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Prodotto: M2Tech hiFace DAC
Produttore: M2Tech - Italia
Prezzo approssimativo: 220 euro
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Aprile, 2015
Traduzione: Stefano Giacovelli
Appena terminata la recensione dello splendido ifi iDAC, avevo ricevuto in prova un M2Tech HiFace DAC USB. Il convertitore da USB a S/PDIF M2Tech hiFace TWO, che avevo recensito all'inizio del 2013, mi aveva impressionato, ma ad essere onesti non mi aspettavo che potesse veramente sfidare l'ifi iDac, che credo abbia prestazioni molto al di là dei normali DAC USB.
Il convertitore USB hiFace è più piccolo dell'iDAC, come si vede dall'immagine. Senza dubbio, mi sono detto, all'interno dell'iDAC c'è bisogno di spazio per mettere i componenti elettronici che gli permettono di raggiungere le sue incredibili prestazioni. Il convertitore USB hiFace, invece, non ha uscite RCA, non ha un controllo del volume per l'uscita delle cuffie, e al posto di una presa USB ha un connettore che gli permette di essere collegato direttamente al computer, eliminando così la necessità di un cavo USB. Non vorrei ripetere cosa penso di questo metodo di collegamento, visto che l'ho detto molto chiaramente nella mia recensione dell'hiFace TWO, quindi dico soltanto che la cosa si risolve facilmente usando una prolunga USB. Essendo un oggetto così piccolo (appena 2 x 1,4 x 8,8 cm), sono molto contento che sia di color arancione chiaro, in modo che io possa trovarlo più facilmente nella mia sala d'ascolto, che è piuttosto disordinata. Il connettore d'uscita è un minijack stereo da 3,5 mm, perciò avrete bisogno o di un adattatore (da minijack a RCA stereo) o di un cavo apposito. Io avevo un adattatore a portata di mano, per cui ho usato quello per la recensione. Se, invece, volete usare un paio di cuffie, l'impedenza deve essere medio-alta. In realtà, non ero troppo sconvolto dall'assenza di un controllo del volume, visto che l'utente-tipo di questo componente userà un computer per selezionare le tracce da riprodurre, e quindi potrà benissimo controllare anche il volume generale direttamente da esso. Naturalmente, tutto questo minimalismo aiuta non poco a contenere i costi di produzione.
Questi sono i dati dichiarati dalla M2Tech per l'hiFace DAC:
E queste sono le specifiche:
Grazie al cielo, usare l'hiface DAC è piuttosto semplice e diretto. Se viene collegato a un Mac o a un computer con Linux, non è necessario installare alcun driver (anche con un iPad), per cui si inserisce il DAC in una presa USB del computer, lo si seleziona nelle impostazioni audio, e si riproduce musica. L'installazione dei driver è necessaria per i computer con Windows (e permettono di scegliere tra le modalità di riproduzione DS, KS, WASAPI e ASIO), e l'installazione sul mio sistema con Windows 8 non ha creato problemi di sorta.
Per cominciare la recensione, ho collegato l'hiFace DAC al mio PC con Ubuntu (una versione di Linux) usando un cavo USB corto. Praticamente, ho dovuto solo avviare il PC, entrare nelle preferenze audio, selezionare il DAC e poi riprodurre la musica. A differenza della recensione dell'iDAC, quello che ho ascoltato mi è subito piaciuto, già dai primi secondi. L'hiFace pareva già rodato e, anche se nei giorni successivi è migliorato leggermente, il cambiamento non è stato affatto drammatico come per l'iDAC. Non sono ben sicuro di cosa mi aspettassi dall'hiFace, ma l'iDAC aveva spostato l'asticella così in alto che non pensavo di ascoltare un componente che mi facesse davvero dire: “Wow!”. Questa, quindi, è stata una lezione importante sul non aspettarsi niente di preciso, perché l'hiFace mi ha fatto sorridere da subito.
