AudioEngine A1 - Diffusori Bluetooth con aptX

La Piccola Locomotiva

[Diffusori Audioengine A1]

[English version here]

Produttore: AudioEngine - USA
Prodotto: AudioEngine A1 - Diffusori Bluetooth con aptX
Prezzo: $199 Il prezzo può variare - Convertitore di valuta
Recensore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Settembre, 2021
Traduttore: Giulio Maira

Riflessioni iniziali

Che differenza può fare un anno e mezzo! Nel mese di agosto 2019, ispirato dal ricordo di mio padre e del compatto KLH che comprò per la famiglia quando ero ancora un bambino, vi ho presentato "L'Uomo Che Vuole Ascoltare La Musica". Questo personaggio, un ipotetico compratore di apparecchiature HiFi, ha debuttato nella recensione dei diffusori Bluetooth AudioEngine A2+, in cui lui e quelli come lui sono stati descritti come "persone reali, che hanno limiti da vita reale, e che non avendo interesse nelle apparecchiature audio di per sé, vogliono qualcosa costruito meglio e dal suono migliore di un comune giocattolino Crosley". La mia conclusione era (e lo è ancora) che per quel tipo di compratore le A2+ erano un'ottima alternativa, offrendo performance più che rispettabili, in dimensioni contenute, ad un prezzo tutto sommato accessibile.

Nel frattempo le cose sono andate avanti, e tutti sappiamo quale sfortunata direzione abbiano preso giusto pochi mesi dopo la pubblicazione di quella recensione. Oggi "L'Uomo Che Vuole Ascoltare La Musica" è diventato "L'Uomo Che Vuole Ascoltare La Musica E Non Può Uscire Di Casa". Senza considerare l'aumento della mortalità causato dal COVID-19, una grossa fascia della popolazione mondiale si è ritrovata chiusa in casa per lunghi periodi, spesso soggetta a più o meno serie restrizioni finanziarie. Di questi tempi, anche quelli che non sono stati direttamente colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia probabilmente staranno avendo un occhio più attento alle spese, giusto nel caso in cui il “Beh, per lo meno ho ancora un lavoro...” diventi improvvisamente un “Mio Dio, ho appena perso il lavoro!”
Quello che prima era “un prezzo tutto sommato accessibile” può essere diventato “oltre la soglia del ragionevole”. E tuttavia, il lockdown, le restrizioni ai viaggi, il distanziamento sociale e la chiusura di tutti i luoghi di intrattenimento e divertimento di massa -- per non parlare della convivenza forzata di intere famiglie in telelavoro e didattica a distanza che spesso limita accesso e fruizione di grandi impianti HiFi -- tutti questi fattori hanno fatto sì che il bisogno di apparecchi compatti, discreti ma di buona qualità per un buon home entertainment non sia mai stato più grande.

Quindi, con un occhio alla mia precedente recensione, cosa succederebbe se vi dicessi che rinunciando ad alcune caratteristiche secondarie si potrebbe avere qualcosa di sonoramente paragonabile, se non anche migliore delle A2+, all'80% del loro prezzo? Sareste interessati? Scommetto che L'Uomo Che Vuole Ascoltare La Musica E Non Può Uscire Di Casa lo sarebbe, e AudioEngine lo ha prodotto. Eccovi il recente "A1 Home Music System" con Bluetooth aptX. In un mondo in cui essere reclusi rappresenta il nostro pane quotidiano, le A1 possono essere un ottimo companatico.

“Non te le potevi proprio lasciar scappare, vero?” mi pare di sentire qualcuno borbottando e alzando gli occhi al cielo...

“Eh no!” È stata la mia risposta... affettata. E ora, al lavoro!

“Uff!...”

Molto simili, quasi diverse

[A1 and A2+]

Com'è fatta la A1, e in cosa differisce dalla A2+? Per molti aspetti importanti, le due casse sono identiche o quasi. Entrambe sono mini-diffusori attivi con interfaccia Bluetooth 5.0 implementata da un decoder a 16 bit CSR8670 con supporto dei codecs aptX, AAC, e SBC. I loro cabinets con sbocco reflex anteriore hanno identiche dimensioni e, almeno apparentemente, design. Stessa fessura anteriore, stessi tweeter proprietari a cupola in seta da 0.75 pollici (19mm) accompagnati da woofer da 2.75 pollici (7cm) in fibra aramidica. In disprezzo dell'analogo HiFi di una mascherina, nessuna viene accessoriata di griglie. In entrambe il controllo volume, l'interruttore di accensione e gli spinotti d'ingresso si trovano tutti sulla cassa sinistra, alla quale la destra (passiva) va collegata tramite cavo di potenza, vuoi quello da 1.2mm di sezione fornito in dotazione, vuoi un altro di vostro gradimento.

