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Nome Prodotto: Clone Altec A7
Produttore: Me stesso - ma non si tratta di un progetto completo di piani di costruzione
Costo: Interamente dipendente dal vostro portafogli
Recensore: Chris Templer - TNT Sud Africa
Data recensione: Ottobre, 2016
Traduzione a cura di: Stefano Miniero
La Musica è il fine ultimo del nostro hobby, e ci sono diversi modi sensati per approcciarlo, in base alle necessità ed ai desideri di chi lo pratica. Una sola volta, in oltre 50 anni di hifi, ho avuto un diffusore di produzione, che ben presto è finito in una scatola come regalo per un amico. Quello fu il mio primo ed ultimo incontro con un diffusore elettrostatico (pur trattandosi di un ottimo progetto di un marchio ben conosciuto).
Questo diffusore faceva tutto ciò per cui era stato progettato: andava dai 30 Hz fino alla parte ultrasonica dello spettro audio, con una micro-dinamica meravigliosa ed un timbro raffinatissimo. Però non riusciva a sviluppare pressioni sonore da concerto live, ed era decisamente carente in termini di macro-dinamica. Nel corso degli anni, ho avuto modo di ascoltare molti diffusori elettrostatici, e tutti soffrivano dello stesso problema, chi più chi meno. Ma anche gli altoparlanti dinamici ad emissione diretta hanno dei punti deboli, che me li rendono poco attraenti, qualunque sia la tipologia di cabinet in cui sono installati. Una di queste carenze, se non la principale, è la loro bassa efficienza, dal momento che, per come la vedo io, questa dovrebbe attestarsi ad almeno 100 dB/1 Watt, se non di più. Scusatemi, so perfettamente che dicendo tutto questo posso sembrare un po' supponente (sinonimo di dogmatico, assertivo, arrogante, ecc), ma dove andremmo a finire se ciascuno di noi non avesse la propria opinione? Quello a cui ambirei davvero è qualcosa di simile al sistema Living Voice della Vox Olympian ma, data la limitatezza delle mie tasche, è giocoforza cercare di raggiungere questo obiettivo con l'auto-costruzione.
Negli ultimi 15 anni, i miei ascolti si sono basati sulle Tannoy Autographs, e sono culminati modificando questo progetto, realizzando quelle che ho battezzato come Double Autograph. Queste ultime sono davvero molto grandi, essendo alte 1,8 metri, con due Monitor Gold da 15" per canale, supportati da tweeter a nastro per le medie ed alte frequenze, oltre ad una coppia di super tweeter. Il cabinet di ciascun diffusore si compone di ben 65 pannelli di legno, la maggior parte dei quali con angolazioni insolite ed ingranditi rispetto allo spessore di 12,5 mm delle Autograph, fino ad arrivare a 32 mm, e realizzati con legno di Imbuia. Ciascun diffusore pesa oltre 285 Kg! Non è certo roba per deboli di cuore. L'efficienza è leggermente superiore ai 100 dB e riescono a riprodurre i passaggi d'organo fino a 106 dB alla distanza di 6 metri, se lo desidero. Quando ho realizzato questi mostri, avevo un organo a canne nella stessa stanza che, quando lo suonavo senza sordina, raggiungeva anch'esso i 106 dB. Infine, gli ho affiancato anche il subwoofer auto-costruito Overboard.
Sei mesi fa ebbi l'occasione di acquistare una coppia di cloni delle Altec A7, equipaggiati con altoparlanti Fostex da 16" come unità principali, unità a compressione per gli alti con trombe in metallo, e super-tweeter JBL. Il tutto era parte della compravendita del materiale che avevo usato per costruire i diffusori a tromba, a caricamento posteriore, Tannoy da 12". Ma questi diffusori mi hanno conquistato sin dal primo ascolto. Certo, c'erano dei problemi piuttosto evidenti; il precedente proprietario aveva serrato con troppa forza le viti dell'unità a compressione, ed inoltre il tweeter era collegato male. Ma fin da subito, il modo in cui veniva riprodotta la dinamica faceva sembrare fiacco tutto quello che avevo ascoltato fino ad allora, incluse le grandi Doppie Tannoy. Questi altoparlanti avevano sicuramente molti anni di funzionamento sulle spalle, come si poteva dedurre dalle screpolature sulla superficie del cabinet e dalla corrosione che si intravedeva nelle trombe di metallo. Ma la cosa preoccupante era che le trombe stesse risuonavano come campane, picchiettandole con le nocche, per cui dovevano essere rese sorde in qualche modo, oppure rimpiazzate con altre di diversa fattura. All'interno del cabinet, comunque, tutto sembrava in eccellenti condizioni, come pure la struttura ed il complesso magnetico degli stessi altoparlanti per gli alti, sebbene all'esterno la verniciatura sembrasse un pochino rovinata. Ma questo non ne inficiava certo il funzionamento! Solo i tweeter JBL075 mi preoccupavano, almeno fino a quando non ho capito che erano stati collegati in modo errato.
