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Prodotto: Diffusori Russell K Red 50
Costruttore: Russell K - UK
Distributore per l'Italia: MondoAudio
Prezzo di listino: 1290€/coppia (finiture: quercia/noce/mogano); 1490€/coppia (bianco/nero)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Data recensione: Maggio, 2016
L'ultimo diffusore importato dalla dinamica MondoAudio è stato quel Duevel Bellaluna Diamante che tanto mi ha impressionato, insolito quanto ben suonante. L'oggetto di questa prova è, invece, piccolo e apparentemente “normale”, un classico mini-monitor due vie di scuola inglese, davvero poco appariscente. Ho accettato la proposta con entusiasmo perché i piccoli diffusori di alta qualità mi hanno sempre affascinato.
Sto parlando dei Red 50 della Russell K, piccola e relativamente nuova Azienda inglese che si affaccia sul mercato con tre modelli, due da stand e uno da pavimento (Red 50, Red 100 e Red 150, rispettivamente) grazie ai quali ha già vinto numerosi titoli “Best buy”. Ma chi è Russell K? Il nome viene dal fondatore e progettista, ossia Russell Kauffman (ex B&W, ex Morel nonché critico del panel della rivista HiFi Choice) e l'idea alla base dei diffusori Russell K, pur non essendo nuovissima, è certamente non banale: utilizzo di cabinet molto leggeri, in MDF di spessore contenuto (16 mm per tutti i pannelli e 19 per il frontale) e completamente privi di assorbente acustico all'interno.
Molti storceranno il naso perché l'assenza di assorbente acustico potrebbe, in teoria, causare delle risonanze interne al mobile e, in più, delle pareti molto “leggere” potrebbero risuonare a loro volta, eccitate dagli altoparlanti. In effetti, si tratta di una sfida non di poco conto ma evidentemente il signor Kauffman sa il fatto suo.
All'interno woofer e tweeter lavorano in camere separate ma lo sbocco del reflex (posteriore) è presente solo nella camera del tweeter. Ovviamente c'è il trucco, l'aria spostata dal woofer da qualche parte deve pur passare! E infatti la parete divisoria tra i due altoparlanti - che a questo punto funge solo da sistema di irrigidimento del cabinet e per spezzare eventuali risonanze - è forata in più punti. In altre parole il sistema è sì un reflex, ma per certi versi l'aria si trova a lavorare quasi in sospensione pneumatica, non essendo completamente libera di fluire nella seconda camera.
Gli altoparlanti sono fissati al pannello frontale senza alcuna guarnizione di tenuta, una scelta precisa per evitare qualunque genere di damping (una vera ossessione per il progettista). Questo ha ovviamente obbligato a realizzare un bordo particolare sul frontale del cabinet.
Questi Red 50 sono, per il resto, abbastanza standard: due vie con woofer da 13 cm e tweeter a cupola morbida da 25 mm, di marchio non riconoscibile ma, si dice, realizzati su specifiche di Russell K. Il filtro crossover ha un unico componente in serie con ogni altoparlante ed è a fase ottimizzata nella frequenza d'incrocio (2.2kHz 12dB/ottava). Il tweeter è attenuato, anziché con un solito L-Pad, tramite una rete di Zobel disallineata.
Il progetto è inglese, mentre la costruzione è realizzata in Polonia, un Paese nel quale molte produzioni “europee”, anche di gran pregio, si sono spostate da tempo. Gli “allergici” al Made in China possono stare tranquilli. Il prezzo, ovviamente, risente di questo fatto, e quasi 1300€ (listino) per due diffusori di questo tipo non è esattamente un costo popolare.
L'equilibrio timbrico di questi Red 50 è neutro, tendenzialmente aperto e luminoso sul medio-alto, che appare pulitissimo ed estremamente arioso. Le voci sono, come si conviene a un monitor di lusso, nitide, naturali, mai aspre o ruvide. Laddove altri diffusori trasformano le S in sibili sinistri, questi Red50 stupiscono per assenza di distorsione e pulizia. Sia le voci femminili che maschili sono molto belle e nei cori si ha la sensazione di poter contare le voci che li compongono.
