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Prodotto: diffusori Elac Uni-Fi6.2 reference (UBR 62)
Costruttore: Elac - Germania
Campione prova gentilmente fornito da LP Audio - Italia
Prezzo approssimativo: €800
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Pubblicato: luglio, 2024
Non è certo la prima volta che il marchio Elac appare su queste pagine, avendo già recensito i diffusori della prima e della seconda serie di Debut, linea alla base del catalogo del prolifico costruttore tedesco. Della serie Debut 2.0 (la seconda, cioè) mi era piaciuta moltissimo la 6.2 Reference, diffusore una spanna sopra la versione 6.2 “normale”, pur non essendo troppo distante come prezzo. La serie Uni-Fi è un gradino sopra la Debut, e presenta soluzioni tecniche ed estetiche più raffinate. La serie Uni-Fi Reference prova a portare su un livello più elevato le prestazioni della serie Uni-Fi e, ovviamente, della serie Debut.
Questa Uni-Fi UBR 62 in prova è l'ultimo progetto di Andrew Jones, prima di abbandonare - per nuove prospettive professionali - il reparto progettazione di Elac. Non è chiaro se si sia trattato di un accordo consensuale, probabilmente Jones voleva provare a realizzare qualcosa di molto diverso (a parte l'avventura MoFi), non è dato sapere. In ogni caso, questo diffusore è il suo bigliettino d'addio.
Tutta la serie Uni-Fi nasce intorno a un'unità medio-alti coassiale, con tweeter a cupola da 1" al centro del midrange da 4". Il nome stesso della serie deriva da questo. Questa 6.2 Reference è dunque un diffusore tre vie, un'anomalia nel mercato dei diffusori da supporto/scaffale di dimensioni contenute. Midrange e tweeter si incrociano a 1800Hz, mentre midrange e woofer a 260Hz. Questo significa che il midrange da 4" si sobbarca un lavoro importante in gamma medio-bassa, mentre il tweeter fa lo stesso in gamma media. Il woofer è un'unità da 16 cm, con membrana in alluminio, caricato in bass reflex con sbocco frontale rettangolare, un po' come nella Debut 6.2 Reference che ho recensito tempo fa. Il cabinet è irrigidito da numerosi rinforzi interni su ogni parete, per limitare vibrazioni e risonanze. Questo fa sì che il diffusore sia abbastanza pesante (oltre 10 kg l'uno) e solido. Nel retro dei bei connettori consentono il collegamento biwiring. Due le raffinate finiture disponibili: questa in prova, quercia con frontale bianco satinato e noce con frontale nero satinato.
Ricorrere alla memoria audio, specie quando si recensiscono tanti prodotti, è sempre un azzardo. Per fortuna avevo a disposizione una coppia di Elac Debut 5.1 mentre, grazie a un amico, ho potuto disporre di una Debut 6.2 Reference per fare qualche confronto veloce. Questa prova è stata interessante, perché mi ha consentito di testare il funzionamento della mia memoria audio. Sia le 5.1 che le 6.2 REF mi avevano colpito moltissimo, per via del rapporto qualità/prezzo semplicemente surreale. Mi aspettavo che queste Uni-Fi 6.2 REF portassero l'asticella su un livello ancora più alto. Ebbene, sarò chiaro da subito: l'asticella si è spostata pure troppo, tanto che è caduta.
Senza effettuare il confronto diretto con le sorelle di scuderia, queste Uni-Fi 6.2 REF mi sono apparse sostanzialmente corrette, con una gamma medio-alta definita ed estesa, e un buon basso, seppur non particolarmente profondo né potente. L'unità concentrica richiede qualche esperimento in più per trovare la posizione ottimale, visto che la membrana del midrange fa da guida d'onda per l'emissione del tweeter. In questi casi, talvolta, un po' di angolazione verso il punto d'ascolto è benefica. Nel mio ambiente, però, le Uni-Fi suonano meglio parallele alla parete posteriore. La presenza dello sbocco reflex anteriore è un po' meno critica in termini di vicinanza della parete posteriore, ma ho preferito tenere le casse distanti circa 1 metro. Ovviamente ho fatto diversi esperimenti, fino a trovare l'optimum.
Via via che passavo i miei soliti dischi test, sentivo crescere una strana sensazione, come se mancasse qualcosa. Non mi riferisco a particolari buchi nella risposta in frequenza, diciamo che i suoni sono più o meno tutti là, ma non riuscivo a trovare quella magia che ricordavo presente sia nella 5.1 che nella 6.2 REF, e che in parte era sparita già nella serie 2 “normale” delle Debut. Un po' sconfortato, e convinto di ricordare male le proporzioni, attacco le 5.1 che, peraltro, tenevo ferme da molto tempo. Già dalle prime note quella magia ricompare, il suono riacquista una coesione e una musicalità che è assente nelle Uni-Fi 6.2 REF.
