Prodotto: Trenner and Friedl ART - diffusore due vie da supporto
Costruttore: Trenner & Friedl - Austria
Prezzo: 2990€ (coppia)
Distribuito in Italia da: Yacht Hifi - Tel. 0185/293090 - E-mail: yachthifi@gmail.com
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Novembre, 2012
Noi appassionati siamo ormai abituati a cataloghi di Aziende HiFi che si rinnovano molto rapidamente, sembra che i progettisti non possano fare a meno di realizzare nuovi (???) prodotti di anno in anno. Non appena abbiamo fatto il nostro piccolo investimento nell'ultimo modello disponibile, nel giro di un anno o poco più questo rischia di diventare obsoleto perché è già pronta la versione migliorata. Abbiamo sempre pensato che non ci siano sufficienti ragioni tecniche per giustificare un così rapido turnover di modelli. È chiaro che si tratti di una legge del marketing, o produci qualcosa di nuovo in continuazione oppure dai l'impressione di poca dinamicità. Persino il nostro sito web, uguale a se stesso da tanti anni - a parte piccole modifiche quasi invisibili - appare obsoleto a tanti lettori. Sarà che abbiamo puntato sempre sui contenuti e mai sull'aspetto, ma ci sentiamo un po' soli in questo nostro atteggiamento. Per questo motivo mi ha fatto molto piacere poter provare un prodotto di un'Azienda alternativa, se così si può dire, che realizza poche cose e le tiene in catalogo per moltissimo tempo, eventualmente apportando pochi miglioramenti quando questi sono veramente necessari. Sto parlando di Trenner & Friedl.
Fondata nel 1994 a Graz, in Austria, la piccola Azienda prende il nome dai suoi due fondatori, Andreas Friedl e Peter Trenner, due signori che condividono un insolito approccio alla progettazione e al marketing di prodotti HiFi. Hanno in catalogo appena sette modelli di diffusori (e nient'altro, non cavi, accessori etc.) e li migliorano lentamente, quando qualcosa di veramente significativo diventa disponibile. Diversamente da tanti concorrenti, non si servono di manodopera del Far East e realizzano tutto in Austria. Per questo motivo e per la cura maniacale con la quale sono realizzati i costi dei loro prodotti sono elevati. Il modello più piccolo in catalogo, il diffusore bookshelf ART del quale sto per raccontarvi, costa la bellezza di 3000€.
Qualora vogliate saperne di più dell'insolita filosofia che anima i signori di Trenner & Friedl vi invito a leggere l'intervista con Andreas Friedl appena pubblicata qui su TNT-Audio.
ART è un diffusore compatto due vie da supporto, con caricamento in bass reflex posteriore. Il suo nome viene dal famoso sassofonista Art Pepper. Questo non è un caso, perché tutti i sette modelli della T&F hanno nomi di grandi musicisti (Duke, Ella, Dizzy etc.). Questo ART ha delle caratteristiche abbastanza particolari: prima di tutto, il cabinet ha dimensioni che stanno tra loro in rapporto aureo, un concetto di proporzionalità che sembrerebbe nascosto nell'armonia e nelle bellezza della natura (e che aiuterebbe a minimizzare le risonanze). Un altro Costruttore HiFi ha fatto del rapporto aureo il suo cavallo di battaglia ed è George Cardas, che intervistai diversi anni fa proprio in merito a questa curiosa scelta progettuale. Nessuna sorpresa dunque nel trovare cablaggio interno marchiato Cardas dentro questo diffusore!
Il cabinet, tuttavia, non si limita ad avere proporzioni auree ma è realizzatto con dei pannelli sandwich estremamente sordi e rigidi mentre il frontale è un sandwich di durissimo Corian© e MDF, lucidato a mano. Il crossover è realizzato a mano dalla Mundorf Germany, utilizzando soltanto componentistica high grade. Il tweeter mi sembra un classico ring-radiator di Scanspeak (il modello R2604/832000) mentre il woofer da cinque pollici (13 cm) sembrerebbe essere il modello H1207-08 L12RCY/P della serie Prestige di SEAS. L'Azienda, purtroppo, non intende rivelare dettagli sui driver utilizzati.
Nel pannello posteriore trovano spazio lo sbocco reflex e la morsettiera Cardas Patented monowiring.
