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Visitatore: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 10 al 13 maggio 2018 presso la M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Maggio 2017
Sito web ricco di informazioni: High End Society
Wow! Mentre mi accingo a scrivere queste chiacchiere, mi accorgo che questo è il mio quinto Monaco High End.
La mostra ha mantenuto le sue caratteristiche salienti, perciò posso pigramente rimandarvi alle premesse ai miei resoconti del 2014, 2016 e 2017.
La principale novità dalla conferenza stampa di quest'anno è che i lavori agli edifici frontistanti la MOC non sono ancora conclusi, ma i signori della H.E.S. hanno avuto contezza di come saranno gli spazi una volta realizzati ed hanno concluso che non saranno adatti sotto il profilo acustico, soprattutto per quanto attiene all'isolamento ed al rispetto delle normative nel caso si debba allestire uno spazio attrezzato come quelli utilizzati alla MOC. In ogni caso, rispondendo ad alcune voci che circolavano, hanno precisato che non è nei loro programmi cambiare Regione. Intendono continuare a stare alla MOC, che si è confermata come ottima scelta da quando hanno deciso di abbandonare gli spazi dell'Hotel Kempinsky nel verde di Francorforte. Ogni anno esauriscono gli spazi espositivi disponibili, ma non hanno in programma di espandersi occupando gli spazi che la MOC avrebbe ancora utilizzabili, perché ritengono che la mostra abbia raggiunto le sue dimensioni ideali. Ingrandendola, diventerebbe frammentaria e troppo estesa, così compromettendo il loro dichiarato fine ultimo: accogliere il visitatore e fargli godere la musica.
la H.E.S. si sta comunque ancora rinnovando; dopo il "pensionamento" di Branko Glisovic, questo è stato l'ultimo dei tanti anni per Kurt W. Hecker alla testa del Consiglio Direttivo. È venuta ora di cambiare facendo entrate volti nuovi e giovani. In ogni caso, qualunque transizione sia avvenuta, è filata via liscia come l'olio e la mostra si è svolta con la solita precisione da orologio Svizzero (o avrei douto scrivere Tedesca?).
Ho sempre precisato di non essere un giornalista professionista, e rispetto molto quelli che, invece, lo sono, quindi mi fermo qui con le mie considerazioni generali, rimandandovi agli approfondimenti che troverete fra i molti report che leggerete sulle pagine elettroniche o cartacee delle varie riviste ufficiali, certamente migliori dei miei rimuginamenti. A tal proposito, vi devo segnalare che ho visto moltissime facce note del giornalismo specializzato, anche d'oltreoceano: ne troverete molti, di resoconti dalla mostra. Per quanto mi riguarda, come gli anni scorsi, proverò a passarvi i miei pensieri mentre girovago per le grandi Halles o i corrodoi degli Atrium, proprio come se fossimo un gruppo di amici che visita la mostra insieme.
Vorrei iniziare con qualcosa che, quest'anno, mi ha molto colpito: la forte presenza di marchi Italiani.
Oltre ai nomi tradizionali, anche molti giovani produttori audio hanno deciso di partecipare, perciò penso sia bene iniziare da loro. Innanzitutto notando come molti sono riusciti a ricreare quella situazione aziendale che sta(va) dietro al successo planetario del Made in Italy: una rete di fornitori di materiali e lavorazioni sviluppata nei paraggi dell'Azienda. Così al genio creativo può "venire l'idea" e la riesce a realizzare facilmente, con efficienza economica e tenendo sotto stretto controllo il processo produttivo.
Praticamente tutte queste aziende non sono guidate da un anonimo consiglio d'amministrazione, ma sono spinte dagli sforzi personali dei singoli, persone vere. Penso sia giusto mostrare i volti di chi sta dietro i nomi, in molti casi gente normale come me e voi, ma con una mente dotata (e un po' matta...).
RIVIERA AUDIO LABORATORIES
Ok, manteniamo la tradizione ed iniziamo col mostrarvi il mio amico Luca Chiomenti, progettista degli apparecchi Riviera.
