Gli Opera Terza sono dei diffusori da pavimento a tre vie con mobile
interamente in legno massello da 2,5 cm di spessore. Per le dimensioni
(103 x 20 x 26) rientrano a pieno titolo nella categoria delle *torri*
(o towers che dir si voglia) cioè di quei diffusori alti e stretti che
occupano in pianta lo stesso spazio di un minidiffusore munito di
stand.
I vantaggi di questa soluzione sono numerosi e potete scoprirli in un
articolo apposito di questa stessa rubrica: Diffusori
a torre: moda o soluzione intelligente?
Gli Opera Terza, progettati da G. Matarazzo (collaboratore di Suono), sono,
dicevo, dei tre vie con mobile in massello. Due woofers da 13 cm svolgono il
compito di midrange e woofer mentre la via superiore è affidata ad un
tweeter da circa 3 cm di diametro dotato di una particolare flangia
spugnosa.
Sono diffusori accordati in bass reflex con doppio tubo posteriore e sono
predisposti per il biwiring con dei bei morsetti dall'aspetto molto
solido.
Non tutto il mobile serve come cassa acustica per gli altoparlanti: un setto
divisore posto a circa 25 cm dal fondo limita il volume di carico reale.
Evidentemente, come sottolineato anche dal progettista delle Aliante (G. Prato)
in una Inter.vista rilasciataci di
recente, un diffusore con una dimensione (in questo caso l'altezza) molto
più sviluppata rispetto alle altre due pone dei problemi di risonanze e/o
di onde stazionarie difficilmente risolvibili. Non solo ma evidentemente
nel caso delle Opera 3 il volume di carico ideale per ottenere un certo
voluto comportamento in gamma bassa non poteva essere maggiore, e non
potendosi sfruttare tutto il mobile non restava altro che dividerlo e
ricavare una camera vuota ma riempibile con materiale smorzante tipo
sabbia, pallini di piombo etc.
Più precisamente, una volta svitato il piedistallo del diffusore (un
rettangolo di massello di 30 x 23 x 2.5 al quale sono avvitate le punte
coniche in dotazione, si accede tramite un foro alla camera vuota di cui
parlavo prima e si può decidere di riempirla di sabbia o di altro materiale
smorzante oppure anche di lasciarla vuota se le performances in gamma bassa
ci soddisfano già così.
Tenete conto che questo eventuale intervento di riempimento
appesantisce le già non proprio leggerissime torri, rendendo un eventuale
loro spostamento ancora un po' più difficile.
I vantaggi dell'operazione li vedremo più avanti.
La timbrica e la dinamica
Le Opera 3 sono dei diffusori pensati per suonare tanta musica senza mai
stancare. Timbricamente sono piuttosto caldi ma non li definirei eufonici.
La gamma alta è estesa e piuttosto rifinita ed il tweeter svolge il suo
compito senza scomporsi o strillare neanche a volumi molto elevati.
Il trattamento delle voci femminili è esemplare: belle, suadenti ma
graffianti quando è il caso.
Gli strumenti percussivi ad emissione in gamma alta sono rifiniti e
piuttosto dinamici senza mai sconfinare nell'aggressività fine a se stessa
salvo, naturalmente, con incisioni volutamente sparate e ruvide.
Certe volte avrei preferito un pizzico di dinamica e di setosità in più
ma non bisogna dimenticarsi che si tratta di diffusori grandi, costruiti in
maniera raffinata con materiali di pregio e dal prezzo comunque contenuto
(listino intorno ai 2.300.000), considerato quello che offrono in termini di
classe e musicalità.
La gamma media si armonizza perfettamente con quella alta, segno di un
incrocio tra tweeter e mid-woofer davvero ben riuscito.
I medi sono sempre corretti, mai esaltati o aggressivi, con quella leggera
nota di calore che caratterizza la personalità del diffusore.
Le voci maschili sono piene, rotonde e solo in alcuni frangenti
leggermente troppo calde nei toni più bassi.
La dinamica della gamma media è assimilabile a quella
della gamma alta, questi diffusori suonano dinamici e molto coinvolgenti
con un suono grande, molto più grande di quanto le dimensioni ridotte non
lascino presagire.
La grande pulizia e coerenza d'emissione invitano ad alzare il volume a
livelli decisamente poco condominiali mentre il suono riprodotto aumenta
di spessore e di corpo all'aumentare del livello.
Certo c'è un limite a tutto ed anche le generosissime Opera 3 ad un certo
punto cominciano a mostrare la corda, comprimendo la dinamica e restringendo
l'immagine ma lo fanno sempre con una classe ed una compostezza
sorprendenti.
Sono diffusori molto generosi, non si tirano indietro davanti a nulla,
anche quando gli viene chiesto di riprodurre dischi non esattamente
audiophile loro continuano a proporre una riproduzione
piacevole e poco stancante.
La gamma bassa è a mio parere la caratteristica di questo diffusore più
riuscita. Guardando le dimensioni del woofer ed il litraggio reale
della cassa si sarebbe portati a prevedere un suono veloce e di grande
impatto.
Invece le Opera 3 sfoderano una prestazione in gamma bassa che ha
dell'incredibile anche per profondità e potenza. Con diversi dischi i vetri
e la cristalliera del mio salone (ca. 30 metri quadri) hanno vibrato
violentemente, sollecitati da uno spostamento d'aria quasi tattile, di
quelli che si avvertono anche col corpo e non solo con le orecchie.
Non è una questione di quantità di bassi ma di qualità e di
profondità, certi pedali d'organo sono così sostenuti e
gravi che ricordano molto da vicino l'ascolto dal vivo e questo, permettetemi
di dirlo, è uno dei complimenti migliori che si possa fare ad un
apparecchio HiFi.
