Prodotto: amplificatore integrato Power TI s
Costruttore: T-HiFi - Italia
Prezzo appross.: 350 €
Disponibilità: distributori ufficiali o vendita diretta online
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Marzo, 2007
Sono passati oltre due anni dalla recensione del T-Amp e da allora tante cose sono successe nel settore delle amplificazioni HiFi. Tanti Costruttori nuovi sono nati sull'impulso di queste tecnologie a basso costo ed ormai anche le Aziende più tradizionali (ad es. Rotel e Onkyo) cominciano ad utilizzare moduli in classe D per i propri amplificatori. Tutto questo nonostante in tanti si fossero premurati di farci sapere che tanto "non sarebbe durata" (per inciso, gli stessi che invece sostenevano l'imminente avvento del SACD...sic!).
La T-HiFi di Ezio Aldoni è nata poco tempo dopo che si è cominciato a parlare di Classe D a la Tripath con lo scopo di proporre modifiche al T-Amp ma anche apparecchi nuovi ed originali, basati su chip in Classe T. Abbiamo già recensito (Settembre 2006) un amplificatore della T-HiFi, più precisamente il modello basato sul classico TA 2024, denominato Micro TI: stesso "cuore" del T-Amp ma più ingressi ed un layout più curato. Tuttavia, tanti audiofili hanno trovato insufficiente la potenza del 2024 (lo ricordiamo, circa 6 watt per canale su 8 Ohm!) ed hanno manifestato grande interesse per amplificazioni "analoghe" ma più potenti, versatili e ben costruite, caratterizzate da analogo rapporto qualità/prezzo.
Per rispondere parzialmente a questo bisogno di "normalità" nasce il Power TI s, ampli integrato oggetto di questa prova. Si tratta di un amplificatore integrato assolutamente "standard", con due ingressi linea, volume, alimentazione integrata ed un "cuore" in Classe T capace di ben 60 watt continui su 8 Ohm e 90 watt continui su 4 ohm.
Come si può vedere dalle foto, il Power TI s è un amplificatore abbastanza tradizionale nell'aspetto e nelle features. Solo le dimensioni si discostano dallo standard HiFi di 43 cm. Infatti, grazie alla tecnologia impiegata, gli spazi necessari si riducono molto (ed aumenta in proporzione il WAF :-)). Così, l'ampli è largo appena 24 cm, alto 9 cm e profondo 30. Il peso è di poco sotto i 4 kg.
Come dicevo, l'ampli offre due ingressi linea, sufficienti nella stragrande maggioranza dei casi, un controllo di volume affidato ad un potenziomentro ALPS serie blu, un'alimentazione switching, un cavo d'alimentazione con vaschetta VDE, il tutto all'interno di un cabinet in metallo con frontale in alluminio da 1 cm, fresato e pantografato. Anche le due manopole sono in alluminio tornito. Sul retro sono ospitati l'interruttore d'accensione, le due coppie di RCA dorati (su richiesta un minijack per iPod et similia) ed i morsetti d'uscita per i diffusori. All'accensione è presente un circuito di soft start e anti-bump. Ciò significa che nessun rumore molesto uscirà dagli altoparlanti all'accensione dell'apparecchio. Un led blu segnala l'avvenuta accensione mentre un altro led blu funge da controllo del chip TA 2022 sulla scheda.
Il "cuore" è costituito da una scheda Fenice 100 abarthizzata. Il chipset, come già detto, è il ben noto Tripath TA 2022 che sviluppa una potenza continua di 60 watt su 8 Ohm e di 90 watt su 4 Ohm (con lo 0.1 % di THD).
Per tutti i dettagli tecnici sulle features e le prestazioni del chipset TA2022 rimando al datasheet ufficiale della stessa Tripath (documento PDF).
La costruzione dell'amplificatore appare abbastanza curata e le finiture sono di buon livello.
Il Power TI, provato da me nella sua versione più essenziale ed economica, è disponibile in diverse varianti:
Il Power TI offre dunque tutto il vantaggio di una produzione in piccola serie ovvero massima flessibilità: l'utente può configurare l'ampli come meglio preferisce, persino dal punto di vista estetico.
Ho avuto la possibilità di ascoltare e valutare l'amplificatore Power TI s per diversi mesi, grazie alla infinita pazienza del titolare della T-HiFi. Ho potuto confrontarlo, oltre che con amplificazioni tradizionali (leggere il seguito) anche con altri esponenti della "nuova" Classe D: NuForce REF9 SE, Trends Audio TA-10, T-Amp tradizionale, Super T-Amp. Ha pilotato sia diffusori di sensibilità medio-alta che media.