Una premessa indispensabile: le A5, le A6 e le A7 usano tutte lo stesso cabinet principale, ovvero quello denominato 828. La differenza tra le A5 e le A7 sta nella tromba per gli alti: le prime montano delle celle multiple, mentre le seconde una tromba di tipo settoriale. Il modello ritratto a sinistra quindi, è del tipo A7. Questi cabinet sono stati costruiti dalla Fostex stessa, e la sola differenza che io sia riuscito a trovare è che in questo caso la profondità è inferiore di 100 mm, rispetto al progetto originale. A parte questo, per il resto sono perfettamente identiche ai piani distribuiti dalla Altec. A causa della evidente corrosione che aveva intaccato le trombe metalliche, per non parlare dei loro problemi di risonanza, ho deciso che le avrei rimpiazzate con delle trombe in legno a celle multiple, costruite appositamente.
Per quelli che volessero replicare questo progetto, preciso che ho usato una semplice curva esponenziale con una imboccatura di 10 mm², che si allarga fino a 100 mm². Potete realizzare una simile tromba complessa in vari modi; il mio falegname di fiducia ha ricavato ogni lato di ciascuna tromba dal pieno e quindi li ha incollati ed avvitati insieme.
Si tratta di un modo estremamente complesso di costruire una tromba a celle multiple ma, visto che ciascuna cella è composta da quattro pezzi di solido legno, il risultato finale è una struttura piuttosto pesante ed assolutamente non risonante. Ho usato legno di Jacaranda e finiture di color oro tenue. Inoltre, la tromba è stata montata in un pannello della stessa larghezza del cabinet delle A7. L'unità a compressione Fostex per gli alti è unita alla tromba in legno tramite un collettore. Insomma, avete molte possibili alternative per costruire delle trombe se, come me, amate l'auto-costruzione. In caso contrario, sia in Europa che negli Stati Uniti, trombe di seconda mano sono sempre reperibili, e possono all'occorrenza essere rese non risonanti tramite rivestimenti esterni.
Sulla falsariga, ho preso anche un paio di altoparlanti Goodmans Audiom da 15", avendo capito che se una coppia di A7 andava bene, due sarebbero state anche meglio. Ho quindi ordinato un'altra coppia di cabinet. L'idea mi è venuta dall'immagine in basso a sinistra, in cui si vede una coppia di vecchie Altec A6 impilate una sull'altra. Ma una delle modifiche che introdurrò, consisterà nell'installazione delle trombe per gli alti tra un cabinet e l'altro, e questo sarà l'oggetto della seconda parte di questo articolo.
L'immagine in alto mostra la seconda coppia di cabinet A7; lo schema al centro è solo una traccia, visto che i piani effettivamente usati sono quelli dei Lansing Heritage A7. Questi piani risalgono al 1968, e la costruzione finale se ne discosta per alcuni particolari. Per i nostalgici del sistema di misura imperiale, preciso che 25.4 mm equivalgono ad 1 pollice. I fianchi del cabinet, come anche le trombe, sono stati realizzati con uno spessore di 32 mm, mentre quello delle nervature di supporto, dietro alle trombe, è stato aumentato da 3 a 5 mm. La sezione della tromba stessa è formata da tre strati da 10 mm di multistrato, ma va bene anche l'MDF, con un ulteriore strato di 4 mm di impiallacciato. Questa è in realtà l'unica parte nella costruzione del cabinet che richieda abilità professionali, nella lavorazione del legno. Notate come l'altoparlante sia parzialmente coperto dalla tromba: questo è molto importante, perché aggiunge volume di carico davanti all'unità. Tutti i progetti Altec fanno affidamento su questa particolarità. Anche il montaggio arretrato nel cabinet aiuta l'allineamento temporale dell'unità per gli alti con quella dei medi, a prescindere dal tipo di tromba usata, che in tal modo avrà comunque un'estensione maggiore. Ulteriori variazioni nel progetto di questo cabinet, prevedono un incremento della dimensione dell'apertura, in modo da permettere il montaggio della tromba stessa all'interno del cabinet, così che l'intera struttura risulti più compatta.
