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Subwoofer per HiFi
Buonasera, stavo pensando di acquistare un subwoofer SVS SB 2000, piuttosto che un Sonus Faber Gravis I, da abbinare alle mie Monitor Audio Studio 6. Non mi interessa l'home theatre, ma un ascolto di tipo hi fi, esclusivamente per la musica. Cercavo infatti un prodotto con bassi precisi, veloci, articolati, non invasivi. Pensate che l'SVS sia adatto per un ascolto di tipo hi fi?
Grazie,
Giovanni - da Facebook
LC
Caro Giovanni,
la nostra recensione dei subwoofer SVS parla abbastanza chiaro, sono eccellenti anche per il solo ascolto di musica. Quindi stai pure tranquillo. In generale, continuo a pensare che i subwoofer non abbiano una connotazione specifica, nel senso che sono chiamati a un compito difficile ma limitato: riprodurre bene frequenze al di sotto degli 80, max 100 Hz. Che sia un segnale da un film o da un disco non fa differenza, si tratta di frequenze molto basse da gestire al meglio. In più, tutti i subwoofer moderni sono dotati di tantissime regolazioni (persino il DSP!) che consentono un'integrazione perfetta con qualunque diffusore e genere musicale. Quindi, benissimo gli SVS, ma altrettanto bene i REL, i Velodyne e tanti altri prodotti analoghi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Roberto,
concordo con te sulla necessità di allineare il lettore CD al resto della catena, costituita da prodotti ben al di sopra dell'onesto Cambridge attualmente in uso. Sul mercato sono presenti ancora diversi lettori CD di buon livello, entro il budget che ti sei prefissato, e mi riferisco in particolare ai seguenti: Primare CD35, Densen B-420XS, Rega Saturn R MK3, Roksan Caspian M2, Musical Fidelity M6 scd. Qualcuno ha delle caratteristiche extra in termini di connettività, ma se ti interessa solo una funzionalità semplice, come lettore CD tradizionale, allora hai solo l'imbarazzo della scelta. Tenendo conto dei tuoi diffusori ed amplificazione, forse gli abbinamenti migliori potrebbero essere il Rega e il Densen, ma non esimerti - se possibile - dall'ascoltare anche le altre proposte, possibilmente all'interno del tuo sistema. Vista la cifra in ballo, non dovrebbe essere impossibile trovare qualche negozio che ti consenta di fare una prova mirata, per almeno un weekend, a casa tua.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Reiki Superswitch
Buongiorno Direttore,
ho letto con interesse l'articolo riguardante il Superswitch Audio Limited - ora recensire tali dispositivi credo sia molto difficile; probabilmente le eventuali differenze riscontrate a "orecchio" non sono indicative circa la qualità di questi apparati. Non credo neanche che eventuali porte inutilizzate contribuiscano a far aumentare il "rumore" in modo significativo ma qui anch'io mi potrei scontrare con l'accennato "Pregiudizio di conferma".
Da vecchio informatico credo però che le differenze percepibili in uno streaming siano in primo luogo determinate dal protocollo di comunicazione impiegato e dalla codifica del file trasmesso - l'audio trasportato in rete sarà influenzato (e modificato) anche dal tipo di rete interna; più che alimentatori ultra-schermati o case in metalli nobili, l'audio in uno switch di rete risentirà del numero di dispositivi presenti, visibili e attivi, dalla possibilità di gestire il QoS in rete - un indice di qualità del servizio che possa privilegiare tutti i pacchetti dati audio/video rispetto a quelli non interessati direttamente dalla trasmissione ma presenti comunque in rete - e dal tempo di latenza delle trasmissioni inviate ad altri dispositivi.
Altra cosa è che se lo switch è collegato magari al router di casa che assegna indirizzi in automatico a tutti i dispositivi di rete, il tempo di latenza e di assegnazione di questi potrebbe influire sullo streaming. Se lo switch può avere un indirizzo di rete statico e assegnato una volta per tutte e non operare con quello assegnato dal router di casa (DHCP) probabilmente avrà comportamenti leggermente differenti (e forse migliori) nel propagare streaming audio.
Rispetto ad un semplice hub di rete uno switch ha già capacità di separare le porte impiegate le une dalle altre - non solo galvanicamente ma anche a livello logico. Una porta non utilizzata (senza il classico link acceso) non concorre minimamente all'emissione di un flusso audio su un'altra porta attiva e non credo che il suo eventuale rumore intrinseco possa influenzare l'ascolto. Dall'articolo poi non ho capito se il Superswitch è di tipo "managed" - cioè se è possibile assegnargli un indirizzo di rete fisso, far passare streaming A/V con un QoS elevato o abilitare altri parametri che potrebbero facilitarne il compito nel mondo audio.
A conti fatti un campo dove c'è ancora da lavorare e dove potremmo avere sorprese in un immediato futuro.
Grazie per l'attenzione,
Cordiali saluti,
Stefano - E-mail: stefano (at) stefanocairoli.com
LC
Caro Stefano,
ti ringrazio per il prezioso ed esperto feedback. Il nostro Mark si è messo in gioco a voler provare un componente che sta generando tante discussioni nel mondo audiofilo, e infatti la notizia della recensione, ripubblicata sulla nostra Pagina Facebook, ha scatenato una serie di reazioni - alcune scomposte - nei confronti del nostro recensore.
