[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]
Libro: Bob Dylan in The Big Apple
Autore: KG Miles, con contributi di coloro che c'erano
Editore: McNidder & Grace
Prezzo: Per piacere, acquistate da librerie indipendenti (il prezzo può variare)
Recensore: Mark Wheeler - TNT Regno Unito
Pubblicato: Aprile, 2022
Traduttore: Roberto Felletti
Questa volta l'autore segue le orme di Bob Dylan tra le strade di New York, con una breve deviazione a nord dello stato.
Questo è semplicemente un altro libro su Dylan scritto da un fan devoto?
Oppure è una biografia di New York vista attraverso una lente particolarmente “dylanesca”?
Troubador Tales, il precedente pellegrinaggio tra le strade di Londra sulle orme di Dylan, di KG Miles, ha ricordato al vostro Vecchio Scriba la biografia di Londra di Peter Ackroyd combinata con la biografia di William Blake, sempre di Ackroyd.
Questo è un viaggio personale, un pellegrinaggio che chi legge può seguire sulla pagina o sui marciapiedi.
Questo libro è qualcosa di più di un altro libro su His Bobness; ancora una volta, KG Miles coinvolge il lettore in un viaggio, l'autore invita i lettori a seguire il suo viaggio e di conseguenza le orme del soggetto del libro. L'accurata narrazione si intreccia con il procedere di Dylan nella città di sua scelta, insieme al suo procedere tra scrittura ed esibizioni.
Nel libro precedente, sembrava meno che KG Miles fosse padrone del suo stesso destino e che Bob Dylan avesse condotto il londinese KG Miles in un emotivo viaggio musicale, non soltanto tra le strade della sua città, ma in un viaggio durato oltre 50 anni. KG Miles era un bambino sbalordito al Festival dell'isola di Wight nel 1969, un bambino piccolo in compagnia di una zia ribelle, e lì avrebbe potuto avere visto Bob Dylan, ma è troppo giovane per ricordare. Il suo viaggio, cominciato lì, ha raggiunto il picco quando, nel 2019, ha avuto l'onore di parlare alla conferenza inaugurale del Tulsa Dylan Archive. Ora, in veste di co-curatore della Dylan Room presso il Troubadour Club di Londra, con la scrittura, i podcast e i tour di Dylan, KG Miles può condividere la sua conoscenza, il suo entusiasmo e la sua esperienza con gli appassionati di musica in tutto il mondo.
Al vostro Vecchio Scriba piace il concetto di un pellegrinaggio ispirato dalla musica e dall'arte, avendo anch'egli compiuto viaggi simili per le strade e i luoghi di New York citati nelle canzoni o immortalati in foto iconiche, con grande disappunto dei datori di lavoro che si domandavano perché ci volesse così tanto tempo per svolgere gli incarichi.
La Regina d'Inghilterra festeggia due compleanni, uno quando emerse dal grembo della Regina Madre e l'altro, il Compleanno Ufficiale, per celebrare la data in cui salì al trono. His Bobness, come tanti musicisti prima e dopo, ebbe una rinascita quando arrivò a New York, un secondo compleanno. Su consiglio di Suze Rotolo e Dave van Ronk nei suoi primi giorni, Dylan ha offerto varie storie sulle origini che comprendono numerose variazioni sul viaggio da Dulloth a New York.
Fu Warhol che fece osservare che la grande caratteristica di una piccola città consiste nel darci l'incentivo per scappare. Molti hanno seguito il mantra di Warhol, tra cui Lou Reed, Ronk e Rotolo e His Bobness. KG Miles riconosce il merito dei numerosi autori accademici che hanno descritto in maniera più affidabile l'educazione convenzionale di Zimmerman. Dylan stesso ha scritto di questa parte della sua vita nel suo primo (e finora unico) libro autobiografico: Chronicles.
Le autobiografie, come l'autoerotismo, soddisfano veramente soltanto gli autori e possono anche lasciare spiacevoli macchie su chi sta loro vicino. KG Miles descrive educatamente l'autobiografia di Dylan come “estrosa” e si attiene ai dati a cui si fa sicuro riferimento in questo pellegrinaggio newyorchese.
Il viaggio a New York di Dylan ha inizio al Cafe Wha?
Anche il viaggio di questo libro, per KG Miles, ha inizio al Cafe Wha?, come per tanti appassionati di musica che visitano la città.
