Visita della mostra High End 2023 a Monaco

[English version here]

Visitatore: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 18 al 21 maggio 2023 presso il M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Maggio, 2023
Sito web ricco di informazioni: High End Society

Happy birthday to you, happy birthday to you.....

Quest'anno la mostra è stata l'occasione per celebrare diverse ricorrenze.

Iniziamo, naturalmente, dai padroni di casa, che hanno anche supplito alla mia insipienza fotografica fornendo gentilmente la seguente, eloquente immagine.
40th High End Show
Come sottolineato in conferenza stampa, e come anticipato l'anno scorso, quella di quest'anno è stata la quarantesima mostra organizzata dalla H.E.S., assai cresciuta dalla iniziale (1982) ristretta dimensione di una ventina di associati espositori: oggi la H.E.S. conta 69 membri.
Crescita che li ha condotti dapprima nella romantica sede dell'Hotel Kempinsky, nei boschi vicino Francoforte, e poi nell'attuale sede della M.O.C., enorme spazio fieristico a Monaco, di anno in anno sempre più "riempito".

Dall'anno scorso ogni ingresso è in prevendita nominativa, quindi già alla chiusura della mostra si hanno dati precisi.
Quest'anno i numeri ufficiali forniti dalla H.E.S. parlano di una mostra con 550 espositori provenienti da 54 Paesi, visitata da 22.137 soggetti provenienti da 100 Paesi. Il dato dei visitatori viene riferito come il maggiore di sempre.
Inoltre, i visitatori della mostra si sono equamente divisi tra pubblico generalista (10.860), ammesso solo sabato e domenica, e operatori commerciali (10.784), oltre a 529 giornalisti provenienti da 49 Paesi (fra questi, immeritatamente, anche chi vi scrive).

Anche quest'anno hanno insistito per organizzare la sezione SOUNDS CLEVER, invitando gli espositori ad esibire ANCHE impianti contenuti nel limite massimo di EUR 5.000, ma auspicabilmente di costo anche inferiore.
L'iniziativa è stata giustificata, come sempre, con la volontà di allestire anche proposte terrene.
Questo per dimostrare che esiste altro rispetto alle inarrivabili vette degli impianti usualmente esposti. Anche se continuo a pensare che se la mostra si intitola "HIGH END" è difficile che ciò non avvenga.
Quest'anno hanno espressamente aggiunto di aver molto enfatizzato questo tipo di proposte, perché hanno preso atto di una crescente richiesta del pubblico in tal senso.
Così hanno deciso che dovevano dare modo ai visitatori di toccare con mano impianti "reali" accessibili economicamente (ricordiamoci della diversa forza d'acquisto degli stipendi nostrani e di quelli nordeuropei...), ma anche concretamente accesi e funzionanti. Lo hanno ritenuto funzionale alla soddisfazione di tale interesse e, prospetticamente, dell'intero settore.
Per tale motivo, quest'anno hanno organizzato una cosa, a mio avviso, davvero ben fatta.

Oltre alle tradizionali proposte che ciascun esibitore interessato aveva allestito nei propri spazi espositivi, hanno dato un enorme spazio a piano terra, quindi immediatamente accessibile, anche PRIMA di entrare nelle sale della mostra vere e proprie, a quattro riviste audio famose in Germania: la tradizionalissima STEREO, la più recente LOW BEATS, e due riviste solo web: HIFI.DE e HIFI PIG MAGAZINE.
Su ognuno dei quattro lati del salone una rivista aveva allestito un impianto che veniva fatto funzionare - ed illustrato dal personale della rivista - a turni di un'ora; al centro del salone c'era un gruppo di pouf per il pubblico che, quindi, poteva sedere agevolmente "di fronte" a qualsiasi impianto funzionasse. Di seguito una (spero) esplicativa foto che ho scattato da uno degli angoli della sala.
Sounds Clever
Mi pare un'idea notevole, anche perché gli impianti erano allestiti con maggiore libertà rispetto al singolo espositore che naturalmente utilizza i prodotti propri e del suo distributore.
Una bella idea, ripeto, ed anche apprezzata dal pubblico. Non so quanto una cosa del genere potrebbe funzionare dalle nostre parti, dove le individualità dei protagonisti mediatici del settore sono molto marcate...
In ogni caso, prometto che dedicherò un apposito scritto per illustrare queste proposte Sounds Clever.
Infatti, quest'anno sono state molte e meritevoli, e nessuna dava l'impressione di essere stata semplicemente "allestita per l'occasione".
Anzi, per qualche proposta c'è stata anche qualche offerta di prezzo fiera, per meglio invogliare il visitatore verso l'acquisto concreto.

