Prodotto: diffusori acustici 2 vie mod. S-40
Costruttore/distributore: Openitem/Cocaine - Italia
Prezzo appross.: 250 € (coppia)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Agosto, 2009
Chi mi conosce da tempo sa che non sono certo un grande appassionato di minidiffusori. Così, quando la Openitem mi ha contattato, ho provato a deviare la loro offerta di prodotti in prova almeno verso un modello bookshelf di medie dimensioni. Forse per incomprensione o forse perché estremamente fiduciosi nelle qualità del loro prodotto, mi è stata spedita in prova una coppia di Cocaine S-40, piccoli bookshelf 2 vie con mid-woofer da appena 11 cm (9.5 reali). Ho dunque accettato la sfida.
Prima di cominciare due parole sul Costruttore/Distributore. Per usare le parole del sito web ufficiale "...tutti i prodotti distribuiti da OPENITEM con prestazioni soniche eccellenti si propongono come competitor con prodotti similari il cui costo e' ben 4-5 volte superiore". Modestia a parte l'hanno omesso. Non è un caso che si parli di prodotti "distribuiti"...in realtà i diffusori Cocaine sono realizzati in Cina, sotto dichiarate specifiche "italiane". Ho chiesto qualche dettaglio in più ma la mia curiosità è rimasta solo parzialmente soddisfatta: progetto "italiano" e realizzazione cinese.
Il titolare della Openitem, il Sig. Antonio Scialò, si è dimostrato persona cortese e disponibile, fornendomi comunque tutte le informazioni tecniche in suo possesso (non molte, in verità).
Chiudo questa breve premessa con una critica sul nome scelto per questo "brand" di diffusori. Cocaine è quantomeno bizzarro e, seppur faccia riferimento all'omonima e famosissima canzone (che infatti è sottofondo nella navigazione del sito web dell'Azienda), la canzone stessa fa riferimento all'ancor più famosa sostanza stupefacente. Non so, io lo trovo un accostamento di dubbio gusto. Purtroppo, in lingua inglese, il nome si presta a burle irresistibili: un rivenditore di questo marchio finirebbe per chiamarsi "a cocaine dealer" o "cocaine distributor", praticamente sarebbe uno "spacciatore". Per non parlare dell'appassionato del marchio, che diventerebbe subito un "cocaine addicted" (ovvero cocainomane). Diciamo che può essere quantomeno imbarazzante.
Questi Cocaine S-40 sono dei piccoli (mm. 330x185x214) diffusori due vie in bass-reflex, con un midwoofer di appena una decina di cm di diametro (il diametro reale è sotto i 10 cm). Il tweeter è un componente da 1 pollice, con membrana trasparente mentre il woofer è in kevlar giallo, a lunga escursione, dotato di parapolvere rifasatrice in alluminio.
Il reflex scarica sul "piede" del mobiletto, come visto in altri diffusori di dimensioni analoghe (ad esempio Indiana Line Arbour 5.30). In questo modo si dovrebbe riuscire a minimizzare le interazioni tra sbocco del reflex e pareti circostanti, di fatto l'aria in uscita dal tubo "vede" sempre lo stesso tipo di carico. Di conseguenza un diffusore con un siffatto caricamento potrebbe, in linea di principio, anche essere addossato alla parete posteriore di uno scaffale ma sappiamo, come ho scritto tante volte, che questo è sempre un falso problema: il reflex abbisogna di una decina di cm di "libertà" per funzionare bene, la presenza della parete posteriore vicina è invece SEMPRE un problema che causa rinforzi in gamma bassa e medio-bassa e colorazioni in gamma media.
