[Editoriale] Qualche considerazione sul nostro reportage dal Milano HiFidelity 2023

La prima considerazione che mi sento di fare - altre seguiranno in future occasioni - è relativa ai commenti (o mancanza di) ricevuti dagli operatori del settore, presenti o no alla mostra milanese. Poiché non sono autorizzato a pubblicare i contenuti di mail private e immaginando che alcuni operatori non avessero voglia di esporsi pubblicamente, mi limito a citare quella più emblematica di tutte, tanto è surreale.

Tutti gli operatori che sono stati citati esplicitamente in quel reportage, principalmente per meriti sul suono della sala o per il coraggio e l'originalità della proposta, sono stati contattati, per loro conoscenza e per correttezza. Credete che tutti abbiano risposto per ringraziare? Ovviamente no. Per carità, va anche bene così, magari le nostre mail si sono perse nei meandri della loro fittissima corrispondenza.

Tra tutti, spicca un operatore che mi ha scritto, cito testualmente: “Sa di poco elegante giudicare l'attività d'altri, io non mi permetterei mai di farlo.” Ebbene, qui siamo oltre il surreale. Tanto poco sono abituati questi signori alle critiche che quando un giornalista (e tale sono, pure iscritto all'albo) si permette di fare un rilievo o un appunto a una manifestazione PUBBLICA viene ripreso, come se non avesse fatto bene i compiti a casa. I giornalisti questo fanno, altrimenti sarebbero addetti stampa degli operatori. Lo so che sarebbe bellissimo se tutti i giornalisti fossero vostri addetti stampa, magari pure gratis, ma il mondo funziona diversamente: voi vi proponete al pubblico, e il pubblico - ivi compresi i giornalisti! - giudica quel che vede e che sente. Tenete conto che spesso lo si fa con spirito costruttivo, segnalando ciò che andrebbe e potrebbe essere migliorato, magari con sforzo minimo.

Sono stato poco elegante perché ho giudicato ciò che fate? Fiero di essere inelegante, ma LIBERO. Ne ho visto e se ne vedono di giornalisti, elegantissimi, al soldo di operatori, politici, signorini, signorotti e marchesi De' Lattanzis di turno. Mi hanno sempre fatto venire un poco elegante (questo sì) voltastomaco. Per carità, il lunario lo si deve pur sbarcare in qualche modo ma...preferisco riuscire a guardarmi allo specchio tutte le mattine senza provare ribrezzo.

Per fortuna non tutti gli operatori ragionano così, e diversi, anche non presenti alla mostra, mi hanno espresso in privato - magari in maniera molto sintetica - il proprio apprezzamento. Qualcun altro mi ha contattato telefonicamente per condividere riflessioni simili. C'è speranza dunque, qualcuno ha capito a cosa servono le riviste e i giornalisti, e qualcun altro no. Per tutti questi motivi ringrazio di cuore coloro che hanno capito.

Per amor di verità, devo dire che ho ricevuto anche qualche appunto da semplici appassionati, in particolare sul fatto che il mio reportage facesse erroneo riferimento alla mostra Milano “HighEnd”. Questi puntigliosi correttori di bozze mancati mi hanno fatto notare che il termine HighEnd non compare nel nome della manifestazione. Ebbene, peccato che non sia così, visto che - basta guardare il sito ufficiale o la pagina Facebook dell'organizzatore - il nome completo è così declinato: “Milano & Roma Hi fidelity è una manifestazione audio & video hi-end dedicata agli appassionati”. Quindi, cari amici, se davvero voleste fare le pulci a ciò che scrivo, temo dovreste applicarvi un pochino di più, o limitarvi a farle al vostro animale domestico.

Nelle prossime puntate affronterò qualche altro aspetto, sempre dietro ispirazione di ciò che ho visto alla mostra milanese: parlerò di prezzi dell'HiFi e della sindrome di Stoccolma che purtroppo affligge tanti appassionati.

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Editoriale di Novembre 2023

Qualche considerazione sul nostro reportage dal Milano HiFidelity 2023 - seconda parte