Quest'anno lui, Silvio Delfino e gli altri pazzi che hanno formato la società esibivano le loro nuove amplificazioni: l'integrato stereo APL-10 e il finale monoonico AFM-25; ognuno proposto a circa Eur 13.000, presso i punti vendita selezionati (cercateli nel loro sito web) dove è possibile prenotarne l'audizione. Naturalmente, sono ancora disponibili tutti i loro modelli iniziali, compreso il loro Ampli integrato per cuffie stereo AIC-10, che tanto mi interessò l'anno scorso.
Luca ha molte altre ideee nel cassetto, ma per ora si concentrerà sugli sforzi produttivi della linea attuale. Si tratta di apparecchi cari, con un tocco lussuoso, ma comunque di gusto, e che suonano anche bene (almeno, alle mie incompetenti e non troppo neutrali orecchie). Gli ho chiesto se pensasse a qualche apparecchio più abbordabile, ma mi ha risposto che il buon suono dei suoi apparecchi è il frutto dell'equilibrio raggiunto fra tutte le compnenti, a partire dal progetto fino alla realizzazione meccanica. In particolare, quest'ultima costituisce una delle più forti voci di spesa, ma per Luca non è rinunciabile se si vuole ottenere quel suono.
TRINAUDIO
Ed eccoci all'Ing.Martorana
Qui su mostra fiero la sua ultima creatura, l'integrato stereo Fysis 70 Ti, dal prezzo di Eur 8.000. Segue il tipico schema di questo progettista, prevedendo una diversa configurazione per le sezioni amplificatrici in tensione ed in corrente; inoltre ha parte dell'alimentazione in un box esterno. Ha un solo ingresso,
ma si può aggiungere una scheda opzionale con quattro ingressi, da Eur 600.
Naturalmente, alla Trinaudio hanno ancora disponibili tutit i modelli dell'anno scorso, incluso il giradischi Gyros 33, ora venduto senza braccio al prezzo di Eur 4.000 (versione adatta ad accogliere bracci da 9 pollici) o Eur 4.400 (per bracci da 12 pollici); hanno anche una base che si può forare su specifiche del cliente, per Eur 220.
NEW HORIZON
Ecco un altro marchio Italiano che sta creando molto interesse nel piccolo mondo dell'audio.
Fanno un'intera linea di giradischi, e mirano a offrire prodotti dal prezzo accessibile e davvero made in Italy.
Beh, ci sono riusciti.
La loro linea di giradischi, tutti a cinghia, parte con il GD (GiraDischi...) 1, dotato di singolo telaio rigido, con un braccio in carbonio ed una testina MM già montata, tutto per Eur 399; passa per il GD 2, doppio plinto rigido e braccio in carbonio, da Eur 699; e termina con il GD 3, triplo plinto e braccio da 9 pollici in alluminio, da Eur 1.499. Il motore è del tipo sincrono, scelta che mi pare saggia, perché affida la sua precisione di rotazione alla frequenza della corrente distribuita nelle abitazioni, moltopiù stabile della tensione. La velocità si cambia come al solito, spostando la cinghia lungo la puleggia del motore. Ma, se non volete cimentarvi in questa scomoda operazione, per Eur 349 loro propongono lo Ale un Alimentatore esterno che non solo è migliore dell'alimentatore di serie, ma ha anche un interruttore elettronico per cambiare la velocità di rotazione (33,3 - 45 - 78 rpm). Tenete presente che tutti quelli che ho scritto sono prezzi al pubblico...
Non mi dilungo in tecnicismi che, peraltro, sfuggono alla mia preparazione. Vi dico solo che tutti e tre i giradischi sono del tipo a base rigida, quindi il loro isolamento dipende praticamente dai piedini d'appoggio e, nei modelli superiori, dall'isolante interposto fra i plinti. Per la verità mi è parso strano che, con due o tre plinti, perno del piatto e base del braccio fossero su plinti diversi; ma mi hanno detto che le strettissime tolleranze di lavorazione delle parti ed il fortissimo serraggio evita ogni movimento relativo fra tali elementi, quindi non si produce alcun segnale indesiderato.
