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Atoll CD 100 - CD player

Concretezza francese

[Atoll CD 100]

Foto di gruppo: Atoll CD 100 sopra Atoll IN 50

[English version]

Prodotto: lettore CD Atoll CD 100
Produttore: Atoll Electronique - Francia
Distr. per l'Italia: Miroir de la Musique, Via XX settembre 65/67 35122 Padova - Tel./Fax. 049/8751188
Prezzo approssimativo: 2.490.000 L. (1.250 Euro)
Recensore: Lucio Cadeddu
Recensito: Marzo 2001

Dopo le recensioni degli ampli integrati IN 50 e IN 80, torniamo ad occuparci di Atoll, marchio francese ormai emerso dall'oceano del mercato HiFi mondiale, grazie ad una filosofia costruttiva che punta molto sulla sostanza e poco sui fronzoli.

Nel catalogo della Atoll sono presenti ben 3 lettori CD, il modello CD 50, il CD 80 ed il top di gamma CD 100 che è oggetto di questa prova d'ascolto. La versione che abbiamo ricevuto è "silver" e quindi, al pari dei corrispondenti integrati, fa uso di componentistica selezionata.

[Atoll CD 100 - i misteri dell'interno]

L'interno del CD 100, a destra lo stadio d'uscita, a sinistra il toroidale

Tecnicamente, si tratta di un tradizionale CD player mono-bit di provenienza giapponese, al quale è stato sostituito lo stadio analogico d'uscita ed aggiunto un grosso trasformatore toroidale ad alimentare il suddetto circuito.
Uno sguardo all'interno rivela infatti il mistero: le schede originali sono quelle dei Technics SL-PG 490/590 (lettori CD da circa 300.000 lire), la meccanica è la classica Philips VAM 1201/03, lo stadio d'uscita è montato su una scheda aggiuntiva ed è alimentato dal toroidale da 165 VA, grosso quanto quello montato sull'integrato IN 50.
Il telaio è lo stesso usato per tutte le elettroniche della casa francese, quindi abbastanza risonante e mal rifinito. Il telecomando è quello originale Technics, con una placchetta "Atoll" per evitare confusione :-)
In sostanza, i tecnici francesi hanno preso un lettore economico di provenienza Technics e lo hanno dotato di uno stadio analogico simmetrico a componenti discreti a bassa impedenza d'uscita (750 Ohm), alimentato separatamente dal toroidale e da una capacità di filtro di ben 10.000 uF (!!!), mediante una nutrita batteria di condensatori di bassa capacità.
Il tutto pesa ben 7 kg e le dimensioni sono quelle standard delle elettroniche Atoll, ovvero 44 x 27 x 9 cm. Connettori dorati di qualità media, uscita digitale coassiale e (sic) cavo d'alimentazione stile rasoio elettrico, retaggio dei Technics sui quali il CD 100 è basato.
Il livello d'uscita è regolabile da telecomando, una soluzione comoda anche se qualche purista (me incluso :-) ) storcerà un po' il naso. Ho sempre preferito le uscite fisse.

Il lavoro svolto (cabinet, stadio d'uscita e toroidale) porta il prezzo dell'Atoll CD 100 nei pressi dei 2,5 milioni, molto lontano dalle 300.000 lire del CD base del quale hanno preso tutto il resto (non è un mistero, chiunque può andare a leggere le sigle SL-PG 490/590 sugli stampati).
Eccessivo? Forse. Siccome però quel che ci interessa è il risultato finale, vediamo come si è comportato all'ascolto questo Technics vitaminizzato Atoll.

Concretezza francese

[Atoll CD 100 black]Una volta scoperto il "cuore" del CD 100, mi sono affrettato a procurarmi un Technics SL-PG 490 di un amico per fare una prova a confronto, prima visiva (entrambi aperti fianco a fianco) e poi d'ascolto.
Sulla prova visiva niente da dire: a parte il toroidale e lo stadio d'uscita il resto è virtualmente identico. All'ascolto però ho avuto la conferma di ciò che vado dicendo da tempo, ossia che la parte più influente sul suono di un lettore CD è lo stadio analogico d'uscita e l'alimentazione dello stesso. Meccanica e conversione, mediamente, contano molto meno.
Infatti, all'ascolto, il CD 100 si è vendicato del parente povero, sfoderando un suono che col Technics ha davvero molto poco a che spartire. L'impronta sonora lasciata dalla scheda analogica d'uscita è inconfondibilmente Atoll e ricorda molto da vicino il suono degli integrati provati qualche tempo fa.
Una timbrica sana, aperta e vigorosa in basso, con punch da vendere e solidità direi granitica. Suona preciso e dettagliato il francese, come gli ampli integrati, non punta al cesello ma preferisce il "bersaglio grosso". Per questa ragione la gamma medio-alta appare a tratti povera di armoniche, un fenomeno abbastanza evidente su piatti della batteria e fiati, che talvolta appaiono del tipo "mono-tonali" senza la classica ricchezza timbrica che contraddistingue questi srumenti.
In gamma media l'Atoll mostra un carattere piuttosto dolce, con un tocco di velluto sulle voci, giustamente piene e corpose sia quelle maschili che femminili, solo talvolta, e sempre quando richiesto, ruvide e graffianti.
Si arriva così fino alla gamma bassa, vero punto di forza di questo CD 100: possente, energica, direi prepotente e pure estesissima. Buona l'articolazione, seppur in difficoltà con alcuni passaggi killer in bassissima frequenza, vero cimitero per tutti i lettori integrati di medio prezzo che mi è capitato di ascoltare.
Mi riferisco, ad esempio, ai primi minuti di Mezzanine dei Massive Attack o alla micidiale Sinfonia per organo ed orchestra di Saint Saens.
In definitiva, come già detto, il CD 100 non è un mostro di iperdefinizione, ma è molto concreto, solido e godibile, secondo la filosofia sonora della casa.

