Siete stanchi dei soliti dischi test?
Non reggete un trio d'archi per più di 5 minuti, nonostante l'eccellente incisione? Siete alla ricerca di un disco che permetta, contemporaneamente, di sottoporre ad un test severo e di rodare il vostro impianto HiFi?
TNT, come sempre, vi propone qualcosa di MOLTO insolito: non dischi speciali irreperibili, dai prezzi disumani e dal contenuto artistico spesso tendente a zero ma un disco normale, di facilissima reperibilità e che costa quanto un CD audio standard, quale infatti è.
Sto parlando di The Fat of the Land, ultima fatica discografica
del gruppo più chiaccherato del momento: i famosi The Prodigy.
Vediamo prima il contenuto "musicale" e poi il perchè è stato oggetto di una prova nel Tempio del Tweaking.
I Prodigy sono senza ombra di dubbio il gruppo più in voga del momento, in tutto il mondo.
Classificare la loro Musica è piuttosto difficile, bisogna sentire i loro dischi per avere un'idea.
Io provo a spiegarvi: la Musica dei Prodigy è un energico miscuglio di techno, trip-hop, punk, musica elettronica e chissà cos'altro.
Le recensioni di alcune riviste "specializzate" (anche audio) li hanno classificati tra le vere novità musicali degli anni '90 ma, per chi conosce un po' la storia della Musica moderna, non farà fatica a riconoscere nel lavoro dei Prodigy una sapiente rielaborazione dei lavori (precedenti) degli Young Gods in particolare del loro capolavoro TV Sky di ben 7 anni fa.
Gli Young Gods fanno capolino dai pezzi di "The Fat of the Land" molto spesso, sapientemente mischiati ai Sex Pistols ed alla techno più ossessiva.
Purtroppo agli Young Gods è mancato l'intuito commerciale dei Prodigy, i quali sono riusciti a costruirsi un'immagine pubblica estremamente vistosa, costruita con testi violentissimi, video da censura (Smack my bitch up, tanto per fare un esempio ben noto) e atteggiamenti pubblici "d'urto".
Altre citazioni celebri sono presenti nel nuovo lavoro dei Prodigy: si va dai Damned prima maniera di "Fuel my fire", che chiude l'album, agli Ozric Tentacles di "Climbatize", fino a campionamenti ed atmosfere degli Art of Noise e dei recentissimi Skunk Anansie, con una spruzzata dei Primal Scream del capolavoro degli anni '90 che è stato Screamadelica, a condire una grande insalata dal sapore forte e deciso.
Lode e plausi ai Prodigy dunque per aver confezionato un prodotto musicale incredibilmente vincente ma anche dannatamente bello ed intrigante.
Va ascoltato a lungo questo "The Fat of the Land" per poterne assoporare tutte le nuances e le trovate più geniali, non ci si può fermare ad un ascolto rapido e disattento, superficiale.
E' un disco che merita molta, molta attenzione, classificarlo tra i dischi da Hit-parade sarebbe riduttivo ed indice di una conoscenza della Musica moderna quantomeno limitata.
Soprattutto, per poterlo apprezzare appieno occorrerebbe "almeno" conoscere i lavori degli artisti che ho citato, tutti, più o meno muse ispiratrici del talento di Liam Howlett.
Non è affatto vero che i pezzi più belli sono i singoli più famosi (Firestarter e Smack my bitch up) e che gli altri brani sono solo riempitivi. Tutt'altro. Secondo me è l'esatto contrario.
Brani come Narayan, Climbatize o Diesel Power sono, a mio parere, delle autentiche perle.
Certo, se ascoltate solo classica troverete i Prodigy particolarmente indigesti ed indegni di essere citati su una rivista HiFi.
Può darsi. Però vi invito ad allargare gli orizzonti ed a cominciare ad ascoltare un po' tutta la Musica, non è facile, però alla fine riuscirete ad apprezzare anche suoni come questi.
Vi voglio solo ricordare che lo stesso Hector Berlioz, a suo tempo, era disprezzato e giudicato incapace di comporre Musica.
Oggi la sua Sinfonia Fantastica, oltre a far parte di ogni discografia "audiofila" che si rispetti, è unanimemente considerata un capolavoro.