Decido allora di sottoporre le nuove casse a un rodaggio più prolungato, magari si devono slegare ancora, ma il risultato sostanzialmente non cambia. Le casse suonano, ma non affascinano: le voci, sia maschili che femminili, perdono un po' di pathos, le consonanti, le labiali e lo stesso respiro del cantante sono meno reali, meno presenti. La ricchezza armonica del pianoforte stenta a farsi sentire, le note ci sono, ma hanno qualcosa di elettronico, artificiale. Lo stesso dicasi per i pizzicati, i piatti e le percussioni. Anche la gamma bassa non scende come dovrebbe e nei brani più complessi arriva pure leggermente in ritardo rispetto al resto. Alzare il volume non aiuta, anzi, sembra che queste Uni-Fi siano fatte per ascolti intimi e rilassati.
A questo punto, sempre più sconfortato, decido che il confronto con le Debut 6.2 REF sia obbligatorio. E anche in questo caso, la mia memoria audio non sbagliava. Le Debut 6.2 REF suonano meglio, senza se e senza ma. Forse le Uni-Fi sono più aperte, ma decisamente meno comunicative. Convinto di essermi sbagliato e di dover ricorrere a un'audiometria, coinvolgo altre due persone, ignare sia del valore del diffusore che della scala gerarchica di Elac. Lascio le Uni-Fi in casa della persona che possiede le Debut 6.2 REF e che era intenzionato a valutare una Elac più costosa e attendo il verdetto. Sostanzialmente questo collima col mio: suonano ma non convincono, non comunicano e non coinvolgono. Le Debut 6.2 REF portano più vicino alla musica. Anche l'immagine è peggiore, più piccola e più sfuocata. La performance dinamica non pareggia il conto, anzi. Sia le vecchie Debut 5.1 che le Debut 6.2 REF suonano più veloci e con più impatto. Basta mettere qualcosa di fortemente ritmato e con bassi killer per accorgersi che le Uni-Fi non riescono a coinvolgere l'ascoltatore come fanno le altre due.
Non chiedetemi le ragioni di questo esito per me molto sorprendente. Ho sempre pensato che in un diffusore economico le tre vie fossero un problema, che forse neppure Andrew Jones è riuscito a risolvere: budget spalmato su tre altoparlanti anziché due e un filtro crossover necessariamente più complesso. Forse le Uni-Fi puntano a un tipo di pubblico diverso, più attratto dall'estetica e le belle finiture? O lo stesso Jones, ormai dimissionario, non aveva più tanta voglia di replicare gli elevatissimi standard cui ci aveva abituato? Forse è una somma di tutte queste ragioni, il fatto è che i 250/300 euro in più che passano tra la 6.2 REF della serie Debut e la 6.2 REF della serie Uni-Fi sono assolutamente ingiustificati dalle prestazioni audio. Anzi, senza saperlo, avrei detto che il diffusore più costoso fosse il Debut. La differenza in termini di prestazioni globali, peraltro, non è piccola. Certo, ascoltate da sole, senza il confronto diretto coi due campioncini utilizzati, le Uni-Fi 6.2 REF suonano bene per il prezzo, magari non fanno gridare al miracolo, ma sono accettabili. Coi confronti eseguiti invece il verdetto è impietoso. Una cosa è certa: non si tratta di un problema dovuto all'unità concentrica, perché gli ultimi diffusori che ho recensito utilizzanti una tecnologia simile, i monitor Kali IN8, pur essendo di costo analogo (e pure attivi!) si fanno semplicemente beffe di queste Uni-Fi, senza appello.
Una nota a margine: come avevo già avuto modo di scrivere, continuo a non capire la filosofia commerciale di Elac, che offre un catalogo vastissimo, tanto che si fa difficoltà a capire quale sia il senso di alcune serie o modelli di diffusori. Così, mentre ritengo inutile la presenza ravvicinata di 6.2 normali e 6.2 REF (troppo grande la differenza di prestazioni in funzione del prezzo) mi chiedo il senso di una Uni-Fi 6.2 REF che suona peggio, e costa di più, di una Debut 6.2 REF. Non sono nella posizione di suggerire strategie commerciali a nessuno ma, forse, un'offerta meno vasta potrebbe far aumentare il senso e il valore di ogni singolo modello e consentirebbe di concentrare le energie progettuali e costruttive in maniera più efficiente. Poche cose, ma fatte meglio. Lasciamo la prolificità ossessivo-compulsiva a certi marchi cinesi, come Fosi Audio, ad esempio, convinti che far uscire un prodotto nuovo ogni mese contribuisca a far aumentare le vendite.
Questo bigliettino d'addio di Andrew Jones lascia un po' di amaro in bocca, per ciò che avrebbe potuto essere (un altro riferimento) e non è stato. Certo non è facile replicare i vecchi exploit, ma mi aspettavo che queste Uni-Fi 6.2 REF fossero un gradino, anche piccolo, sopra le corrispondenti Debut. Purtroppo così non è, il che fa capire, una volta di più, quanto strepitoso sia il rapporto qualità/prezzo della prima serie di Debut e delle Debut 6.2 REF. Bene Andrew, ma non benissimo. Ti aspettiamo per qualcosa di strepitoso in futuro.
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