Si dice, osserva Miles, che il ventenne Dylan avvicinò Hugh Romney (in seguito, e più diffusamente, conosciuto come Wavy Gravy), il quale organizzava serate folk per chiedergli se poteva esibirsi. Romney non perdeva tempo, andava al microfono e diceva, «Eccolo qua, una leggenda vivente... uh... come ti chiami, ragazzo?» Dylan guadagnava 75 dollari a settimana. Il Gaslight ha appartamenti sopra, con pozzi di ventilazione che scendono fino al club sottostante, e a un certo punto la polizia interruppe il disturbo causato dal suono degli applausi che filtravano su. Da allora in poi, chi faceva buone esibizioni veniva accolto con schiocchi di approvazione delle dita, un'abitudine che sarebbe diventata una leggenda hipster. Gli artisti giocavano a poker al piano superiore. KG Miles dipinge colorate immagini mentali degli ambienti e degli eventi.
Tom Paxton ha ricordato nel 2000:
«C'era una stanza nascosta, sopra il Gaslight, dove potevamo ritrovarci. Una volta, Dylan stava battendo una poesia sulla macchina da scrivere di Wavy Gravy. Lui mi mostrò la poesia e io gli domandai, “È una canzone?”
Lui disse, “No, è una poesia.”
Io dissi, “Tutto 'sto lavoro e non ci aggiungi una melodia?”
Lo fece. Era A Hard Rain's a-Gonna Fall.»
Il Gaslight non è stato soltanto un luogo importante dove Dylan ha perfezionato la sua scenotecnica; è il luogo dove, nel 1963, ha incontrato Johnny Cash. Come disse Barbara nel 1961, «Una sera venne questo ragazzo dall'aspetto buffo, vestito come se avesse appena trascorso un anno sui treni merci, che cantava canzoni in uno stile che riusciva a farti battere i piedi. Logan English rimase colpito da quel giovane sciatto che offriva intrattenimento domenicale a Woody Guthrie. “Lavoro da Gerde's. Sono il presentatore. Ti faremo suonare lì.” Dylan sapeva che Gerde's era il posto in cui aveva bisogno di suonare, e sarebbe diventato il locale che avrebbe accelerato la sua carriera. Logan mise una buona parola per Dylan, ma fu la perseveranza di Terri Thal che garantì lo storico ingaggio.»
Dylan tenne lì la sua prima, importante esibizione, aprendo il concerto di John Lee Hooker il 13 febbraio 1961, secondo il New York Magazine, la cui recensione fu l'evento che lanciò veramente la carriera di Dylan. Solo quella bastò per far sì che il Gerde's Folk City abbia un posto speciale nella storia di Dylan. Tuttavia ci fu un altro momento, il 29 settembre 1961, quando Dylan fu recensito da Robert Shelton per il New York Times, in cui il Gerde's ottenne un posto nel folklore musicale. Shelton disse molto poco sugli artisti principali, i Greenbriar Boys, invece si concentrò su un «brillante volto nuovo presentatosi al Gerde's Folk City.» Shelton disse che Dylan sembrava un «incrocio tra un ragazzo del coro e un beatnik» e che una «virulenta intensità pervade le sue canzoni.» Shelton conclude dicendo che «la sua musica ha il marchio dell'originalità e dell'ispirazione, ancora più notevoli per la sua giovane età.»
Miles riesce ad aggiungere contesto sociale e storico alla storia dei primi anni di Dylan. I lettori potrebbero immaginare che noi abbiamo familiarità con la storia degli inizi di Dylan, da numerosi libri e film di cassetta, ma KG Miles ci introduce nel calderone di attività dal quale Dylan è emerso, parzialmente formato. Dylan è stato impegnato a creare il suo stesso mito, con risposte contraddittorie o enigmatiche a domande su sé stesso, ma era tutto contestualizzato. I contesti possono essere stati documentati altrove, effettivamente in altri contesti, che l'accurata ricerca di KG Miles incontra e ce li presenta.
Dylan scrisse una canzone sulla Rivolta Beatnik del 1961, e nel 1963, mentre la battaglia proseguiva, si diceva che avesse scritto una canzone per il Comitato Congiunto per il Blocco della Lower Manhattan Expressway. Per coloro che hanno visto i documentari e letto le biografie della vita al Greenwich Village nei primi anni '60, e di Bob Dylan in particolare, il cast sembrerà sinistramente familiare. È quasi come se conoscessimo Dave van Ronk, Terri Thal e Suze Rotolo avendone lette le biografie, più che averne familiarità attraverso i loro rapporti con i punti di riferimento del Village e di His Bobness stesso. Il libro di KG Miles riesce a rivelare di più mentre girovaga per le strade di Lower Manhattan.