L'apparenza esterna dei prodotti della New Horizon è notevole, specialmente se si considera il loro prezzo. Certo, si possono avere solo in bianco o in nero, ma non è la solita finitura laccata, bensí goffrata, resistente ai graffi e, naturalmente, più difficile da fare. A me ha dato l'impressione di un aspetto molto semplice, ma al contempo elegante, discreto, non "strillato", tipico del miglior design Made in Italy. Comunque, l'aspetto dei questi apparecchi non è stato pensato a danno dei primari obiettivi acustici: a tal proposito, ad esempio, ho gradito l'idea di fornire il coperchio parapolvere della solita forma squadrata, ma senza cerniere, così da forzare l'utente durante l'ascolto a rimuoverlo totalmente o a lasciarlo chiuso, e non aperto, a mo' di antenna acustica pronto a captare ogni vibrazione trasmessa nell'aria e a trasmetterla al mobile, come invece accade ai normali coperchi incernierati.
Venendo al secondo scopo che volevano ottenere, ebbene, si tratta di prodotti davvero Made in Italy, quasi "a KM zero". L'azienda ha sede nella graziosa, piccola, storica città di Todi, e mi hanno detto che i loro fornitori di parti e lavorazioni si trovano tutti nel raggio di 150 Km. Ciò permette loro di tenere bassi i costi ed esercitare un serrato controllo sulla produzione.
I due ragazzi che conducono l'azienda sono molto motivati e dedicati, ed hanno idee precise sul come le cose vadano fatte. Ad esempio, il loro stand, alla mostra, era fondamentalmente fatto in cartone, tutto riciclabile, come ho appreso visitando la pagina del loro sito dedicata alla mostra. Sfogliate anche voi quel sito, e scoprirete altri aspetti di questa nuova azienda che, a mio avviso, merita di ricevere attenzione.
AUDIODINAMICA
Nel Newcomer stand ho scovato questa nuova azienda di Torino.
Intendono principalmente offire apparecchi audio classici e facili da usare, ma caratterizzati da una particolare veste estetica; oggetti bensuonanti che non siete costretti a nascondere per evitare di incorrere nel disgusto degli altri occupanti della casa. Quindi hanno dapprima svolto un grande lavoro per far suonare al meglio gli apparecchi con componentistica di qualità e contenendo i costi; poi si sono affidati ad uno studio professionale di design per il "vestito" personalizzato. Anche in questo caso il risultato è semplice, ma elegante, di classe, non aggressivo. Penso sia un modo intelligente di portare avanti il "Made in Italy" senza limitarsi alla fantastica ebanisteria di Sonus Faber :-)
Qui di seguito un esempio degli apparecchi in mostra, con il loro orgoglioso papà.
Il primo cubotto pronto è il SUT N.3, uno step-up a trasformatori per testine MC, facilmente regolabile con le manopole rotative sul frontale, da circa Eur 1.000. Nella medesima linea "cubica" prevedono di proporre, per quest'estate, un DAC, un preamplificatore linea a FET ed un pre-phono a FET, il tutto con prezzi compresi nel range Eur 2.000-3.000. Stanno sviluppando anche un pre-phono a tubi, che sarà più impegnativo.
Inoltre, a settembre daranno il via ad una campagna su Kickstarter per finanziare un altro apparecchio: il THESMA, THE Smart Mobile Amplifier. Si tratta di una amplificatore per cuffie, che dicono di avere progettato per pilotare anche quelle più difficili. Il suo acquirente può pesonalizzarlo in molti modi: si può modificare il look, piazzandolo in verticale o in orizzontale e scegliendo il rivestimento; si può modificare il suono, cambiando le valvole; si possono modificare anche le funzioni, aggiungendo internamente moduli DAC e pre-phono.
Anche quest'azienda ha i suoi fornitori di componenti e lavorazioni tutti nel raggio di 150 Km; che sia una tendenza in atto?
Quest'anno, contemporaneamente allo High End Show, si è tenuto anche il primo CAN JAM di Monaco e lo stesso biglietto consentiva l'ingresso ad entrambi.
Si è svolto in un'area esterna alla MOC, un vecchio opificio industriale ristrutturato per accogliere manifestazioni; però l'area dove si trovava era ancora in via di rimodernamento, e non invogliava ad andarci, anche se una volta arrivati il posto non era male. Tuttavia, la cosa più strana, almeno per me, che non avevo mai visitato un Can Jam, era di entrare in una mostra audio... silenziosa!