Ad orecchio non so valutare se i 30 Hz ci sono tutti (come fanno molti
recensori che evidentemente hanno un analizzatore di spettro incorporato
chissà dove :-) ) però una cosa è certa: gli Opera 3 sono diffusori
davvero full-range, capaci di farvi dimenticare l'esistenza dei
subwoofers.
Con questo non voglio dire che hanno un basso da subwoofer chè sarebbe
fisicamente impossibile, ma che certamente non vi fanno desiderare qualcosa
in più in gamma bassa anzi, con tale potenza e profondità fanno desiderare
qualcosa in più in gamma medio-alta che se ci fosse si potrebbe gridare al
miracolo assoluto.
Purtroppo credo che per avere una performance in gamma medio-alta che
possa rivaleggiare con quella in gamma bassa occorra spendere,
tristemente, molto ma molto di più.
Già così come sono questi diffusori sono in grado di competere con prodotti
fino al doppio del loro prezzo, diffusori che, comunque, si sognano il mobile
in legno massello e questo livello di rifiniture.
L'immagine
L'immagine riprodotta è buona, estesa sia in profondità che in altezza,
ben al di là delle dimensioni fisiche dei diffusori.
Questo contribuisce anche alla sensazione di suono grande che gli
Opera 3 sono in grado di riprodurre.
La messa a fuoco del centro della scena è ottima, coi
cantanti di dimensioni convincenti e ben fermi nella loro posizione.
L'altezza, con certe incisioni d'organo, sembra superare i limiti fisici
del soffitto.
Trovare la giusta posizione non è facile e piccoli
spostamenti producono grandi cambiamenti nelle dimensioni e nella
focalizzazione della scena.
Nel mio ambiente d'ascolto ho trovato il compromesso ideale posizionando
le casse ad un metro dalla parete posteriore e 1,80 m tra loro. La distanza
con le pareti laterali è di qualche metro, grazie alle dimensioni del
mio salone.
Ritengo piuttosto arduo riuscire a sistemare decentemente
questi diffusori, così come tutti quelli di dimensioni analoghe,
in ambienti piccoli che non consentano di tenerli abbastanza lontani
dalle pareti.
Gli Opera 3 sono dei diffusori che amano i transistor o questo è ciò che è
stato evidenziato da alcune prove, comportamento questo comunque abbastanza
prevedibile data l'impostazione sonora.
Il basso di questo diffusore necessita di drive, come direbbero gli
inglesi, ossia di un amplificatore in grado di esercitare sui woofers un
controllo energico. Questo non perchè essi tendano a strafare, quanto
perchè, data l'impostazione generale tendente al suono caldo e poco
aggressivo, un valvolare molto valvolare potrebbe assecondare questa
caratteristica portando ad un suono sì di classe ma troppo
rilassato.
Alcune prove con due finali valvolari di differente impostazione sonica
(old style uno, più moderno l'altro) hanno confermato questa preferenza,
soprattutto nella riproduzione dei generi più vivaci e ritmati.
Probabilmente è una questione di gusti personali ma ritengo che la
musica rock ed il pop elettrico necessitino di una riproduzione vivace e
dinamica, pena la perdita del coinvolgimento fisico dell'ascoltatore.
E sarebbe anche un grave;torto a questi diffusori che, quando pilotati in
modo dinamico sono straordinariamente coinvolgenti anche con generi musicali
poco nobili.
Stessa osservazione anche per la scelta dei cavi, niente di troppo morbidoso,
meglio velocità, dinamica e apertura. Fortemente consigliato il
biwiring che aumenta la raffinatezza generale, la profondità e l'ampiezza
della scena sonora. Guadagna qualcosina anche il medio alto.
Gli Opera 3 sembrano anche piuttosto facili da pilotare, di efficienza
media, non pongono seri problemi nella scelta dell'amplificazione:
non sono diffusori difficili ed esigenti, l'importante è che l'ampli abbia
una buona gamma bassa, potente e veloce.
Il posizionamento, dato il doppio reflex posteriore, necessita di una buona
distanza dalla parete posteriore (circa un metro), a vantaggio della
profondità della scena acustica.
Una piccola osservazione per le punte fornite in dotazione: esse sono
piuttosto arrontondate e, quel che è peggio, sono quattro e non regolabili
in altezza. Questo significa che, a meno che non abbiate un pavimento
perfettamente in piano, il diffusore sarà inevitabilmente ballerino.
Basta fare un quinto foro, in linea coi due alloggiamenti posteriori, per
ridurre a tre il numero di punte, migliorando notevolmente la stabilità
del diffusore e, quindi, della scena acustica riprodotta.
Avrei gradito delle punte un po' più affilate, pensando a chi ha pavimenti
con moquette, tappeti o roba simile.
Concludiamo col problema del riempire o meno la base di queste torri:
l'aggiunta della sabbia aumenta ancor di più la bellezza del registro
basso, ora ancora più profondo e definito. I leggeri accenni di code e di
risonanze sono letteralmente scomparsi, lasciando il posto ad un basso di
prim'ordine, pulito, articolatissimo, potente e profondo che colpisce
ed affascina anche l'ascoltatore più distratto ed inesperto.
Il mio verdetto è quindi: si alla
sabbia!
Per quanto mi riguarda l'HiFi italiana non solo è matura per confrontarsi con le migliori realizzazioni straniere ma può, in casi come questo, rappresentare un concorrente piuttosto scomodo per tutti, per suono, livello di costruzione e rapporto qualità/prezzo davvero sbalorditivo.
è ora disponibile una nuova versione delle Opera Terza, con nuovo tweeter e crossover. Il nome è invariato.
Vi consiglio di leggere la nuova prova d'ascolto
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