I midwoofer sono montati sul frontale tramite 6 viti a brugola mentre la flangia del tweeter è montata a filo e priva di viti a vista. Nel retro la vaschetta dei collegamenti offre un semplice "monowiring" con morsetti in plastica in grado di accettare banane, filo spellato e forcelle. Non sono presenti i "tappini" che sarebbero richiesti dalla certificazione CE, richiamata - insieme con la certificazione RoHS - su un adesivo posto sul retro del diffusore. Il mobile è ben realizzato e rifinito, certamente l'aspetto non lascia intuire facilmente il costo di questi diffusori.
Il materiale utilizzato sembra essere MDF, il crossover è minimale, in pratica un semplice condensatore da 100V/2.2 uF sul tweeter. Il cablaggio è anch'esso di aspetto minimo.
Le caratteristiche tecniche dichiarate riportano:
Mi sia consentito qualche commento sulle specifiche tecniche in particolare sulla risposta in frequenza, sulla sensibilità e sulla massima potenza sopportata. La prima è piuttosto ottimistica visto che in ambiente ho misurato un dislivello di circa 5 dB tra i 60 Hz e 1 kHz. I 50 Hz erano ancora più sotto. E proprio nel range tra i 50 ed i 60 Hz si sente evidentissima la risonanza dello sbocco reflex, segno che l'accordo è realisticamente situato in quella zona.
Il secondo appunto riguarda la sensibilità dichiarata, molto ottimisticamente, in 86 dB/w/m. Il sig. Scialò, candidamente, mi ha detto che secondo lui siamo più vicini agli 83 che agli 86. Secondo me siamo persino più sotto, visto che un confronto diretto coi Norh 4.0 da 84 dB ha mostrato una differenza quantificabile sempre nell'ordine dei 2 dB. Siamo quindi più vicini agli 82 dB, forse anche un po' meno tenendo conto che l'impedenza dichiarata di 6 Ohm dovrebbe richiedere un po' di potenza in più all'amplificatore (e quindi aiutare i diffusori). Certo che uno scarto di 5 dB tra dato dichiarato e dato reale mi pare eccessivo, così come è singolare che il Costruttore stesso dichiari che la sensibilità dovrebbe essere inferiore agli 86 dB. Chi progetta un diffusore e persino i suoi drivers (così dichiara il Sig. Scialò) dovrebbe conoscere il dato di sensibilità con estrema precisione.
Il dato di sensibilità è fondamentale quando poi si cerca l'amplificatore da abbinarci. Non a caso la Openitem consiglia potenze sui 50 watt per canale. Quel che mi ha sorpreso è il dato di potenza massima applicabile, ottimisticamente dichiarato in 350 watt!!! Forse quella è la potenza da applicare per vedersi sparare contro il povero midwoofer come se fosse un proiettile! Nelle prove che ho fatto, come le stesse leggi fisiche suggerirebbero, è meglio non esagerare con la manopola del volume, il fondo corsa del piccolo midwoofer è spesso in agguato (dettagli più avanti).
Questi diffusori sono stati valutati durante un periodo di tempo abbastanza lungo in confronto con altri "piccoli" a mia disposizione, nella fattispecie gli onnipresenti Norh 4.0 (vecchia serie) ed i nuovi micro 2 vie di Scythe. Non ho osato, vista la sensibilità, accoppiarli con piccoli amplificatori di bassa potenza come il Trends TA 10.1, il NuForce Icon ed altri analoghi. Per l'occasione ho voluto disporre di tutta la potenza necessaria, collegando una coppia di finali NuForce REF9 SE V2, chiaramente sproporzionati agli oggettini in prova.
Pur non essendo un amante dei minidiffusori devo dire che questi S-40 mi hanno favorevolmente colpito: il bilanciamento timbrico è ottimo, con una gamma alta estesa e precisa, a tratti leggermente argentina ed un basso insospettabile per le dimensioni del midwoofer e del cabinet. C'è più di un accenno ad un effetto loudness (estremi gamma esaltati) ma, vista la classe del prodotto, ciò è assolutamente ragionevole e, forse, persino benefico. La gamma bassa appare pertanto appena rigonfia nella zona dei 100 Hz ma comunque scende abbastanza, diciamo che i 50 Hz non sono troppo nascosti, pur se abbastanza "sporcati" dalla risonanza del reflex. Diciamo che fino a 70 Hz ci arrivano senza grossi problemi ed è un ottimo risultato, considerando dimensioni e costo.
