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Recensore: Richard Varey - TNT Nuova Zelanda
Pubblicato: Gennaio, 2017
Impaginazione HTML: Stefano Miniero
Traduttore: Roberto Felletti
Alcuni audiofili si arrovellano, continuamente e accanitamente, su come abbinare braccio e testina. Nella mia recente inchiesta sulle apparecchiature hi-fi di produzione neozelandese, un notevole braccio, oggetto di riconoscimenti, è diventato oggetto di recensione, insieme con un'interessante proposta di confronto sulle prestazioni delle testine. Ero ansioso di saperne di più. Nel corso del confronto, ho effettuato gli ascolti utilizzando una serie di testine economiche montate sul braccio The Wand Plus. Come articolista di professione (con oltre 20 anni di esperienza come ricercatore e insegnante, più svariati anni nell'ambito della consulenza e del marketing), non ho potuto fare a meno di cercare, sul mio dizionario etimologico, il significato e l'origine della parola wand (bacchetta): un bastoncino diritto, rigido e piuttosto sottile, fatto di legno o di altro materiale; ma la bacchetta è anche un simbolo del potere dei maghi, e quindi è anche uno strumento magico. Ho domandato al progettista e costruttore Simon Brown perché ha scelto questo nome per il suo braccio con asta in fibra di carbonio. Egli mi ha risposto dicendomi che il braccio The Wand è come la bacchetta del direttore d'orchestra, ma al contempo è anche uno strumento che fa apparire dal nulla la magia musicale; inoltre, rappresenta la semplicità dell'oggetto. La scelta del nome, le precedenti, molto positive, recensioni, nonché i vari premi vinti hanno fortemente stuzzicato il mio appetito, con il risultato che questo progetto di confronto è diventato qualcosa di molto più illuminante di quanto si potesse pensare all'inizio. La testina che è risultata prima classificata, in base al piacere d'ascolto, non era nemmeno a mia disposizione quando ho avviato il progetto.
L'origine di questo esperimento braccio-testine è da ricercare nel mio recente articolo sui produttori hi-fi neozelandesi. Simon Brown, di Design Build Listen Ltd, mi ha contattato facendomi un'interessante proposta: egli sostiene che un braccio progettato “come si deve” è in grado di consentire anche a una testina economica di offrire prestazioni sorprendenti.
Per permettermi di provare le sue affermazioni, Simon mi ha offerto un prestito a lunga scadenza della versione aggiornata del braccio con alcune testine, affinché potessi ascoltarne diverse e confrontare l'ascoltabilità degli abbinamenti. Pertanto, alcune testine sono state selezionate e il braccio è stato montato sul mio giradischi Clearaudio Emotion, al posto del braccio Satisfy e della testina Aurum. Come sorpresa non prevista, nel corso della seconda parte del periodo, durato parecchi mesi, in cui si è svolto l'esperimento, l'azienda Design Build Listen è diventata importatrice, per la Nuova Zelanda, delle testine giapponesi Hana, di cui due modelli sono stati tempestivamente aggiunti al gruppo per la prova.
La premessa del progettista del braccio The Wand, Simon Brown, è che un braccio progettato con cura riesce a far esprimere al meglio una testina economica, rendendo l'abbinamento con il braccio stesso particolarmente conveniente dal punto di vista economico, non più quindi solo un privilegio per ricchi. Ho pensato che, se lui avesse avuto ragione, la musicalità stupefacente sarebbe stata alla portata di tutti coloro che l'avrebbero desiderata, senza essere costretti a rompere il salvadanaio. Solo conducendo una prova comparata avrei potuto stabilire se la sua idea si sarebbe concretizzata per i potenziali acquirenti del braccio The Wand Plus.
