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Prodotto: Sony MDR-ZX110 - cuffia - ∼10€
Costruttore: Sony - Giappone
Prodotto: cuffia senza marca di Aliexpress - ∼5-10€
Costruttore: sconosciuto - Cina
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Settembre, 2023
Dopo la prova a confronto di tre ampli cuffia sotto i 100€ pubblicata un paio di settimane fa, è giunto il momento di un'altra provocazione per gli amanti dell'ascolto in cuffia: quanto poco si può spendere per ascoltare in maniera decente? E, soprattutto, una cuffia di marca suona meglio di una cinese senza marca? Con una cuffia molto economica l'ampli cuffia ha ancora un senso?
Per rispondere a queste domande ho scelto una cuffia Sony modello MDR-ZX110, che costa normalmente 15€ ma che si trova facilmente per 9.99€ su Amazon o su altri store e una cuffia molto simile per aspetto, ma di marca sconosciuta, acquistabile su Aliexpress per meno di 5€, in genere, e che vanta numerose buone recensioni da parte degli acquirenti. Entrambe sono cuffie di tipo chiuso e da collegare col filo. Se la dovranno vedere col mio riferimento in fascia entry-level, i sorprendenti auricolari Venture Monk Plus che costano più o meno la stessa cifra. Tutte le cuffie saranno alimentate sia da dispositivi mobili e PC, sia da un ampli dedicato dallo straordinario rapporto qualità/prezzo, l'iFi Zen Air Can, risultato vincitore della prova a confronto suddetta, che costa da 10 a 20 volte il prezzo di queste cuffie. A disposizione anche il Douk Audio U3.
La cuffia Sony appare incredibilmente ben realizzata per il prezzo, e si fa fatica a immaginare che possa costare così poco. Le specifiche tecniche dettagliate le potete trovare nella pagina specifica del sito della Sony. Posso dire che monta dei driver dinamici al neodimio da 30 mm, una risposta in frequenza dichiarata che va da 12 Hz a 22 kHz, una sensibilità di 98dB/mW e un'impedenza di 24Ω (bassa). Disponibile bianca, nera e rosa, si può avere anche col microfono integrato. Peso: 135 grammi. È comoda da indossare, con una buona imbottitura nei padiglioni.
La cuffia cinese, della quale non sono riuscito a reperire il costruttore, esteticamente è simile. Ha un'impedenza dichiarata di 32Ω e una sensibilità di 103dB (±3dB), driver da 40 mm e un cavo di collegamento orgogliosamente dichiarato in rame OFC e dielettrico in TPE, più uno spinotto minijack dorato. La pagina dove si può acquistare pubblica anche una bizzarra risposta in frequenza, che presenta un calo drastico centrato a 10 kHz, per poi riallinearsi alle frequenze più alte. Da quel che si legge, sembrerebbe un fatto voluto, per enfatizzare i bassi e non stancare l'udito a lungo termine. È presente un microfono integrato e controllo del volume sul cavo. Pesa appena 117 grammi, cavo incluso, contro i 135 della Sony che, però, usa un cavo più robusto. I materiali utilizzati sono simili, tanta plastica e qualche piccola parte in metallo. Entrambe le cuffie hanno ricevuto ottime recensioni dagli utenti che le hanno acquistate.
Il primo match l'ho effettuato collegando le tre cuffie (le due contendenti e il riferimento) a un laptop LeNovo (ex IBM Thinkpad). Dico subito che le cinesi e le Venture suonano forte allo stesso modo, mentre le Sony - anche col volume al 100% - non riescono a produrre una pressione sonora per me soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo, anche con una sorgente come questa, le differenze si sentono eccome: scure, gonfie, lente e impastate sia le Sony che le cinesi, aperte, dinamiche, precise e veloci le Venture. Forse le cuffie in prova hanno un leggero vantaggio sul basso profondo, ma sul resto perdono su tutta la linea. Gli auricolari Venture magari non saranno comodissimi, ma suonano in maniera assolutamente incredibile per il costo. Tra la Sony e la cuffia cinese il match è serrato, ma la cuffia di marca suona sostanzialmente meglio dell'altra: leggermente più aperta e precisa, meno impastata e goffa.
Passando al mio smartphone OnePlus, con la suite audio Dirac, il suono è globalmente migliorato, ma le gerarchie non si spostano più di tanto. Le Venture, seppur più leggere in basso delle altre due, suonano globalmente più credibili, veloci e dinamiche e sembrano dotate anche di una discreta spazialità. Le Sony guadagnano punti, ma in gamma alta continuano a restare scure e impastate, specie con programmi musicali complessi. Suonano pure più forte, come se l'uscita cuffia dello smartphone riuscisse a pilotare meglio la bassa impedenza delle Sony. Le cinesi arrancano come possono, ma dopo qualche minuto vien voglia di toglierle. Un basso cupo e monocorde, una batteria inesistente in termini di attacchi e rilasci e una gamma altissima non pervenuta. Il suono resta ineluttabilmente chiuso dentro la testa. Con le Sony alcuni suoni si staccano dai padiglioni auricolari, ma parlare di spazialità è ancora un piccolo azzardo.
Saliamo ancora di livello, sorgente dell'impianto principale e ampli cuffia iFi Zen Air CAN e Douk Audio U3. E cominciano le sorprese: le cinesi restano incollate alla loro prestazione indecorosa, invece le Sony decollano letteralmente: il basso si tende e acquista controllo, le gamma alta è più definita e precisa, la spazialità aumenta e la dinamica cresce. Ovvio, verrebbe da dire. E invece no, perché le Venture, pur migliorando ancora, non compiono questo salto di qualità così evidente, al punto tale che adesso la distanza tra Sony e Venture è piccola, e in gamma bassa le Sony stravincono. Resta un filo di lentezza e di velatura sulle voci, ma il resto me le fa preferire praticamente sempre.
Che è successo dunque? La bassa sensibilità ed impedenza della Sony sono un cimitero per smartphone e uscite cuffia di PC/laptop. Le castrano, letteralmente. Le altre cuffie invece devono essere un carico più facile e riescono a suonare benino anche con queste sorgenti. Non appena alle Sony si dà il pilotaggio corretto, esce fuori un suono che non ti aspetti per 10€. La morale è: gli ampli cuffia possono fare veramente la differenza, specie se la cuffia è a bassa sensibilità e di carico non facile. D'altra parte però l'ampli cuffia non sempre riesce a trasformare in cigno un anatroccolo (le cuffie cinesi). Se c'è il potenziale, l'ampli cuffia lo fa venir fuori, altrimenti no.
Osservazioni finali:
In attesa di un eventuale altro miracolo cinese, non posso che concludere che le cuffie Sony MDR-ZX110 sono, per 10€, una grande sorpresa, ma solo se abbinate a sorgenti di buona qualità e a un ampli cuffia almeno dignitoso. Senza questi presupposti sarebbero bocciate. Si può ascoltare bene con 10€? Sì, con le Venture Monk Plus e sorgenti mobile o PC/laptop, altrimenti servono altri 30/40€ per un ampli cuffia, es. il Douk Audio U3. Come vedete, in HiFi mai dare le cose per scontate!
Nota. Le cuffie e gli ampli cuffia utilizzati in questa prova sono stati acquistati coi fondi delle generose donazioni PayPal di voi lettori. Grazie! Potete continuare a contribuire cliccando sul pulsante sottostante.
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