Con l'occasione, mi piace evidenziare anche che, quest'anno, la presenza degli impianti Sounds Clever era molto meglio segnalata rispetto all'anno scorso.
Inoltre moltissime delle dimostrazioni si sono tenute in lingua inglese o, almeno, preoccupandosi se ci fosse qualche astante che avesse problemi di comprensione del tedesco (e spesso non eravamo pochi...).
Ma vuoi vedere che ci hanno letto? :-)

La celebrità musicale scelta quest'anno come testimonial della mostra è stata Al Di Meola, che ci ha accolto appena sbarcati dall'aereo,
Al Di Meola - Airport Ad
e non ci ha lasciato neppure nella metropolitana :-)
Al Di Meola - Metro Ad
Di Meola, per quei due o tre naufraghi da isola deserta che non lo sapessero, è un abile chitarrista - nato percussionista - reso famoso per le sue collaborazioni, ad esempio con Chick Corea... vedo una connessione patriottica?
Ma, nel "nostro" mondo (e non solo) è associato principalmente all'eccezionale performance dal vivo Friday Night in San Francisco, un "concerto di tre solisti" virtuosi della chitarra: con lui sul palco anche John McLaughlin e Paco de Lucia.
Tale è la meritata fama di questo disco, che recentemente sono stati recuperati i nastri anche della serata successiva, ed è stato pubblicato il "sequel", intitolato, ma pensa te, Saturday Night in San Francisco :-).
Per festeggiare il quarantennale della mostra, la HES ha distribuito alcune copie del vinile (di altissima qualità ovviamente) appositamente realizzato a partire da quei recuperati master analogici.

Durante la conferenza stampa di inizio mostra, Di Meola si è sottoposto ad un breve, ma intenso Q&A con alcuni giornalisti presenti.
Al Di Meola - press conference
In tale occasione ha "confessato" di utilizzare le più diffuse comodità moderne per l'ascolto ubiquitario della musica, con una qualità che, per lui, è sorprendente, se paragonata alla praticità.
Così come ha sorpreso non pochi sapere che quando ha un'idea compositiva o di un arrangiamento spesso utilizza il registratore vocale del suo iPhone e poi invia il file digitale, sia ai colleghi con i quali poi dovrà incidere, sia all'ingegnere del suono... e pare che non sia neppure un'abitudine solo sua...

Infine, anche da parte sua si è levato il grido di dolore degli artisti contro il sistema attuale di distribuzione della musica tramite le piattaforme di streaming.
Secondo Di Meola, si tratta di un modello anche commercialmente discutibile, perché prevede che i movimenti di denaro vengano generati solo dagli artisti dal grandissimo seguito.
Ciò comporta sia che le case discografiche "ci perdono" sull'amplissimo resto del loro catalogo comunque concesso tipicamente in blocco alla piattaforma, sia che, come noto, gli artisti c.d. "minori" non vedono il becco di un quattrino, con conseguente impossibilità di sostenersi.

Ancora ricorrenze, come detto.

È la volta di LINN, che, per festeggiare il suo primo mezzo secolo,
Linn - 50 years
ha portato alla mostra i suoi nuovi diffusori di punta (le innovazioni costruttive sono molte e vi consiglio una visita sul sito della casa), sia in versione passiva con sezione bassi amplificata, il modello 360 Passive with Aktiv Bass;
Linn 360 Passive with Aktiv Bass
sia nella versione massima, con (multi)amplificazione ed elaborazione di segnale digitale interne, il modello 360 Exakt Integrated, da Eur 105.000, che trova il suo ideale compendio nel loro music player Klimax DSM che, nella versione System Hub, compone con i diffusori - e, non meno importante, con l'app di controllo - un sistema completo tutto Linn,
Linn 360 Exact Integrated system
nel quale il segnale viaggia solo in formato digitale, fra player e diffusore
Linn 360 Exact integrated rear right
e fra un diffusore e l'altro.
Linn 360 Exact integrated rear left

Anche il vecchio compagno di strada NAIM festeggiava i suoi primi 50 anni. E lo ha fatto presentando il NAIT 50, una riedizione del famosissimo amplificatore integrato NAIT 1, ora riproposto in tiratura limitata a...avete indovinato: 1973 esemplari, tutti costruiti a mano nella fabbrica di Salisbury.
NAIM 50
La versione estetica scelta per questo modello celebrativo è la c.d. "chrome bumper".
La casa assicura che, se l'esterno è un calligrafico omaggio alla nostalgia, l'interno è tecnologicamente aggiornato e offre anche un'uscita cuffia.
La potenza dichiarata si contiene in 25W/ch ma, come i fan del marchio sanno, il NAIT fornisce spunti dinamici ben maggiori.
I controlli previsti sono solo 4 pulsanti per altrettanti ingressi e la manopola del volume: insomma, un omaggio completo al pragmatico utilitarismo della Hi-Fi di rigida scuola Inglese (purtroppo obliandone l'altrettanto caratteristica accessibilità economica, come il nostro Direttore non ha mancato di stigmatizzare in un suo recente editoriale).
NAIT 50