Quindi, sistemato il tutto, ho iniziato ad ascoltare i miei dischi alternando le varie testine; volevo vedere fino a che punto riuscissi a percepire il messaggio musicale nel suo complesso, così come l'artista intendeva, nella fattispecie abbinando una testina economica (cioè di prezzo relativamente modesto) al braccio The Wand Plus. Con l'aggettivo economica, nel gergo audiofilo si intende, secondo il significato adottato dall'etichetta “The Windham Hill”, la qualità ottenibile con un impianto audio ad alta definizione. Il braccio The Wand Plus e una testina di prezzo modesto possono essere definiti tali? Il The Wand Plus può rappresentare una verità spesso citata, ma anche spesso ignorata o trascurata, secondo cui la qualità non sempre è stabilita dal prezzo?
I miei criteri per la classifica degli abbinamenti braccio-testina sono stati semplici: quanto coinvolgente e avvincente sarebbe stato l'ascolto e fino a che punto sarei stato in grado di percepire l'espressività dell'artista? Le mie parole-chiave sarebbero state: chiarezza musicale (espressa in termini di timbro, trasparenza, corposità e senso di profondità dell'immagine - spesso detta anche spazialità), emozione, credibilità, musicalità, dinamica (intesa come piacevolezza, con bassi e percussioni caratterizzati da impatto e spinta). Nel complesso, quanto avrei apprezzato l'esperienza di ascolto e quanto sarei riuscito a perdermi nei miei dischi con sorgenti di questo livello? Non mi interessavano le specifiche tecniche teoriche né il prezzo (tranne per identificare le candidate economiche), e questo dato è stato annotato solamente dopo l'ascolto.
Le mie prime impressioni, disimballando il premiato braccio The Wand Plus, sono state olfattive: la funzionale ed elegante “scatola per vini”, in cui il braccio è contenuto, emanava un fresco aroma di legno e non c'erano involucri superflui o inutili buste in plastica. Estraendo i vari componenti, e disponendoli sul tavolo, era stato subito evidente che ogni pezzo era stato realizzato con cura. La robusta dima di precisione, in acciaio, è particolarmente impressionante nonché facile da usare, il che è di grandissimo aiuto quando si cambiano e si ritarano continuamente le testine; inoltre, essa permette un allineamento della testina abbastanza preciso da rendere agevole anche la lettura dei solchi più interni.
Anche il cuscinetto del braccio è qualcosa di speciale e risolve i problemi di montaggio della testina e semplifica lo spostamento, oltre ad avere un attrito decisamente molto basso e con un'eccellente stabilità. Grazie a Simon Brown, era già stata montata una testina Sumiko Pearl, per cui a me serviva solo un altro attrezzo, un cacciavite a stella per stringere il porta-braccio sulla base del giradischi. Appena 30 minuti dopo aver aperto il pacco stavo già ascoltando musica, anche se occorre più tempo per praticare un foro, installare il porta-braccio, montare e regolare la testina. Io ho scelto il modo più intelligente, così spesso trascurato: ho dedicato un po' di tempo a leggere le istruzioni, più di una volta, come consigliato da Simon, e ho scoperto una procedura di installazione molto semplice. Le istruzioni servono e sono chiare, senza le ambiguità o le procedure illogiche che spesso si incontrano cercando di decifrare le traduzioni dei manuali utente. Le fasi sono distinte e i componenti hanno un senso quando li si guarda disposti su un tavolo, prima di montarli. Cercando l'impostazione corretta, ho regolato il braccio a 2° di inclinazione in basso, verso la testina (come suggerito da Simon); per fare ciò, ho utilizzato la dima.
Poi ho regolato l'alzabraccio e il reggibraccio. Poiché l'estremità anteriore del braccio sporge dalla base dell'Emotion, se parcheggiata parallelamente al bordo destro, la posizione più adatta era verso sinistra, in direzione del piatto, ottenibile semplicemente ruotando il reggibraccio. Successivamente, Simon ha risposto pazientemente alle mie numerose domande nel corso dei vari mesi in cui ho condotto la prova, poiché cambiavo sempre le testine, e sempre in quel lasso di tempo ha caricato, sul sito Design Build Listen, il primo dei suoi video-guida, che si è rivelato utile e confortante. Ho trovato la procedura di installazione molto semplice, con un solo unico piccolo problema. Il percorso dei conduttori dal braccio all'amplificatore dipende dalla struttura della base, e so che il foglio con le istruzioni è stato migliorato per rendere le opzioni più chiare, poiché è fondamentale evitare che il cavo interferisca con la libera rotazione del braccio sul suo fulcro.
