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Sottopunta antivibrazioni

Il settimo capitolo dell'epica odissea sul controllo delle vibrazioni
 [sottopunta Point Disc]
I Sottopunta Point Disc
[English Version]

Prodotto: Polycrystal PD-1 Point Disc
Fornitore: UltraSystems
Prezzo approssimativo: $2,95 ciascuno - sì, avete letto bene!
Recensito da Mark Wheeler - TNT UK
Recensito nel Giugno del 2005
Traduzione: Carlo Iaccarino

I Point Disc PD-1 della Polycrystal sono un prodotto raro. Sono al corrente solo di altri 3 tentativi simili di commercializzare interfacce per punte. Uno, uscito di produzione anni fa, era costituito dai supporti tondeggianti lavorati al tornio che la Origin Live forniva assieme ai loro eccellenti supporti per diffusori, ora non più in produzione; si trattava di un dischetto di acciaio spesso 6 mm, con un lato concavo, che si doveva attaccare al diffusore con un po' di blu-tak. Poi c'erano gli RDC Cone Cup, fabbricati dalla Clearlight, chiaramente destinati all''utilizzo con le loro punte RDC Cone, ma ugualmente funzionali ad altre punte: ho provato a richiederne qualche esemplare in prova l'anno scorso, ma, nonostante le mie reiterate richieste, l'importatore/distributore per il Regno Unito non e' riuscito a procurarmeli; e se questo è ciò che sanno fare per un recensore, figuriamoci quanto peggio possa andare ad un normale cliente
Allora ho provato a fare qualche acquisto per conto mio, per approfondire le mie analisi, ma ho trovato solo i Tendercup che la Michell produce a corredo dei loro piedini Tenderfeet, ma senza dichiaratamente dotarli di funzioni di controllo delle vibrazioni: vengono forniti come semplice terminazione dei Tenderfeet, sono realizzati con alluminio dello stesso livello e sono diretti a minimizzare i danni al piano d'appoggio.

I Point Disc PD-1 della Polycrystal promettono di essere un prodotto davvero utile, a patto che funzionino, specialmente considerando il loro prezzo di soli $2.95 ciascuno! Di supporti per diffusori e di telai di sostegno per piani d'appoggio con punte d'acciaio saldate ne sono stati prodotti un'infinità sin dall'inizio degli anni '80, quando divennero di moda. L'allora onnipresente tavolino della Sound Organisation, su cui si poggiava a mezzo metro da terra l'altrettanto onnipresente Sondek presentava delle rudimentali punte realizzate con dei piccoli pezzi squadrati di lamiera piegata a 90 gradi, saldati a ciascuno dei quattro angoli del telaio, dal quale sporgevano a testa in su per sostenere il piano d'appoggio in truciolare (nel '94 mi dissero che avevano anche provato con il mdf, ma avevano visto che non suonava altrettanto bene) lasciando poco spazio per ulteriori aggiustamenti di fino, almeno fino ad oggi. I point disc della Polycrystal sono venduti in confezione da 4, ma se li usaste tutti perdereste l'opzione di allineamento automatico delle 4 punte mediante la deformazione del legno (che penetrano differentemente, n.d.t.): l'unico modo di ovviare a tanto è usare solo 3 interfacce su 3 delle quattro punte, così acquistando più stabilità, tenendo conto della normale deviazione del baricentro degli apparecchi (normalmente in funzione della posizione del trasformatore d'alimentazione); per raggiungere ulteriore stabilità potrebbe essere necessaria l'adozione di un prodotto soffice, come gli Isonode della BrightStar, nel restante angolo dei supporti quadrangolari. Se solo il mondo audio aprisse gli occhi sul fatto che (per parafrasare George Orwell) "3 punti buono, 4 punti cattivo"...

I Point Disc della Polycrystal sono le interfacce per punte più specializzate di tutte. L'interno è fatto di ottone per strumenti, metallo dalle proprietà meccaniche molto differenti da quelle dell'alluminio o dell'acciaio. il nucleo d'ottone è quindi ricoperto integralmente con una sottile pellicola di Polycrystal, "anche se il procedimento applicativo è molto diverso per i prodotti con nucleo in ottone rispetto a quelli totalmente in Polycrystal solido", secondo le parole di Robert Stein della UltraSystems. Se volete ulteriori descrizioni, le troverete sul loro sito web, ma, finita la lettura, non dimenticate di usare il bottone di "indietro" del vostro browser, per tornare a questa recensione, invece di avventurarvi nella navigazione dei molti link interessanti che troverete su quelle pagine; GUARDATE CHE, DOPO, INTERROGO, QUINDI, ORA, STATE ATTENTI.