Rimanendo in terra d'Albione, anche REGA quest'anno festeggia il primo mezzo secolo, e per l'occasione ha previsto un'offerta speciale: un "bundle" del suo giradischi Planar 3 con alimentatore e testina premontata: se i miei appunti non mi tradiscono, dovrebbe essere il primo a sinistra nella foto.
REGA 50

Ancora compleanni.
TEAC festeggia i suoi SETTANTA (!) anni; ma come si addice ad un vecchio signore, peraltro Giapponese, senza clamore e con moderazione, come si vede dalla foto qui sotto.
Ve la propongo, oltre che per la sua sintesi, anche perché mi pare una buona rappresentazione della variegata composizione del pubblico della mostra, che effettivamente comprende - udite, udite - anche soggetti diversi dai maschi ultracinquantenni.
Non le ho immortalate, ma ho visto anche famiglie che coraggiosamente spingevano bimbi in carrozzina (!), il che, probabilmente, forse è ancora troppo inadatto all'affollamento di corridoi e salette, peraltro ora inevitabile con la concentrazione del pubblico generalista nel fine settimana...
TEAC 70
Per l'occasione, TEAC presentava nuovi modelli della serie 701, di dimensioni ridotte rispetto alla tradizionale "rack standard".
Innanzitutto il lettore CD VRDS-701, dal prezzo previsto di circa Eur 2.500.
TEAC VRDS-701
Come la sigla lascia intendere, utilizza la raffinata meccanica di lettura del disco VRDS inventata da TEAC. Prevede uscite analogiche sia sbilanciate RCA che bilanciate XLR, nonché ingressi ed uscite digitali (ottica e coassiale) ed anche un ingresso per un segnale clock esterno.
Se ne prevede anche la versione transport, fantasiosamente denominata VRDS-701 T, che presenta le sole uscite digitali e l'ingresso per il clock, per un prezzo leggermente inferiore: circa Eur 2.000.
La serie 701 si completa con il modello UD-701 N, da circa Eur 3.000, un apparecchio che funge da Network Player, DAC e preamplificatore; e con il modello AP-701, da circa Eur 2.700, amplificatore finale stereofonico da 170W/ch che sfrutta due moduli Hypex Ncore. Entrambi tali modelli hanno ingressi (e uscite, per il pre) anche sbilanciati e costruzione dual mono, e il finale si può mettere a ponte e diventare un monofonico di maggiore potenza.
Di seguito un pessimo ritratto di famiglia che non rende merito all'estetica piacevole di questi apparecchi, esposti in versione silver, ma disponibili anche in livrea nera, per me un po' più retró, reminiscente dell'invasione nipponica degli anni '70, che non escludo possa suscitare nostalgie adolescenziali in quello che, anagraficamente, è ora il pubblico più numeroso di questo settore.
TEAC 701

Anche DALI festeggia, quest'anno: è il suo 40esimo compleanno.
DALI 40
Per l'occasione, aveva allestito un bell'impianto con i nuovi diffusori EPIKORE 11, da EUR 40.000/coppia, chiaramente discendenti dall'ammiraglia KORE lanciata l'anno scorso, ma con dimensioni e costi decisamente inferiori.
DALI EPIKORE 11
Le elettroniche erano dei cugini di NAD, della serie Masters.
DALI EPIKORE 11
Si tratta del pre/streamer/network player M 66, ricco di funzionalità aggiornate (come, ad esempio, il sistema di correzione acustica ambientale DIRAC Live), previsto in commercio dopo l'estate per circa Eur 6.000; e di due finali stereofonici M23, da 200 w/ch o 700 W in mono se messo a ponte (qui così utilizzati) che usano i moduli di amplificazione in classe D Eigentakt, già disponibili per circa Eur 4.300 (l'uno, eh...).

