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Audio Analogue Puccini
[English version]
L'amplificatore Audio Analogue Puccini è un integrato da 40 watts
per canale, di impostazione ultraminimalista (volume e selettore ingressi) progettato e costruito in Italia.
L'Audio Analogue è una giovane realtà nostrana che si sta imponendo
all'attenzione degli audiofili per una serie di prodotti (amplificazioni +
un convertitore D/A) estremamente interessanti, dal rapporto qualità
prezzo molto favorevole.
L'ampli oggetto di questa prova si è guadagnato giudizi molto lusinghieri
sulla stampa di settore ed io fremevo dalla voglia di tastare ancora una
volta il polso al mondo dell'HiFi made in Italy.
Il Puccini è, dicevo, un ampli minimalista con un certo numero di trovate
interessanti: cavo d'alimentazione staccabile (finalmente!) ed interruttore
d'accensione sul retro dell'apparecchio.
Il cavo d'alimentazione staccabile permette l'utilizzo di cavi
di qualità, senza dover cannibalizzare l'apparecchio.
L'interruttore d'accensione posto sul retro obbligherebbe a tenere l'apparecchio
sempre acceso se non fosse per una trovata tanto banale quanto furba: col
volume a zero l'amplificatore si pone in stand-by (pre-riscaldamento) e solo
una sua rotazione rende operativo a tutti gli effetti l'apparecchio, più
o meno come le radio a valvole di una volta.
Il vantaggio di questa soluzione consente nel tenere l'ampli sempre pronto
per funzionare al meglio o quasi, infatti un buon riscaldamento con la
Musica è sempre consigliabile.
L'ampli dispone anche, per tener fede al nome del marchio, di ingresso
per giradischi analogico, commutabile da MM ad MC dall'interno.
Un cabinet robusto, con un bel pannello frontale e quattro mini-piedini
sferici in gomma tenera completano il Puccini, per un costo totale
intorno alle 900.000.
La timbrica
Il Puccini è un integrato dalla personilità spiccata, fatta di un suono
raffinato ed un'interpretazione del messaggio
musicale quasi da valvolare, nel senso migliore del termine: alti luminosi,
rifiniti ma assolutamente godibilissimi. Non è il tipico registro alto
della maggior parte degli ampli a transistor: presente ma mai fastidioso,
dona alla riproduzione una luce ed un dettaglio da apparecchio di gran classe.
Il medio è per certi versi molto simile, nitido, mai aggressivo con una
certa preferenza per le voci femminili alle quali dona una grazia ed una
suadenza molto affascinanti.
Il Puccini non sa essere cattivo, tratta tutta la Musica con grazia e tatto,
il pugno di ferro e la cattiveria di altri suoi concorrenti più sguaiati
non gli sono familiari. Riesce a far suonare aggraziate anche alcune incisioni
non proprio correttissime.
Il basso è buono, anche se un'estensione ed una presenza maggiori non avrebbero
guastato...ma non sarebbe stato il Puccini. Lui il suo carattere lo mantiene
fino in fondo, su tutte le frequenze ed a tutti i livelli di ascolto. Quando
gli si chiede troppo non urla e stride, ma comincia a comprimere la dinamica,
per farvi capire gentilmente che non è il caso di andare oltre con
la manopola del volume.
La limitata profondità del basso, pensando all'abbinamento più logico del
Puccini con diffusori bookshelf dalla risposta in frequenza non molto estesa
lato bassi, non è una mancanza grave e viene compensata da un ottimo medio
basso, potente, veloce e molto, molto convincente.
Il Puccini suona tutta la Musica con una grazia particolare, e non si tira
indietro davanti ad alcun genere musicale. Certo, per il rock elettrico si
potrebbe desiderare un impatto superiore, un po' di grinta in più ma per meno
di 900.000 lire non è facile, considerando i concorrenti direi quasi
impossibile.
Alla Audio Analogue hanno voluto rispondere con il Puccini
versione SE, che non è lo stesso amplificatore con un cabinet diverso,
come è capitato di leggere altrove. Si tratta di un ampli piuttosto
diverso soprattutto lato alimentazione, con una struttura quasi dual-mono
che consentirebbe spunti dinamici nettamente superiori, vivacizzando ed
energizzando il suono raffinato del Puccini versione base. Il costo
dell'SE si aggira sul milione e mezzo.
Le foto si riferiscono al Puccini SE (si notano infatti i due trasformatori) anche se esternamente i due integrati sono pressochè identici (il frontale del Puccini standard è meno spesso).
La dinamica
In parte ho già detto quale sia il comportamento dell'integrato italiano
relativamente a questo parametro.
