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Eastern Electric Minimax - preamplificatore fono a valvole

Economico ma molto vicino all'high-end

[MiniMax frontale]
[English Version]

Prodotto: Amplificatore fono valvolare MiniMax
Produttore: Eastern Electric Audio - Cina
Distributore: Minimax Audio - Europa
Prezzo (approssimativo): 1490 EUR, in Germania
Dimensioni: 270mm (larghezza) x 160mm (profondità) x 120mm (altezza)
Valvole: ECC83/12AX7 (tre), 6AX4/EZ90 (una)
Recensore: Hartmut Quaschik - TNT Germany
Pubblicato: Ottobre, 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta

Hi-End Audio cinese, parte III

I componenti hi-fi della Minimax sono costruiti ad Hong Kong da Alex Yeung che ne è anche il progettista. Finora la Minimax ha lanciato sul mercato preamplificatori, amplificatori di potenza, amplificatori integrati, un lettore CD e per ultimo uno stadio fono. Ho già avuto il piacere di ascoltare qualche tempo fa per TNT-Audio un amplificatore di potenza ed il preamplificatore linea.

A 1490 Euro questo stadio di amplificazione fono è un pochino più costoso degli altri componenti prodotti dalla Minimax. Questa cosa non mi sorprende affatto perché progettare e realizzare uno stadio fono ben suonante è sempre stato molto impegnativo per progettisti e costruttori, e questo è ancor più vero tutt'oggi data la bassa produzione di vinile e la quindi bassa aspettativa di profitti derivanti da esso.

[MiniMax vista dal basso]

Dettagli esteriori

Questo amplificatore esibisce una straordinaria perizia costruttiva ed a prima vista mi ricorda molto le belle elettroniche valvolari Sun Audio. La Sun Audio è nota come Uchida in Germania, mentre "Sun Audio" è il nome proprietario dell'importatore locale di Mark Levinson e non può essere usato dalla Sun Audio a causa dell'evidente conflitto di nomi.

L'aspetto esterno racconta molto sulla topologia interna di questo stadio. Le grandi scatole dei trasformatori a bobina mobile sono difficili da non riconoscere. Ci sono due trasformatori per l'alimentazione di potenza che sono connessi internamente per fornire la corretta linea di voltaggio e una valvola rettificatrice 6X4.

Sul pannello frontale c'è l'interruttore "mute", che, via dei relais, cortocircuita l'uscita verso terra, mentre nella parte posteriore potete vedere a cosa serve questo interruttore: non meno di tre ingressi fono sono a disposizione, uno per le testine a magnete mobile e due per quelle a bobina mobile di bassa ed alta uscita, poiché i trasformatori a bobina mobile devono alimentare le connessioni primarie che possono essere selezionate usando un ingresso assegnato. Con un interruttore si può selezionare "moving coil", bobina mobile, o "moving magnet", magnete mobile.

Interni

All'interno si nascondono il controllo dell'alimentatore e l'impegnativa tecnica di saldatura punto-a-punto per connettere i vari componenti elettrici. Questa abbastanza obsoleta tecnica di saldatura si trova ormai solo nei componenti valvolari di alta qualità.

Il circuito usato in questo stadio fono è vecchio e ben conosciuto: tre valvole ECC83 alimentano due stadi di guadagno ed un inseguitore nello stadio d'uscita mentre le correzioni RIAA sono fatte attivamente nel loop di feedback. Avrete sicuramente visto questo circuito in una serie di altri amplificatori valvolari come il McIntosh C22, il Marantz C7 e se uno si dimentica del catodo ad inseguitore, negli amplificatori Shindo. Quello che il Minimax ha in comune con i moderni Shindo non è solo tecnica costruttiva delle connessioni punto-a-punto ma anche la regolazione dell'alto voltaggio attraverso dispositivi a stato solido. Ordinariamente il Minimax è equipaggiato con alcune valvole Eastern Electric, ma il distributore per la Germania mi ha fornito anche un set di vecchie Telefunken e valvole Valvo ECC83.

[MiniMax interni I]

[MiniMax interni II]

Ascolto

Ora avete fra le mani un oggetto costruito con tecniche di prima classe, con un circuito molto ben testato... ne dovete concludere che nulla può andare storto. E siete completamente fuori strada! Il primo esemplare che mi fu inviato nel 2004 - essendo ancora un prototipo - non mi impressionò affatto per cui decisi di spedirlo indietro al distributore. All'inizio del 2005 mi è arrivato un esemplare appena uscito dalla catena di produzione. Questo secondo esemplare sembrava essere cambiato parecchio perché appena tirato fuori dalla scatola mi sembrava suonare correttamente. Il rodaggio non è durato a lungo o almeno non ho potuto rilevare nulla di rilevante durante le prime ore d'ascolto. Dopo che il suono si è stabilizzato verso un alto livello ho suonato molta musica con questo preamplificatore e ho potuto fare dei confronti con gli altri componenti che affollano la mia stanza d'ascolto.