Micro e macro dinamica

Il punch, in gamma bassa e medio bassa, è da applauso. Davvero notevolissimo per la classe di prezzo. Il CD 100 è molto generoso in termini dinamici e ciò conferisce al suo carattere un piglio autoritario e quasi irriverente, ottimo con musica fortemente ritmata.
Quando gli si chiede l'impossibile, ovvero tenere pedali d'organo d'oltretomba mentre la gamma media è indaffarata a tenere a bada l'orchestra in un fortissimo, il CD 100 cede le armi, con onore, e comincia a comprimere decisamente il segnale. Sto parlando di nuovo della Sinfonia per organo di Saint Saens, difficilissimo campo di prova per ogni elettronica. Lo stesso accade su brani di trip-hop in stile Morcheeba ("Howling", dall'album "Who can you trust" è una bestia nera) o Prodigy. Le compressioni sono sempre in agguato. Si tratta di casi estremi, è ovvio, e potete star certi che col 90% del materiale musicale di normale ascolto il CD 100 vi emozionerà per capacità dinamiche e di impatto.
Solo con qualche brano ho avuto la sensazione che il "passo" non fosse così svelto come avrebbe dovuto essere, probabilmente il solito effetto psicoacustico causato da una gamma bassa ben presente e vigorosa.

Soundstage

Non il pezzo forte di questo lettore CD. L'immagine non è amplissima, i contorni non sono precisissimi e, nei momenti di difficoltà, spariscono quasi del tutto la profondità ed il dettaglio.
Tornando su piccoli ensemble di musica acustica, tutto torna al suo posto anche se continuo a ritenere ai limiti della sufficienza l'altezza della scena. Col rock ed il jazz "semplice" la performance torna ad essere buona.
Ho notato che, spesso (per ragioni impossibili da spiegare e/o giustificare), una ricostruzione prospettica non eccellente è da attribuire alla meccanica di lettura di livello economico.

Consigli d'uso

L'Atoll CD 100 gradisce l'uso di punte, a mio parere, in quanto dei piedini eccessivamente morbidi e smorzanti potrebbero aumentare troppo quella sensazione di suono "rotondo" e morbido in alto che risulterebbe eccessivo in più di un impianto.
Idem dicasi per i cavi: aperti e ben definiti, con una buona gamma bassa.
L'Atoll CD 100 ha il cavo d'alimentazione staccabile ma è di quelli da rasoio elettrico (la classica spina piccola ad 8) quindi ci sono poche speranze di poterlo sostituire con qualcosa di adeguato. Sono più che sicuro che con 2,5 milioni una vaschetta IEC ci stava senza causare tracolli finanziari all'Azienda francese :-) ed avrebbe giovato molto alla performance del lettore. Ricordo che i lettori CD sono tra gli apparecchi che si sono rivelati più sensibili alla sostituzione del cavo d'alimentazione. Stavolta, per questa ragione, non ho potuto eseguire la consueta prova.
Il lettore francese si è rivelato abbastanza sensibile alla fase, quindi provate a girare la spina nella presa alla ricerca del miglior risultato. Lo stesso manuale riporta chiaramente l'indicazione della fase nella presa.

Lamentele

Costruzione e finiture. Inutile ripetermi per la terza volta sulla qualità costruttiva e sulla finitura degli apparecchi Atoll. Se qualche pecca era perdonabile sugli integrati (di costo contenuto) essa diventa intollerabile su un lettore CD da due milioni e mezzo.
Del triste cavo d'alimentazione ho già detto, i piedini sono i soliti che trovate anche sugli integrati della casa.
Ribadisco che, forse, ci voleva qualcosa di più per giustificare i 2,5 milioni necessari per mettere una scheda audio migliore ed un toroidale da 160 VA su un integrato giapponese venduto al pubblico (telecomando identico compreso) a 300.000 lire.
Suono. Il suono di questo lettore riscatta ampiamente tutte le critiche che si possono fare alla sua costruzione. Nella mia lista personale di "desiderata" leggo che avrei preferito una maggiore ricchezza armonica in gamma medio-alta ed una superiore capacità d'introspezione.

Conclusioni

In tempi di grandi e nobili marchi che prendono lettori CD giapponesi od olandesi da 300.000 e li rimarchiano cambiando solo il cabinet ed il prezzo, questo Atoll appare come una onesta abarthizzazione di un lettore economico. Oltretutto, è stata modificata (e bene!) proprio la parte più importante del lettore, ossia lo stadio d'uscita, con un risultato sul suono finale davvero convincente.
Se questa operazione valga o meno i 2,5 milioni richiesti (in termini di materiali e di progettazione) non sta a me valutarlo. Io ho guardato all'interno ed ho riportato ciò che ho visto e che ogni acquirente può facilmente vedere.
A voi dovrebbe essere sufficiente andare ad ascoltarlo, se è questo il tipo di suono che cercate, dinamico, vivace ed energico, l'Atoll CD 100 non vi deluderà.

Un caloroso Merci! al gentilissimo ed appassionatissimo Yair Wahal, deus-ex-machina di Miroir de la Musique per averci spedito questo apparecchio in prova.

© Copyright 2001 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com

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