Se questa è la domanda che vi state ponendo, la risposta è NO. ENNE O. Così, senza mezzi termini. Nel bene e nel male.
Mi spiego meglio: la timbrica del chip TA 2022 non è quella del TA2024 (del T-Amp). Si tratta di due differenti implementazioni della Classe T e...si sente. L'impostazione generale dell'integrato in prova è tendenzialmente più morbida e calda, mai aggressiva, iperanalitica o tagliente. A lasciar intuire che si tratti ancora di una Classe T resta una specie di "watermark", quella sensazione di grande capacità di introspezione nel messaggio musicale, quella innata capacità di scandagliare le trame musicali ed estrarne i più reconditi tesori nascosti. Per non parlare del trattamento riservato alle voci, assolutamente chiare, con vocali e consonanti ben scandite anche quando pronunciate in idiomi diversi.
Voci maschili e femminili appaiono sempre ben distinte, staccate dal tessuto degli strumenti, ma ben inserite nel contesto complessivo. Intrecci vocali o anche strumentali complessi vengono dipanati con estrema facilità, come se fosse la cosa più semplice da fare per un amplificatore. Questo era uno dei punti di forza del T-Amp!
Un rapido confronto con un integrato di pari classe, potenza e di ottima reputazione come il NAD C320 BEE, mette a nudo questo aspetto con ancor più facilità: quello che col NAD appare a tratti troppo "amalgamato" in una macedonia di suoni e colori, col Power TI appare scisso nelle singole componenti, ma in maniera assolutamente naturale. Si possono sentire più particolari e ciò, anziché disturbare, aiuta l'ascolto.
Per dirla tutta, tra i due ampli quello che appare più "artificiale" è proprio il NAD. La sensazione, ovviamente, diventa evidente solo dopo uno spietato confronto diretto.
Sul lato basse frequenze manca del tutto quella certa leggerezza del T-Amp (dovuta al progetto ed alla scarsa potenza). Con il Power TI s il basso è potente, profondo ed articolato. Anche qui il confronto con il NAD mette in evidenza la differenza di approccio: più rotondo e forse pure più gonfio il NAD, più articolato, profondo e controllato (ma altrettanto potente) il Power TI. La sensazione è che il basso del NAD sia più ruffiano ma anche più impreciso e scomposto.
In gamma altissima, la maggiore rifinitura del Power TI s diventa evidente, aggiungendo particolari solo accennati con il NAD. La tessitura armonica è di buon livello, in barba a chi ha etichettato la Classe D come "armonicamente povera".
Un confronto col Trends Audio TA-10, che oserei definire versione "definitiva" di integrato con TA2024, mostra il Power TI s leggermente sfavorito sulla riproduzione delle voci, che col piccolo TA-10 sono semplicemente magiche per presenza e realismo, ma si riscatta con una gamma medio-bassa più "sostenuta" e convincente. Ovviamente le basse frequenze sono tutte a favore del Power TI s, grazie ad una potenza d'uscita 10 volte superiore.
L'erogazione di corrente è notevole, pertanto i salti dinamici sono "risolti" con buona disinvoltura. Non si tratta del piglio autoritario dei finali NuForce, per capirci, ma è comunque un bel viaggiare. Rispetto al T-Amp, con tutte le dovute proporzioni, si percepisce un modo più gentile di porgere la Musica e le sue variazioni, anche le più repentine. Credo sia un modo di suonare più vicino al gusto di tanti audiofili, che preferiscono atmosfere più rilassate ai giochi pirotecnici. Il chip TA2024, da questo punto di vista, si avvicina di più alle grande amplificazioni, riproponendo, in scala ridotta naturalmente, quel "carattere" deciso dotato di grande respiro. Con il Power TI invece tutto appare più intimo, se così posso dire. Così, mentre con il T-Amp, a causa di un decadimento delle note forse un po' troppo repentino, si sentiva un'urgenza che conferiva molto swing alla Musica, con il Power TI s attacchi e rilasci sono più mediati e, a mio parere, a tratti affetti da un filo di lentezza. Come dicevo, differenze nel bene e nel male. Per mio gusto personale preferisco un suono più "deciso" ma capisco bene che per altri audiofili sia di gran lunga preferibile anche una dinamica meno "sottolineata". Ovviamente, molto dipende anche dagli abbinamenti coi diffusori e con il resto dell'impianto.
La potenza c'è, anche se appare erogata in un modo strano. Come un motore V-TEC (o un 16V spinto) il bello arriva solo ad alto regime di giri. La prima sensazione è che la potenza sia inferiore a quella dichiarata. Non trovo paragone migliore che quello motoristico, chiedo venia. Spero di aver reso l'idea. I 60 watt ci sono comunque tutti.
