate una, potreste dover mettere un po' di adesivo sul fondo per tenerla ferma. Il rovescio di questo problema, naturalmente, è una virtù: la scatoletta occupa quasi niente spazio e può essere posizionata praticamente ovunque riteniate opportuno. Il secondo riguarda i connettori di ingresso e uscita. Sul mio esemplare devono essere leggermente sottodimensionati, perché ho riscontrato che alcuni miei cavi non sono saldi; l'aderenza migliore è stata con un paio che è un po' troppo stretto per un comodo inserimento nel pre-phono Graham Slee. Il problema, naturalmente, potrebbe dipendere più dai miei cavi particolari che dal commutatore. Siatene consapevoli se i vostri cavi tendono a essere un po' laschi con i connettori standard.
La Sweet Foot Pedals ha reso un buon servizio al collezionista di vecchi dischi proponendo il suo commutatore esterno mono/stereo a un prezzo modesto. Certo, dato il problema riguardante l'incisione verticale non è una soluzione perfetta, e certo, quello che fa sarebbe un facile progetto fai-da-te per chi vi fosse portato, ma per coloro che desiderano ascoltare la maggior parte dei 78 giri e qualunque LP mono, serve pienamente allo scopo. Una realizzazione casalinga probabilmente non avrebbe l'elegante finitura né le dimensioni compatte del prodotto commerciale, e a questo prezzo non credo che costruirlo da zero vi farebbe risparmiare chissà quanto. Se avete intenzione di ascoltare 78 giri, LP mono oppure (sorpresa!) CD finto stereo e non disponete della possibilità di riproduzione mono, consiglio caldamente questo piccolo prodotto come un serio upgrade per la vostra esperienza d'ascolto.
[1] - Come indicazione della sua importanza relativa odierna, la foto sulla copertina del libretto mostra Gieseking, non il compositore Pfitzner.
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