A sinistra potete vedere il rinforzo per l'apertura della tromba. Lo spazio dietro la tromba sarà colmato con lana di vetro. Questo perché ho già provato materiali isolanti più moderni, ma ho finito sempre per usare la lana di vetro. La gamma dei Voice Of The Theater è stata introdotta sul mercato nel 1946 (un anno prima di me!), ed è tuttora in produzione. Il cabinet sulla destra è capovolto, con la tromba per gli alti già montata all'interno del cabinet. Anche allora ci si preoccupava del WAF?
Ci sono voci che la Altec Lansing avrebbe rilasciato una nuova versione dei Legacy A7 VOTT, ma ulteriori ricerche su Internet non hanno prodotto alcun risultato, almeno presso i canali di distribuzione ufficiali.
Passiamo ora al cuore del progetto, gli altoparlanti. I cloni A7 per i Fostex sono stati equipaggiati con unità da 16" della serie L475 Laboratory, mentre la nuova coppia di cabinet, con i Godmans Audiom 81 da 15". Entrambe queste unità condividono una frequenza di risonanza di 25 Hz ma, a parte questo, differiscono in tutto. I Fostex hanno un'impedenza nominale di 8 Ω, mentre quella dei Goodmans è di 16 Ω; i Fostex vantano una tenuta in potenza in regime continuo di 150 W, mentre i Goodmans di 25 W. L'efficienza dichiarata nel caso dei Fostex è di 100 dB/W ma non c'è alcun dato disponibile per i Goodmans, sebbene all'ascolto sembrino almeno eguagliare i Fostex, in questo parametro. L'unità Fostex pesa poco più di 8 kg, mentre la Goodmans oltre 10 kg. Entrambi inoltre, montano magneti in ALNICO. Le bobine sono di Alluminio, da 100 mm per i Fostex e da 75 mm per i Goodmans.
Le unità a compressione per le frequenze alte sono Fostex D252, e sono piuttosto pesanti, attestandosi su 3.3 kg ciascuno. Il diametro della gola è di 1 pollice, ovvero 25,4 mm, i magneti sono in ALNICO anche in questo caso e le membrane in Alluminio. La frequenza di incrocio è a 600 Hz ed arriva fino a 7 kHz, dove iniziano a lavorare le unità JBL075. Con le trombe originali in metallo, l'efficienza era di 105 dB/W ma ora, con le celle multiple, risulta leggermente migliorata.
Chiunque voglia imbarcarsi in un progetto come questo, può prendere una qualunque tra le tante unità a compressione moderne, oppure scegliere unità di vecchio tipo, coerenti con l'epoca in cui questi progetti vedevano la luce. Gli altoparlanti Altec, JBL oppure Westrex sono tuttora reperibili sulla rete, a costi ragionevoli. Per i più facoltosi, ci sono quelle dei GIP Labs in Giappone, oppure quelle GOTO. JBL, Peavy e VitaVox producono tutte unità a compressione. Le possibilità sono infinite. Come per tutto, dipende solo dalle vostre orecchie e dal vostro portafoglio! Nel mio caso, l'unica ragione per cui ho usato queste unità della Fostex, è che erano già installate nei cloni delle A7 che avevo comprato.
Dopo sei mesi di ascolto degli A7 con i Fostex (lasciamo da parte le unità degli alti, per il momento) ero rimasto estremamente colpito dalla trasparenza, dalla dinamica e dall'impatto che riuscivano a produrre. Quindi, al momento di mandarli in laboratorio per rivestirli in Imbuia e rimpiazzarli con i nuovi cloni equipaggiati con le unità Goodmans, ero un po' preoccupato. Ma con mia grande gioia, i nuovi cabinet si sono comportati altrettanto bene, ed anzi hanno messo in mostra un basso ancora più esteso, cosa che mi ha quasi stupito. Questo fino al momento che il mio fidato falegname non mi ha telefonato, per dirmi che c'era un problema: i cabinet Fostex erano 100 mm (o 4") meno profondi rispetto alla versione con i Goodmans, che era stata assemblata secondo gli schemi originali Altec. Questo non era un vero e proprio problema, neanche nella versione finale impilata, solo che mi sembrava un po' strano che la Fostex avesse modificato il progetto originale.