Un'altra prerogativa del T-Amp e di altri progetti in Classe D è la capacità di ricreare un soundstage ampio, credibile e molto stabile nelle tre dimensioni. Il Power TI non fa eccezione a questa regola ed esibisce una perfomance spaziale di tutto rispetto. Le tre dimensioni sono riproposte con senso delle proporzioni ed ottima precisione. La stabilità dei protagonisti della scena è encomiabile mentre il palcoscenico appare illuminato di luce soffusa. Non si tratta delle diapositive a tinte vivaci tipiche del T-Amp, piuttosto di una fotografia a tinte calde. La porzione centrale della scena, quando occupata da una voce, appare ben in evidenza, forse appena in avanti ma in generale fedelmente dipendente da ciò che c'è sui dischi nel senso che l'ampli non conferisce, di suo, caratteristiche particolari (effetto "presenza" estremo o profondità eccessive).
Tornando al confronto con il NAD, la sensazione di maggior precisione permane anche analizzando la performance tridimensionale. Tutto appare più definito: strumenti e cantanti paiono occupare posizioni più precise e facilmente localizzabili. Una differenza piuttosto evidente riguarda la localizzazione di strumenti a percussione tipo i piatti della batteria, ad esempio, che escono dal pattern sonoro in maniera più evidente ed intelligibile.
Non c'è molto da dire, si tratta di un prodotto assolutamente plug & play: lo collegate alla rete, gli attaccate una sorgente e siete pronti. Nessun alimentatore esterno da acquistare o sostituire, nessun adattatore da utilizzare, nessun tweak obbligatorio. Niente. Da questo punto di vista, coloro che fossero abituati agli equilibrismi del T-Amp, possono tirare un sospiro di sollievo. Questo è un ampli integrato normalissimo, facile da usare e che non richiede alcun tipo di intervento ulteriore.
Come tutti i chip Tripath, il suono migliora un po' con il passare del tempo, ma devo dire che da questo punto di vista il carattere è molto meno scontroso che nel caso TA2024. Ho notato che, comunque, suona un po' meglio dopo circa mezz'ora dall'accensione. Scalda pochissimo, come è logico che sia, vista l'altissima efficienza energetica, non ronza, non fruscia, non capta interferenze. Vale in ogni caso il solito consiglio circa la quasi impossibilità di utilizzare un sintonizzatore posto nelle vicinanze dell'ampli, problema comune, pare, alla maggior parte delle amplificazioni in classe D (l'alta frequenza di switching va ad interferire con la sintonia FM).
La potenza è largamente sufficiente per tutti gli impieghi domestici, pertanto l'obbligo di utilizzare diffusori sensibili (come nel caso T-Amp) viene meno. E' un ampli da 60 watt RMS su 8 Ohm, può pilotare ad alto volume diffusori anche piuttosto impegnativi.
Costruzione & finitura.
L'oggetto è ben costruito e rifinito. Non mi sono piaciute le scritte pantografate, praticamente invisibili (ma credo sia un fatto voluto) così come non ho mai gradito i frontali in alluminio naturale su cabinet in metallo nero. Credo che la variante con il frontale nero sia nettamente più elegante ed armoniosa (+ 20 €). Gusti personali a parte, lamento la mancanza di più ingressi (almeno altri due potrebbero essere utili) e del telecomando, ormai requisito quasi indispensabile anche in prodotti di fascia medio-bassa. Questo, come detto, si può avere con un sovrapprezzo di 100 €. Sono certo che queste scelte siano motivate dal voler contenere i costi il più possibile, tenendo conto che non è facile avere prezzi cinesi con apparecchi interamente progettati e costruiti in Italia.
Le scritte del pannello posteriore appaiono un po' artigianali e la stessa indicazione degli ingressi 1-2 e destro-sinistro non è chiarissima. I connettori d'uscita per i diffusori, seppur dorati, hanno un aspetto un po' dimesso. Trattandosi di una pre-serie, il modello da me provato era ancora sprovvisto di imballo "ufficiale" e di manuale d'uso. Per lo stesso motivo, come ai più attenti di voi non sarà certamente sfuggito, una scritta IMPUT appare al posto di INPUT :-)
I piedini sotto l'apparecchio sono i classici di gomma semi-dura, quindi c'è spazio per un po' di tweaking.
Infine, due mie fisime personalissime sul nome dell'apparecchio (lo so, ogni tanto mi fisso): "POWER TI" somiglia troppo, foneticamente e ortograficamente, a "POVERTY" (povertà, in inglese). Non lo userei mai in un apparecchio HiFi :-)
In secondo luogo, anche il nome "Power" usato per un ampli integrato può confondere e si è portati a pensare che si tratti di un finale di potenza (power amplifier...che esiste, ma si chiama Power TF!)
