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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Dicembre, 2020
Ho già avuto modo di trattare in maniera estensiva e credo esaustiva, in due articoli dell'anno scorso (Parte I e Parte II) l'insospettabile ritorno di moda delle vecchie compact cassette, quelle che se non avevi una matita o una BIC per riavvolgerle eri rovinato. Ebbene, tenetevi forte, perché all'incredibile non c'è alcun limite. Tornano, seppur in versione limitata, i nastri Stereo 8, direttamente dagli anni '60!!!
Lo so, vi capisco, voi giovani lettori di TNT-Audio vi starete chiedendo che accidenti saranno mai le cassette Stereo 8! E se foste diversamente giovani come me, ma aveste iniziato la carriera di audiofili in ritardo, potreste porvi la stessa domanda. Io le ricordo bene, anche se ero poco più di un bambino, ma gli oggetti audio comiciavano già a popolare i miei desideri.
Ebbene, le cassette Stereo 8 nacquero nel 1964 e dovettero scontrarsi con la concorrenza delle compact cassette, che si dimostrarono più facili e più pratiche da usare, e alla lunga infatti si imposero come standard per la musica registrata. Si trattava di una grossa cassetta di plastica, con dentro un nastro magnetico, il cui unico vantaggio era quello del non dover essere girata dall'altra parte per suonare gli altri brani, come invece si faceva con le compact cassette (almeno fino alla comparsa dei registratori autoreverse). Infatti nei lettori Stereo 8 non era presente un sistema di rewind. Qualcuno sosteneva suonassero meglio delle cassette compatte (il nastro era più grande) ma ovviamente si tratta di leggende. Suonavano inascoltabili entrambi gli standard. Si stava peggio quando si stava peggio.
Lo standard Stereo 8 fu creato da un consorzio capitanato da Bill Lear (della Lear Jet Corporation) in combutta con la Ampex (che produceva nastri magnetici), Ford Motor Company, General Motors, Motorola, e l'etichetta discografica RCA Victor. Molte auto americane, a partire dalla metà degli anni '60, erano dotate di lettori Stereo 8. A quei tempi noi eravamo fortunati quando le nostre auto avevano 4 marce e il clacson. I primi impianti car stereo in Europa, in effetti, erano di là da venire ed erano basati sulla radio o sulle cassette tradizionali. Per avere un'idea, la seconda serie della Fiat 127 (1977) disponeva della sola predisposizione per la radio, ed era pure mono! E la ricordo come un lusso sfrenato. Era l'equivalente del touch screen da 15" con integrate telecamere perimetrali dei giorni nostri! Ci accontentavamo di poco. E del Postal Market, per altri scopi.
Ora, riavvolgiamo rapidamente il nastro fino allo (stramaledetto) 2020, giorni nostri. Ginevra Di Marco, artista poliedrica che ha militato nei dintorni dei CSI e collaborato con tanti artisti della scena cosiddetta indipendente (qualunque cosa ciò possa significare) ha appena pubblicato il suo nuovo album (“Quello che conta”), oltre che in altri formati, anche in un numero limitato di cassette Stereo 8, grazie alla collaborazione e all'istigazione a delinquere di Mirco Roppolo, conduttore radiofonico, l'uomo più appassionato di stereo8 che abbia mai camminato sul Pianeta Terra. Così appassionato da dedicare al vecchio supporto audio un intero sito web.
L'album è una sorta di tributo a Luigi Tenco, cantante e cantautore italiano scomparso in circostanze non ancora del tutto chiarite nel 1967 (si parlò di suicidio, ma esistono filoni di pensiero differenti). L'album è stato cofinanziato in crowdfunding presso la Produzioni Dal Basso. La canzone che dà il titolo all'album è stata scritta da Ennio Morricone (!!!) e il regista Luciano Salce, per la colonna sonora del film La cuccagna, e cantata per la prima volta da Luigi Tenco nel 1962.
Le cassette Stereo 8 di quest'album sono state incise in maniera analogica, come si faceva all'epoca (e per forza!), con apparecchiature e banchi di registrazione originali appartenenti alla collezione di Mirco Roppolo. Per suonarle, ovviamente, c'è bisogno di un vecchio lettore Stereo 8, che non è esattamente facilissimo da reperire e, anche se lo fosse, probabilmente avrebbe necessità di una sistemata generale. Naturalmente, non è semplice reperire né parti di ricambio né know-how sufficiente per mettere mano su questi componenti.
E quindi? Qual è il senso di tutto ciò? Francamente, lo ignoro. È, forse, una sorta di operazione nostalgia che riporta in luce un formato morto e sepolto e pure non particolarmente diffuso all'epoca, almeno in Europa (diversa la situazione negli USA). Probabilmente si tratta di un modo curioso, originale e affettuoso per celebrare un grande artista del nostro passato, con un media appartenuto alla sua epoca. Stereo 8 o no, Ginevra Di Marco si conferma un'artista di classe sopraffina!
Ora, cosa dovremmo vedere ancora? Il ritorno delle videocassette Betamax allegate ai pantaloni a zampa d'elefante? :-)
© Copyright 2020 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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