Continuo a sostenere che le recensioni di cavi sono solitamente inutili e che quelle più scrupolose, le quali coinvolgono molti ascoltatori e differenti impianti, tendono ad essere non risolutive. Questo rafforza l'ipotesi comunemente formulata (che anch'io sottoscrivo) secondo la quale, i cavi sono troppo dipendenti dagli impianti per poter essere consigliati con leggerezza. I cavi possono essere consigliati con fiducia ed in modo inequivocabile soltanto in impianti molto specifici, ad esempio un sistema monomarca Naim
o di un qualunque altro produttore, che applica un'unica filosofia ai suoi componenti. Ben Duncan, alcuni anni fa, ha condotto ricerche approfondite sui cavi di potenza - pubblicate su HiFi News & Record Review - durante le quali stava tentando di sviluppare test ripetibili, o che potessero anche predire il risultato acustico per l'ascoltatore. Queste ricerche e la letteratura sul tema stabilivano che una bassa e costante LCR (induttanza, capacità, resistenza) dovrebbe essere il punto di partenza per ogni buon cavo di potenza; effettivamente uno dei risultati di quelle prove d'ascolto aveva stretti legami con l'ipotesi iniziale. L'innovativa procedura di test proposta da Ben Duncan ha dimostrato una correlazione ancora più stretta con le preferenze del gruppo degli ascoltatori. Per la prima volta mi fu chiaro che c'era una relazione significativa tra l'esperienza soggettiva collettiva (le preferenze del gruppo degli ascoltatori) e tutte le misurazioni fisiche sui cavi audio. Un'altra cosa per me interessante è che i test più scrupolosi continuano a dimostrare, oggi come allora, che nonostante le iperboli di molte pubblicità e recensioni, ci sono differenze udibili molto sottili tra cavi simili per costruzione e caratteristiche elettriche. Molti lettori hanno male interpretato il mio articolo Fili elettrici e affini, ed hanno pensato che io schernisca i risultati di tutti i test soggettivi. Molti di loro hanno pensato, a torto, che io disprezzi l'idea secondo cui noi possiamo sentire effetti che non possiamo misurare. Noi sentiamo effetti che non possiamo ancora misurare regolarmente in tutti i componenti audio, siano essi spezzoni di filo o componenti attivi. Se state leggendo questa rivista dovreste sospettare che nella valutazione di un apparecchio audio c'è molto di più delle misurazioni; imparare come si misurano i cavi audio non giustifica il budget necessario per la ricerca nel campo della fisica subatomica a questi livelli. Tuttavia, spesso, noi reprimiamo il nostro senso della proporzione solo perché è più facile e conveniente giocare con cinque cavi da 400€ piuttosto che con due preampli da 2000€. Ho ricevuto messaggi di approvazione da parte di oggettivisti, i quali credono nell'inesistenza di ciò che non si può misurare; ma il fatto che non possediamo ancora tutti i test necessari a spiegare tutti i fenomeni fisici dell'universo non significa che questi non esistano finché non li abbiamo misurati. Il sistema solare non si è riassettato improvvisamente dopo che ci siamo accorti del moto di rivoluzione della terra. Lo studio delle proprietà fisiche dei fili per impianti audio ha una priorità più bassa rispetto alla ricerca su altri fenomeni, che possono essere tanto piccoli quanto quelli che interessano le particelle subatomiche o tanto grandi quanto le nebulose. I fili per uso hi-fi non contano tanto da meritare, per la scienza, grossi "investimenti"; pertanto, il povero audiofilo (molto povero dopo aver acquistato certi spezzoni di filo) vive in un mondo nel quale il discorso sui cavi è paragonabile all'alchimia nel medioevo. La tecnica dei cavi si è ammantata delle più piacevoli balle (termine con il quale mi riferisco, ovviamente, alla linguistica strutturale di un patriarcato carico di testosterone), un linguaggio già violentato nelle pubblicità di sciampo per capelli e creme anti invecchiamento. Senza dubbio alcuno, io disprezzo le ridicole dichiarazioni
pseudoscientifiche attorno a molti cavi, ma come! Non avevamo massaggiato i nostri cavi con la crema anti invecchiamento per farli più graziosi ed affinché mantenessero le loro prestazioni nel tempo? Dopo aver detto tutto ciò...
Prezzo: N/D
Autore: Mark Wheeler - TNT UK
Recensori: Molti & Vari
Recensione: 2006-2007
Traduzione: Roberto Di Paola
dopo averlo detto con così tante parole, aggiungo che i cavi sono veramente importanti per chi, come noi, è ossessionato dall'ottenimento della migliore esperienza musicale possibile tramite gli impianti domestici. I cavi sono il complemento finale fondamentale nell'evoluzione dei nostri impianti stereo, ma non possiamo valutarli correttamente prima che il resto del sistema abbia raggiunto la migliore ottimizzazione possibile.