Poiché possiedo solo testine a bobina mobile di bassa uscita ho potuto testare solo l'ingresso "MC-Low". All'ingresso è stato connesso un Red Rose Petal (prodotto da Myabi). Per poter trarre delle conclusioni sulla qualità dei trasformatori interni a bobina mobile del Minimax ho qualche volta usato un trasformatore a bobina mobile esterno. Questo ovviamente è stato connesso all'ingresso MM.

Sono già passati alcuni anni da quando Tori Amos lanciò il suo impressionante album "Boys for Pele". Per me la versione in vinile chiaro con un disco doppio è sia un piacere all'ascolto che un "festino" audiofilo. I pezzi sono cantati con tensione e i testi sono sempre così profondi che l'ascoltatore non li può afferrare completamente anche dopo averli ascoltati centinaia di volte. Al tempo stesso l'album è pieno di dettagli audiofili infilati in tante tracce. Su pessimi sistemi questo vinile suona molto molto male con le voci che diventano ruvide e non piacevoli, i dettagli vengono sfumati. Tuttavia su sistemi di altro livello potete navigare tra la musica. Proprio per questa sua doppia natura sto ascoltando abbastanza spesso questo disco e lo uso anche come test per sistemi di alta qualità. Anche l'edizione in CD è fantastica.

Per prima cosa ho connesso il Minimax allo stadio in linea dello Shindo Monbrison dove una manopola del volume da 250 kOhm era in attesa del segnale d'ingresso. In verità non mi aspettavo cose meravigliose ed ovviamente niente di speciale è successo. Per quanto riguarda il fluire musicale e il timbro naturale il Minimax è abbastanza simile allo stadio fono del Monbrison ma quando si parla della risoluzione delle sibilanti il Monbrison è migliore avendo più dettagli e risoluzione. Il Monbrison è anche migliore nel differenziare le singole tracce di "Boys for Pele". Da un punto di vista tonale il Minimax è più leggero dello Shindo. Anche questo non mi ha sorpreso perché i preamplificatori Shindo hanno ed hanno sempre avuto un circuito RIAA incline verso tonalità più "calde". Passare nel Minimax dalle valvole in dotazione ad alcune vecchie valvole ha prodotto un suono migliore anche se l'impressione complessiva delle differenze tra il Minimax e lo Shindo non è cambiata. Avrei potuto speculare sul ruolo della sinergia tra lo stadio in linea e il preamplificatore fono della Shindo, ma tutto quello che potevo fare era, in realtà, confrontare il Minimax anche con altri stadi in linea.

Il Minimax si è espresso meglio quando è stato connesso allo stadio in linea a transistor o allo stadio a trasformatori costruito intorno al regolatore di volume a trasformatori Steven & Billington. Le linee di basso hanno preso più peso e la musica ha acquistato quel carattere così forte da volerne seguire il tempo con le dita, carattere che viene ogni tanto riconosciuto solo ad alcuni amplificatori inglesi. Le ripetizioni nel disco "The Photographer" di Philip Glass sono state tratteggiate bene nel loro sviluppo e nelle loro piccole deviazioni in modo che la musica non diventasse mai noiosa. La combinazione del Minimax e dello stadio fono a trasformatori suona in maniera più neutra che la combinazione degli Shindo ma anche con meno trasparenza e, devo ammettere, con meno charme.
Se dovessi definire il carattere di questo preamplificatore Minimax allora lo descriverei come chiaro, neutrale e asciutto. Inoltre l'"asciuttezza" guadagna molto con le valvole NOS. Sotto questo aspetto il Minimax ricorda molto gli amplificatori valvolari Conrad-Johnson. Tirando le somme, c'è solo una piccola componente di suono valvolare in questo stadio fono ma al tempo stesso è capace di metter in ridicolo un pre come il Naim NAC82 equipaggiato con l'alimentazione HiCap perché ha lo stesso senso del PRAT (pace, rhythm and timing, passo, ritmo e senso del tempo, n.d.t.) ma ha una risoluzione maggiore e suona in maniera più neutra. Un altro vantaggio del Minimax è che ha bisogno di solo cinque minuti per scaldarsi e suonare i dischi mentre tanti componenti inglesi a transistor, anche dopo essere stati spenti per poco tempo, hanno bisogno di giorni se non di settimane prima di poter suonare.

Ovviamente ho dovuto assolutamente provare con il Minimax il mio trasformatore a bobina mobile di riferimento, il Jensen JTX-346ATX. Il risultato è stato che il Jensen non ha potuto battere i trasformatori interni a bobina mobile del Minimax perché li ho trovati migliori nel delineare le linee di basso rispetto al mio riferimento.

Questo è un risultato eccellente e che eleva la barra della qualità del Minimax ben al di sopra del pre fono EAR 834P che non solo suona in maniera meno bilanciata ma è anche -come opzione- equipaggiato con un numero inferiore di ingressi a bobina mobile.

Conclusioni

Tutto sommato lo stadio fono della Minimax è un'offerta molto convincente nel cosiddetto segmento "middle high-end", ovvero della fascia media dell'high-end, dove qualche volta è possibile ottenere il 90% della qualità per il 30% del prezzo.

Copyright © 2005 Hartmut Quaschik - www.tnt-audio.com

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