Per non parlare poi della famigerata 1812 e delle sue cannonate.
Mutatis mutandis e non volendo certo paragonare i Prodigy a Berlioz (ci mancherebbe!!!) ritengo che questo "The Fat of the Land" segni in qualche modo un landmark per la Musica degli anni a venire.
Quseto non significa che io ritenga i Prodigy la "rivelazione degli anni '90", qualunque cosa ciò possa significare, in quanto ci sono sicuramente altri artisti che meritano di più (Tricky e Primal Scream, i primi due che mi vengono in mente), ma sicuramente questo "The Fat of the Land" è una summa -molto ben riuscita- della situazione del rock-pop-techno-trip-hop di questi anni.
Basta metterlo sul CD ed alzare il volume per rendersene conto.
The Fat of the Land è energia allo stato puro, se il vostro impianto è abituato a sonnecchiare su trii di archi ascoltati a basso volume, questo disco lo sottoporrà ad una vera e propria terapia d'urto.
Essendo per la maggior parte suoni sintetici non si può certo cercare correttezza timbrica o immagine.
Gli elementi caratterizzanti questo disco sono la dinamica, la risposta ai transienti e la tenuta in potenza della gamma bassa.
Quanto di meglio ci sia in circolazione per mettere alla frusta tutti i componenti del vostro impianto, ampli e diffusori in particolare.
L'ampli per i picchi istantanei di corrente che solo impulsi elettronici possono generare ed i diffusori per il gravoso compito degli altoparlanti costretti ad inseguire escursioni dinamiche mozzafiato e bassi così potenti da far temere per l'incolumità dei woofers.
Un avvertimento: occhio al volume, soprattutto se avete ampli di basso wattaggio e minidiffusori. I clippings ed i woofers fuori dai cestelli sono in agguato. Ovviamente per poter godere appieno dell'onda d'urto di questo disco il volume deve essere alto, molto alto.
Fatelo per approssimazioni successive, evitando di esagerare all'inizio.
L'incisione è strana, volutamente artefatta ed a tratti sporca, ma perfettamente adatta al genere. Il prodotto è infatti molto molto ben registrato, altrimenti tutta la dinamica e l'estensione in frequenza di cui è capace non verrebbero fuori in modo così eclatante.
Dicevo che è un disco test: un buon test per la tenuta e la velocità della gamma bassa sono i brani Smack my bitch up (il primo) e Firestarter, in particolare nei momenti conclusivi.
Gli altri, esplosivi anch'essi, a tratti sono pure delicati ma non fidatevi mai troppo: l'attacco è sempre in agguato...
Ottimo test per l'articolazione e la profondità
della gamma bassa è Diesel Power, mentre per la capacità di analisi di segnali complessi e per l'articolazione della gamma medio alta un brano particolarmente ostico è Funky Shit.
Dicevo anche che si tratta di un disco per il rodaggio dell'impianto. Verissimo, The Fat of the Land è ottimo per smuovere woofers e tweeters ancora "nuovi" e legati e, sicuramente, un paio di passaggi svolgono il lavoro di dieci ore di ascolto "normale" con altra Musica.
Ottimo anche come riscaldamento dei componenti, ampli in particolare.
The Fat of the Land lo trovate in tutti i negozi di dischi e costa quanto un CD qualsiasi, cioè un prezzo variabile dalle 28 alle 40.000 lire.
A prescindere dal valore musicale che a molti di voi farà storcere il naso, questo disco svolge in modo ottimo la funzione audiofila per la quale l'ho inserito di diritto tra i "tweakings" del Tempio.
Funziona, può mettere in crisi più di un impianto, specie con minidiffusori e piccoli amplificatori, e può aiutare ad abbreviare i tempi di rodaggio di un diffusore o di un altro componente della catena HiFi.
Può darsi che non vi piaccia però prima di giudicare ascoltatelo almeno 10 volte, cercando di carpirne i numerosi segreti più nascosti, esattamente come fareste con un qualsiasi pezzo di classica o di jazz.
Se, alla fine di un ascolto attento, vi continuerà a disgustare, beh, significa che quei furbastri dei Prodigy hanno ancora una volta colpito nel segno...:-)
© Copyright 1998 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com