Entrambe le versioni comunque, funzionano nello stesso modo, con escursioni dei coni pressoché impercettibili, anche a volumi molto elevati e con bassi martellanti. La dinamica che questi cabinet riescono a generare non può essere sottovalutata, ed è sufficiente a far sobbalzare l'ascoltatore quando c'è un colpo sulla grancassa della batteria. Stando seduti a sei metri dalla parete frontale, a quasi dieci metri in diagonale rispetto ai cabinet, si percepisce chiaramente una vibrazione tra il corpo e la pesante tappezzeria della sedia. Sono sicuro che questo sia dovuto al disegno del cabinet, e non ho dubbi che qualunque altro altoparlante, se ragionevolmente efficiente, produrrebbe lo stesso effetto. La potenza richiesta all'amplificatore per sviluppare pressioni sonore notevoli è davvero ridotta, ed il Leak Stereo 20 pilota queste unità con la stessa disinvoltura con cui gestiva i Goodmans Axioms da 12" installati in cabinet a tromba posteriore, utilizzati in un progetto precedente. Tranne che ora, con questi cloni delle A7, il volume finale è molto più elevato!
Sulla destra potete vedere l'immagine del clone A7 con i Goodmans già assemblato, completo della tromba a celle multiple. Il motivo per cui ho inserito la tromba a celle multiple in una struttura rettangolare (di fatto una semplice scatola), è per fungere da supporto per il secondo cabinet A7, che sarà montato, capovolto, sopra a questo. Il tweeter sarà posizionato più o meno ad una altezza simile nell'imboccatura della tromba del secondo cabinet. Infine, il clone Fostex A7 sarà rifinito in Imbuia, lo spessore dei pannelli sarà incrementato fino a 32 mm, così come le celle della tromba, che saranno poi ulteriormente rinforzate tramite delle costole nella medesima finitura.
L'immagine a sinistra mostra la parte posteriore della tromba a celle multiple, collegata all'unità a compressione Fostex D252 tramite un collettore. Si vede anche il crossover a tre vie Fostex, con il relativo pannello di regolazione, montato a lato della struttura di supporto che racchiude la tromba. I controlli sono per l'unità degli alti ed il relativo guadagno. A titolo informativo, le dimensioni del crossover sono di 200 mm X 160 mm. Il collegamento definitivo per i due altoparlanti principali sarà completato solo quando la seconda coppia di cabinet sarà pronta. L'attenuazione configurata per l'unità degli alti è di -20 dB rispetto a quella massima: questo perché l'efficienza dell'unità composta dal tweeter e dalla tromba a celle multiple, è ovviamente molto superiore a quella dell'unità per i bassi. Quando gli altri cabinet saranno completati, è probabile che l'efficienza dell'unità dei bassi risulti incrementata di circa 3 dB.
Il progetto di questa struttura potrebbe sembrare grottescamente sovra-dimensionato, visto che il cabinet è alto poco meno di un metro e mezzo e largo quasi 1 metro. Completato con la seconda coppia di cabinet e la tromba a celle multiple, l'altezza arriverà a ben 2.55 metri. Secondo la Altec, una coppia di cabinet A7, completa di tromba per l'unità degli alti, basta per sonorizzare un teatro da 800 posti, in configurazione monofonica, ma i cabinet impilati, ritratti qui sopra, sono accreditati per oltre 1000 posti (con un incremento approssimativo di 3 dB). Due coppie potrebbero quindi sonorizzare adeguatamente un teatro da 2000 posti? Ma al di là di questo, il valore aggiunto di una simile configurazione è una assoluta, totale facilità di emissione. Potrebbe sviluppare pressioni sonore estremamente elevate, senza alcuna distorsione udibile a livelli umanamente sopportabili, rimanendo priva di compressione e senza limitare i picchi dinamici, con qualunque tipo di musica. A proposito di picchi dinamici, guardate questa Sinfonia della Saga di Jon Leifs, e state attenti agli altoparlanti del vostro computer! Ci sono comunque dei punti deboli. Non c'è molto basso sotto la soglia dei 40 Hz, ma per questo ho il mio Subwoofer Overboard auto-costruito. Inoltre la regolazione del livello di emissione delle frequenze acute può risultare piuttosto laboriosa.