Il mio giradischi Michell Gyro SE è piazzato sullo stesso supporto dove si trovava il mio vecchio Orbe SE, ma quando ho cambiato giradischi, l'ho comunque smontato e riassemblato con cura, con risultati identici all'ascolto. Una mensola spessa 10mm di vetro laminato (scelta dopo aver provato vari materiali, compreso lo HDF da 18mm selezionato della stessa Origin Live) riposa su una versione "Ultra" del supporto da muro originale della Origin Live. Ho provato molti diversi tavolini per Linn Sondek del '91 (notoriamente molto sensibile ai supporti su cui lo si piazza), e questo si è dimostrato cosi tanto migliore da farmelo considerare il riferimento per giradischi a controtelaio flottante.
Sfortunatamente, non lo fanno più, ma se ripeto questo mantra con regolarità, forse Mark Baker lo rimetterà in produzione. In realtà, non ce n'è mai stata una versione "Ultra" ufficiale, così come invece è stato per i tavolini: si tratta di una elaborazione nata nel corso di conversazioni telefoniche sul finire degli anni '80. Il mio supporto è stato modificato in 3 modi (che sono 4..., n.d.t.):
1 cromatura, per alleggerirne l'impatto estetico tipico di quegli anni
2 mensola in vetro laminato da 10mm, che si addice al Gyro SE meglio dell'originale HDF
3 sostituzione delle originarie e un po' elastiche funicelle di nylon con delle catene di ottone
4 barra di tensione posteriore riempita con sabbia asciugata in forno
Anche la modifica della catena d'ottone è venuta fuori da una conversazione con Mark Baker, che mi ha detto che aveva optato per le funicelle perché pensava che sarebbero state più accettabili in un ambiente domestico rispetto alle catenelle, che pure aveva preso in considerazione; ma non pensava che ci sarebbero state delle differenze nel suono. Ho provato le catene giusto per curiosità, quando spostai l'installazione del piatto, e col Gyro notai un lieve miglioramento nel fuoco del palcoscenico e nelle sue dimensioni, già un suo punto di forza, ed anche un punto debole del Linn, col quale, però, le catene aumentarono lievemente la compattezza del basso.

[L'Orbe sui Point Disc]
I Point Disc ad entrambi i lati della mensola

Pertanto, queste interfacce per punte sono state provate in un sistema già ottimizzato per la riproduzione del vinile. Se avessero un effetto negativo in questo caso, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che quest'installazione è già ottimizzata. Inoltre, giusto per complicare ulteriormente la valutazione, il telaio del supporto murale della Origin Live è schematizzato come appare nel mio schizzo qui riportato:

[Telaio del supporto da muro della Origin Live]
Telaio del supporto da muro della Origin Live

La barra posteriore esterna al sostegno triangolare orizzontale presenta delle viti ai suoi estremi: stringendole , inizialmente i bassi tendono a scendere di più e suonano anche più compatti; più si stringono, più i bassi iniziano ad ingrassare e a diventare eccessivi. Ed anche la musica tende a scomporsi, dal momento che il senso del ritmo e quello del tempo diventano incoerenti ed il palcoscenico si restringe. Se si allentano le viti finche è possibile senza staccare il supporto dal muro, il ritmo tende ad acquistare coerenza e la cadenza si riprende, ma i bassi scemano. Questo effetto era molto avvertibile con il Linn, tuttavia è ancora presente con i Michell, che tendono ad essere meno dipendenti dalle condizioni al contorno rispetto agli altri giradischi a controtelaio. Mark Baker originalmente aveva sviluppato questo supporto negli anni '80, usando l'onnipresente Linn. Ora tengo le viti nella mia posizione preferita, a circa un quarto di giro dal primo contatto. Per il test finale c'è stato bisogno di aggiustarne il serraggio diverse volte.

