I cavi di collegamento, sia quelli che vanno alle casse sia quelli di
interconnessione tra i vari apparecchi, sono stati considerati per molto
tempo completamente ininfluenti sulla resa sonora di un impianto ad Alta
Fedeltà.
Dall'inizio degli anni '80 diverse aziende hanno cominciato a proporre
cavi speciali per HiFi. Tra lo stupore e
l'incredulità generale gli audiofili e le riviste specializzate hanno
cominciato a sostenere la tesi che anche i cavi avevano una grande influenza
sul suono di un impianto e da allora è stato un crescendo inarrestabile
fino alle follie dei giorni nostri quando si arriva a pagare anche 5000€ per un (1) metro di cavo speciale.
Questo l'antefatto. Ora possiamo cercare di capirci un po' di più.
Cominciamo con un po' di notazioni.
I cavi che vanno dall'amplificatore alle casse prendono il nome di
cavi di potenza ("speakers cables" in inglese).
I cavi che collegano i vari apparecchi dell'impianto si chiamano
cavi di segnale o di interconnessione ("signal cables" o
"interconnects" in inglese).
I cavi che collegano gli apparecchi alla rete elettrica si chiamano di
alimentazione.
I cavi di potenza possono essere terminati semplicemente spellandoli oppure
utilizzando degli spinotti che garantiscono un contatto meccanico ed elettrico
migliore: forcelle e banane. Queste ultime in particolare sono particolarmente pratiche
quando si voglia fare delle veloci sostituzioni di casse e ampli, ad es. per delle
prove.
I cavi di segnale sono necessariamente terminati con degli spinotti detti RCA
che, a seconda del livello di costruzione e dei materiali impiegati, possono
garantire connessioni più o meno affidabili. In generale è meglio
rifuggere da quelli troppo economici (ca. un paio di euro).
I cavi di potenza dovranno essere rigorosamente della stessa lunghezza per
ogni cassa, anche se una di esse è molto più vicina all'amplificatore
di quanto non lo sia l'altra.
Inoltre i cavi dovranno essere i più corti possibile, sia quelli di
potenza che quelli di segnale. Questo non significa affatto che dovrete mettere
gli apparecchi uno sull'altro per avere la distanza minore possibile.
Ogni apparecchio necessita di un suo spazio per funzionare correttamente ed
inoltre impilandoli uno sull'altro di possono innescare fastidiose
interferenze elettromagnetiche.
Per lo stesso motivo evitate ammassi ed intrecci inestricabili di cavi dietro
i vostri apparecchi. Oltre a rendervi difficile il compito di staccare/riattaccare
un componente quando necessario, essi funzionano come delle meravigliose antenne
in grado di captare ogni sorta di disturbo di natura elettromagnetica presente
nelle vicinanze.
Cominciamo con i cavi forniti "di serie" con gli apparecchi e col solito
cavo rosso/nero per le casse che tanto era in voga anni fa.
Questi rappresentano il gradino più basso, la spesa minore possibile,
essendo forniti gratis con gli apparecchi o "regalati" insieme alle casse.
Nonostante questo (prezzo zero) il rapporto qualità/prezzo, che teoricamente
in questo caso dovrebbe tendere all'infinito in realtà è una classica
forma indeterminata del tipo 0/0 perchè anche il numeratore della frazione
-la qualità- è ZERO. Fuor di metafora matematica (e perdonatemi qualche
deformazione professionale di tanto in tanto) diciamo che tali cavi sono
da evitare ad ogni costo. Quello che si può perdere utilizzandoli ha
dell'incredibile.
Occorre dunque spendere un po' di più. Al solito possiamo pensare
al mercato dell'usato, dove, in particolare per i cavi si possono fare
eccellenti affari. Infatti i cavi sono gli unici oggetti HiFi che non si
usurano (questo non è completamente vero ma ha il suo valore
nell'ambito di questa trattazione) per cui è estremamente facile pagare un
prodotto pari al nuovo ad un prezzo dimezzato.
Occorre naturalmente sapere cosa comprare quindi, semmai, l'usato è un campo da
vagliare solo in un secondo momento del vostro percorso di formazione
audiofila.
I costi dunque. Un discreto cavo di potenza lo pagate meno di 5€ al
metro ed un cavo di segnale meno di 50€ con alcune lodevoli eccezioni.
Per non sbagliare rivolgetevi a prodotti di marchi ben conosciuti (tanto per fare
dei nomi Monster Cable, Van den Hul, Supra, Audioquest etc) ed evitate
ad ogni costo quei cavi che di speciale hanno solo la sezione ed il colore
della guaina.
Se vi piace l'idea di autocostruirvi i cavi spendendo davvero poco provate
a vedere la proposta per un cavo di potenza fatto
in casa su queste stesse pagine. Abbiamo anche altri progetti un po' più sofisticati.
Senza addentrarci in trattazioni tecniche troppo complicate diciamo che il cavo,
di qualunque genere esso sia è un componente audio a tutti gli effetti,
attraversato dal segnale e pertanto potenziale "inquinatore" dello stesso.
È un componente "passivo" ovvero non può fare niente di proprio se non
opporsi al passaggio del segnale audio ed influenzare con le sue
caratteristiche elettriche (capacità, induttanza, resistenza)
l'accoppiamento tra i vari componenti di un impianto HiFi.
Funziona dunque solo per "sottrazione" ovvero ciò che lascia passare
è sola una parte -grande quanto si vuole- del segnale che lo
attraversa.quindi quando sentirete parlare di un cavo che ha "molti bassi"
non dovete pensare che li ha "addizionati" di suo al segnale. Semplicemente
ne ha "sottratto" di meno.
Oltre alle caratteristiche elettriche altri sono i parametri che possono
influenzare le prestazioni sonore di un cavo. La geometria secondo la
quale viene avvolto, la sezione, l'immunità alle risonanze, la
schermatura contro le interferenze elettromagnetiche ed altro ancora
contribuiscono a delineare la personalità sonora di un conduttore.
Per alcune considerazioni sull'argomento leggete
l'inter.vista che ho fatto ad un
famoso progettista di cavi: George Cardas della Cardas Audio.
È chiaro quindi che, essendo così numerosi i parametri in gioco, è
difficile se non impossibile stabilire un approccio costruttivo che sia
intrinsecamente migliore di un altro. Quindi quando sentirete parlare o
leggerete del "miglior cavo in assoluto" sappiate che trattasi di
pubblicità pura e semplice, neanche troppo furba e convincente a
dir la verità, e che come tale va considerata. Credereste mai a qualcuno
che vi dice di aver trovato la "migliore automobile" o il "miglior
bagnoschiuma" ? Ne dubito.
In conclusione il consiglio è, al solito, quello di scegliere i cavi provandoli
dentro il vostro impianto. Non fanno miracoli ma possono aiutare ad
ottimizzare il suono di un sistema, sia armonizzandone le caratteristiche
timbriche sia mettendone in risalto i pregi maggiori.
È chiaro d'altra
parte che con abbinamenti particolarmente infelici invece di esaltare i
pregi verrano evidenziati i difetti questo soprattutto se la qualità
del cavo è di molto superiore a quella dell'intero sistema.
Morale: il compatto della nonna non suonerà meglio se userete dei cavi esoterici.
Sulle varie modalità di collegamento delle casse all'amplificatore vi suggerisco di dare un'occhiata alla Monografia sul biwiring, monowiring, biamping & multiamplificazione attiva dove con parole semplici ho cercato di far luce sull'intricato labirinto di possibilità di collegamento disponibili oggi.
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