La narrazione fa una breve deviazione più a nord dello stato, fino al Caffe Lena, a Saratoga Springs (città più famosa per una battaglia e un ippodromo, menzionata nella canzone di Carly Simon You're So Vain); il locale è tuttora conosciuto come “la coffee house dove si continua a fare musica folk da più tempo in tutta la nazione”.
Dylan vi suonò nel luglio 1961. Come ricorda Terri Thal, «Lena Spencer chiedeva sempre artisti da scritturare. Quando le chiesi di scritturare Bob, lei obiettò perché era troppo nuovo e sconosciuto. [Io le dissi] Ogni volta che hai bisogno di un artista nuovo, te ne trovo uno; adesso voglio un favore. Bob suonò lì e fece fiasco; il pubblico parlò durante la sua esibizione. Al termine del fine settimana, Lena chiamò e mi disse di non chiederle mai più di scritturare Bob Dylan nel club.»
È questo livello di ricerca dettagliata, ricca di citazioni, che caratterizza il libro di KG Miles.
Mentre a New York la storia fa il suo corso, i catalizzatori dei cambiamenti chiave nell'atteggiamento di Dylan (capitoli 9 e 10 per esempio) sono accuratamente spiegati da Miles nel suo viaggio che ripercorre il tempo e lo spazio, ma dovrete leggere il libro perché questo paragrafo è un evita-spoiler.
Il libro di KG Miles è sostanzialmente un altro pellegrinaggio, come il suo Troubador Tales, il libro che parla di Dylan a Londra. Questo è un altro pellegrinaggio i cui passi ripercorrono quelli del suo soggetto, che anche tu, caro lettore/cara lettrice, potrai ripercorrere, completi di mappe di riferimento.
«L'Hotel Earle, situato al 103 di Waverly Place, a lato del Washington Square Park, fu costruito nel 1908 come piccolo hotel residenziale a otto piani. Diventò popolare e continuò a crescere, nove piani nel 1910 e altri tre furono aggiunti nel 1917. Nell'aprile 1918, Ernest Hemingway arrivò al Greenwich Village e vi rimase per tre settimane prima di prestare servizio come autista di ambulanze durante la Prima Guerra Mondiale.
Come capitava spesso, soggiornando all'Hotel Earle, Bob seguiva le orme dell'altro Dylan, Dylan Thomas. Negli anni '50, Dylan Thomas e sua moglie Caitlin furono sfrattati dal Beekman Hotel.
Dylan occupava la camera 305, e fu lì che ebbe luogo quasi tutta la sua relazione con Joan Baez. Joan fornisce una buona ragione per il suo stare a lungo all'Hotel Earle con lui - “sì, lui aveva vent'anni e non andavi nell'appartamento di un ventenne, per via della sporcizia.”»
Miles a volte diventa diarista di viaggio e poi recensore; «È difficile esagerare il nostro entusiasmo per il Washington Square Hotel. Tanti hotel di New York tendono verso l'opulenza alla Williams Sonoma e all'asetticità aziendale - grigio business anni '80 e l'orrenda idea di lusso di qualcun altro. Questo è un hotel a conduzione familiare e si vede. Il Washington Square può dare l'impressione di essere un patchwork di compromessi che non soddisfano o unificano del tutto. Ma è il suo fascino, quel tipo di compromessi caotici che hanno senso soltanto in una famiglia. Qui la gioia è nelle peculiarità: gli arredi sono bizzarri, eclettici, talvolta kitsch, ma compensati dall'inatteso. Le aree comuni sono decorate con chincaglierie e mosaici di ceramica nascosti, caratteristici fronzoli decorativi e a volte ripensamenti fuori luogo - mi piace.»
