Autore: Lucio Cadeddu
Pubblicato: Gennaio, 2015
L'enorme e inaspettato successo di vendite del T-Amp non era tanto rilevante di per sé, quanto piuttosto perché fu un modo per cambiare radicalmente la maniera di pensare all'HiFi a basso costo da parte dei consumatori. Decine di migliaia di persone acquistarono il giocattolo e si affacciarono per la prima volta, con grande sorpresa e pochissima spesa, sul mondo dell'HiFi, mondo che li aveva da sempre tenuti lontani per via degli alti costi.
Dopo il primo T-Amp seguirono tanti altri amplificatori basati sullo stesso chip, versioni più sofisticate che risolvevano i difetti di gioventù del piccolo amplificatore in Classe D e che realmente avvicinavano il suono di alta qualità a fette di mercato del tutto nuove.
Seguirono poi altri modelli, basati su chip Tripath più potenti del piccolo TA2024 che equipaggiava il T-Amp originale, in effetti al tempo non esistevano tante alternative. Successivamente altri Costruttori realizzarono chipset analoghi dando vita a uno stuolo di amplificazioni denominate chip-amp (con chip Yamaha, TI e tanti altri) e poi ancora seguirono tecnologie in classe D sempre più raffinate, dai moduli B&O IcePower, passando da Hypex per finire con NuForce.
Il T-Amp, pertanto, agì da innesco per l'esplosione del fenomeno delle amplificazioni in Classe D dalla buona reputazione sonora. La Classe D infatti esisteva da tempo, ma era relegata ad applicazioni dove era richiesta alta potenza, unita a bassi consumi e basse temperature d'esercizio.
Un altro sottoprodotto del fenomeno T-Amp fu lo scossone che ne ricevette il settore autocostruzione, da anni incancrenito nelle solite topologie circuitali a valvole. Tanti ripresero in mano il saldatore e, grazie al fatto che le tensioni in gioco erano basse (e non letali come quelle di tanti ampli a valvole) persino dei principianti assoluti si cimentarono in modifiche e migliorie al T-Amp e ai suoi eredi. Nello stesso anno pubblicammo un articolo su come modificare e sostituire il cabinet al T-Amp.
Inoltre, la bassa potenza dei primi chip-amp portò nuovo interesse verso i diffusori ad alta sensibilità specie se monovia largabanda. Facili progetti di autocostruzione come il nostro T-Speaker diventarono ben presto estremamente desiderabili: economici, facili da realizzare anche per chi fosse completamente a digiuno circa l'autocostruzione di diffusori, questi progetti hanno portato nuova linfa verso il mercato dei driver largabanda (Fostex, Audio Nirvana etc.).
D'altra parte, però, non possiamo dimenticare che un altro sottoprodotto del grande successo del T-Amp fu l'interesse dei grandi costruttori di HiFi commerciale verso la Classe D. Ben presto Aziende leader del settore come NAD, Rotel e Pioneer inserirono nel loro catalogo amplificatori integrati e finali di potenza basati su questa tecnologia verde. Grazie ai bassi consumi di queste amplificazioni, infatti, c'è da aspettarsi che sempre più Aziende propongano componenti in Classe D, visto il grande interesse del mercato e dei consumatori verso elettroniche di classe energetica elevata.
Tutto questo è storia, verificabile e davanti agli occhi di tutti. E altrettanto storia (triste) è l'ostracismo violento che gli organi di stampa ufficiali (del settore) fecero nei confronti di questa piccola rivoluzione, ostracismo (snob) così forte che ancora oggi, a distanza di ben dieci anni, ogni tanto ci ritornano su, come se fosse una ferita mai rimarginata. Qualcuno disse che inventammo il fenomeno T-Amp per riportare l'attenzione su di noi. Noi rispondemmo che se TNT-Audio non avesse avuto il seguito che aveva allora il T-Amp non avrebbe avuto il clamoroso successo commerciale che ebbe. Non fummo, infatti, neppure i primi a parlarne, ma il successo arrivò solo dopo la nostra recensione...e non in Italia, ma in tutto il mondo! Ogni tanto, questi dettagli, è bene ricordarli, la memoria spesso è labile. E, a proposito di popolarità di siti web del settore, nell'editoriale del prossimo mese leggerete qualcosa di abbastanza sorprendente...credeteci, non è tutto oro quel che luccica!
La Classe D non fu inventata da Tripath e tantomeno dal T-Amp - in effetti la Classe T di Tripath era solo una variazione sul tema - ma è nostra ferma convinzione, supportata da numeri e fatti - che sia stato questo piccolo grande amplificatore a sdoganare definitivamente il concetto di Classe D ben suonante presso il popolo audiofilo. Non foss'altro che per questo enorme merito, riteniamo che tutti noi appassionati abbiamo un grande debito verso questo piccolo, brutto, straordinario anatroccolo.
Buon anniversario T-Amp!
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