Per capirci, si tratta di una gamma bassa sostanzialmente migliore di quella un po' avara delle Norh 4.0 che pure utilizzavano un woofer più grande: il basso appare più esteso, più potente e più articolato, forse appena meno veloce.
In gamma media i due diffusori si equivalgono, forse le Norh appaiono leggermente più "consistenti" mentre le S-40 talvolta mostrano qualche segno di timidezza. Il rullante, ad esempio, non è violento come con le 4.0 ed alcune voci appaiono più magre. La gamma medio-alta, invece, è estesa e molto precisa, forse un pochino in avanti come testimonia l'esaltazione del soffio del master tape di alcune incisioni, soffio più evidente con queste S-40 che con le Norh 4.0 ed altri diffusori provati.
La ricchezza armonica in gamma medio-alta potrebbe essere perfettibile e, ad esempio, alcune note di pianoforte appaiono leggermente più essenziali di come dovrebbero essere. Il fatto che il midwoofer non sia filtrato causa quasi certamente una sovrapposizione con l'area di lavoro del tweeter e questo probabilmente non giova molto alla corretta ricostruzione del contenuto armonico nella zona d'incrocio.
Il suono comunque appare sempre abbastanza preciso, dettagliato ed analitico ma mai affaticante, grazie al supporto della gamma bassa che ha, in effetti, una presenza assolutamente inaspettata.
Globalmente trovo queste S-40 timbricamente più "complete" delle Norh 4.0 e con un suono certamente più accattivante. Forse non altrettanto composte e corrette, ma di sicuro più divertenti e generose. I "tamburi" thailandesi, dal canto loro, hanno altre frecce al proprio arco, come vedremo nei due paragrafi successivi.
Qui arrivano un po' di note dolenti e non poteva essere altrimenti visto che la tipologia di progetto è abbastanza estrema: un piccolo midwoofer "tirato" all'inverosimile per fargli riprodurre frequenze al limite delle sue possibilità! Il risultato è che va tutto molto bene sino a quando non si raggiungono i limiti fisici dell'escursione dell'altoparlante. Tali limiti, purtroppo, non sono poi lontanissimi ed è per questo che dico che i 350 watt di potenza massima sopportata siano un dato così ottimistico da risultare quasi comico e surreale.
I diffusori suonano ragionevolmente veloci e, volendo, pure abbastanza forte ma fate attenzione ai programmi musicali perché se utilizzate dischi con una gamma bassa ritmica e molto potente il fondo corsa del midwoofer arriva presto. Per capirci, mentre con programmi musicali "normali" sono riuscito ad ottenere pressioni sonore intorno ai 97/98 dB di picco nel punto d'ascolto (che è tanto, non scordiamocelo!) quando il basso diventa "cattivo" il fondo corsa dell'altoparlante impone di abbassare il volume, fino a pressioni, misurate sempre nel mio punto d'ascolto, di circa 93 dB.
E' probabile che molti audiofili non ascoltino a volume così elevato o che non diano in pasto a queste creaturine dei dischi killer come ho fatto io ma è bene essere consci dei limiti dinamici e di tenuta in potenza. Da questo punto di vista le Norh sono ben altra cosa: persino a volumi più elevati, con gli stessi dischi, non sono entrate mai in crisi.
I brani "imputati", tanto per citarne qualcuno vanno da "Sweetheart" di Mariah Carey a "Take the power back" dei Rage against the machine fino a "Teardrop" e "Angel" dei Massive Attack, diciamo ottime tracce di dischi assolutamente "normali", non incisioni audiophile di chissà quale livello tecnico.