Eccovi qualche immagine dell'ampio edificio dove si svolgeva il CanJam.
Anche qui ho trovato ben due newcomers Italiani, che pure hanno sviluppato un modello organizzativo che prevede di avere praticamente tuti i fornitori a portata di mano (e di controllo...).
MODENAUDIO
Come dice il nome, si tratta di un'azienda con base a Modena, terra dal forte spirito imprenditoriale, con gente che prende le cose con passione, siano esse automobili o... ampli cuffie :-)
Proponevano il Lympha, un amplificatore per pilotare anche le più difficili fra le cuffie, capace anche di funzionare come preamplificatore. L'aspetto è molto caratterizzato e si distingue dovvero fra i concorrenti; sono previste varie combinazioni fra essenze lignee e colore delle parti metalliche. Inoltre, essendo vicni di casa della Ferrari, proponevano anche delle bellissime finiture di tipo automobilistico.
Costa Eur 1.960 (prezzo al consumatore): non economico, ma nemmeno eccessivo come altrove ho visto. E la qualità dell'oggetto era davvero evidente. Magari l'aspetto, in questo caso, non era così discreto come nei casi che ho menzionato prima, ma gridava comunque chiaro "Made in Italy". Sembra riflettere il carattere passionale di Modena e della sua Gente :-)
Ecco di cosa è davvero fatta la Modenaudio: gente vera, orgogliosa e sorridente, e appassionata di musica proprio come voi e me...
La seconda azienda Italiana che ho trovaot al Can Jam è stata la SPIRIT
Anche loro vengono da torino, e producono cuffie.
Hanno dichiarato di essersi inizialmente ispirati ai modelli della Grado, ma poi hanno sviluppato un progetto tutto loro, culminato in un brevetto unico, chiamato Twin Pulse Isobaric System, un carico particolare di un doppio diaframma, presente nei modelli di punta da circa Eur 2.500. La gamma di prodotti comprende modelli più semplici, a partire dal modello MMXVIII (2018...) SL (SuperLeggera), da Eur 1.350.
Anche qui, vi invito a sfogliare il loro sito; scoprirete anche le origini delle persone vere dietro l'azienda, che la conducono con passione, come ho chiaramente percepito nel corso del nostro incontro monachese.
Al Can Jam c'era anche il grande spazio espositivo di SONOMA.
Magari vi ricordate che ve ne parlai nel resoconto dell'anno scorso: dividevano la stanza con Playback Designs, entrambi membri del club un po' esclusivo del DSD :-)
Anche quest'anno era in mostra il loro "impianto" composto da una cuffia dallo speciale diaframma planare e dal suo amplificatore ("energizer") dedicato; avevano preparato vari computer portatili, pieni di file DSF, ognuno connesso in digitale all'amplificatore e alle cuffie, il tutto piazzato davanti a delle sedute molto confortevoli, dove il visitatore in tutta calma poteva sprofondare a sentire i brani che voleva. Davvero un allestimento carino.
La vera novità è che ora i prodotti Sonoma sono disponibili in tutta Europa; un'altra novità, meno piacevole, è che il prezzo è ora salito a Eur 5.700.
WING ACOUSTICS
Ecco un'altra azienda cui è stato concesso un angolo nel newcomer stand: si tratta di gente che ha sviluppato un trasduttore basato su un concetto del tutto nuovo.
Non erano sodidsfatti del comportamento dei tradizionali coni spinti da una bobina immerso in un campo magnetico, perchè il loro moto si accompagna a vibrazioni indesiderate, specialmente dopo che il segnale è cessato. Allora hanno studiato un altro tipo di dispositivo vibrante, leggero e rigido allo stesso tempo, e che può facilmente muoversi con poca corrente, quindi anche efficiente. Sono tutte qualità ideali in un trasduttore. Si sono ritrovati con una specie di pagaia basculante spinta e tirata da una forza elettromagnetica, dal movimento pendolare. Questo dispositivo vibra con un comportamento molto migliore dei coni tradizionali e anche dei driver planari: mi hanno mostrato delle schermate di oscilloscopio che ritraevano una waterfall molto smorzata e pulita e diagrammi di impedenza e fase privi di risonanza (almeno, questo è ciò che ho capito...).