La versione originale del The Wand è già stata recensita su TNT-Audio. Per questa prova è stato utilizzato il modello Plus, aggiornato alla versione v2, che comprende un nuovo cuscinetto con minore attrito (mantenendo le stesse prestazioni in gamma bassa) oltre a vari miglioramenti, estetici e funzionali, incluso un dispositivo idraulico per l'avvio e il sollevamento.
Quindi, allo scopo di trovare la testina giusta per un eccellente ascolto, ho tirato fuori un campionario dei miei dischi preferiti, suonati molte volte dal mio abituale Linn Sondek/Linn Basik con la Sumiko Bluepoint 2, poi dal Clearaudio Emotion SE/Satisfy con l'Aurum Classic Wood e ora dal The Wand Plus con, per iniziare, una Sumiko Pearl. Questi dischi sono stati sul mio banco di prova per alcune settimane, perché ho ascoltato modelli economici di testine Sumiko, Rega, Grado, Aurum, Ortofon, Denon, SAE e, per finire, Hana. Ed ecco la mia edizione speciale, rimasterizzata a velocità dimezzata, dell'album d'esordio dei Dire Straits. C'erano, da subito, sensazioni di peso, profondità, dettaglio e piacevolezza che hanno offerto un'esperienza musicale molto coinvolgente. Non voglio sembrare retorico nel dire che, dopo aver ascoltato questo disco dozzine di volte in tanti anni, ho percepito strumenti, voci e dettagli vari per la prima volta, ma l'esperienza è stata una piacevolissima rivelazione e un grande inizio per il mio progetto!
Dopo è stato il turno della mia copia originale di Moving Pictures dei Rush, un altro disco adatto per valutare dinamica e impatto. Il suono era aperto e su più piani, con una emozionante corposità di batteria e basso. La voce di Geddy Lee non era nemmeno stridula (un grosso vantaggio, davvero). Il rumore di superficie non c'è più sulla mia copia economica del 1981, ascoltata moltissime volte. Nonostante ciò, suonava come nuovo e meglio di alcune stampe recenti pubblicate in fretta e furia per rinverdire il fascino del vinile! In particolare, mi piacciono i complessi pezzi strumentali dei Rush, e il brano YYZ era caratterizzato da una soddisfacentemente buona separazione e risoluzione degli strumenti. Con la testina Sumiko, l'album suonava ancora più corposo e piacevole di molte delle volte precedenti. Ho ceduto all'impulso, spesso provato, di alzare il volume quando ascolto qualche nuovo componente.
L'album Firing On All Six dei Lone Star unisce in maniera gradevole orchestra e tastiere classiche, con bassi che “pompano” e batteria complessa e roboante nel brano Rivers Overflowing. Una volta, a un certo punto, quando la batteria entra in scena, la puntina era uscita dal solco; come si sarebbe comportato il The Wand Plus con la Sumiko Pearl e un peso di lettura pari a 2 g? È andato tutto bene, alla grande, è stato elettrizzante, e qua e là c'erano un po' di delicatezza e armoniosi dettagli.
E ora passiamo al gruppo It Bites e al brano The Big Lad in the Windmill, dall'album omonimo. Si tratta di un altro brano multitraccia complesso, con accattivanti armonie vocali e uno sviluppo lento che culmina in un magico crescendo di chitarra, accompagnato da una formidabile batteria; qualcosa di emozionante, con dettaglio ed energia crescente a partire da un sottile fraseggio melodico.
E poi, la mia prima delusione. Ho ascoltato Back On the Streets di Gary Moore molte volte e ora suonava roca e un po' spenta. Il disco sembrava, nel complesso, pulito: niente macchie di caffè, muffa, cioccolato né ditate. Tuttavia, dopo averlo pulito accuratamente con la macchina lavadischi GEM Dandy (leggete la mia recensione), suonava letteralmente come se fosse stato un altro disco. Anche in questo caso, ci sono energia con delicatezza, dinamica, spazialità e timbro in misura nettamente superiore agli ascolti precedenti.