Quindi: attenti a non strafare, le piccoline, in fondo, non lo meritano. Onde prendere questa informazione con la giusta "misura" bisognerebbe però intendersi sulle pressioni sonore delle quali stiamo parlando e questo, senza utilizzare un fonometro, è difficile da capire. A spanne posso dirvi che sopra i 90 dB, qualora dovesse entrare qualcuno nella stanza dove state ascoltando, non è facile capire che cosa dice, se parla con un livello di voce da conversazione.
In definitiva, la performance dinamica è buona fino a quando non entra in crisi il piccolo woofer che, lasciato solo a riprodurre tutto lo spettro audio (non è filtrato) fa miracoli ma non può andare oltre i suoi limiti fisici. Con un accordo diverso e, magari, tagliandolo un po' in alto, forse si sarebbe riusciti a migliorare la sua tenuta in potenza ma, probabilmente, la gamma bassa non sarebbe stata altrettanto estesa e potente. La vita, come sempre, è fatta di compromessi.
Va ricordato infine che questi diffusori possono suonare molto forte - senza entrare in crisi - in presenza di programmi musicali dinamicamente compressi come molte moderne incisioni. Ad esempio, su un genere "cattivo" come l'hard-pop dei Finley, la pressione sonora si mantiene sempre piuttosto elevata...perché la dinamica è ridottissima. Quindi, facciamo attenzione a non confondere le cose: un programma musicale "tranquillo" ma molto dinamico metterà in crisi questi diffusori molto di più di un programma apparentemente più aggressivo (ma compresso). Spero di essere stato chiaro.
Anche qui lo scontro con le Norh 4.0 si fa duro, perché queste ultime hanno proprio nel soundstage la loro arma segreta. La loro capacità di "sparire", aiutata dal mobile particolare e dal tweeter "isolato" non è facile da replicare con un progetto tradizionale. Anche in questo versante, dunque, le S-40 devono cedere il passo. L'immagine che le piccole Cocaine riescono a costruire è comunque apprezzabile, molto buona in altezza, meno in larghezza ed in profondità. Anzi, proprio in merito a quest'ultimo aspetto, mi pare che le S-40 abbiano la tendenza avvicinare i piani sonori più di altri piccoli diffusori che ho ascoltato.
Si tratta certamente di un peccato veniale, visto che - tenuto conto del target - difficilmente i potenziali acquirenti avranno questa come esigenza imprenscindibile per i propri acquisti. Sarebbe già tanto se questi diffusori finissero posizionati come si deve (su supporti di altezza adeguata) anziché, più realisticamente, su scrivanie o ripiani di pareti attezzate dove la riproduzione di una credibile immagine tridimensionale appare sempre del tutto velleitaria.
Sul piano orizzontale, comunque, la dislocazione di strumentisti e cantanti appare buona e così pure la messa a fuoco. Non aspettatevi un palcoscenico larghissimo ma quel che c'è è sufficientemente "chiaro" e dettagliato. Non ho notato infatti difficoltà particolari nell'identificare le posizioni destra/sinistra/centro dei singoli "attori" della scena virtuale.
A parte il solito rodaggio, che mi è parso più breve del solito (forse i diffusori avevano già suonato un po'?) mi sento di raccomandare un buon posizionamento, possibilmente lontano da pareti: la gamma bassa va bene così com'è, rinforzarla con la presenza di pareti o angoli vicini potrebbe squilibrare la resa sonora complessiva e queste S-40 certamente non lo meriterebbero.
Meglio utilizzare dei supporti tali da posizionare il tweeter ad altezza d'orecchio dell'ascoltatore seduto, meglio ancora se di massa elevata (i supporti, non l'ascoltatore :-)). I diffusori non sono pesanti ed un supporto alto e troppo leggero potrebbe rendere l'intera struttura pronta al decollo al minimo urto.