I cavi sono gli ultimi elementi da prendere in considerazione essendo estremamente influenzati dal resto della catena. Come ha fatto notare Martin Colloms nei suoi recenti articoli pubblicati su HiFi Critic, i cavi sono componenti vitali per il fine-tuning di un impianto ad alta risoluzione. E' necessario arrivare ad un livello evolutivo tale da comprendere che è la risoluzione del sistema a rivelare le differenze tra cavi, piuttosto che rimanere fermi al punto da usarli come goffi controlli di tono per correggere gli errori di abbinamento tra i componenti. Allo stesso modo, i componenti non potranno essere valutati a pieno se connessi tramite cavi di infima qualità o eccentrici. Tutti gli audiofili, durante un percorso di upgrade, dovrebbero possedere uno stock di cavi adeguati da provare con ogni nuovo componente prima di stabilire quali altri, e più costosi, lidi esplorare. Inoltre, io penso che non si possa giustificare in nessun caso una coppia di cavi di potenza da 10.000€ interposti tra una coppia di diffusori da 10.000€ ed un amplificatore anch'esso da 10.000€. I vostri 30.000€ vi daranno certamente un suono migliore se ne stenderete 1.000 sui cavi e 29.000 per ampli e diffusori. Mi chiedo quindi perché mai si dovrebbe spendere una tale quantità di denaro per uno spezzone di filo quando la stessa cifra - se investita da qualche altra parte - dà benefici certamente maggiori. La sensazione di benessere interiore derivata dal fare del bene con il proprio portafoglio dev'essere controbilanciata saziando le ossessioni personali.
Ho ricevuto molti meno feedback per l'esperimento proposto nella prima parte dell'articolo Un grosso groviglio di fili. Forse nessuno lo ha notato, oppure ritengono che ignorandolo abbastanza a lungo scompaia in silenzio. Non si può avere tanta fortuna.
Tornando alla realtà dei tre spezzoni di filo che ho davanti, mi sono impegnato ad identificare - se mai ce ne fossero - delle differenze udibili tra loro. Questi tre cavi appartengono ai livelli piu alti, sebbene non siano il top, dell'offerta Black Rhodium. Per gli standard dei comuni mortali sarebbero dei fili molto costosi, ma per gli standard hi-fi, essi apparterrebbero alla fascia più economica del mercato dei cavi audio. Se avessero buone prestazioni a questo prezzo, essi sarebbero un buon affare. Dico questo per indicare che sono una base buona abbastanza. Non sono progettati in modo eccentrico, e non enfatizzano particolari frequenze o parametri.
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Ascolto per un po' il mio impianto con il progenitore di questi cavi connesso tra il mio Shanling CDT100c modificato ed il mio assemblaggio valvolare personalizzato con valvole d'uscita 300B Western Electric, NEC 6BXGT come driver e Brimar black 6SN7 in ingresso; differenti marche di valvole fanno tanta differenza quanta ne fa la migliore scelta dei cavi. I cavi di potenza sono i Black Rhodium S900 (la versione maggiorata degli S600 che avevano ben figurato nei test di Ben Duncan); i diffusori sono basati su di un driver dinamico Hammer da 30cm per il medio-basso, un tweeter Focal (prototipo) a cupola invertita in diossido di titanio, e crossover con induttori a nucleo avvolto in aria e cablaggio litz. La sinergia del sistema è buona, il controllo delle vibrazioni eccellente. Gli Hammer e le Western Electrics enfatizzano la qualità della gamma media e la dinamica, sia micro che macro, ma si ostacolano leggermente agli estremi della banda audio.
Nel frattempo faccio rodare tutti e tre i cavi da testare connettendoli tra un cd player ed un vecchio ampli integrato - usando un adattatore multicanale rattoppato - in "repeat" 24 ore al giorno per tre settimane. Alcuni commentatori hanno sostenuto che il trattamento criogenico sia un sostituto del rodaggio. Non ho provato se un rodaggio più lungo di un giorno faccia o no più o meno differenza, ma vorrei minimizzare l'effetto di qualunque variabile, per cui i tre esemplari sono stati sottoposti ad un periodo identico di precondizionamento.
Infine ho inserito, nel mio impianto, il primo dei cavi in prova (il C, com'è capitato) ed immediatamente si è manifestato un miglioramento prestazionale. Ovviamente, i 15 anni di sviluppo hanno fatto sì che il nuovo Black Rhodium Concerto sia di un'altra classe rispetto al più vecchio Sonic Link Blue; i due cavi adottano conduttori simili ma hanno isolanti e costruzioni differenti. Sistemo con cura i cavi giacché trovo che ciò faccia differenza quanta ne fanno cavi differenti o la loro direzionalità, nel caso in cui ne abbiano una "obbligata". Un buon posizionamento fisico dei cavi è molto importante per l'effetto che ha in termini di controllo delle vibrazioni tra i componenti ed i cavi stessi. I Black Rhodium Concerto sembrano non soffrire gli effetti delle vibrazioni, ma certi cavi coassiali buoni in argento prodotti da un altro costruttore - da me utilizzati sul mio SME3012 - sono talmente proni all'effetto triboelettrico che li ho dovuti inguainare in fibre di silicone e supportarli con delle clip per evitare che toccassero gli spigoli delle mensole.