«Soggiornare in queste stanze è come minimo abitare la precisa metratura, delimitata dalle medesime pareti, dalle medesime finestre, dei loro precedenti occupanti. Aprite le tende e spegnete tutte le luci. Ora restate fermi e fate respiri profondi, inspirate ed espirate. Aspettate che i vostri occhi si adattino, fissate fuori dalla finestra lo spesso muro attraverso il cavedio. Non riuscite più a trovare il Village popolato da una furia di giovani artisti che si materializzano davanti ai vostri occhi in esplosioni di meraviglia, ma se ascoltate attentamente potete percepire l'eco del chiacchiericcio, una chitarra che viene strimpellata e una canzone in lontananza... Come ospiti non siete confinati in una bolla di turisti. Siete impigliati nell'anima del Village. La pressione dell'acqua, mi viene detto, è eccellente.»
Il centro del libro contiene una serie di tavole a colori degne di nota. Dopo la sezione con le tavole a colori, dal capitolo 11 Dylan in the Big Apple diventa in parte elenco, in parte pellegrinaggio, in parte diario di viaggio e una serie di ganci a cui appendere aneddoti e analisi. Questa parte comincia con un capitolo di Bret Johnson, il quale comunque non porta occhiali con lenti rosa e racconta il declino dell'autenticità di un luogo tanto quanto celebra la conservazione dell'atmosfera di un altro.
Sono descritti gli incontri newyorchesi successivi, tra esibizioni leggendarie e progetti cruciali che legano Dylan a edifici di New York quand'egli torna dalla sua casa successiva di Malibu alla stimolante baraonda di New York.
Il capitolo 12 è pervaso dalla summenzionata Terri Thal e il 16 da Scarlet Rivera; «Ero in missione per portare il violino nella musica popolare. Avevo usato la frase, “Pantere Nere di suonatori di corde”.» Scarlet Rivera continuò a suonare e a cantare con Bob dopo il loro fatidico incontro del 30 giugno 1975: «Manhattan è piena di giovani donne con gli arti magri e l'aria decisa che camminano a grandi passi portando con sé violini o sassofoni, ma che solitamente non hanno capelli lunghi un metro che dondolano dietro di loro.»
Un'auto si era fermata vicino a questa giovane donna decisa. La donna era Scarlet Rivera. Nell'auto c'era Bob Dylan. Il capitolo 16 è il suo resoconto newyorchese raccontato a KG e la susseguente registrazione di Desire e del tour Rolling Thunder Revue. È una perfetta sintesi del processo co-creativo, tanto che il libro merita già solo per queste utili informazioni.
I capitoli 13 e 14 coprono il curioso caso di A.J. Weberman, un fan ossessivo; il capitolo 15 la realizzazione di Desire; il capitolo 17 è la prima, coerente ipotesi che il vostro Vecchio Scriba abbia letto della ripresa di Dylan dalla sua interruzione creativa, qualcuno potrebbe dire nadir creativo, dei primi anni '80. Il capitolo 17 contiene alcuni aneddoti a 24 carati, per lo più precedentemente sconosciuti.
Il capitolo 18 ci porta in visita al Beacon Theatre, dove Dylan spesso concludeva i suoi tour; un fantastico stratagemma strutturale. I contributi minori delle celebrità possono sembrare un po' da XXI secolo, ma sono inevitabili in questa storia. È compresa la pianificazione di episodi da Rolling Thunder Review, come documentato su film da Martin Scorsese.
L'intero libro è pervaso da umorismo, raro tra i devoti di Dylan più tipicamente sinceri. KG Miles ha uno stile di scrittura abbordabile che lascia a chi legge la voglia di portarsi questo tomo per le strade di Lower Manhattan, fare una capatina nei bar, indugiare agli angoli e assorbire l'atmosfera.
Quanto è accurato questo libro? Ecco l'elenco dei posti di New York descritti: |
---|
|
DISCLAIMER. TNT-Audio è una rivista di divulgazione tecnico-scientifica 100% indipendente che non accetta pubblicità, banner o richiede abbonamenti e registrazioni a pagamento ai propri lettori. Dopo la pubblicazione di una recensione, gli autori non trattengono per sé i componenti in prova, se non per una valutazione a lungo termine che includa il confronto con prodotti simili in prova a breve distanza di tempo. Di conseguenza, tutti i contenuti delle recensioni sono prodotti senza alcuna influenza né editoriale né pubblicitaria. Le recensioni, positive o negative, riflettono le opinioni indipendenti degli autori. TNT-Audio pubblica eventuali repliche delle Aziende, condizionatamente al diritto di controreplica dell'autore stesso.
Copyright © 2022 Mark Wheeler - mark@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]