[A1 back panel]

Le differenze più ovvie risiedono nelle finiture e nelle connessioni del cabinet. Le A2+ sono disponibili in nero satinato, rosso o bianco lucido e hanno i bordi frontali dolcemente arrotondati. Le A1, per contrasto, sono disponibili solo in un funzionale ma monotono grigio ed hanno bordi netti e squadrati. Dal punto di vista pratico non c'è differenza tra i cabinets dei due modelli e le A1 sono ben rifinite per la loro categoria, ma le A2+ hanno un aspetto di categoria indubbiamente superiore. Esaminando il retro dei diffusori, sulle A2+ si trovano terminali a vite capaci di alloggiare filo spellato, connettori a forcella o a banana, mentre le A1 sono dotate di modesti terminali a molla, sebbene di decente qualità. I morsetti delle A2+ sono sicuramente di categoria superiore, ma in pratica scommetto che la stragrande maggioranza degli acquirenti collegherà i diffusori con il cavo fornito in dotazione (le cui parti terminali sono state già oculatamente saldate), vanificando di fatto la maggior flessibilità dei morsetti a vite. L'Uomo Che Vuole Ascoltare La Musica (che possa uscire da casa o no) probabilmente non si disturberà ad installare connettori a banana. Notare che i terminali di potenza delle A1, così come delle A2+, servono solo ed esclusivamente per collegare le casse destra e sinistra tra di loro. Le A1 non vanno assolutamente collegate ai terminali di potenza di un normale amplificatore ed accettano in ingresso solamente segnali a livello di linea o Bluetooth.

Uno sguardo più attento rivela che, a differenza delle A2+, le A1 non sono provviste di input USB e RCA, mentre entrambe sono dotate di input analogico da 3.5mm e connettore RCA per un subwoofer. Le A1 compensano in parte la mancanza di un input RCA fornendo un cavo adattatore 3.5mm-RCA (vedasi foto del pannello posteriore delle A1 sulla sinistra, e la mia recensione delle A2+ per la corrispondente foto di quel modello.

“Sotto il cofano” i due modelli presentano delle differenze che per alcuni saranno rilevanti, per altri no. Prima di tutto, le A1 non sono dotate di un DAC interno come le A2+, da cui la mancanza della porta USB. La seconda differenza è che le A2+ sono basate su un amplificatore convenzionale in classe AB, le A1 invece sono amplificate in classe D. Questa scelta di progetto rappresenta una decisa inversione di rotta da parte del costruttore e mi ha sorpreso non poco, dato che riguardo alle A2+ la compagnia ci ha tenuto particolarmente ad esprimere la loro preferenza per la classe AB in quanto “configurazione diffusore/amplificatore più tradizionale che fornisce qualità sonora eccellente e maggiore flessibilità”. Detto questo, la sorpresa non implica alcun pregiudizio: io non sono un nemico della classe D, tanto che al cuore dell'amplificatore del mio sistema principale ci sono dei chip Tripath. Oltretutto, la scelta tra classe AB o D, pur essendo materia di dibattito nella Terra degli Audiofili, è senza dubbio argomento di esattamente nessun interesse per il famoso Uomo Che Vuole ecc....
Secondo la AudioEngine, l'amplificatore in classe D delle A1 “include molte tra le nostre soluzioni storiche di progetto analogico” e “non incorpora DSP, aumento artificiale dei bassi, equalizzazione digitale o eccessiva limitazione di segnale”- L'altoparlante sinistro ospita un alimentatore di tipo switching, al contrario delle A2+, che fa affidamento sul tipico alimentatore a "scatoletta in mezzo al cavo di alimentazione". Da notare che, nonostante siano così tecnologicamente differenti, le sezioni di amplificazione delle A1 e delle A2+ hanno caratteristiche tecniche identiche: 60 Watts “di picco” (un valore ai limiti del truccato, come spiego nella recensione delle A2+, ma ottenuto con una metodologia di questi tempi non inusuale) da 65 Hz a 22 kHz +/- 2 dB.