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Inizio il mio ascolto e vediamo un po' cosa sento. Provo con il cavo C, dopo inserisco il B, ed ancora l'A; quindi passo nuovamente al cavo B, infine torno al C mentre prendo nota utilizzando il mio metodo di valutazione. Quando le differenze numeriche si equivalgono in ambedue gli ordini (ma chiaramente opposti) dopo molti album ascoltati nell'arco di alcuni giorni, io comincio a preoccuparmi. Uno schema preciso non è emerso ma 'un cavo è differente dagli altri due'. Senza conoscere i risultati da me ottenuti, i miei due figli (di 12 e 14 anni) hanno riportato impressioni d'ascolto simili. Allora ho dato i tre cavi ad un altro ascoltatore perché li provasse nel proprio impianto ad alta risoluzione.
Riavuti i cavi, li ho connessi sia a monte che a valle dei miei attenuatori a trasformatori. Ho notato che le differenze tra i prodotti in prova erano chiare quando posti a monte dei trasformatori, mentre erano inudibili se posizionati a valle. Alcuni potrebbero suggerire che tali effetti siano dovuti ai disturbi della fase introdotti dai trasformatori al crescere della frequenza; altri potrebbero controbattere che la LCR dei cavi termina i trasformatori quasi come una rete di Zobel. Non mi schiererò a favore di nessuna delle due tesi - faccio semplicemente notare che mettere assieme sorgenti e trasformatori non è diverso dall'abbinare sorgenti e preampli o preampli e finali. Ho trascinato tutti i miei amici amanti della musica nella mia sala d'ascolto e li ho costretti ad un ascolto di cavi. Un amico ha commentato: "Questo è pessimo come alcuni che avevamo ascoltato certe volte facendo girare continuamente Jazz at The Pawnshop [sul finire degli anni '80] mentre giocavi con i cavi [anche allora di segnale], con pezzi di amplificatori [crossover attivi e alimentatori per preampli] finché Take Five non mi veniva a nausea".
Scombinare volontariamente il mio sistema - mandando l'uscita dello Shanling al mio amplificatore bipolare ad alto guadagno da 100 Watt per canale in classe AB, il quale pilotava gli Hammer da 95-97dB - è un'esperienza terribile ed una prova concreta del fatto che prima di provare dei cavi è necessario un corretto abbinamento dell'impianto, sebbene la stessa differenza tra cavi sia udibile anche in simili condizioni di "antisinergia". Diffusori meno sensibili confermano questi risultati con minore disagio.
Tra l'Aqvox 2Ci e l'attenuatore, The good The Bad and The Queen, la title track (l'ultima traccia del lato 2 del vinile), per contro, suona meglio dell'altro materiale. Sospetto che dipenda dal fatto che il cavo meno raffinato ripristina una certa distorsione della traccia ammorbidita dalla produzione moderna e dalla compressione. Con altro materiale, emergono soltanto delle differenze minime tra A, B e C, forse grazie al pedigree pro-audio dell'Aqvox e per la sua capacità di pilotare tutti i cavi con indifferenza, anche tramite l'uscita sbilanciata.
L'Avondale AAA5 che alimenta il SET300B via attenuatore passivo ritrae un timbro assolutamente naturale ed un "tingle factor" (godimento assoluto dell'ascolto, n.d.t. superbo. Suonare The good The Bad and the Queen su cd è stato più rivelatore delle differenze tra i cavi A B e C, in questo sistema, rispetto al test con la versione in vinile. Il "tingle factor" è una dimensione non ancora esplorata con questo trio di cavi. Sia Neil Young che Arvo Pärt erano riprodotti davvero bene tramite questo impianto, le cui virtù vanno ben oltre la sinergia. In questa combinazione, i cavi in prova - inseriti tra l'AAA5 ed il trasformatore - ed i Kimber Silver Streak utilizzati sull'uscita del trasformatore (avendo stabilito che A & B & C sono indistinguibili se usati in quella posizione), hanno dimostrato un'ampia varietà di indizi high-end.