Non potevano mancare i nostri amici Greci di LAB 12.
Anche loro festeggiano un compleanno, ma sono dei bambini :-), hanno solo dieci anni.
Scherzi a parte, credo si tratti di un apprezzabile traguardo per un'azienda così piccola e che opera in un Paese con condizioni economiche e sociali non esattamente tranquille.
Qui di seguito la oramai tradizionale foto di gruppo. Mi sia consentito continuare ad auspicare il ritorno ai migliori fasti estetici degli anni pregressi :-)
LAB 12
Quest'anno è entrato definitivamente in produzione il poderoso finale IRAMA, da EUR 10.000, che vi avevo già mostrato l'anno scorso in versione prototipale.
LAB 12 IRAMA
Ma la novità per me più interessante è l'amplificatore integrato NAYA, così chiamato in onore dell'omonima figlia del Sig.Vichos, il titolare della ditta, che l'ha descritta come "piccola, ma dalla voce potente" :-)
LAB 12 NAYA
Come si vede, è un apparecchio che si diversifica molto da tutto il resto della produzione LAB 12.
L'estetica è Spartana (il che, per un'azienda Ateniese...), quasi "da laboratorio" (ed in effetti, reca scritto LAB 12).
Il circuito di amplificazione vede solo la sezione pre a valvole, mentre la sezione finale è progettata per fornire 100 W/ch utilizzando delle schede Hypex fatte prudenzialmente lavorare ben al di sotto dei loro limiti.
La funzionalità è minimalista britannica: manopola del volume, un solo pulsante per la selezione sequenziale degli ingressi e l'interruttore di accensione, etichettato non col solito "ON/OFF", ma con un ironico "Music". È previsto anche un (altrettanto Spartano...) telecomando.
Però ci sono quattro ingressi analogici, di cui uno anche phono MM/MC ed uno digitale USB. Quest'ultimo accetta segnali solo PCM; ho chiesto spiegazioni sul perché di questa limitazione e Mr.Vichos mi ha risposto che a lui il DSD non piace, anche se la sua espressione è stata più colorita.
Insomma, un apparecchio che strizza l'occhio alle modalità attuali di fruizione musicale, con sorgenti digitali e col vinile.
Il che, unito ai risparmi consentiti dal sobrio cabinet e dalla circuitazione ibrida, consente di proporre l'apparecchio a circa EUR 3.500. È un prezzo sicuramente ridotto rispetto al resto del catalogo, ma a me pare ancora poco popolare, anche considerando che vanno aggiunti sorgenti e diffusori.
Ma chiaramente mostra la voglia dell'azienda di intercettare - mantenendo la qualità della sua produzione - un pubblico più ampio di quello cui si è finora rivolta e, possibilmente, anche più giovane, come la denominazione freudianamente suggerisce ;-)
E già solo per questo penso meriti un sincero apprezzamento.

Infine, non posso esimermi dal rendere un pubblico ringraziamento al personale di KÁCSA AUDIO: non so come avrei fatto il mio reportage, senza di loro.
. Si tratta di un'azienda ungherese che produce un'ampia gamma di connessioni - cavi, prese, spinotti - per ogni necessità.
Sono tradizionalmente presenti alle mostre audio con uno stand che si divide fra uno spazio espositivo
KACSA Audio
ed un mini-laboratorio dove assemblano cavetteria su richiesta.
KACSA Audio
Anch'io, ai vecchi tempi del T.A.V., mi feci assemblare un cavo dell'atipica lunghezza che mi occorreva (e che da allora è felicemente in servizio).
Il primo giorno della mostra, appena fuori l'ingresso, mi si è smontata l'articolazione degli occhiali, indispensabili per compensare l'oramai avanzata presbiopia.
Provando a cercare qualche mezzo di fortuna per rimpiazzare la vitina dispersa, ho intravisto il loro stand, fortunatamente accanto all'ingresso di una Hall a piano terra.
Quindi, pensando che forse un filino di rame di quelli piccoli poteva andare come vite provvisoria, ho sfrontatamente cercato aiuto chiedendo, appunto, se avessero un conduttore abbastanza sottile e se me ne avessero potuto fornire un paio di centimetri.
Dopo un primo tentennamento, hanno subito trovato il conduttore giusto e con un paziente intervento manuale sono riusciti ad effettuare con successo una protesi ortopedica per la cerniera dei miei occhiali, che ha retto benissimo fino al mio ritorno in patria. Anzi, era così ben fatta che ha anche dato del filo da torcere all'ottico che stamattina l'ha rimossa per installare la vite appropriata!
Quindi, devo e voglio ancora ringraziare la disponibilità e l'abilità dei ragazzi di KÁCSA AUDIO, soprattutto del chirurgo, qui all'opera su un paziente più tradizionale.
KACSA Audio

Pit stop

Per ora mi fermo qui: come prima parte direi che basti e non vorrei ripetere i miei ritardi dell'anno scorso ;-)
Avanti alla seconda parte

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