Indiana Line Nota 240 X - diffusori bookshelf

Piccole “note” intonate

[Indiana Line Nota 240 X]
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Prodotto: diffusori Indiana Line Nota 240 X
Costruttore: Indiana Line - Italia
Distribuito in Italia da: ASM Distribuzione
Prezzo di listino: €230/coppia
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Recensito: Gennaio, 2025

Due anni fa recensivo il modello top della serie Nota di Indiana Line, ovvero la 550X, una snella torre da pavimento che suonava molto bene per il prezzo richiesto. Queste Nota 240 X sono invece il bottom della serie, ovvero il modello più piccolo ed economico della linea più entry-level di Indiana Line. Il prezzo di listino è €230, ma non è impossibile trovarle online per meno di €200 la coppia. In questa fascia di prezzo la concorrenza è, ovviamente, agguerritissima.

Uno sguardo da vicino

Il Nota 240 X è un diffusore a 2 vie leggero e compatto (23.5 x 16 x 16cm) che utilizza un tweeter a cupola in tessuto da 26 mm e un mid-woofer in polipropilene da 107 mm. L'impedenza è compresa tra 4 e 8Ω ed è raccomandata una potenza compresa tra 30 e 60 watt, ma gli 89dB dichiarati, pur se ottimistici, in ambienti piccoli, consentono l'utilizzo di amplificatori di potenza ben più bassa. Lo sbocco reflex è posteriore, ma è presente un gancio per appenderle alla parete ove necessario. Un utile tappo in gommapiuma è fornito nel caso si voglia chiudere lo sbocco reflex quando la cassa è posizionata molto vicina alla parete posteriore. La risposta in frequenza dichiarata è 54-22kHz (non è chiaro entro quale range di dB) mentre i due altoparlanti si incrociano a 3 kHz, con taglio del secondo ordine a 12dB/ottava. La progettazione è italiana, la realizzazione cinese. Il mobile appare solido e ben rifinito, realizzato in MDF da 1cm e smorzato con dell'assorbente acustico in materiale acrilico. Belli i fianchetti laterali con i bordi smussati. I colori disponibili sono vinile noce (Nota XL) o rovere nero (Nota XN).

Inizialmente pensato come diffusore per i canali surround, si è guadagnato sul campo un utilizzo più ampio, in impianti HiFi entry-level e in stanze di piccole dimensioni (dimensione max raccomandata 12 mq, secondo suggerimento della casa madre).

[Indiana Line Nota 240 X]

[Indiana Line Nota 240 X - drivers]

[Indiana Line Nota 240 X - crossover]

Piccole “note” intonate

Le mia esperienza con diffusori Indiana Line, sin dai primi impianti da adolescente, è sempre stata positiva, grazie a un rapporto qualità/prezzo molto elevato. Ricordo ancora delle piccolissime 010SD, la prima versione col tweeter a cono protetto da un foglio di schiuma, che costavano pochissimo e suonavano più che dignitosamente. Queste Nota 240 X possono essere considerate le eredi di quel progetto, visto che il prezzo le colloca, come le 010SD, nel primo gradino del catalogo Indiana Line, e anche le dimensioni sono simili. Ovviamente è passato tanto tempo da allora (direi 40 anni) e il mondo dell'audio entry-level ha fatto passi da gigante. Queste piccole Nota 240 X sono, per innumerevoli ragioni, ben altra cosa rispetto alle vecchie 010, e non potrebbe essere altrimenti. Ho accumulato una lunga esperienza in tema di piccoli diffusori entry-level, avendone provati qui per TNT-Audio veramente tanti. L'ultimo in ordine di tempo è l'Argon Audio Forus 4 che per dimensione del woofer, litraggio, prezzo e tipologia (reflex posteriore) è veramente molto, molto simile al Nota 240 X in prova. Il confronto tra i due, lo dico subito, è improponibile: il piccolo diffusore Indiana Line batte il concorrente danese praticamente su tutti i parametri.