Nei momenti più difficili di brani corali impegnativi, come nel classico Cantate Domino, con coro e fiati, la riproduzione si mantiene composta e mai sgraziata. Questo risultato, per un diffusore di questa stazza, ha veramente dell'incredibile.
La voce di Loreena McKennitt nel disco The Book of secrets è stata ripresa molto da vicino quindi i suoni in T, CH e S sono molto difficili da riprodurre, tendenzialmente tirano fuori il peggio da elettroniche e altoparlanti. Eppure questi Russell K passano il test a pieni voti.
Il senso di presenza e di realismo sulle voci è tale da ingannare chi dovesse transitare vicino alla sala d'ascolto mentre si sta riproducendo un dialogo. Si realizza quello strano effetto che inganna l'orecchio e lascia credere che i protagonisti siano davvero presenti all'interno della stanza. Questa capacità di analisi e di introspezione non è mai fine a se stessa, ma funzionale allo scopo.
Ciò non toglie che siano delle lenti d'ingrandimento, specie in gamma medio-alta, dove mettono in evidenza differenze tra un disco e l'altro e persino tra una traccia e l'altra. È facilissimo distinguere differenze tra pochi cm di posizionamento o in caso di collegamenti sbagliati. Nella fretta di un cambio di amplificatore, durante le prove d'ascolto, avevo collegato una cassa con la polarità sbagliata. Capita quando si ha fretta nel tentativo di fare un confronto A-B il più ravvicinato possibile. Dopo pochi secondi ho capito che c'era qualcosa di profondamente sbagliato e mi sono alzato a controllare. E, ripeto, c'era un solo diffusore con la fase sbagliata! Con questi Red50 il significato della parola “monitor” diventa chiarissimo: strumenti per monitorare con precisione ciò che accade nell'impianto e ciò che è presente nelle incisioni.
Così, se qualcuno pensa ancora che tutti i dischi debbano suonare uguali, deve sentire questi Red50, veri e propri strumenti di analisi spietata. Tuttavia, questa incredibile precisione non è MAI fastidiosa. E questo è un pregio tipico dei “grandi” diffusori, come i T&F ART, ad esempio, che questi Russell K in qualche modo mi riportano alla mente. Un bel complimento, visto che gli ART sono diffusori molto simili per tipologia, ma commercializzati ad un prezzo quasi triplo!
Gamma alta e media sono pertanto precise, dettagliate e armonicamente molto ricche, segno che non solo il tweeter è veramente un gran bel componente ma che l'incrocio col midwoofer è veramente fatto bene, direi invisibile. La gamma medio-bassa è articolata e abbastanza veloce e, senza pretendere l'impossibile, anche il basso è adeguato al resto. Non potentissimo né profondissimo, ma completa elegantemente una performance timbricamente inattaccabile. Non cercano di colpire con un basso gonfio e fuori misura, come molti bookshelf, ma quel che fanno è semplicemente corretto e giusto come si addice a un diffusore che non nasconde la sua tendenza a essere un vero strumento di alta precisione.
Anche le differenze tra amplificatori vengono messe in evidenza con una facilità disarmante. Sono abbastanza esigenti, per dare il meglio pretendono di essere posizionati a dovere e di essere circondati da partners all'altezza. La mia sensazione è che preferiscano i transistor alle valvole.
Con jazz, pop e blues o classica sono perfettamente a loro agio, un po' più fuori posto col rock, per il quale non hanno il peso e la cattiveria sufficienti. Non vanno male, ma tanta educazione e precisione con certi generi musicali non si sposano benissimo. Il groove c'è, ma a tratti si desidera un po' di punch in più.