Suono. L'amplificatore è fortemente caratterizzato dalla presenza del chip Tripath TA 2022 che ha una sua precisa personalità. Certamente, come già detto, non si tratta di un TA 2024 con più potenza. I due chip hanno personalità abbastanza diverse. Più veloce, "cattivo" e preciso il 2024, più caldo e sornione il 2022. Questo potrebbe essere anche un vantaggio, non a tutti piace il carattere deciso del 2024.
Si intuisce comunque che la tecnologia alla base di tutto sia la stessa, grazie all'ottima trasparenza, assenza di impastamenti sulle trame strumentali e vocali, anche ad alto volume. Inoltre, l'immagine è di ottimo livello. Curiosamente, presenta una strana tendenza a suonare meno potente di quanto sia in realtà. E' un fenomeno strano, già evidenziato nel corso della controversa prova del sistema di diffusori attivi Aux Out. A cosa sia dovuto questo fatto non è dato sapere (anche se mi piacerebbe vedere delle misure) e certamente non dipende dalla curva di risposta del potenziometro del volume, come qualcuno potrebbe pensare. Lo stesso fenomeno, infatti, si è ripetuto sul sistema Aux Out che era completamente differente per implementazione e potenziometri utilizzati.
In definitiva, per mio gusto strettamente personale, avrei preferito un po' di grinta in più, a costo di suonare scontroso con dischi incisi non esattamente con tutti i crismi. Questo Power TI s perdona parecchio alle incisioni non proprio eccelse.
Prezzo. Qualche considerazione sul prezzo di questo apparecchio e sulla concorrenza. Trattandosi di un oggetto progettato e costruito interamente in Italia, in piccole quantità, è già sorprendente che si sia riusciti a bloccare il prezzo a 350 €. E' chiaro che un simile amplificatore costruito nel Far East in grandi numeri costerebbe nettamente meno. L'ampli tradizionale con il quale ho fatto qualche confronto, il NAD C320BEE, ha una potenza analoga (leggermente inferiore), è rifinito in maniera un po' più "economica" ma offre molte più features: telecomando, 7 ingressi linea, separazione pre-finale, controlli di tono ed ingresso cuffia. C'è anche da dire che, di listino, il 320 costa(va) ben 490 € che diventano circa 400 nel "mondo reale". Con 500 € "veri" il Power TIs offre il telecomando e, se vi piace, un bel frontale in noce massello. Si tratta dunque di due oggetti differenti, più essenziale e minimalista il Power TIs, che vanta però un aspetto decisamente più "lussuoso", più flessibile ma anche più modesto di apparenza il NAD.
Dal punto di vista sonoro, che serve per valutare il rapporto qualità/prezzo, secondo il mio gusto, il Power TI s è di una spanna al di sopra del NAD. Ovviamente ogni audiofilo saprà fare le sue valutazioni e dare il giusto peso ad un aspetto piuttosto che ad un altro. Quel che mi premeva sottolineare è che, pur penalizzata da una realizzazione artigianale in piccola serie (cioé costosa) la tecnologia in Classe D riesce già ad essere concorrenziale nei confronti di amplificazioni tradizionali, persino nella fascia "entry-level" del mercato. Un segno dei tempi? Sì, un altro.
Se stavate pensando ad un T-Amp con più watt e maggiore flessibilità d'uso, forse non è questo Power TI s la risposta più corretta. Certamente ha nei suoi geni molti dei connotati tipici della Classe D ma offre un suono più rilassato e meno aggressivo del T-Amp. Questo lo rende, probabilmente, un partner più facile, specie con diffusori ad alta sensibilità (peraltro NON necessari) spesso caratterizzati da una gamma medio-alta non proprio addomesticata.
Allo stesso prezzo si può acquistare un amplificatore integrato di marca nota, di pari potenza e con più ingressi, magari con anche il telecomando. La scelta certamente non è facile. Tutto dipende da quanto siete disposti a sacrificare (e, almeno stavolta, non in termini di potenza!) in favore di un suono dotato di una trasparenza da "grande elettronica", privo di quegli impastamenti tipici di tanti piccoli integrati tradizionali. Si tratta ancora dei primi passi di una tecnologia che sta pian piano rivoluzionando il modo di progettare e costruire le amplificazioni HiFi.
Il Power TI s può essere considerato una vera alternativa alle amplificazioni tradizionali. Senza dover scendere - STAVOLTA - a scomodi compromessi.
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