[contenuto dell'imballo]

Un'altra area che menzioneremo brevemente è il packaging. Quello delle A2+ è un po' più lussuoso di quello delle A1, anche se niente in quest'ultimo dà un'impressione d'inadeguatezza o eccessiva rinuncia. In primo luogo, benché sicuramente un tantino sopra la media per un prodotto economico, il packaging delle A1 non include le belle custodie in tessuto che avvolgevano le A2+ per proteggerne l'elegante rifinitura. Tuttavia AudioEngine ha scelto di fornire in dotazione tutti i cavi e gli accessori necessari per far funzionare immediatamente il tutto. Pur apprezzando il piccolo tocco di lusso che offrivano le A2+, sono contento che in AudioEngine, in fase di taglio dei costi per offrire un prodotto ad un utente più orientato al budget, abbiano saggiamente scelto di preferire la conservazione della qualità audio rispetto alla presentazione del prodotto, proprio come ai tempi di mio padre la KLH offriva un sistema portatile con lo stesso giradischi, testina ed elettronica dei suoi modelli superiori, ma con uno chassis di vinile marrone anziché in noce. Mantenere le performance facendo economia sull'estetica: una formula provata nel tempo per creare nella giusta maniera un prodotto budget.

Problemi di gioventù

Ho sistemato la coppia di test di A1 a fianco della coppia di A2+ che ho provato nella recensione precedente, sistemando ciascun diffusore della coppia di A1 a una decina di centimetri sulla destra del suo omologo A2+. Come cavi di collegamento ho usato in entrambi i casi i cavi di potenza forniti dal costruttore. Per il primo ascolto, immediatamente dopo averli sballati, li ho collegati via Bluetooth allo stesso computer con lo stesso adattatore USB Avantree Leaf usato per le A2+, usando alcune tra le tracce usate per quella prova, ma giusto per un ascolto non molto impegnato, dato che le A1 erano fresche d'imballo e assolutamente non rodate (AudioEngine consiglia un rodaggio abbastanza lungo). L'obiettivo era semplicemente di verificare che tutto funzionasse. Pur tenendo conto di ciò, non senza qualche preoccupazione ho constatato che al primo contatto le A1 non mi hanno impressionato come le A2+. Tuttavia ho scoperto abbastanza velocemente la causa, che non aveva niente a che fare con le casse di per sé: per qualche strana ragione, l'adattatore Avantree si collegava con le A2+ tramite aptX, con le A1 invece solo in SBC ["low complexity sub-band codec", il codec standard per connessioni Bluetooth. Rispetto all'aptX il codec SBC usa una maggior compressione (lossy) e, nella maggior parte dei casi pratici, minore bitrate - NdT]

Una breve parentesi per i lettori non esperti di codec Bluetooth (esattamente come me prima di questo episodio): ogni trasmissione audio via Bluetooth comporta un certo grado di compressione, e per questo motivo nel mondo Bluetooth esistono diversi codecs, cioè modalità di codificare, trasmettere, e decodificare i dati audio. L'SBC rappresenta il "minimo comun denominatore" tra tutti questi sistemi, quello che ogni dispositivo Bluetooth deve saper gestire. È anche quello con la qualità più bassa, come un file mp3 a basso bitrate. L'aptX è un sistema a maggior risoluzione. Per questo motivo, collegare un set di diffusori tramite aptX e l'altro tramite SBC è di per sé un test sleale, dato che il secondo sarà destinato a suonare peggio a prescindere dalle sue qualità sonore, semplicemente perché in input non gli viene fornito un segnale di qualità accettabile. Come dicono i nostri amici informatici, GIGO (“garbage in, garbage out”).

Ho contattato il supporto tecnico di AudioEngine. La risposta è stata veloce e cortese, ma prima che potessimo approfondire la questione, così come misteriosamente apparso, altrettanto misteriosamente il problema si è risolto da solo. Ancora non ho capito cosa sia successo ma la lezione da apprendere è che se dovete collegare via Bluetooth le vostre A1 assicuratevi che il collegamento usi il codec aptX, ché con l'SBC non potranno mai mostrare le loro qualità.

Ce la faccio! Ce la faccio! Ops, forse no...

Ho convissuto con le A1 per circa tre mesi, accumulando gradualmente una buona parte delle ore di rodaggio raccomandate. Era giunto il momento di metterle alla prova e paragonarle alle A2+. Effettuare un confronto diretto più rigoroso di quanto abbia fatto in precedenza si è rivelata un'impresa un po' più difficile di quanto si possa pensare. Il mio sistema, composto da computer di lavoro/adattatore Avantree si può collegare con un unico dispositivo Bluetooth alla volta. Di conseguenza, l'alternanza tra le due coppie di diffusori significava spegnere la prima ed accendere e poi collegare al computer la seconda. Data la sistemazione della mia stanza, questo procedimento si è rivelato una grossa fonte di distrazione in quanto comportava un ritardo abbastanza lungo ed un discreto girovagare su e giù per la stanza. A peggiorare ulteriormente le cose, in questo modo livellare accuratamente i volumi delle due coppie di casse è quasi impossibile, e come molti di voi probabilmente sanno, se una coppia di diffusori ha un volume più alto di un'altra, fino ad un certo punto sembrerà avere un suono migliore.