La prima prova è consistita nel piazzare a turno ciascuno dei prodotti sopra le 3 punte rivolte verso l'alto poste fra telaio del supporto e mensola di vetro. I risultati non hanno lasciato margine di dubbio. I Tendercups della Michell, i cup della RDC ed i disc della Origin Live +Blu-Tac (progettati per i diffusori, non per questa posizione) vanno tutti meglio delle punte a diretto contatto col vetro, in termini di miglioramento dell'articolazione dei singoli strumenti e delle singole note. I point disc della Polycrystal sono i migliori di tutti, senza una particolare predilezione per alcun parametro.

Il primo effetto è un'apparente diminuzione del livello di fondo del rumore. Dato che il mio Gyro SE ha sia un motore in corrente continua che il grosso alimentatore Gyropower VC, sospetto che solo una parte del rumore abbia origine meccanica dal sistema motore. Probabilmente proviene da vibrazioni esogene trasmesse dall'aria che eccitano il telaio del supporto e la mensola, e da vibrazioni delle pareti trasmesse tramite i vincoli puntuali fra supporto e muro. Il muro, da 250 mm, è composto da pietra dura del Derbyshire e ricoperto da entrambi i lati con stucco plastico pesante "da rinnovo".

Il senso del ritmo e la cadenza sembrano non influenzati, ma la coerenza dei tempi fra diverse parti dello spettro di frequenze sembra più serrata. Il che si traduce in un'esperienza musicale più soddisfacente con ogni LP che ho suonato. Inoltre, i transienti d'attacco sembrano più veloci e più chiari, mentre i rilasci suonano più lunghi e persistenti. Il che rende più tangibile il contributo di tutti gli strumenti. Nella miscela proveniente dal palcoscenico, ogni strumento si riesce a sentire con maggiore chiarezza. C'è anche una lieve riduzione della luminosità, nel senso di una migliorata chiarezza delle alte frequenze, con beneficio specialmente per i piatti.

I point disc della Polycrystal presentano un profilo minore degli altri 3 prodotti. E solo loro si possono piazzare sotto i piedini a punta del Gyro SE. Visto che sono quei piedini i soli basamenti del controtelaio, l'uso dei sottopunta RDC & Michell comporterebbe un eccessivo sollevamento del piatto, disallineandolo rispetto alla puleggia del motore, dal momento che questo resta, invece, poggiato sulla mensola. Il piatto del Michell presenta 4 scanalature per alloggiare la cinghia di trasmissione e 2 sono presenti sulla puleggia del motore (quella superiore per i 33 giri, quella inferiore per i 45). Normalmente uso la scanalatura mediana del piatto sia per i 33 giri che per i 45, così i movimenti della cinghia sono ridotti. Però, con i point disc della Polycrystal in sede, ho dovuto spostare la cinghia nel solco inferiore del piatto per allinearmi con la scanalatura della puleggia per i 33 giri (quella per i 45 giri resta disallineata). Se questi sottopunta dovessero restare permanentemente in sede, si potrà sempre agire sul gioco delle sospensioni, abbassando un po' il tutto per recuperare l'allineamento: le sospensioni del Michell hanno un intervallo di aggiustamento più ampio della maggior parte degli altri piatti, riuscendo nel contempo a garantire un buon rimbalzamento verticale ed una buona orizzontalità della cinghia.

Mettendo i point disc della Polycrystal a contatto di entrambi i lati della mensola di vetro ho ottenuto risultati nel senso di un ulteriore miglioramento negli aspetti su descritti; un lieve incremento dei miglioramenti iniziali, specialmente per quanto attiene al tappeto di rumore ed alla luminosità. Se vi decidete a pagare le spese postali per una confezione, tanto vale che ne ordiniate due; per quanto mi riguarda, io comprerò i campioni in esame.

L'ultimo esercizio che compierò con questi piccoli fattapposta è piazzarli fra le viti ed il muro. I point disc possono essere ordinati in ogni quantità. Ne ho ricevuti 8, ed il Gyro ha 3 piedi, così come la mensola Origin Live ha 3 punte, il che mi lascia con 2 sottopunta di scorta: quello che mi occorre per questo esperimento. Quando ho provato per la prima volta il supporto a muro della Origin Live, era montato su un muro vittoriano da 230 mm in mattoni, ricoperto da stucco plastico. Quel soffice stucco veniva facilmente danneggiato e schiacciato dalle viti che, conseguentemente, si allascavano; ho provato ad interporre delle semplici guarnizioni a disco di ferro per proteggere il muro e dare stabilità al supporto, ma hanno avuto un pessimo effetto sul suono, così ho provato con un paio di listarelle di legno massello, con un suono identico a quando avevo delle viti nuove appena infisse nello stucco. Il muro che uso ora non presenta una superficie così delicata, quindi non avevo ancora provato nulla come guarnizione prima d'ora. Ricordate che faccio questa ulteriore prova con i point disc già in sede da entrambi i lati della mensola di vero.

