Un aspetto spesso trascurato da chi è in procinto di acquistare il
primo impianto (ma non solo) è la giusta sistemazione dei componenti
HiFi.
Do per scontato che abbiate già letto l'articolo dedicato all'importanza
ed alla scelta dei supporti per i diffusori (Come scegliere
i supporti per i diffusori) e che siate alla ricerca di un mobiletto dove
sistemare ampli e sorgente.
Al solito occorre sgombrare il campo da pregiudizi e convinzioni più
o meno fondate: i famigerati *rack* in truciolare con antine in vetri fumee
e dotati di plasticose rotelle non hanno niente a che vedere coi veri tavolini
per uso HiFi.
Svolgono, è vero, la loro funzione, che è quella di offrire uno
spazio alle nostre elettroniche però si limitano a quello, niente di
più.
I motivi sono tanti e cercherò di spiegarveli uno per uno.
Un altro problema strutturale è dato dal fatto che tali rack sono normalmente
dei mobili chiusi su tre lati, rendendo ardue le operazioni di cablaggio e di
spostamento dei vari componenti e questo, oltre a limitare fortemente la dissipazione
termica del calore prodotto dagli apparecchi stessi, rende le operazioni di
normale manutenzione (leggi: pulizia e spolvero) estremamente difficoltose.
É pur vero che la parete posteriore si può rimuovere (ma non sempre),
restano tuttavia le due pareti laterali che impediscono una presa sicura di
apparecchi che possono arrivare tranquillamente oltre i venti kg di peso.
Altro aspetto criticabile, sempre presente nei rack, sono le famigerate rotelle.
Tali aggeggi infernali, oltre a mal sopportare il peso di grossi amplificatori,
rendono l'insieme quanto di più instabile ed insicuro si possa immaginare.
Infine, sia per la presenza delle rotelle sia per la costruzione a viti ed incastri,
è praticamente impossibile *mettere a bolla* i vari ripiani. Anzi, a
causa dell'approssimazione strutturale potrà capitare che un ripiano
è *a bolla* mentre un altro non lo è, rendendo la messa in
piano degli apparecchi un vero e proprio incubo.
Il mobile HiFi ideale deve essere rigido, stabile e deve o opporsi
completamente alla propagazione delle vibrazioni oppure lasciarle scaricare
verso terra con rapidità.
Il rack non fa né l'una né l'altra cosa ed utilizzarlo come supporto
per il giradischi (o per il lettore CD) è quanto di meglio si possa fare
per rovinare le prestazioni di tali sensibilissimi apparecchi.
Il volume semichiuso del mobile rack, unito alle antine libere di oscillare,
è in tutto e per tutto una cassa acustica: un elemento libero
di vibrare (altoparlante) con un volume d'aria chiuso dietro di esso (cassa).
Se questa analogia non vi convince provate ad infilare la testa dentro un mobile
rack mentre state ascoltando l'impianto, magari con un programma musicale ricco
di basse frequenze. Durante l'esperimento occhio a non farvi vedere da nessuno,
io declino ogni responsabilità sulle possibili conseguenze socio-matrimoniali
di un tale comportamento... e poi non dite di averlo letto su TNT!!!
Ora, sistemare un giradischi sopra una cassa acustica capirete anche voi che
non è certo il massimo (avete letto la Religione
del Tempio del Tweaking?).
Spero di avervi convinto. Altrimenti provate da soli a sistemare il vostro impianto
su un mobiletto apposito per HiFi (vedi sotto) e valutate la differenza ad orecchio.
I ripiani, nei tavolini leggeri, sono realizzati per lo più
in medium density (MDF o medite che dir si voglia), ma nulla vieta di sostituirli
con altri di diverso materiale a nostra scelta.
Alcuni costruttori prevedono la possibilità di utilizzare al posto della
medite dei ripiani in cristallo. Volendo, possiamo farci tagliare una lastra
di cristallo dal nostro vetraio (costo risibile) e provare a sostituirla al
ripiano *di serie*.
Il risultato sonoro può essere molto variabile, sia a seconda del tavolino
che stiamo usando sia a seconda del tipo di appparecchi. Alcuni riferiscono
che i ripiani in cristallo danno un suono un po' più asciutto e definito
rispetto a quelli in medite, però questa è un'affermazione che
non mi sento di sottoscrivere visto l'elevato numero di variabili in gioco.
Altra particolarità dei tavolini leggeri a struttura metallica e ripiani
in medite è che talvolta le gambe possono essere riempite con materiale
smorzante tipo sabbia, pallini di piombo o talco.
Anche in questo caso occorrerà valutare caso per caso i risultati sonori,
non esistono ricette magiche che funzionano sempre.
I tavolini a struttura pesante invece hanno dimensioni, ingombri e costi molto
diversi dai loro concorrenti *leggeri*.
I ripiani sono spesso in cristallo molto spesso o in policarbonato e talvolta
persino in marmo o simili. Altre volte utilizzano sistemi di smorzamento delle
vibrazioni molto ingegnosi, per esempio con sospensioni ad aria compressa.
Come dicevo, i costi di questi tavolini sono spesso molto elevati e quindi giustificati
solo se l'impianto che andranno ad ospitare è già di livello d'impegno
considerevole.
Non pensiate quindi che un tavolino da un paio di milioni possa far suonare
divinamente un impianto economico che costa altrettanto. Viceversa, se avete
un impianto di notevole impegno, è meglio stanziare un buon budget (e
tanta pazienza) per la scelta di un tavolino in grado di mettere nelle condizioni
ideali il vostro sistema.
Altra caratteristica comune a tutti i tavolini per uso HiFi è quella
di essere normalmente aperti su tutti i lati, per i motivi già esposti
(risonanze, dissipazione termica e manutenzione).
Sono piuttosto comuni i tavolini a tre gambe anzichè a quattro. I vantaggi
di questa scelta dovrebbero essere evidenti: mettere perfettamente in piano
tre appoggi è molto più semplice che livellarne quattro (c'è
sempre un piede che balla...).
Inoltre, se la strada che abbiamo scelto per minimizzare l'immagazzinamento
delle risonanze è quella dell'estrema leggerezza, una gamba in meno è
tutto peso risparmiato.
Come ultima cosa da prendere in considerazione suggerirei un supporto diverso
per la sorgente analogica, magari un bel tavolinetto da ancorare direttamente
al muro.
In questo modo, oltre a risultare posizionato in una modo più *protetto*
(cani e bambini difficilmente andranno ad urtarlo se lo posizionate abbastanza
in alto), esso risulta collegato al *mondo esterno* nella maniera più
semplice ed *indipendente* possibile. Le sue vibrazioni non si propagano al
resto degli apparecchi della catena e viceversa.
La sistemazione in ambiente è infine di fondamentale importanza: acquistare
un tavolino per HiFi e non mettere in piano (*a bolla*) i vari ripiani vanifica
gran parte del risultato sonoro ottenibile.
Quindi armatevi di una livella a bolla (in drogheria o fai-da-te, tipo quelle
da muratori) e di tanta pazienza, levellate i ripiani con l'ausilio del punte
regolabili e riverificate tale settaggio sia dopo averci poggiato gli
apparecchi sopra sia in seguito a distanza di qualche mese: i materiali tendono
ad assestarsi, le punte a farsi strada dentro i ripiani ed il vostro paziente
lavoro di allineamento va a farsi benedire.
Bene, ora che avete apparecchiato il vostro tavolino non vi resta che sedervi ed assaporare tanta buona Musica.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com