La prima reazione, ovvia, è quella relativa al flusso di dati digitali: sono solo zero e uno, quindi non possono esserci differenze di sorta. Se fosse così semplice, però, non esisterebbe alcuna differenza tra meccaniche di lettura CD e cavi digitali, ad esempio. Eppure, qualche differenza c'è. Che queste differenze siano poi pompate ad arte dalle aziende e da taluni recensori è un fatto indiscutibile. In tutta sincerità, al posto di Mark Wheeler, mi sarei ben guardato dall'aprire questo Vaso di Pandora, ma il suo istinto da ricercatore ha prevalso.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Pierpaolo,
solo in un'occasione ho visto gli ZeroZone scaldare tanto, e si trattava di un problema di collegamento con dei cavi di potenza che avevano dei connettori un po' ballerini. Il contatto non ottimale, magari, realizzava una sorta di attacca e stacca continuo oppure offriva una resistenza anomala ai finali. In tutti gli altri casi, anche quando tirati per il collo a volumi da concerto rock live, sono al massimo diventati tiepidi. Tra l'altro, nessun altro possessore di questi finali ha lamentato fenomeni di surriscaldamento. È difficile fare una diagnosi a distanza, diciamo che - secondo me - la cosa non è del tutto normale. Controllerei i cablaggi, magari farei una prova con del semplice cavo elettrico di buona sezione (per il collegamento ai diffusori) e, se il problema persistesse, li farei vedere a un tecnico capace di mettere le mani su amplificatori in Classe D. Gli ZeroZone sono oggetti abbastanza semplici, ma magari sei incappato in qualche esemplare che è passato tra le maglie - peraltro non proprio strettissime - del controllo di qualità del costruttore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Maurizio,
l'ampli cuffia Douk Audio U3 è qui, in attesa di essere confrontato con altri ampli cuffia di prezzo simile o leggermente superiore. Anziché recensirlo da solo ho preferito aspettare ad avere a disposizione dei concorrenti, sempre di livello entry-level, seppur leggermente più costosi, realizzando in questo modo una prova a confronto che sarebbe stata certamente di più ampio respiro e interesse. Nel frattempo, per un banale errore (mio) di collegamento (ho usato un alimentatore sbagliato, troppi alimentatori non marchiati in sala d'ascolto!) il primo U3 è defunto e ho dovuto acquistarne un secondo. Tra ordine, spedizione e dogana i tempi si sono dilatati e nel frattempo altri prodotti sono arrivati in sala d'ascolto. In definitiva, conto di terminare tutte le prove per la riapertura del sito ai primi di settembre. Chiedo scusa per le lungaggini, era mia intenzione pubblicare tutto prima della pausa estiva, ma non è stato possibile. Quel che posso anticiparti, però, è che il Douk U3 suona molto bene per quel poco che costa. Non riesce a battere ampli cuffia più costosi, ma si difende benissimo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Spatial Sound Mapping da Sony
Ciao direttore, ecco un oggetto piuttosto interessante: www.sony.it/home-theatre-sound-bars/products/ht-ax7
Buona musica,
Francesco - E-mail: francesco.fabiano (at) libero.it
LC
Caro Francesco,
grazie per la segnalazione. Avevo già letto di questo piccolo sistema che promette meraviglie. È principalmente pensato per una sorta di Home Theater virtuale, ma credo che le possibilità di applicazione possano essere molteplici. La spazializzazione dei suoni sta muovendo i primi passi e credo ne vedremo delle belle, se implementata in ambito HiFi. Un dispositivo come questo, piccolo, senza fili e che promette un fronte sonoro ampio, potrebbe dare del filo da torcere a sistemini HiFi tradizionali, soprattutto in una fascia di utenza un po' più ampia di quella ristretta degli audiofili propriamente detti. Inutile negare che il tempo dei sistemi complicati, ingombranti, connessi con metri e metri di cavi sta, lentamente, finendo. Tanti audiofili confessano, non senza un certo rimorso, di non riuscire più a sedersi davanti all'impianto per ascoltare musica come una volta, album dopo album. Tante cose sono cambiate nelle nostre abitudini, per cui ben vengano sistemi che ci consentano di semplificare l'ascolto, svincolandolo dal sacro rito del triangolo magico ma anche un po' irritante (due casse + poltrona).