Le viti della barra posteriore sono un attrezzo per accordare la struttura, quindi va fatta attenzione a mantenere un serraggio similare con ogni interfaccia. Con ogni prodotto il miglior risultato l'ho ottenuto con un caricamento minimo equivalente ad un quarto di giro di vite: evita che il supporto ruoti attorno all'asse che passa per il vincolo centrale sul muro, che, essendo parallelo al piano dell'arco compiuto dal braccio, ne affliggerebbe il tracciamento in termini di articolazione del basso e recupero di informazioni. Con ognuno dei i sottopunta in sede, i cambi nel serraggio delle viti si sono mostrati più udibili che nel caso di vite che si conficca direttamente nell'intonaco del muro. Il senso del tempo, la coerenza ed il palcoscenico sono peggiorati ad ogni quarto di giro di serraggio. Il centro di gravità del Gyro SE provoca un carico maggiore sulla vite di sinistra (guardando di fronte), il che, probabilmente, non è l'ideale.

[Le viti all'estremita della barra posteriore del supporto Origin Live]
Le viti all'estremità della barra posteriore del supporto Origin Live con i sottopunta RDC

I sottopunta RDC cone cup sembrano rallentare il ritmo al confronto con le alternative, anche se non sembrano più cedevoli. Se lo fossero stato, avrei capito questo effetto, perché avrebbero permesso il movimento orizzontale dell'intero sistema motore-piatto. Inoltre, il palcoscenico si restringe, il che sarebbe spiegabile se ci fosse una qualche perdita di informazioni verticali, ma è intuitivo che questi accrocchi potrebbero, al massimo, affliggere la modulazione verticale. Non ho ipotesi che spiegano ciò che sento, che però è ripetibile.

I point disc si rivelano ancora la miglior interfaccia in questa posizione. Nonostante il valore derivantegli della produzione di quello strano personaggio che risponde al nome di Andy Warhol, White Light / White Heat dei  Velvet Underground trae grande beneficio dalla ristampa su vinile da 180 g. della Simply Vynil, specialmente per la tirata di 17 minuti di Sister Ray sul lato 2. Il miglior complimento che posso fare ai Point Disc della Polychrystal è che questo pezzo è risultato ancora più sgradevole, quasi fastidioso, con i Point Disc in sede. I suoni taglienti sono diventati più taglienti, il teso interplay ritmico si è maggiormente teso, la selezione dei vari effetti distorsivi è diventata ancora più evidente. L'infinita discesa verso il baratro della sotto-vita della città vi lascia inchiodati fino alla fine del pezzo.

Sotto i diffusori

Il posto più probabile dove un audiofilo si ritroverà ad avere a che fare con delle punte saldate è costituito dai supporti per diffusori. Se ci sono 4 punte (il caso più comune, aaaargh!!!) l'unica soluzione sarà usare i point disc sopra solo 2 di essi, affidandosi alla deformazione del mobile del diffusore nei pressi degli altri due per mantenere la stabilità. Ho anche provato con 4 point disc ed i risultati univoci sono stati nel senso che 2 sono meglio di 4, ma 3 sono meglio di tutti. 2 sono anche molto meglio che niente.

La prova con delle BBC LS3/5a (8ohm) poste su supporti Target riempiti con sabbia e piombo si è rivelata un disastro. Le pareti del mobile  della LS3/5a sono sottili e smorzate (multistrato da 12mm - come da risultati delle ricerche di Barlow), e vanno molto bene con i supporti Target. La loro simbiosi potrebbe essere dovuta alla massa mobile della sabbia, che agisce come assorbente dove si scaricano le vibrazioni delle sottili pareti del mobile della cassa. Forse i Point Disc possono interrompere questo percorso dell'energia (esposizione pedestre, lo so), ma è solo un'ipotesi. I point disc sono più efficaci con i supporti del tipo a telaio aperto.