La ricostruzione del palcoscenico virtuale è estremamente verosimile, e le dimensioni di strumenti e cantanti sono fedeli alla registrazione. Negli assolo di violino, oppure con i pieni orchestrali o con l'organo, le dimensioni sembrano espandersi e contrarsi, come del resto avviene negli ascolti dal vivo. Non avevo mai ascoltato un sistema di diffusori capace di ricostruire l'ambiente in cui l'evento sonoro è stato registrato, nel modo in cui lo fanno queste trombe. Gli audiofili maniaci del dettaglio, qui saranno soddisfatti, grazie ad unità in grado di combinare elevate pressioni ed alta efficienza, anche superiore ai 105 dB/W. All'inizio avevo paragonato questi diffusori agli elettrostatici, ma non riesco a pensare ad un solo aspetto della riproduzione che possa essere migliorato con dei pannelli elettrostatici. Tranne ovviamente il peso, che in questo caso è di gran lunga superiore!
Il mito dei diffusori a tromba che suonano come trombe, qui non ha ragione di esistere. Quel suono da tromba, spesso è solo una colorazione dovuta ad una cattiva progettazione, oppure al disegno delle trombe stesse o alla loro risonanza, che rinforza solo determinate porzioni dello spettro sonoro. Le celle multiple sono semplici condotti di espansione, mantenuti il più possibile compatti e solidi, come potete vedere nelle immagini. Una volta che avrete sentito un diffusore a tromba costruito e tarato in modo adeguato, qualunque altra tipologia di diffusore vi apparirà carente di qualcosa. Persino le piccole trombe Lowther riescono a trasmettere una sensazione di realismo nella riproduzione della musica, sebbene solo a volumi ridotti. Una descrizione sommaria di quali elementi servano ad un sistema, per raggiungere questo obiettivo, la potrete trovare in Cosa c'è nella Musica reale, mentre qualcosa di più dettagliato, sul controllo del volume nel pianoforte (in questo caso il pianoforte è usato solo come un esempio di controllo dei livelli di pressione sonora), la troverete in Kinoshita.
La tendenza attuale nella progettazione dei diffusori, prevede un'efficienza relativamente bassa, cioè 90 dB o inferiore, che deve essere compensata incrementando la potenza degli amplificatori che li pilotano. Ad un livello di efficienza di 90 dB, solo lo 0.62% della potenza applicata viene convertita in energia meccanica, ovvero in suono. Il resto, ovvero oltre il 99%, viene disperso sotto forma di calore. Questo fa si che le bobine si surriscaldino, abbassando ulteriormente l'efficienza del sistema. Un sistema di diffusori come quello mostrato in questo progetto, si mantiene ben al di sopra dei 100 dB/W/metro, cosa che implica potenza in ingresso molto ridotta, e quando deve essere riprodotto un picco dinamico, all'amplificatore viene richiesta solo una manciata di Watt. Troverete una spiegazione più completa in Loudspeaker Power Handling Vs. Efficiency.
Tutto questo, nel caso dei cloni A7, si traduce in pochissima potenza per sviluppare pressioni sonore più che adeguate. Inoltre, non c'è alcuna necessità di ricorrere a dissipatori di calore, e si otterranno tassi di distorsione ridicoli, associati ad una dinamica esplosiva. Un ulteriore grande vantaggio, implicito in questo tipo di diffusori, è la ridottissima escursione dei coni degli altoparlanti. Questo significa una consistente riduzione del tempo necessario per muovere le membrane avanti ed indietro, il che equivale a velocità. Quando dovranno essere riprodotti forti colpi di batteria, le unità da 15" vibreranno a malapena, e l'escursione totale si manterrà inferiore a 2 mm, anche a volumi proibitivi.
La tabella in basso a destra descrive la potenza necessaria richiesta ad un sistema, utilizzando diffusori di varia efficienza. Leggendo dal link Cosa c'è nella Musica reale, una pressione sonora di 90 dB non è particolarmente elevata. Se siete accanto a qualcuno che suoni un pianoforte a coda, potrete aspettarvi pressioni di 103 dB o superiori. Un organo a canne riesce a raggiungere pressioni sonore molto più elevate, persino in spazi ampi come quelli di una Cattedrale. A conti fatti, se vorrete ottenere livelli di pressione sonora realistici a casa vostra, il sistema di riproduzione sonora deve essere in grado di tenere 90 dB in regime continuo ed oltre 25 dB di picco, ovvero 115 dB discontinui. Volete sapere cosa il vostro sistema potrebbe non essere in grado di riprodurre? La parte destra della tabella è relativa a solo 15 dB di picco, e dovete tenere presente che la scala dei dB è logaritmica.
Sono riportati anche alcuni picchi relativi a strumenti a percussione. Per riuscire a riprodurli in modo adeguato a livelli da concerto, è quindi necessario avere ulteriori margini nella gamma dinamica.