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Salvatore,
ero abbastanza sicuro che il motivo per il quale non avevi collegato il Fosi V3 all'impianto principale fosse l'ultimo da te indicato: paura di mettere in discussione l'ampli ufficiale. È comprensibile, si arriva a una condizione di soddisfazione tale che non si vuole neppure sapere se l'impianto possa essere migliorato ulteriormente, per non arrovellarsi nuovamente nella ricerca del miglior compromesso. La scusa dei cavi difficili da maneggiare, però, non regge. Sono sicuro che se qualcuno ti avesse portato in casa un amplificatore da 20.000€ l'avresti collegato SUBITO all'impianto, passando sopra al problema dei collegamenti e persino del mettere in discussione l'amplificazione titolare. Credimi, conosco molto bene la (fragile) psicologia degli audiofili, sono quasi 30 anni che rispondo alle vostre richieste di consulenza, ai dubbi, alle paranoie etc. Ho maturato un'esperienza solidissima. Riesco a riconoscere la tipologia di audiofilo già dalle prime righe, ancora prima di leggere tutta la lettera. Comunque sia, va benissimo così, ovvero che ti diverta a fare esperimenti con l'impianto secondario e basta. In fondo questo è solo un grande gioco e ci sta che ci siano persone che abbiano voglia di mettere tutto in discussione, come l'audiofilo felice di queste ultime due settimane, e chi invece preferisce godersi la musica restando ancorato ad alcune certezze. L'importante è divertirsi, sempre.
Io sono un inguaribile curioso e un ricercatore, e mi diverto tantissimo a provare soluzioni assolutamente insensate, perché imparo più da queste che da percorsi ovvi e granitici. Per questo motivo anche il mio impianto di riferimento è in continua, seppur lenta, evoluzione.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
Segnalazione musicale
Caro direttore,
conosci Dominique Fils-Aimé? Talento canadese d'origini haitiane, è difficile indicare un brano in particolare, azzardo Strange Fruit e Three Little Words.
Buoni ascolti,
Salvo - E-mail: saf.a7.4 (at) gmail.com
LC
Caro Salvo,
non conoscevo quest'artista e mi sono dedicato ad ascoltare i brani che mi hai segnalato, più diversi altri. La classe e il talento sono indiscutibili, ma le atmosfere così rarefatte non mi hanno convinto troppo. Mi ha ricordato Sade, ma devitaminizzata, privata dell'energia, del ritmo, della sensualità e del fun factor. In più, ed è peggio, mi ha ricordato i tanti, troppi brani in stile light jazz che ammorbano le fiere di HiFi, perché questo genere di musica ben si adatta a far suonare al meglio tutti gli impianti, senza mai metterli in difficoltà. Credo sarebbe un successone in ogni saletta!
Ti racconto a proposito un piccolo aneddoto: generalmente eseguo i miei ascolti da solo, ma talvolta mi lascio affiancare da un mio amico musicista e compositore. Non ricordo più che apparecchio fosse sotto esame per una recensione, ma tutto sembrava filare liscio, con brani come questi: suonava tutto benissimo. Un po' stanco della sessione di prove che si stava dimostrando inconcludente, tiro fuori Protection dei Massive Attack, brano strumentale Heat Miser, una torture-track che mette in ginocchio amplificatori e diffusori, se suonata ad alto volume. Come per magia, già dai primi secondi, emergono criticità che prima erano passate del tutto inosservate. Al che, il mio amico musicista ha esclamato: “certo che questo brano è proprio difficile, ma fa capire tante cose”. Eppure è un misto di suoni acustici ed elettronici, a riprova del fatto che non basta la sola musica acustica per capire il suono di un apparecchio HiFi, come tanti vecchi tromboni continuano a ripetere.
Perdona la digressione! Tornando alla nostra Dominique, in tutta sincerità, non ce la faccio a reggere un album intero, mi addormento prima :-)
però giro volentieri la tua segnalazione ai nostri lettori!
Grazie del feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Dario,
fai bene a divertirti senza preoccuparti di abbinamenti solo apparentemente strampalati! Come avevo previsto (vedi replica di questa settimana) la maggior parte degli audiofili ha paura a mettere in dubbio certezze granitiche maturate in decenni di ascolti. Per quanto riguarda l'alimentatore da 48V, la cosa migliore sarebbe stata acquistare il V3 direttamente con l'alimentatore da 48V. Al momento della recensione il prezzo suggerito era di soli 117€. Su AliExpress, comunque, si trovano facilmente alimentatori da 48V/5A, ad esempio questo, alla modica cifra di 22€ spedizione compresa. È il primo che ho trovato, ma con un po' di pazienza magari si trova di meglio a meno. Mi sfugge il motivo per cui Fosi faccia pagare l'alimentatore da 48V così tanto, visto che poi, acquistato insieme all'ampli, costa circa 20€. Io al momento non ho tempo per fare altre prove - ho tanto altro arretrato da smaltire! - ma, se ti va, tienici aggiornati!
Grazie del feedback e buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Esce il nuovo disco del trio statunitense Boony Doon (Bill Lennox, Bobby Colombo e Jake Kmiecik) nel quale i primi due scrivono insieme le canzoni, una sorta di moderno duo Lennon-McCartney. Il paragone può sembrare azzardato, ma forse neppure tanto. Infatti, è bello scoprire che si possano ancora scrivere canzoni facili, immediate, freschissime, senza per forza andare a cercare chissà quali originalità o contaminazioni stridenti. L'album si intitola, guarda caso, Let there be music e questa è la title-track, solo una delle tante perle, insieme all'elettrica Crooked Creek, di apparente straordinaria semplicità che adornano questo lavoro. Ascolto attento obbligatorio.
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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