Si tratta di uno di quegli apparecchi dalla presenza in qualche modo
ingombrante, nel senso che possiede una sua ben determinata impostazione
timbrica, che influenza pesantemente il suono di qualunque catena in cui esso
venga inserito.
Quando ci si trova a che fare con amplificatori di questo tipo
e' sempre bene ascoltarli a lungo prima di acquistarli: riuscire poi
eventualmente a mitigarne determinate caratteristiche con opportune scelte di
interfacciamenti potrebbe rivelarsi impegnativo.
Il Galactron MK2060 e' un amplificatore integrato di potenza relativamente
ridotta (30 watt per canale) di impostazione minimalista: non sono presenti i
controlli di tono e il balance e' poco più di una regolazione fine del
bilanciamento dei canali. Non e' presente la scheda phono, percui in preventivo
occorrerà anche stanziare la cifra necessaria per una di livello adeguato.
Tutte le funzioni dell'apparecchio sono controllabili esclusivamente con il
telecomando, e questo rappresenta indubbiamente un limite di non poco conto.
Se si scaricano le batterie, o, peggio ancora, se vi capitasse di smarrirlo,
non avrete alcuna possibilità di ascoltare la vostra amata musica.
La mia catena e' completata dalle Sonus Faber Concertino e dal lettore Teac CD-5. La mia stanza d'ascolto misura tre metri per quattro e possiede caratteristische acustiche sorprendentemente buone (non e' affatto detto che i piccoli ambienti non siano indicati per ascoltare in alta fedeltà).
La prima cosa che colpisce ascoltando questo amplificatore e' la grande
sensazione di raffinatezza che esso e' in grado di trasmettere: Le gamme medie,
medio alte e alte sono veramente di una accuratezza e rifinitura di livello
assoluto, molto naturali e poco affaticanti, capaci nel contempo di
porre nel dovuto risalto ogni piccola sfumatura del messaggio musicale.
Le gamme basse e mediobasse sono abbastanza differenti da quelle che si e'
soliti ascoltare.
L'impressione iniziale può essere di una certa lentezza e di non
eccezionale controllo.
In realtà ci si accorge ben presto che l'articolazione
e' ottima e che il basso e' frenato a sufficienza. Questa particolare
impostazione e' comunque stata ricercata in fase di progetto: l'amplificatore
e' privo di controreazione totale ed ha una impedenza d'uscita vicina all'ohm,
di conseguenza non si preoccupa troppo di controllare lo smorzamento dei
woofer.
Il progettista dichiara esplicitamente che a suo parere
un diffusore correttamente progettato sarà di suo già sufficientemente
frenato e che sia dunque meglio preoccuparsi della articolazione e
dell'intellegibilità del registro grave.
All'atto pratico, pur non essendo
allergico a nessun tipo di diffusore in particolare, il Galactron si rivela
veramente ben accoppiato con i piccoli diffusori bookshelf, ai quali riesce a
donare un suono plastico e corposo. Eviterei gli abbinamenti con casse di
litraggio elevato e woofer dalle membrane pesanti due etti...
La velocità e soprattutto la dinamica sono veramente alte, tanto che
l'amplificatore sembra notevolmente più potente del dato di targa (illuminante
il confronto con un giapponesone anni '80 da 70 watt che tengo in casa!).
Non pensiate, comunque di poter sonorizzare adeguatamente grandi ambienti,
magari utilizzando casse dall'efficienza bassina!
La scena e' tra le migliori che io abbia mai ascoltato da un amplificatore
integrato: larga, ariosa, appena compressa in profondità, essa e' ricca di
informazioni d'ambienza.
Il collo di bottiglia di questo ampli e' sicuramente rappresentato dal
preamplificatore, che non e' all'altezza del finale. In negozio ho potuto
ascoltare lo stesso finale pilotato da un pre separato, sempre Galactron ma di
classe notevolmente superiore a quello dell'integrato, ed i parametri che più
subivano miglioramenti erano la dinamica e la profondità e la scansione dei
piani sonori.
Purtroppo non e' possibile, a meno di non operare modifiche,
utilizzare separatamente il pre ed il finale dell'integrato, alla Galactron
prevedono un altro tipo di upgrade, quello della biamplificazione semipassiva
per cui l'amplificatore e' predisposto, ma che non ho mai ascoltato, e di cui
dunque non posso parlare.
Copyright © 1996 Luca Nicoletti