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The TNT Stoneblocks: blocchetti antivibrazioni

[The TNT Stoneblocks]

Francamente non so di che materiale sto per parlarvi questa volta: è un blocchetto di *pietra* grigio antracite di consistenza rigida e struttura spugnosa molto friabile (avete presente il *Carbone di zucchero* della befana?).
Certo è che si tratta sicuramente di un prodotto industriale, non esistente come tale in natura, una specie di schiuma essiccata dal peso specifico bassissimo, contenente una forte percentuale di sabbia silicea o vetro polverizzato.

Il suo uso comune (ebbene diciamolo) è quello del trattamento estetico delle estremità inferiori: diciamola tutta, sono le tavolette abrasive per i calli!
Reperibilità assoluta, pressochè in tutti i supermercati e drogherie (ma ne esistono ancora?).
Ben sapendo di rischiare ogni possibile credibilità futura, ne ho provato un impiego hi-end, nella mia guerra personale alla trasmissione delle vibrazioni.

L'utilizzo che propongo è quello di disaccoppiatore antivibrazioni e le prove sono state effettuate ponendo questi fatidici mattoncini sotto amplificatori e CD players.
Ho tralasciato l'analogico in quanto preferisco continuare ad usare in questo caso la magica combinazione targata TNT (Aria - SandBlaster).

Innanzitutto ho optato per quattro blocchetti invece dei canonici tre appoggi.
Ho notato che in caso di accessori accoppianti (punte, coni, spikes vari) tre sono meglio di quattro. Viceversa in caso di disaccoppiamento (sorbothane,grafite ecc.), quattro sono meglio di tre.
Una volta in possesso del fatidico mattoncino nero che misura circa cm. 6x4 tagliatelo in due con un seghetto molto sottile (va bene anche un coltello a lama seghettata) facendo attenzione a non sbriciolarlo.
Ripetere l'operazione con un altro ed otterrete 4 pezzi da cm 3 x 4 (comunque non formalizzatevi troppo sulle misure anche se ... la proporzione aurea...).
Rivestite i lati di appoggio, quelli più larghi con del sughero adesivo sottile e fissateli all'apparecchio con una pallina di Tak, Blue o Grey che sia.
A questo punto iniziate la prova di ascolto.
Anzi, prima ancora di tagliare i mattoncini fate un'altra prova che vi convincerà definitivamente della efficacia di questo materiale: accendete l'impianto e mettete sù un bel pezzo ricco di bassi; poggiate il mattoncino sulla superficie più risonante che avete nella stanza (un armadio, un tavolo o una cassapanca vanno benissimo): con una mano sul mattoncino e l'altra sul mobile, concentratevi sui polpastrelli cercando di valutare quantitativamente la differenza di vibrazioni trasmesse alle dita fra una mano e l'altra.
Siete convinti ora? Allora possiamo andare avanti.
Ecco ora le mie

Impressioni di ascolto

Posti sotto il CDP i mattoncini danno un risultato eclatante ed immediatamente apprezzabile (eppure il mio CD è già molto ben trattato contro le vibrazioni!).
Il suono si asciuga portentosamente con un effetto simile a quello procurato dai ben più costosi blocchetti di grafite, aumenta la *velocità* e la dinamica e la necessità di alzare il volume oltre i consueti riferimenti serve a conferma di ciò.
Si ha solo la sensazione che nell'evento sonoro si vada a perdere un po' di *vita*, ma è solo *pulizia*, tanto radicale che a volte l'intervento di questi mattoncini può sembrare addirittura eccessivo.

Lasciando intatta la prestazione nel medio e nell'alto, fanno compiere al basso un vero e proprio balzo avanti per plasticità e fermezza, dopo averlo smorzato e ripulito da ogni ridondanza.
La scalatura dei piani sonori, conseguentemente ne trae notevole beneficio, specie in profondità.
Potrei comunque comprendere se a qualcuno questo suono *iperanalitico* potesse non piacere: non riesco a ipotizzare cosa possa succedere in impianti già di per se' un po' tendenti al freddino.

Sotto l'amplificatore, ferme restando le caratteristiche di intervento appena esposte, tutto diventa più discreto e mediato e pertanto il risultato può considerarsi più universalmente accettabile procurando un isolamento ottimale per eventuali ronzii di trasformatori e contemporaneamente dalle vibrazioni provenienti dall'esterno.
Immagino perciò (il mio impianto è a stato solido) che il massimo beneficio si può ottenere con ampli valvolari, in cui il problema delle vibrazioni è molto più marcato.
Unico neo resta la scarsissima resistenza di questi mattoncini al peso dell'apparecchio che si sovrappone ma, disponendoli con una certa attenzione e senza muoverli troppo, si riesce a far accettare di buon grado anche un peso di una decina di chili complessivi, purchè la superficie di appoggio non sia troppo ridotta (inutile raccomandarvi di non poggiarci sopra punte metalliche).

Conclusioni

Complessivamente perciò un buon investimento (spenderete al massimo 6.000-7.000 lire) per un tweak che potrebbe riservarvi molte sorprese e peraltro, cosa da non sottovalutare, riciclabile nel caso gli effetti non dovessero piacervi: nella destinazione d'uso per cui sono stati originariamente prodotti sono impagabili!

Una possibile variante di costruzione e d'utilizzo, corredata di prova d'ascolto, la trovate in un articolo separato.

© Copyright 1998 Mimmo Cacciapaglia

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