Per rimediare ho provato ad usare un secondo laptop Lenovo (il mio “muletto”, un X220, che sebbene meno recente ha il Bluetooth incorporato) come sorgente per le A2+ mentre il mio computer "da ufficio", con l'adattatore Bluetooth Avantree, era connesso alle A1. Riconosco che nemmeno questa soluzione è ideale; non ho idea di quanto buono sia l'adattatore Bluetooth del secondo computer, né se implementi il codec aptX. E anche se i due fossero uguali, questo setup potrebbe comunque far entrare in gioco altre variabili che possono facilmente spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Ciò nonostante, era comunque un punto di partenza, ed almeno così è stato possibile arrivare a pareggiare i due volumi.

Alla fine, l'esperimento non è stato un successo per quanto concerne il confronto in termini assoluti delle due coppie di diffusori, e tuttavia ha confermato quello che ho osservato quando ho connesso per la prima volta le A1: i risultati ottenibili da un sistema di diffusori Bluetooth dipendono fortemente dalla qualità della connessione Bluetooth e dai dispositivi che la implementano. Al confronto diretto, collegate per mezzo dell'adattatore Avantree le A2+ hanno fornito risultati percettibilmente migliori di quanto non abbiano fatto se collegate con l'adattatore incorporato alla scheda madre dell'X220. Ho il sospetto che quest'ultimo funzioni in modalità SBC. Non essendo riuscito a venire a capo della cosa, dopo ripetuti tentativi sono stato costretto a rinunciare e alla fine, per quanto laborioso fosse il processo, ho dovuto effettuare gli ascolti alternando la connessione dei due sistemi con l'adattatore Avantree. Nelle considerazioni che seguono tenete conto per favore degli elementi ritardo e variabilità del volume.

Il Suono della Musica

Essendo la mia mente limitata ossessionata dal folletto della coerenza [il testo originale è una parafrasi della citazione "A foolish consistency is the hobgoblin of little minds" di R. W. Emerson, NdT] mi sono limitato a riutilizzare alcune delle tracce ascoltate nella recensione delle A2+. Come spiegato in quella sede, la Fantasia Corale di Beethoven è probabilmente la mia favorita per questo scopo, e le A1 l'hanno rappresentata con gran successo, possibilmente anche meglio di quanto abbiano fatto le A2+.

Andando nel dettaglio, considero una delle virtù più evidenti delle amplificazioni in Classe D quella che io chiamo la loro definizione, la capacità di far spiccare in maniera quasi olografica ogni componente di un complesso, sia vocale che strumentale, se vi concentrate a sentirla in maniera specifica. Gli amplificatori basati su Tripath come il Bel Canto eVo2i Gen II del mio sistema vanno particolarmente bene in quest'area. In effetti è proprio questo che mi ha colpito quando ho sentito per la prima volta un T-Amp originale, nel lontano 2007 (come passa il tempo...). Credo che le A1, con la loro amplificazione in classe D, abbiano anche loro un tocco di quella magia. Permettetemi di attirare la vostra attenzione su un passaggio di qualche secondo, breve ma rivelatore, che si ascolta dopo circa 5 minuti dall'inizio del brano. Per introdurre una bella parte solista di flauto, Beethoven scrive un passaggio di pianoforte su un tappeto strumentale di corni. Con le A2+, questi corni erano sicuramente presenti, ma con le A1 risaltano e sono molto più chiaramente messi a fuoco. In maniera simile, un'intricata parte di piano in sottofondo agli iniziali passaggi vocali è venuta fuori più chiaramente con le A1. Allo stesso modo le ultime tracce cantate da tutto il coro, quando riprodotte dalle A1, sembravano più fedelmente rappresentate come eseguite da un gruppo di individui che canta insieme, piuttosto che una massa sonora più o meno omogenea.

