La caratteristica di questo ampli è quella di essere costruibile con una spesa irrisoria in quanto il pezzo più costoso, cioè il trasformatore di uscita, lo possiamo recuperare da una vecchia radio o da un televisore b/n valvolari!
Qualcuno probabilmente starà storcendo il naso, è bene quindi chiarire l'approccio che sta alla base di questa idea: si sa che il TU =Trasformatore di Uscita è una parte molto importante per la buona riuscita di un apparecchio di questo tipo, ma in tale progetto, che non si propone di essere high-end ma solo un trampolino di lancio verso questo appassionante hobby, il costo deve essere prossimo allo zero, se poi il suono ottenuto dovesse piacervi potrete sempre aquistarne una coppia di qualità come i vari Tamura, Tango, Acrosound o di prodotti in Italia, che non sono affatto da meno, migliorando così vari parametri audio. Fatta questa necessaria premessa passiamo alla descrizione del circuito. Mi scuso per le dimensioni delo schema.
Lo schema, per nulla critico, è la modifica di un classico che possiamo trovare in tutti gli schemari Philips o Mullard, prevede due stadi di amplificazione e l'utilizzo di una sola valvola per canale economica e facilmente reperibile, la PCL86 che contiene al suo interno un triodo ad alto coefficiente di amplificazione e un piccolo pentodo di potenza.
La sezione triodica della PCL86, simile a quella di una ECC83, ha la funzione di preamplificare il segnale e di pilotare il circuito di potenza; questo stadio è molto sensibile ai ronzii di rete e quindi andrebbe curato sia nel montaggio e sia nel posizionamento altrimenti è facile ritrovarsi il fastidioso rumore a 50Hz amplificato, per evitarlo o comunque attenuarlo basterà alloggiare la valvola nel punto più distante possibile dall'alimentatore ed attorcigliare strettamente i cavetti. La sezione pentodica può dissipare fino a 9W e nella configurazione a triodo, cioè con la griglia schermo connessa all'anodo, la potenza di uscita si attesta attorno ai 2Watt, mentre a pentodo sale a 4. Invito quanti siano intenzionati alla costruzione di provare entrambe le configurazioni e rendersi così conto personalmente delle differenze all'ascolto. Per utilizzare la configurazione a pentodo occorre variare la R7 portandola a 150ohm e collegare la R6, portandola a 2,2Kohm, direttamente al condensatore C4. Contrariamente alla tendenza che vorrebbe l'assoluta mancanza di una qualsiasi forma di controreazione, in questo progetto se ne fa invece uso, anche se con moderazione, onde linearizzare la risposta in frequenza altrimenti limitata agli estremi banda. E' comunque previsto un interruttore che permette il funzionamento anche senza, il suono diventa più naturale anche se meno definito, fate una prova e scegliete. Se il collegamento della controreazione è errato si ottiene in uscita un forte fischio (reazione positiva) non preoccupatevi in quanto basta semplicemente invertire la polarità, cioè collegare la resistenza ove prima vi era la massa. Le resistenze sono normali componenti a strato di carbone da 1W, facilmente reperibili in un qualsiasi negozio di materiale elettronico. I condensatori elettrolitici è meglio che siano nuovi mentre per quelli non polarizzati si possono provare vari tipi: dai poliestere o polipropilene ai più esotici in carta e olio, sconsigliati gli accoppiamenti di diverse tecnologie che generalmente colorano il suono in maniera evidente. Per trovare i due TU, che devono essere tassativamente uguali, il consiglio è di rivolgersi ad un radioriparatore "navigato" che abbia cioè riparato apparecchiature a valvole e che ne abbia qualcuno stoccato in magazzino. Se così non fosse potete sempre smontarli da vecchi televisori che spesso utilizzano proprio la PCL86 nello stadio di bassa frequenza e li potete trovare dallo stesso riparatore di cui sopra. Si possono provare anche quelli montati nelle radio e nelle fonovaligie anche se occorre stare attenti perché oggi alcuni di questi vecchi cimeli stanno acquistando un certo valore collezionistico. Questo tipo di TU era progettato per una buona riproduzione del parlato e non specificatamente per un uso hi-fi perciò non bisogna attendersi dei bassi profondissimi, ma in compenso la gamma media e medio alta sono molto trasparenti e definite. Bisogna riconoscere comunque che negli anni 40-60 i TU erano di migliore qualità media visto che la loro costruzione era normale routine e pare che non siano stati così ampi i passi fatti da allora ad oggi. L'alimentatore deve fornire oltre alla tensione per il filamento anche i 280V continui per gli anodi per cui servirebbe un trasf. d'alimentazione con due secondari a 15 e 230V, anche questo non facilissimo da trovare, per cui è possibile sostituirlo con due trasf. da 15V collegati secondo lo schema di fig. 1. L'alimentatore prevede anche un'induttanza di filtro di valore non critico che può essere sostituita da una resistenza di basso valore (R9=220…330 ohm), i risultati però sono superiori con la prima soluzione. Consiglio di cablare tutto il circuito in aria ovvero con corte filature, ma i più esperti potrebbero anche utilizzare un circuito stampato, avendo la cura di distanziare abbondantemente le piste di alta tensione sia tra loro sia tra quelle di bassa e di utilizzare gli appositi zoccoli "noval" per le valvole. Naturalmente per un ampli stereo bisognerà realizzare due moduli uguali di amplificazione, mentre un alimentatore basta per entrambi i canali. Per il mobiletto contenitore ci si può sbizzarrire: di plastica, di metallo e di legno o miscelare tra loro diversi materiali per esempio la cornice può essere di legno e il pannello superiore di metallo (foto1) o di plexiglass, più facilmente lavorabile. Data la sensibilità d'ingresso lo si può utilizzare come ampli integrato pilotandolo direttamente con un cd-player dotato di regolazione del volume d'uscita, oppure collegato ad un pre passivo o attivo come quelli proposti da Giorgio Pozzoli. Da ricordare: quando si lavora con apparecchi a valvole bisogna stare sempre attenti alle tensioni in gioco che possono essere molto pericolose, quindi ogni volta che ponete mano al circuito accertatevi che la spina sia disinserita (è ovvio, spero!!!) e attendete che i condensatori di alimentazione si siano scaricati, occorrono pochi minuti, altrimenti una bella sventola ad alta tensione non ve la leva nessuno! Buon lavoro e scrivetemi per qualsiasi chiarimento.Qui trovate l'elenco dei componenti, gli schemi di montaggio e la prova d'ascolto.
Copyright © 1998 Ruggero Sanna