Non sono mai stato un grande fan dei piccoli diffusori da supporto: generalmente poco sensibili, mancano di profondità e di impatto nelle basse frequenze. A 3000 € la coppia questi ART dovevano avere qualcosa di speciale per giustificarne il costo. Allo stesso prezzo si acquista un diffusore da pavimento di classe media!
Per una curiosa coincidenza avevo in prova un diffusore praticamente identico per forma, dimensioni e diametro del woofer (pure questo dotato di ogiva centrale!). La differenza era solo il costo, 300€ contro 3000€, un fattore 10X. Non potevo resistere alla tentazione di mettere a confronto diretto i due prodotti...
Inzialmente ho posizionato gli ART su dei supporti molto rigidi in alluminio della Aliante/Acoustical e li ho lasciati rodare per qualche tempo. Dopo circa una settimana ho deciso che era tempo di sedermi di fronte ad essi per ascoltarli. Ebbene, è stato un vero shock! Sì, non sono un fan dei piccoli diffusori ma questi giocattolini sono davvero qualcosa di diverso dal solito! Permettete che provi a raccontarveli.
Prima di tutto, nonostante le dimensioni e gli altoparlanti utilizzati, essi generano un suono GRANDE, molto più grande di quanto ci si potrebbe aspettare. Il basso, in particolare, è impressionante. I 44 Hz a -6dB dichiarati mi sembrano assolutamente realistici, il piccolo woofer è chiamato a un superlavoro (basta vedere quanto si muove) ma quello che fa è riempire la stanza d'ascolto con delle basse frequenze potenti, pulite e articolate. No, non sentirete le note più gravi del contrabbasso o dell'organo ma è davvero difficile lamentarsene, considerando la qualità del basso che riescono a riprodurre. Persino a elevati volumi d'ascolto il basso rimano teso, pulito e veloce. Non falsamente gonfio né asciutto, semplicemente GIUSTO, come dovrebbe essere.
PULITO è il primo aggettivo che viene in mente quando si ascoltano questi diffusori: estremamente trasparenti senza apparire mai troppo dettagliati o affaticanti, lasciano che la musica fluisca con grande facilità. Non sono necessarie incisioni audiophile per capire quanto questi piccoli gioielli possano dare: anche incisioni assolutamente normali possono rendere loro piena giustizia. Questo significa che, pur essendo trasparenti, sono anche in grado di perdonare certi eccessi. Tanto per fare un esempio, si sono esaltati nella riproduzione, pure ad alto volume, di So lonely e Roxanne dei Police, dall'album "Outlandos d'Amour". Non si tratta di brani facili, talvolta ruvidi e molto elettrici, tuttavia sono stati riprodotti da questi ART con una facilità disarmante, come se fosse la cosa più semplice da fare. Mi aspettavo compressioni e distorsioni nei momenti più impegnativi...invece coerenza e compostezza da manuale. Ho sentito diffusori ben più grossi avere più di una difficoltà con questo disco.
Il bilanciamento timbrico generale è sostanzialmente neutro, forse appena tendente al morbido, ma c'è da dire che la mia stanza d'ascolto è abbastanza calda dal punto di vista acustico. La riproduzione delle voci è splendida e non importa che siano tonalità zuccherose da disco audiophile perché persino i graffi rochi di Marla Glen vengono riprodotti senza titubanze. Anche i cori (Loreena McKennitt, per esempio), un test difficile per piccoli diffusori, sembrano non mancare di chiarezza e peso.
Come accade coi migliori diffusori, poi, è estremamente facile seguire singole parti della struttura di un brano senza farsi distrarre dal resto. Ogni strumento è facilmente identificabile, ma comunque contribuisce al quadro complessivo senza scollatura alcuna. Si tratta di una sorta di attitudine da monitor, con la piacevole differenza che questi ART non sputano in faccia tutti i particolari, ve li porgono - TUTTI! - con gentilezza e senza mai strafare.
L'aspetto che però più mi ha colpito di tutta la prestazione sonora è il bassissimo livello di distorsione. Probabilmente i buoni altoparlanti, il crossover raffinato e la cura dell'assemblaggio giocano un ruolo importante ma la mia sensazione è che molto sia dovuto alla costruzione del cabinet. Difficile dire se le proporzioni auree aiutino davvero a diffondere le risonanze su una più ampia area di frequenze, evitando dei fastidiosi picchi, quel che mi sembra certo è che il mobile non aggiunga praticamente niente di suo. Molte delle distorsioni che sentiamo dai diffusori non sono dovute agli altoparlanti ma ai suoni in più (colorazione) che il cabinet aggiunge alla musica. Con gli ART la musica sembra fluire liscia, priva di ostacoli, naturale come dovrebbe essere.