Avere un sistema di diffusori in grado di sostenere picchi dinamici da concerto, non ha prezzo. Ho sentito diffusori di bassa efficienza andare bruscamente in clipping, persino se pilotati da amplificatori a stato solido decisamente muscolosi, solitamente a danno dei tweeter. Ma con diffusori come i cloni degli A7 mostrati in questo progetto, non dovrete temere niente di tutto questo, anche pilotandoli con soli 5 W. Con appena poca potenza in più, potrebbero riprodurre il fragore del tuono, se il programma musicale lo richiedesse. Il pianoforte è uno strumento molto esigente per un sistema audio, e la Scala del diavolo di Gyorgy Ligeti, può darvene un buon esempio. Provate adesso ad immaginare quanta energia dovrebbe investirvi, se vi trovaste proprio lì, mentre viene eseguito questo pezzo. Un diffusore di questo tipo riuscirebbe a restituirvela per intero e senza sforzo, così come farebbe nel caso della Sinfonia della Saga di Jon Leifs, menzionata in precedenza, oppure con l'Overture 1812 di Tchaikovsky (e di solito i miei ospiti sobbalzano per la sorpresa, quando ascoltano questo pezzo), inclusi i cannoni e tutto il resto. Ma la resa è eccellente anche con opere di carattere più intimistico, ed in definitiva non sono stato in grado di trovare niente che non venisse riprodotto a dovere. Certo, le pessime registrazioni non potranno che restare....pessime registrazioni!
Tutte le tipologie di diffusori hanno qualche controindicazione, ma c'è quasi sempre il modo per superare i problemi. Il più evidente, in questo caso, è rappresentato dalle dimensioni del cabinet, non tanto per le difficoltà di integrazione in ambienti piccoli, quanto perché non sono molte le mogli disposte ad accogliere simili colossi in salotto! O ancora, come dicevo prima, questi cloni A7 non scendono molto oltre la soglia dei 40 Hz: le frequenze in realtà ci sono, ma sono fortemente attenuate, fenomeno noto come “roll off”. Se i vostri ascolti si limitano al Jazz o al Rock, forse non avrete realmente bisogno di un subwoofer, anche se sarebbe meglio averlo. Il problema sarebbe trovare un subwoofer che possa armonizzarsi con la velocità ed il volume che riescono a sviluppare i cloni delle A7. Nel mio caso, li ho posizionati agli angoli della stanza, cosa che rinforza la gamma bassa. Ma il problema principale è lo stesso che affligge tutte le tipologie di diffusori: mi riferisco ovviamente all'interazione tra diffusore ed ambiente di ascolto. Intorno a questa questione si è sviluppata tutta una prassi, che prevede il trattamento dell'ambiente stesso con trappole acustiche oppure, più semplicemente, il ricorso ad arredi assorbenti, come cuscini, tendaggi, ecc. Nel mio caso, ho scelto il sistema di correzione acustica attiva Tact/Lyngdorf, ma ce ne sono anche altri, che fanno lo stesso lavoro altrettanto bene. Behringer, ad esempio, produce un equalizzatore relativamente economico, in grado di effettuare tutte le misure nell'ambiente di ascolto e compensare, di conseguenza, picchi positivi o negativi in determinate frequenze, linearizzando la risposta. Ma Il sistema che uso io lavora anche nel dominio del tempo, allineando la fase, cosa necessaria nel caso del super tweeter JBL, a causa del particolare posizionamento dovuto al montaggio, e che non è ovviamente modificabile. Certo, le strutture dei magneti delle unità dei medi e degli alti sono quasi allineate verticalmente ma, come sempre, i crossover hanno un effetto sensibile sull'allineamento temporale. Tra i nuovi sistemi di correzione attiva, c'è anche il Dirac Room Correction che promette bene, e che merita forse una prova, specie considerando che viene offerto gratuitamente per un periodo di valutazione.
Non posso che raccomandare caldamente questi diffusori. Essi fanno tutto quello che riescono a fare le altre tipologie di diffusori, ed inoltre suonano in modo molto naturale. Qualunque sia la sorgente, che si tratti di LP, nastri, CD oppure liquida, questi cloni delle A7 producono autentica musica. Lasciatemi suggerire questo ultimo link, per i malati irrecuperabili di hifi: Ancient Audiophile. E fatemi ricordare, come dicevo in apertura, che non si tratta di una classica ricetta di auto-costruzione, ma più semplicemente una spinta in direzione dell'estasi musicale!
APPARECCHIATURE UTILIZZATE:
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