Per l'abbinamento con l'amplificatore ho già detto: buona potenza (dimenticatevi T-Amp e compagnia, vista la sensibilità bassissima) ma evitate di esagerare sul versante opposto: più di tanto non riescono davvero a digerire. Secondo me si può partire con un buon 30 watt fino ad arrivare a 60-70 watt. Andare oltre potrebbe non essere necessario e potrebbe rivelarsi pericoloso per la salute dei midwoofers. In ogni caso, al primo segnale di fondo corsa dell'altoparante, abbassate il volume e lasciate raffreddare la bobina mobile.
Costruzione, finitura, prezzo.
Il diffusore si presenta ben costruito e rifinito. Il legno è ben imitato ed anche il frontale nero si presenta molto elegante. I morsetti per i diffusori sono adeguati alla classe del prodotto e comodi da usare. Un piccolo inconveniente, che segnalo al distributore che magari potrebbe "metterci una pezza" molto facilmente, è la tenuta ermetica delle "boccole" che ospitano i perni delle griglie parapolvere e della vaschetta posteriore dei morsetti per i cavi. Le boccole presenti nel frontale possono sfilarsi (è accaduto mentre estraevo una griglia parapolvere) e, fatto abbastanza curioso, il foro è in diretta comunicazione con l'interno del diffusore! In pratica i fori dove si alloggia la griglia parapolvere potrebbero lasciar sfiatare aria all'esterno se i perni non fossero a tenuta perfetta (e non lo sono!).
Consiglio pertanto di estrarre tutte le boccole in plastica e di risistemarle utilizzando del Vinavil o del silicone. Lo scopo è duplice: da una parte si evita che si possano sfilare, dall'altra si sigilla la comunicazione con l'interno del mobile. Stesso discorso vale per la vaschetta dei morsetti, fissata con quattro brugole che non siedono perfettamente nei fori della vaschetta. La stessa è poi priva di guarnizioni. Anche qui, basterebbe un piccolo "giro" di Vinavil o un fogliettino sottilissimo di gommapiuma per sigillare perfettamente il tutto. Il tweeter è fissato ad incastro (senza viti) e con un po' di colla sul bordo della flangia.
L'imballo è adeguato mentre la documentazione allegata è invero minimale. Poche righe su un foglio che serve anche da garanzia (e che quindi va rispedito!!!) scritte in un italiano claudicante con, purtroppo, diversi errori tipografici (chiamiamoli così): apostrofi al posto degli accenti, spazi tra virgole e parentesi messi un po' a caso ed un'affermazione tecnicamente sbagliata che riporto testualmente, errori di punteggiatura e di sintassi inclusi: Ricorda che gli amplificatori se vengono utilizzati oltre il 60% della loro potenza RMS iniziano a distorcere (diciamo + o - la manopola del volume non oltre i due terzi ) .
Questo, tradotto in termini pratici, significherebbe che di un amplificatore da 100 watt RMS si possa usare soltanto 60 watt, prima che questo inizi a distorcere il che è, ovviamente, una grossa sciocchezza. Faccio osservare che la potenza RMS di un amplificatore è quella che, per definizione, l'amplificatore può erogare su un dato carico senza distorcere (o con un tasso di distorsione entro le specifiche).
Pertanto si può utilizzare il 100% della potenza RMS senza causare problemi ai diffusori, ammesso che questi siano in grado di "sopportarla". Semmai, si dovrebbe scrivere che la maggior parte degli amplificatori - generalmente - eroga la propria potenza massima ben prima della posizione di "massimo volume" della manopola. Andare oltre significa, tipicamente, farlo funzionare fuori dal suo range ottimale, aggiungendo dunque distorsione pericolosa al segnale.