Un woofer da 5" non è che sia esattamente una forza della natura, può impressionare (e questo SEAS lo fa) ma non può andare contro le leggi della fisica. La bassa sensibilità - 85dB dichiarati ma a me son sembrati meno - rendono necessario l'utilizzo di amplificatori potenti. In questo modo si possono far suonare gli ART anche a volumi elevati, almeno fintanto che il piccolo woofer non raggiunge i suoi limiti di escursione. Comunque sia, all'interno dei limiti logici (ben oltre le capacità di tolleranza di un condominio medio, comunque) questi ART suonano vivaci, veloci e con un'incredibile precisione negli attacchi e nei rilasci. Evidentemente la struttura del cabinet aiuta anche in questo caso a contenere code e risonanze non presenti nel messaggio sonoro originale.
Non pensiate che questi diffusori siano adatti solo alla classica o al jazz. Ho dato loro in pasto qualunque genere musicale, persino il più maleducato, e loro hanno reagito da par loro, continuando a suonare puliti e corretti, senza alcuno sforzo apparente, con una coerenza esemplare. Non strillano, non suonano mai esili e senza corpo, non comprimono la dinamica se non portati veramente al limite. Si son digeriti senza batter ciglio anche i Rage against the machine, incredibile. Fatica d'ascolto? Non pervenuta.
Considerando la qualità e la struttura del cabinet, oltre che la bontà dei drivers, non c'è da sorprendersi se questi diffusori siano capaci di riprodurre uno stage virtuale molto ampio, completamente svincolato da loro stessi. Nonostante il tweeter posizionato sotto al wooofer, e che quindi abbassa un po' la posizione relativa rispetto all'orecchio dell'ascoltatore seduto, il palcoscenico è non solo ampio e profondo ma anche insolitamente alto. Superato l'impatto iniziale della vista del tweeter sotto al woofer tutto sembra trovare una logica posizione: strumentisti e cantanti sono dislocati in aree ben definite all'interno dello stage.
Rovesciare i diffusori per mettere il tweeter in alto non è di grande utilità, anzi mi pare proprio che vadano meglio invertiti. Ho provato diversi posizionamenti e alla fine, nel mio ambiente, hanno dato il loro massimo stando abbastanza distanti l'uno dall'altro e con pochissima inclinazione verso il punto d'ascolto. La parete posteriore deve essere, a mio parere, abbastanza lontana. Sentitevi liberi di sperimentare ma qualora non riusciate a ottenere un soundstage molto ampio, qualcosa di sbagliato, nel sistema o nell'ambiente, c'è di sicuro. La colpa non è certo ascrivibile a questi ART. Come accade coi migliori diffusori, il suono non sembra mai provenire dagli altoparlanti, ma dallo spazio che li circonda.
L'installazione non è troppo complicata, a patto di disporre di un bel po' di spazio libero. Supporti di qualità obbligatori e tanta aria intorno, niente librerie, pareti attrezzate, scaffali etc. Mi auguro non vorrete rovinare in questo modo il suono prezioso di questi gioiellini da 3000€!
Qualora desideraste un basso più presente (a mio avviso NON necessario) si potrebbe tentare di tenere la parete posteriore più vicina, ma il suono si sporca, si colora e perde quasi tutta la magia che possiede, io non lo farei. I diffusori sono venduti in coppie accoppiate :-) nel senso che c'è un diffusore destro e uno sinistro. Sentitevi liberi di sperimentare anche in questo senso, invertendoli.
Il rodaggio è necessario, perché il piccolo SEAS ha bisogno di slegarsi un po'. Per quanto riguarda la scelta dell'amplificazione in parte ho già segnalato il fatto che è necessaria una potenza elevata. Tenete anche conto che il minimo dell'impedenza è a 4.2 Ohm, non è un carico killer ma neppure una passeggiata. Il suono richiede un amplificatore che non comprometta l'altissimo potenziale: quindi niente amplificatori mosci, lenti o troppo caldi. Eviterei le valvole, secondo me anche un buon integrato in classe D potrebbe fungere benissimo.
Costruzione e finitura.