I tre cavi hanno molte virtù hi-fi come la profondità e la solidità del "sound stage", ma le differenze sono, ancora una volta, lievi. Il timbro è buono con tutti e tre, ma c'è qualcosa, dei piccoli indizi emozionali, nelle voci umane (a differenza di quelle orchestrali le quali sono identiche con le tre coppie in prova) che si afferra meglio con la coppia A in questa combinazione. I CD della Mapleshade, in questo sistema, hanno suonato particolarmente bene, ed hanno aiutato le mie orecchie, ormai sfinite, a trarre delle conclusioni.
La maggior parte dei visitatori entrati nella mia sala d'ascolto ha notato, in qualunque configurazione hardware, piccole o nessuna differenza tra i cavi qui testati. Quando ne avvertivano, i loro commenti erano spesso vaghi e le loro preferenze contraddittorie, anche se le loro osservazioni erano simili, ad esempio: "Quello [il B] è un po' più aperto" oppure "questo [l'A] è più morbido". Non c'è stato un chiaro consenso, e nessuno, alla cieca, è riuscito ad identificarli.
Dopo mesi di ascolto, io riesco ad identificare l'A dal C e l'A dal B solo perché sento di preferire la coppia A in ogni caso, ma non posso dichiarare con certezza che sto ascoltando il cavo A, né riesco a distinguere la coppia B dalla C. Tra la coppia B e la C, inoltre, tendo a preferire la prima ma meno della metà del tempo, il che non è affidabile, né riesco a dire che si tratta delle coppie B & C piuttosto che la A & la B.
Nel corso di un così lungo periodo di test, le differenze tra questi cavi sono diventate più difficili da avvertire. Ad una prima esposizione era più evidente che A & B, B & C, e A & C non erano delle coppie identiche. Dopo che esse hanno incontrato molti impianti ed orecchie, quelle differenze si sono un po' appianate ed i risultati sono diventati un tantino nebbiosi. Contrariamente a quanto avrei immaginato, è più facile identificare e riportare delle differenze ad un rapido confronto A-B piuttosto che dopo sedute d'ascolto estese.
Graham Nalty è convinto che, nel suo impianto, lui riuscirebbe ad identificarli bendato.
Io devo ammettere di non essere ancora capace di farlo, e sarei felice di utilizzarli tutti e tre nel mio stereo. In qualunque posizione, all'interno del mio sistema, io preferisco l'A; ma le differenze sono talmente lievi che se li restituissi al legittimo proprietario e lui me ne desse in dietro una coppia qualunque non segnata, io non riuscirei a dire quale essa sia.
Dato il differenziale di prezzo tra i cavi trattati e quelli non trattati, io, attualmente e con il mio impianto, investirei la differenza nell'acquisto di CD e vinili; tuttavia, nonostante il costo del trattamento, questi cavi hanno pur sempre un buon rapporto qualità/prezzo. Essi non sono degli sciocchi controlli di tono come lo sono molti altri cavi. Non si innervosiscono neanche di fronte all'impedenza d'uscita variabile del preamplificatore Concordant Excelsior, ed hanno fornito una prestazione consistente a qualunque livello di volume. Certi cavi variano abbondantemente le loro prestazioni in ogni caso, ma tutti quelli con strani valori di LCR tendono a modificare il loro suono in abbinamento con questo preampli. E' interessante notare che se pilotati da un trasformatore, le differenze erano assolutamente inudibili, il che spiega il perché negli studi d'incisione ci siano tanti attenuatori a trasformatori, e lo scetticismo circa le differenze tra cavi che si registra nel settore dell'audio professionale.
Un'eccezione a tale atteggiamento è rappresentato da quelli della Mapleshade, i cui CD si sono dimostrati anche degli ottimi strumenti per questo test. Mi sono ritrovato a far girare Yucca Flats tutto il giorno senza traccia alcuna di noia o fatica. Le grandi escursioni dinamiche presenti nei CD della Mapleshade rendevano le differenze più evidenti e le sfumature più significative.
Le tre coppie di cavi hanno lavorato al meglio nella maggior parte degli impianti nei quali li ho inseriti, e quello(i) non trattato(i), qualunque fossero, erano comunque di ottimo livello. Forse orecchie più giovani delle mie (che hanno 48 anni, 35 dei quali trascorsi ascoltando musica ad alto volume), in combinazione con un impianto ad alta risoluzione e buone incisioni, potrebbero sentire in maniera più affidabile maggiori differenze di quelle che ho percepito io.
Una conclusione seria è che i test soggettivi non sono mai certi come la scrittura soggettiva indicherebbe. La certezza assoluta è estremamente improbabile, e raramente sicura. Dobbiamo abituarci all'idea che l'incertezza può essere abbastanza sicura da farci divertire sperimentando ottimizzazioni dei nostri apparecchi domestici, senza badare alla paranoia delle entrate legate alla pubblicità pilotata delle riviste.
Un'altra conclusione seria è che quando potete vedere quale cavo state per ascoltare - anche se non sapete di preferire A o B o C - è più facile identificare differenze.
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