La colorazione dovuta al mobile sembra ridursi con 2 di questi dischetti da $2.95 in sede. Anche sulle punte di un supporto della Origin Live la loro prestazione supera quella dei dischi d'acciaio + blu-tak fornita di serie con quello stesso supporto. Il prezzo è così basso ed i benefici sono così evidenti che non sembra utile dilungarsi ulteriormente.

L'unica avvertenza è che 4 point disc, così come 4 dischi OL  o 4 tendercup o 4 RDC cup, tutti suonano peggio delle punte direttamente nel legno del diffusore, in un modo o nell'altro. Con 4 fattapposta di interfaccia c'è un insieme di perdita di informazioni e di aumento della luminosità o di incremento della zona della presenza o di irrozzimento della regione più alta dello spettro. Con 2 interfacce da punta , quelle originali OL vanno meglio nell'aumentare le informazioni, specialmente quelle relative alla microdinamica ed al sottile miglioramento del timbro degli strumenti. 2 Point Disc ottengono un risultato simile, ma inferiore per quanto riguarda le colorazioni e superiore per quanto attiene al guadagno nella chiarezza degli alti. Anche l'intonazione delle frequenze più alte, specialmente le percussioni (si nota molto con Tan Dun), diventa più esplicita, il che mi è stato di molto aiuto nel mio sofferto approccio alle composizioni Orientali moderne.

3 punti di contatto rigido costantemente battono 4. Dove il supporto presenta già 4 punte fisse in sede, il trattamento di 2 sole punte porta benefici nell'articolazione e nella colorazione. Altrimenti, il trattamento di 3 delle 4 punte può andare anche meglio, ma solo a patto che il diffusore non diventi instabile e soggetto a cadere per urti ricevuti da bimbi o animaletti che girano per la casa.

[Move & Groove]
Move & Groove

Conclusioni

Il consiglio è semplicissimo. Se avete supporti per apparecchi o diffusori che non hanno già un proprio sistema di ottimizzazione di serie, ma sono provvisti di punte d'acciaio fisse, queste interfacce vi daranno normalmente un miglioramento assolutamente incomparabile rispetto al loro prezzo. Solo una combinazione (la LS3/5a su supporti Target riempiti di sabbia) non è stata migliorata, ma si tratta di una situazione già ottimizzata. Ripeto (all'infinito) che 3 punti di contatto sono generalmente meglio di 4. I Point Disc della Polychrystal  compiono il semplice compito di ottimizzare l'interfaccia con la mensola/supporto con semplicità e molto economicamente. I Tendercup, gli RDC cup ed i dischi della Origin Live permettono pure un miglioramento, ma solo rispetto alla condizione di partenza, non trattata. Vecchi rack & ripiani rinascono a nuova vita e l'ottimizzazione dell'impianto si sposta avanti di un livello.

Musica goduta durante questa prova

Naturalmente su vinile, per la prova con i giradischi:
White Stripes: Digital is Evil, live in Detroit & Eire
Little Feat: The Last Record Album, Warner K56156
Little Feat: Sailin Shoes, Warner
Velvet Underground: White Light / White Heat, 1996 ristampa Simply Vinyl SVLP200 180gm
Michelle Shocked: Arkansas Traveller, London 512-189-1
Flanders & Swann: High Fidelity, da At The Drop of a Hat, EMI ONCR511
Dennis Brown: Concentration; The Crystalites: Concentration (version 3); 1972 Move & Groove/Trojan TJHTE009
Lee 'Scratch' Perry: Cloak & Dagger (Tommy McCook & The Upsetters); Sharpe Razor (The Upsetters); Dub Organiser (Dillinger); Cloak & Dagger (dub plate pressure version), Trojan TJHTE019
"Trojan Limited Edition Dub Plate 45": queste ristampe su vinile da 10 pollici insistono sulla nostalgia & romanticismo delle vecchie anteprime con l'etichetta bianca, spesso tagliate male per la fretta, anche se questi dischi della Trojan sono articoli di massima qualità, ma, purtroppo, prodotti a partire dalle moderne rimasterizzazioni digitali, anziché dai nastri analogici del 1973. Peraltro, girano a 33 giri, nonostante la dizione della loro etichetta!

Per il test con i supporti da diffusore ho anche usato il cd:
Tan Dun: Out of Peking Opera; Death & Fire; Orchestral Theatre II: Re, Ondine ODE864-2

© Copyright 2006 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

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