Non c'era da stupirsi che il disco successivo sarebbe stato Elegant Gypsy, di Al Di Meola. I giri di basso erano stati subito messi in evidenza, e gli strumenti erano ampiamente separati tra loro e ben distinguibili. Con la testina Sumiko, il suono era più grande e non solo più forte, non so se mi spiego. Alcuni passaggi di tastiere avevano una tonalità differente rispetto agli ascolti precedenti.
La recente ristampa 180 g del primo album dei Led Zeppelin è stato il disco successivo a essere messo sul piatto, e nel brano Black Mountain Side la semplice chitarra acustica e le tabla venivano riprodotte con evidente chiarezza e dinamica; roba da alzare il volume, c'era da restare ipnotizzati.
Un altro tra i miei album preferiti è World Machine dei Level 42, che si è rivelato una sorpresa sbalorditiva, con il basso di Mark King quasi dritto in faccia! Si tratta di una registrazione straordinaria, con canzoni superbe, una batteria trascinante e il basso di King che prende il sopravvento sulla chitarra ritmica di Boon Gould. Un'esperienza musicale davvero sensazionale, particolarmente a volume realistico!
Dopo ho deliberatamente scelto un disco “rumoroso”, per verificare come la testina Pearl, montata sul braccio The Wand Plus, si sarebbe comportata; ne ho preso uno usato parecchio (e si vedeva) e acquistato di seconda mano. Avrebbe suonato in modo più tollerabile delle volte precedenti? La copia in mio possesso di Stone Flute (un'edizione originale del 1970), di Herbie Mann, era stato a disposizione per il prestito, in una biblioteca pubblica, per sette anni prima che lo acquistassi a una fiera di libri per un dollaro. La superficie sembra a posto ma, a causa dell'usura, le sue condizioni sono un tantino peggiori. In realtà, all'ascolto non era così male, solo pochi click a causa dell'ovvio danno della superficie.
Stanco di ciò, ho messo sul piatto una copia nuova della recente ristampa in cofanetto dell'album Rumours dei Fleetwood Mac. Il disco era caratterizzato da una forte “presenza”, con i musicisti che trasmettevano una sensazione di coinvolgimento che contribuiva ad arricchire ulteriormente il suono, già ricco di per sé. Anche The Nightfly, di Donald Fagen, aveva questa “presenza”, con un ampio palcoscenico. Un bel modo di ascoltare musica. Finora, le mie conclusioni erano che tutti i miei ascolti erano stati “musicali”, non il tipico suono di un disco.
Penso che Simon Brown sia proprio riuscito a risolvere il problema del tracciamento dei solchi interni. Sono sicuro di aver percepito più dettagli e nemmeno l'ombra di quella poltiglia sonora, tipica di alcuni miei dischi, durante l'ascolto dell'ultimo brano di ciascun lato. Un esempio è costituito dall'album Solar Fire, di Manfred Mann's Earth Band, che possiedo da quando è stato pubblicato e che è stato ascoltato tantissime volte. Sono riuscito ad ascoltarlo tutto, dall'inizio alla fine, senza che qualcosa non andasse bene. Nel corso degli anni, questo disco è stato ascoltato con alcuni giradischi, a partire da un Connoisseur BD1 (1972 circa), poi un Garrard 401, un Linn Sondek LP12 e ora un Clearaudio Emotion. Tra i bracci, ho usato un classico SME 12" e come testine un po' di tutto: Shure, Ortofon, Sumiko, Clearaudio.
Ulteriori ascolti comprendevano Perilous Journey di Gordon Giltrap, ...and Friends di James Newton Howard (registrazione direct-to-disc) e il primo album da solista (1975) di Ian Hunter (con la partecipazione del geniale Mick Ronson). A questo punto mi domando: che fine ha fatto il rumore di superficie dei miei dischi?
L'articolo continua nella seconda parte!
© Copyright 2017 Richard Varey - richard@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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