Questi Red50 sono abbastanza veloci su tutto lo spettro audio, in particolare in gamma medio-alta, dove esibiscono una performance di altissimo livello. La macrodinamica forse non è il loro forte, mantengono un aplomb difficile da scalfire. Non suonano però mai noiosi, neppure coi generi più ritmati. Possono suonare forte, ma mi son sembrati più a loro agio nel fare ciò che sanno fare meglio: analisi, sintesi e realismo, senza per forza dover fare la voce grossa. Ci sono diffusori che hanno bisogno di suonare forte per apparire precisi, a basso volume suonano melmosi e imprecisi. Non così questi Red50!
Sembrano gradire comunque un po' di watt alle spalle. Una prova con un triodo 300B, timbricamente molto bello, mi ha lasciato un po' freddino dal punto di vista dinamico e della capacità di risoluzione dei passaggi più complessi.
Altro punto di forza di questi diffusori, se posizionati su stand adeguati e lontani dalle pareti, è la ricostruzione tridimensionale totalmente svincolata dai diffusori stessi, che appaiono magicamente “spenti”. Tutto si svolge nello spazio alle loro spalle. Ampiezza e, in particolare, profondità dell'immagine sono su livelli molto, molto alti.
La scansione dei vari piani prospettici è eccellente, e così è facile, anche grazie a una stabilità e messa a fuoco straordinarie, individuare tutti i protagonisti della scena.
L'altezza dell'immagine è buona, ma non quanto la profondità. A mio parere danno il meglio se paralleli alla parete di fondo e persino molto distanti tra loro, senza che si formi il fastidioso “buco” al centro. Posizionati a ridosso della parete posteriore, ovviamente, perdono in profondità e precisione, anche se naturalmente la gamma bassa guadagna peso e presenza.
Costruzione e finitura.
Ben poco da dire: un progetto no-frills, non biwiring, materiali di qualità, ottima finitura e componenti di pregio. Sul frontale nero del modello in mio possesso avrei visto meglio l'utilizzo di viti brunite o nere. Il cromato risalta troppo e rovina l'eleganza del full-black. Il costo è elevato per la tipologia di diffusore, ma si pagano sia la realizzazione europea che la particolarità di alcune soluzioni tecniche.
Suono.
Sono diffusori per audiofili di una certa esperienza, che sanno riconoscere la correttezza e non si fanno prendere per il naso da minidiffusori gonfi ed esagerati. Un pricipiante, magari anche grande divoratore di rock, potrebbe trovarli troppo precisi ed educati, temo non riuscirebbe a coglierne l'enorme potenziale. Se il prezzo per tanta correttezza è una gamma bassa non tellurica, ben venga! Certo, in un probabile confronto diretto A-B con diffusori più sguaiati, potrebbe risultare perdente ma la classe è così, difficilmente fa rumore.
Evitare pareti attrezzate e pareti vicine, questi Red50 meritano il meglio per dare tutto ciò che possono. Amplificazioni e sorgenti trasparenti e precise, nessuna eufonia fine a se stessa. Utilizzerei supporti rigidi e leggeri più punte (ma sentitevi di sperimentare diversamente, ogni impianto fa storia a sè). Posizionamento parallelo al punto d'ascolto, il toe-in (convergenza verso il punto d'ascolto) non mi è sembrato dare chissà quali benefici.
Un diffusore maturo per un pubblico esigente che sa cosa cercare nella riproduzione musicale domestica, senza fronzoli né effetti speciali. Precisi, analitici ma molto musicali, rappresentano la nuova incarnazione del monitor inglese di lusso. No, non si tratta dei nuovi LS3/5A, dai quali si discostano moltissimo sia come impostazione timbrica che come caratteristiche generali, ma di sicuro un oggetto con il quale è facile convivere, magari scoprendo particolari sconosciuti da dischi ascoltati chissà quante volte. Se vi piacciono i monitor, questi sono assolutamente da ascoltare.
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