L'hanno chiamato acousticWING: potemmo tradurlo con ALAcustica, ed in effetti somiglia ad un'ala di un aereoplano. Possono costruirla grande abbastanza da realizzare un subwoofer e piccola abbastanza da realizzare una cuffia, entrambi oggetti mostrati in forma prototipale. Penso che debbano essere tenuti sotto stretta osservazione, perchè potrebbe aprirsi una nuova via nella progettazione di cuffie e diffusori.
VIMBERG
Ancora novità dal mondo dei diffusori.
Non si tratta di una nuova azienda, ma di un nuovo marchio. Conosciamo tutti i magnifici diffusori di Tidal: suonano ottimamente ed hanno un aspetto fantastico, ma costano davvero tanto. Non sarebbe bello se producessero qualcosa che suona altrettanto bene e abbia lo stesso bell'aspetto, ma costasse molto meno?
Ecco la risposta: VIMBERG. Stesso progetto dei diffusori Tidal, stessa ricerca sul suono, stessa attenzione alla riproduzione del suono, e ad un prezzo minore. Non c'è magia. Hanno semplicemente usato componenti di normale produzione (non quelli customizzati), materiali più comuni per il mobile, pitturazione automatizzata (niente verniciatura e lucidatura a mano), un solo strato protettivo della pittura (niene coating multistrato), ecc.. Inoltre, sono disponibli solo in nero o in bianco (scordatevi le meravigliose finiture Tidal). Al momento, la serie è formata solo da due diffusori da pavimento, il Tonda ed il Mino, un po' più piccolo. Purtroppo siamo ancora ai piani alti: Eur 28.000 per una coppia di Tonda. Prendetelo come un modo di avere un suono Tidal-style spendendo meno di una Tidal, ma senza scendere a compromessi sonici.
Tidal crede così tanto in questo nuovo marchio, che faceva suonare solo le Tonda nella saletta, pur avendo presenti anche i diffusori Tidal, esposti solo in esibizione statica.
LAB 12
Non potrei scrivere NULLA della mostra senza includere una visita ai nostri amici Greci di LAB 12 per la tradizionale foto di gruppo. Però quest'anno il risultato sarebbe stato ancora peggiore dell'anno scorso, quindi ho preferito mostrarvi solo il boss; con triste rimpianto per la meravigliosa composizione che in passato questo gruppo ci ha offerto :-)
Mi hanno detto che gli affari vanno bene e che hanno una forte domanda, specialmente dai paesi orientali, dove pare ci siano molti clienti che apprezzano le cose Made in Greece.
Ecco le novità di quest'anno. Iniziamo col Melto 2, un pre-phono completamente configurabile dall'utente, anche al volo, da Eur 3.500.
Poi, il Suara, un finale stereo da 50 W/ch, che si prevede verrà commercializzato a Eur 3.800.
Prima, una nuova serie clebrativa per MARANTZ
Si tratta della serie KI RUBY, composta dal SA-KI RUBY, un lettore SACD che può fungere anche da DAC USB (accetta segnali PCM o DXD fino a 384 kHz / 32 bit, e DSD fino a 11.2 MHz), e dal PM-KI RUBY, un integrato stereo da 100 W/ch con ingresso phono MM o MC. Ciascun apparecchio costerà Eur 4.000, e ne verranno prodotti solo 1.000 esemplari, 500 in finitura argento e 500 in finitura nera. Saranno disponibili a settembre, ma se ne volete uno fareste meglio a prenotarlo dal distributore nazionale.
Purtroppo le foto che ho scattato sono orribii, quindi non posso che rinviarvi al web per soddisfare le vostre curiosità voyeuristiche. Ma vi posso dire che il loro aspetto è quello solito dei moderni Marantz, salvo che sul frontale, vicino lo spigolo anteriore, è incastonato un piccolo rubino, attorno al quale si sviluppa la firma di Ishiwata. Un tocco simpatico e distintivo per un oggetto da collezione; e suonava pure bene :-)
WESTERN ELECTRIC è tornata!