Per 3000€/coppia non è che ci si possa aspettare lamentele dal punto di vista costruttivo! Questi diffusori sono al di sopra di ogni sospetto: qualità ai massimi livelli, sia nella costruzione che nella finitura. L'unica lamentela è, ovviamente, il prezzo da pagare! I miei sample erano privi di griglia parapolvere, credo che non sia stata prevista. I morsetti Cardas vanno benissimo con cavo spellato e forcelle, un po' meno con le banane. Alcune di queste potrebbero essere complicate da interfacciare al meglio. Il biwiring (per fortuna, aggiungo) non è previsto.
Suono.
Rinunciando al basso più profondo (sotto i 50 Hz non c'è molto) è davvero difficile trovare dei punti deboli. Anzi, faccio fatica a credere che possa esistere qualcuno, non prevenuto, al quale non possano piacere. Certo, esistono diffusori analoghi con un po' di estensione in basso in più, ma questa somma di qualità globali è davvero difficile da ritrovare in un unico prodotto.
La prova a confronto coi Koda/AAAVT BBLN è stata abbastanza impietosa. E, credetemi, fino all'ultimo speravo in un esito meno scontato. L'unico piccolo vantaggio dei diffusori economici c'era in termini di quantità di basse frequenze, che apparivano avere anche qualche Hz in più di estensione...ma sul resto, qualità generale della gamma bassa inclusa, non c'è stata partita. Certo, direte, gli ART costano 10 volte tanto! Sì, ma in HiFi le cose non vanno sempre come uno si aspetterebbe. Onde evitare condizionamenti ho chiesto anche a mia figlia di ascoltare i due diffusori a confronto, tenendola all'oscuro di quali fossero quelli più costosi. Era la prima volta che si cimentava in un compito così difficile. Per avere un orecchio assolutamente non allenato devo dire che è riuscita a indovinare una per una tutte le caratteristiche del suono delle due coppie, le ha espresse con termini non audiophile, certo, ma sono rimasto molto stupito dalla capacità di dire cosa andasse bene, meglio o peggio. Per questo mi sorprendo quando i lettori mi scrivono dicendo di non riuscire a capire cosa suoni meglio o peggio. Accidenti, in certi casi è evidente a chiunque, basta confrontare! E quando ho rivelato a mia figlia la differenza di costo tra le due coppie non si è scomposta più di tanto e ha detto, candidamente, che comunque gli ART suonavano incomparabilmente meglio.
Tale differenza è quantificabile o, meglio, vale i 2700€ richiesti (la differenza tra 300 e 3000)? Difficile a dirsi, dipende dalle priorità individuali, dal resto dell'impianto (che deve essere al di sopra di ogni sospetto) e dalle proprie esigenze. Vi posso solo confessare che potrei convivere con questi giocattolini anche in mancanza di un diffusore più grosso con il quale ascoltare di tanto in tanto. Sì, sono molto costosi ma se la vostra stanza non fosse grande e il vostro sistema fosse capace di far esprimere loro tutto l'enorme potenziale...probabilmente trovereste difficile reperire qualcosa di significativamente e sensibilmente migliore a prezzi umani, indipendentemente dalle dimensioni.
Nel passato altri due monitor mi avevano conquistato, le Diapason Micra II e le Merlin TSM. In realtà le Micra erano più piccole e le Merlin più grandi, comunque sia, le ART si trovano a metà strada, come impostazione sonora, tra le due: più vivaci e dinamiche delle Micra e meno radiografanti delle Merlin. Per quanto sia un azzardo il confronto a distanza di tempo, né le Micra né le Merlin mi avevano lasciato questa sensazione di incredibile facilità di emissione sonora, quel qualcosa di magico che fa dimenticare di dover ascoltare un diffusore per recensirlo. Non capita molto spesso.
Credo sia chiaro che questi ART mi siano piaciuti molto. Molto, molto di più di quanto mi aspettassi. Nonostante fossi partito un po' prevenuto per via dell'alto costo, mi sono dovuto ricredere. Sono costosi sì, ma suonano in un modo unico e considerando la mia idiosincrasia verso diffusori piccoli ritengo un grande complimento lo scrivere che potrei conviverci tranquillamente senza troppi ripianti per tutto il basso che manca. Se avrete la possibilità di ascoltarli in condizioni ideali vi faranno cambiare idea sui minidiffusori, metteranno le vostre convinzioni sottosopra, esattamente come canta Diana Ross in Upside down...e come i loro altoparlanti.
Qualora vogliate saperne di più su Trenner & Friedl vi invito a leggere l'intervista con Andreas Friedl appena pubblicata qui su TNT-Audio.
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