Il basso è più composto e lineare, meglio controllato e non affetto da rumoracci vari provenienti dal cabinet o dallo sbocco reflex. Questo ha fatto sì che abbia potuto evitare di utilizzare i tappi in spugna (in dotazione con il Nota 240 X) per mettere a tacere lo sbocco reflex. Con certe frequenze molto basse lo sbuffo dell'aria è percepibile, ma niente a che vedere con le pernacchie che uscivano dall'Argon Forus 4. Per rafforzare un po' la gamma medio-bassa del Nota 240 X è bene sfruttare, ove possibile, la vicinanza della parete posteriore (cui può essere appeso) anche al prezzo di appiattire un po' l'immagine stereofonica che, comunque, non è esaltante neppure coi diffusori posti lontani dalle pareti, come è ovvio aspettarsi in questa fascia di prezzo.

Timbricamente questo diffusore Nota 240X appare abbastanza equilibrato, ovviamente leggero in gamma bassa e medio-bassa, ma senza particolari enfasi in qualche porzione dello spettro audio. La gamma medio-alta talvolta può prendere il sopravvento, principalmente quando al piccolissimo woofer si chiede di fare gli straordinari. Voci e strumenti acustici sono riprodotti con apprezzabile linearità e pulizia, sebbene sia presente - in maniera costante - un certo velo che ammorbidisce un po' tutto, che offusca la visione chiara di ciò che gli strumenti comunicano. Una certa mancanza di ricchezza armonica, poi, toglie un po' di realismo alla riproduzione degli strumenti acustici, fenomeno già osservato nella recensione degli Argon Forus 4, nei quali il fenomeno era però ben più grave ed evidente.

Dal punto di vista dinamico la performance è apprezzabile e di sicuro la musica elettrificata ne esce in maniera più convincente di quella acustica, con la quale le compressioni e le mancanze sono ovviamente più evidenti. Dopo aver ascoltato nuovamente l'Argon Forus 4, il passaggio al Nota 240 X è un vero sollievo per le orecchie, ritornano in sala d'ascolto un po' di vivacità, coesione e senso del ritmo.

Mi sento di affermare che, tra tutti i piccoli diffusori di primo prezzo, questo Nota 240 X è il più equilibrato e convincente, sicuramente in grado di realizzare un primo impianto, magari desktop o per una stanza di piccole dimensioni (come lo stesso manuale raccomanda). La sensibilità è incredibilmente elevata per un diffusore così piccolo, quindi anche la quantità di watt necessaria per farlo suonare forte non deve per forza essere elevata. Ovviamente, non bisogna neppure esagerare in senso opposto, perché il piccolo woofer arriva a fondo abbastanza rapidamente, se si eccede col volume. Tuttavia, suonano molto più forte dell'Argon Forus 4, sia a parità di watt che in assoluto, come SPL massima raggiungibile.

Tutte queste considerazioni, tuttavia, si applicano quando si confrontano diffusori commerciali di regolare distribuzione e assistenza. Già, perché se sugli stand salgono i Lonpoo LP42 la musica cambia, e in maniera nettissima. Il confronto coi microbi terribili, purtroppo, è infatti tutto a sfavore del diffusore italiano, ma ormai mi sto rassegnando a considerare gli LP42 come una (piacevole) anomalia del mercato, costando la metà sia del Nota 240 X che del Forus 4 di Argon, e suonando nettamente meglio di entrambi in ogni parametro.

Lamentele

Costruzione & Finitura
Il diffusore è realizzato molto bene nonostante il basso costo, avrei preferito che le tele parapolvere fossero fissate magneticamente, come ormai è prassi comune, onde evitare gli anti-estetici fori sul frontale. Anche le viti a vista che fissano gli altoparlanti stanno pian piano sparendo dai frontali dei diffusori moderni, nascoste da degli anelli esteticamente più gradevoli. Ritengo che anche Indiana Line si debba adeguare a questa tendenza. Come finiture, avrei visto bene un bianco opaco, facile da inserire in tanti ambienti moderni.
Suono
Sorprendente la quantità di suono che un diffusore così piccolo riesce a generare, senza essere neppure avido di watt. Mancano un po' di trasparenza, di dinamica, di velocità e di impatto in bassa frequenza, ma senza scomodare gli outsider LP42, ci si può convivere tranquillamente.

Conclusioni

Un piccolo diffusore ben realizzato, supportato da una distribuzione e un'assistenza ufficiali (che hanno il loro peso), e capace di un suono gradevole, ottimo per un primo impianto da studente o per un secondo impianto desktop. Il fatto che riesca a emergere sopra tanta concorrenza è da considerarsi un ottimo risultato.

Un sincero ringraziamento a Marco Visonà di ASM Distribuzione per averci fornito l'esemplare in prova.

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