Cambiando genere e passando a "Faded" di Alan Walker, la canzone preferita da mia figlia 18 mesi fa ma ora, beh, avete capito... ancora una volta è la definizione della classe D si è messa in bella mostra. Nella recensione delle A2+ ho fatto notare quanto bene questi diffusori trasmettano con chiarezza le parole delle canzoni. Ciò è ancora vero, ma ho la sensazione che in questo caso le A1 abbiano fatto ancora meglio. In un passaggio di 10 secondi che inizia a 2:20, intenzionalmente ingarbugliato, le A1 hanno rappresentato con maggior chiarezza e precisione le interruzioni della linea musicale, e sempre con le A1 la strofa "Where are you now? Atlantis. Under the sea, under the sea" che può passare inascoltata sotto tutti quei suoni, è stata notevolmente più facile da discernere.

Ho avuto sensazioni simili ascoltando una registrazione a 78 giri del "Drommbilder" di Lumbye e l'ultimo movimento della seconda sonata per violino di Ruy Coelho. In entrambe, il set con le A2+ ha offerto un bel suono "tradizionale", le A1 invece mi hanno dato quella specie di suono ad "alta definizione" che ho imparato ad aspettarmi da un amplificatore in classe D.

Conclusione

Secondo me, le AudioEngine A1 sono un affare. Per questa volta non includerò una sezione “Difetti” come il nostro Editore è solito fare nelle sue recensioni, per la semplice ragione che io non ne vedo alcuno. Se proprio dovessi, l'unico punto che menzionerei sarebbe quella finitura in color grigio industriale che a me non piace particolarmente; sono abbastanza tradizionalista da preferire il legno impiallacciato del KLH e altri vecchi modelli o, in mancanza di ciò almeno una finitura in vernice di alta qualità come quella delle A2+. D'altro canto, le A1 in grigio soffrono sì il confronto con le più care sorelle maggiori, ma se le paragoniamo al resto del mucchio di componenti e diffusori sul mercato non sono peggiori del noioso nero quasi onnipresente, e le A1 sono di dimensioni abbastanza piccole da non farsi molto notare indipendentemente da dove vengano sistemate. Le cose vanno viste anche in questa prospettiva. L'aspetto veramente importante in realtà non è un difetto ma un avviso: le A1, come the A2+, vi faranno soffrire se la connessione Bluetooth non sarà di buona qualità. O, detta in altra maniera, questi diffusori traggono benefici significativi da un input di buona qualità. Non lesinate sulla connessione!

Dal punto di vista sonoro, per i miei gusti le A1 riescono a uguagliare o migliorare le già ottime e convenienti A2+, ad un prezzo più basso. Se non avete bisogno di un DAC incorporato ve le raccomando senza esitazione, dando per scontato che vogliate mantenere un atteggiamento aperto riguardo all'impronta sonora vagamente differente del loro ampli in classe D. E mi affretto ad aggiungere che quanto appena detto sull'argomento è probabilmente un'enfatizzazione: le due coppie di diffusori suonano abbastanza similmente in termini generali, tanto che L'Uomo Che Vuole Sentire La Musica sospetto che nemmeno si accorgerebbe della differenza, quantomeno non a livello cosciente. Detto ciò, se preferite un suono più omogeneo e amalgamato probabilmente fareste meglio ad orientarvi verso le A2+. Nessuna delle due è una scelta sbagliata, ma se io dovessi scegliere tra le due prenderei le più convenienti A1. Proprio come La Piccola Locomotiva di quel racconto per bambini, anche se dall'aspetto non sembrano il contendente più forte, nel momento che conta le A1 fanno quello che devono.

Musica classica scelta per la prova

  • Hans Christian Lumbye: Drommebilleder. Det Kongelige Kapel, Georg Hoeberg, cond. Polyphon Z60129 (da 78 giri, data registrazione 10-1946)
  • Ruy Coelho: Sonata per Violino n. 2 (1927). Vasco Barbosa, violinista; Grazi Barbosa, pianista. PortugalSon PS5012
  • Ludwig van Beethoven: Fantasia Corale, op. 80. Rudolf Serkin, pianista; Morlboro Festival Orchestra e Coro, Peter Serkin, cond. Sony SM2K 89200 (8-9-1981)

Altra musica scelta per la prova

  • Alan Walker: Faded, da YouTube; pubblicata solo online.

Elenco delle apparecchiature utilizzate

  • AudioEngine A1 - diffusori attivi
  • AudioEngine A2+ - diffusori attivi
  • Avantree Leaf - adattatore audio USB Bluetooth
  • Lenovo Thinkpad T510 - laptop
  • Lenovo Thinkpad X220 - laptop
  • Buffalo Linkstation LS210D - disco di rete
  • MediaPlayerLite and VideoLan VLC media player software - lettore software di file musicali nel formato lossless di Monkey's Audio


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