Non è un ampli particolarmente spettacolare, non vi farà sobbalzare sulla
sedia ne' farà tremare il pavimento. Non è neppure particolarmente veloce.
Questi vanno intesi non come difetti ma come scelte di progetto volute
per conferire all'apparecchio un carattere sonoro il più possibile
valvolare, dolce e raffinato, mai aggressivo e violento.
Può suonare anche piuttosto forte, se abbinato a diffusori di efficienza
media (sopra gli 86 dB), ed i suoi partners ideali sono proprio quei
deliziosi bookshelf veloci, raffinati e facili da pilotare.
Devo dire di averlo messo a dura prova, facendogli anche pilotare delle torri da
pavimento, le Opera III, che certo non sono l'abbinamento ideale, ma lui
le ha pilotate agevolmente, non riuscendo a farle esprimere al meglio ma
mantenendo tuttavia un aplomb inappuntabile.
Se non volete mortificarlo niente diffusori a bassissima efficienza o
particolarmente bisognosi di pilotaggio per fornire una riproduzione
dinamicamente credibile. Il buon Puccini non merita di essere
trattato così. Riservategli lo stesso trattamento che lui fa alla Musica,
con gentilezza e senza esagerazioni e vi ripagherà con un suono di
gran classe.
L'immagine
Buona nelle tre dimensioni ed un tantino costretta in larghezza, comunque
decisamente credibile.
L'unico appunto che mi sento di muovere sotto quest'aspetto della performance
del Puccini riguarda l'ingresso fono (io ho provato l'MM con una Grado
Signature, front-end Linn): timbricamente molto simile agli altri ingressi
dal punto di vista dell'immagine è invece inferiore per l'altezza della
scena virtuale, decisamente più bassa che col CD mentre
normalmente dovrebbe essere il contrario.
Quindi: scena più bassa e lievemente
ridotta anche nelle altre due dimensioni. Non conosco una spiegazione a questo
comportamento, l'altezza della scena acustica è uno dei parametri più
misteriosi e complessi da capire. So solo che Mark Knopfler era parecchio
più basso del solito, può darsi per via di un interfacciamento non
ottimale con la testina usata in prova, anche se la Grado Signature (pick-up
capace di ricostruzione scenica favolosa) non è particolarmente
sensibile al carico dell'ingresso fono, ne' alla sua capacità.
D'altra parte per la cifra richiesta non bisogna aspettarsi troppo e qualche
piccolo peccato veniale, come questo, lo si perdona molto, molto facilmente
ad un apparecchio che ha il coraggio di fornire un doppio ingresso fono
dalle qualità timbriche notevoli ed in linea col resto degli ingressi.
Consigli d'uso
I soliti, brevissimi: grazie al fatto di essere sempre in stand-by il Puccini
fornisce il meglio dopo un riscaldamento anche breve. Scalda poco anche a
volumi elevati ma non soffocatelo con altri apparecchi. Dategli un appoggio
stabile e con un po' di aria attorno. I piedini sferici in gomma non credo
siano casuali per cui ritengo debbano essere lasciati al loro posto, per
questo motivo non ho fatto prove con punte o altro.
Il cavo d'alimentazione, sostituibile, va scelto di qualità. Io ho usato
il solito Merlino ma ovviamente si possono
provare diverse soluzioni.
Cavi di potenza e di segnale che non mortifichino la grazia di
quest'integrato e che lo aiutino un po' sulla velocità.
Conclusioni
Davvero un bell'amplificatore questo Puccini. Pensato e costruito da persone
con le idee chiare in fatto di riproduzione musicale. Una scelta timbrica
coraggiosa e, permettetemi di dirlo, in linea con la tendenza valvolare
del momento. Un amplicatore che si fa amare dai primi minuti e che mi convince
sempre di più del fatto che anche in Italia si sa progettare HiFi in modo
intelligente, con un occhio al buon suono e l'altro al portafoglio.
Con la stessa cifra richiesta per il Puccini potete acquistare un ampli
giapponese con qualche watt in più ma privo di passione
per la Musica, uno strumento elettronico e poco più.
Il Puccini invece è nato per suonare Musica ed è molto di più di un semplice circuito elettronico: è uno strumento musicale.
Non so se è il miglior amplificatore nella sua fascia di prezzo.
Ce ne sono tanti altri (be', non proprio tantissimi) che suonano altrettanto
bene seppur in modo diverso.
Al vostro gusto ed alla vostra sensibilità la scelta.
È ora disponibile la prova d'ascolto del nuovo modello Puccini SE Remote (vers. 2000)
Copyright © 1997 Lucio
Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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