La sensazione che ne ho ricavato, leggendo questo foglietto accluso ai diffusori, è che esso sia stato scritto un po' "alla buona", giusto perché in qualche modo un manuale utente doveva pur essere allegato al prodotto. Consiglierei al distributore di riscriverlo in maniera professionale, sia come contenuti che come sintassi e punteggiatura. Anche il correttore automatico di Word potrebbe rivelarsi sufficiente. Sono piccole attenzioni che aumenterebbero il valore percepito.
Infine, segnalo come non sia difficile trovare in rete dei diffusori, denominati Hallyster e distribuiti/venduti dalla catena italiana GBC, esteticamente identici ai Cocaine e commercializzati ad un costo nettamente inferiore (fino ad 1/3 del costo delle Cocaine). Persino le sigle (S seguita da un numero a due cifre) sono identiche.
Io son riuscito a trovare soltanto le S-50 e le S-70. Non avendo potuto metter le mani su una coppia di Hallyster S-40 (che non so se esistano) non posso fare confronti o formulare ipotesi. Certamente escluderei il fatto che si tratti di cloni, visto che in genere si clonano prodotti noti e diffusi di gran richiamo commerciale e Cocaine, nuovo ingresso nel mercato, non gode di una visibilità tale da renderla appetibile per un simile lavoro di clonazione. Potrebbero essere scarti della produzione principale commercializzati con altro nome ad un prezzo più basso o, chissà, gli stessi diffusori con altro marchio. In Cina fenomeni di questo tipo non sono affatto insoliti, anzi. Ho interpellato la Openitem a riguardo ma ha preferito non commentare. Non ho gradito l'atteggiamento, visto che secondo me - in un settore piccolo come questo - la trasparenza paga sempre. Una lunga e spiacevole discussione tra diversi audiofili ed il Costruttore, circa la somiglianza Cocaine/Hallyster, la potete trovare sul T-Class Forum.
Suono.
Ho poche lamentele da fare dal punto di vista della performance all'ascolto. Si tratta di diffusori piccoli che suonano ben più grandi di quanto lascerebbero supporre le loro dimensioni e che, ovviamente, pagano lo scotto di scelte di progetto un po' forzate: l'estensione e la presenza della gamma bassa, ad esempio, sono state ottenute limitando molto la tenuta in potenza, la velocità e la sensibilità. Un diffusore è sempre un compromesso tra varie esigenze: in questo caso però la tenuta in potenza è stata grandemente sacrificata, per conferire al diffusore un suono da "grande". La sovrapposizione così ampia tra risposta del midwoofer e tweeter - ricordo che il primo non è filtrato e sale molto in frequenza, trattandosi di fatto di un midrange - causa a mio parere qualche problema di coerenza e di immagine, che infatti appare un po' troppo "avanti".
Il "range" di utilizzo del diffusore è obbiettivamente limitato: richiede un bel po' di potenza per farlo suonare ma attenzione a non eccedere pena distorsione e clipping: la "finestra" utile è effettivamente abbastanza stretta.
Queste S-40 sono, per certi aspetti, abbastanza estreme: un midwoofer tirato per il collo regala loro un suono sorprendente per impatto ed estensione, a patto di non alzare troppo il volume con programmi molto ricchi di basse frequenze. In tal caso il fondo corsa del driver è sempre in agguato. La bassissima sensibilità, poi, costringe all'utilizzo di amplificatori abbastanza potenti che, per quanto detto sopra, però, non possono essere utilizzati completamente per via della bassa tenuta in potenza. Siamo in presenza dunque di un prodotto che suona molto bene per quel che costa ma che impone dei compromessi che devono essere tenuti ben in considerazione al momento dell'acquisto. D'altra parte questo è un problema comune a molti minidiffusori, anche a quelli più famosi e venerati come gli LS3/5A: tanti watt per farli suonare ma guai ad alzare troppo il volume. Per tantissimi audiofili questo è un compromesso accettabilissimo, per altri no.
In definitiva un prodotto interessante, di provenienza orientale, con diversi pregi ma anche qualche grosso limite di utilizzo.
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