Dopo una serie di acquisizioni aziendali e accordi sulla proprietà intellettuale, pare che il venerato fabbricante del mitico triodo 300B sia tornato in attività e sia pronto a produrre le 300B interamente nel suo stabilimento di Rossville, Georgia, USA, con attrezzatura nuova o restaurata per l'occasione.
Questa notizia ha fatto il giro fra i visitatori della mostra, specialmente gli autocostruttori (io non lo sono), sempre desiderosi di suonare musica con delle valvole nei loro impianti (ancora una volta, non contatemi fra loro). Purtroppo non tutto appariva con la dovuta chiarezza e fra i più esperti non c'era sicurezza che in America fosse già pronta l'intera linea di produzione. Inoltre, ho anche sentito dire che circolano delle false 300B WE, si dice di provenienza dalla Cina o dall'Europa orientale. Non sono riuscito a raccogliere informazioni migliori, perciò non so dirvi se i dubbi si siano dissolti. Certo, si distribuivano cataloghi ed era presente personale dichiaratamente connesso all'azienda. Penso che tutto si chiarirà, specialmente quando finalmente sarà disponibile l'amplificatore che hanno annunciato.
Infine, altra importante novità è venuta da WILSON
Hanno lanciato il loro nuovo diffusore. Non i soliti bestioni, ma qualcosa che riporta alle origini, un piccolo monitor a due vie, completo della sua base isolante/accoppiante ISOBase, accessorio obbligatorio, a quanto ho capito.
Li hanno chiamati Tune Tots, chiaro riferiento anche nel nome ai loro vecchi Tiny Tots, che forse conoscete con il loro acronimo WATT.
L'aspetto esterno è, come tradizione della casa, fantastico, finiture accuratissime come Wilson ci ha da sempre abituati; il prezzo previsto è di circa Eur 13.000 (non ho capito se con o senza ISOBase: la gente presente alla mostra non ne sapeva molto...). Purtroppo non riesco a dirvi molto di più, perchè i dettagli sono stati diffusi alla presentazione alla stampa ufficiale, della quale, come spesso ho detto, non faccio parte; però posso rinviarvi al comunicato stampa ufficiale presente sul sito della Wilson Audio.
Purtroppo, durante la redazione di questo pezzo, è giunta la notizia della morte di David Wilson, il fondatore della Wilson Audio.
Potete leggere moltissimi commenti a questa notizia un po' su ogni rivista, cartacea o su web, e su ogni sito dedicato a quest'hobby, e per un buon motivo: questa piccola industria ha perso uno dei suoi pilastri. I diffusori Wilson sono da tempo un'icona dell'"High End", tanto che la CEA (allora si chiamava cosí l'attuale CTA) scelse, come simbolo dell'intero settore "High Performance Audio" del CES di Las Vegas (quando era ancora la mostra audio per eccellenza) un disegno stilizzato chiaramente rappresentativo di un Watt/Puppy.
Lo stesso Dave Wilson era tenuto in altissima considerazione non solo come progettista, ma anche per le sue dote umane, di gentilezza e signorilità. Magari dei commentatori avranno pareri discordi su ruolo ed importanza della Wilson Audio, ma c'è assoluta concordanza sull'affetto che accompagna il rimpianto per la scomparsa dell'uomo. Com'è facile intuire, io non lo conoscevo personalmente. Cionondimeno posso portare anch'io il mio piccolissimo ricordo, di un signore molto alto e gentile che - durante un Top Audio di qualche (ahem...) anno fa - vide un ragazzino - chiaramente escluso per censo dalla possibile lista dei suoi acquirenti - che, intimidito, sbavava sui suoi prodotti e lo accolse con garbo nella saletta istruendo i suoi di far ascoltare qualcosa a quel giovane - che ora vi sta scrivendo, caso mai non fosse chiaro... :-)
Oramai è più di un anno che la direzione dell'azienda è passata nelle mani di Daryl, uno dei suoi figli, che aveva già partecipato alla produzione di molti degli ultimi modelli. L'eredità di Dave Wilson non andrà dispersa e l'azienda continuerà con una nuova generazione di Wilson al timone. Ora che anche in questo settore spesso regnano turbinose acquisizioni fra società mi conforta pensare che la Wilson sia rimasta ancora un affare di famiglia :-)
Restate sintonizzati per i prossimi episodi.
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