Nella mia recensione dell'iDAC avevo scritto, nei miei appunti, della quantità di dettagli che era in grado di tirare fuori dalle mie registrazioni. Bene, l'hiFace ha fatto esattamente la stessa cosa. Anzi, le due interfacce hanno pure prestazioni sonore molto simili, il che ha significato trovarmi di nuovo nell'impossibilità di alzarmi dalla sedia, più a lungo di quanto volessi. Il controllo su tutti gli aspetti della riproduzione fa sì che il basso sia forte, chiaro e musicale. L'immagine è granitica e il palcoscenico sonoro ampio e profondo. Gli effetti speciali Q-Sound presenti nel disco “Amused to death” di Roger Waters venivano diffusi nella sala in modo molto accurato, alla maggiore distanza dagli altoparlanti che io abbia mai sentito (esattamente come aveva fatto l'iDAC). Il PRaT è eccellente e mi veniva da battere il piede ascoltando la solita traccia da “Graceland” di Paul Simon. Come con l'iDAC, tutto questo ha fatto sì che la musica suonasse in modo molto realistico. Con software ad alta risoluzione, l'hiFace DAC ha suonato in modo ancora più superbo. In effetti, ha dimostrato la superiorità della musica ad alta risoluzione meglio della maggior parte dei DAC che io avevo provato precedentemente, con l'eccezione dell'iDAC. C'è ben poco da aggiungere alla descrizione del suono di questo DAC, perché, semplicemente, fa tutto molto bene.
Senza sapere esattamente cosa ci sia nell'iDAC (il contenitore di dimensioni maggiori serve solo per avere lo spazio per montare i connettori in più?) rispetto all'hiFace DAC, non sono in grado di dire quanto questi due convertitori siano simili sotto l'aspetto delle specifiche. Ma, nell'uso, il loro suono è molto simile, probabilmente addirittura troppo simile perché io possa essere in grado di identificare quale dei due stia suonando in un test cieco. Per questo motivo non mi sono stupito molto quando ho cambiato computer, collegandolo al portatile con Windows 8/JPLAY, senza sentire un grosso miglioramento come era successo con gli altri DAC (anche qui, tranne che con l'iDAC). Poiché l'hiFace DAC costa solo 220 euro, ed è in grado di riprodurre musica con risultati eccellenti anche usando un PC più vecchio con un sistema operativo e un software audio gratuiti, per il momento viene nominato da me miglior componente economico per la riproduzione, anche se il suono è tutto tranne che economico! Questo, però, non vuol dire che non sia anche un ottimo acquisto per gli utenti Mac, o per i proprietari di costosi sistemi di riproduzione basati su computer.
Ho anche avuto modo di provare l'hiFace DAC con altre modalità di alimentazione (usando sia il cavo USB Elijah Audio che il KingRex), praticamente senza notare cambiamenti rispetto al comportamento dell'iDAC. Anche in questo caso ho deciso che i risultati, con il DAC alimentato dal computer, erano già così buoni che il costo di un alimentatore separato e di un cavo apposito non mi pareva giustificabile, come invece capita con altri DAC. Fa veramente impressione quando succede che un componente suoni così bene da solo, al punto che il desiderio di provare dei tweaking semplicemente svanisce, e questo è il caso dell'hiFace DAC, come prima è stato per l'iDAC.
In sintesi, questo DAC USB va incredibilmente bene. Incredibilmente per via delle sue dimensioni minuscole, per via del fatto che suona così anche con l'alimentazione del computer, e per il suo prezzo così basso. L'iDAC ha connettori RCA in uscita, un controllo del volume per l'uscita cuffie, e direi anche un contenitore più bello (questa è solo la mia opinione personale), ma costa anche un terzo in più. Posso capire quindi che l'hiFace DAC risulti più attraente per gli appassionati del “poca spesa, tanta resa”. Se voi possedete già un computer, come sorgente per la riproduzione della musica, e siete alla ricerca di un upgrade che vi faccia davvero avvertire un miglioramento senza andare in rosso col conto in banca, l'hiFace DAC è, probabilmente, proprio quello che state cercando. Credo che questo piccolo DAC arancione diventerà una presenza familiare nei sistemi di molti audiofili. E, come altra nota positiva, questo dimostra che l'iDAC non è stato semplicemente un caso fortuito, ma che lo standard dell'audio digitale USB si sta alzando in modo sensibile, man mano che il tempo passa. Quindi, in questo caso “di meno” vuol dire davvero “di più”? In termini di affari hi-fi, la risposta è sicuramente SÌ!
Nel corso di questa recensione, ho installato Audiophile Linux su un computer e ho collegato l'hiFace DAC per vedere se suonava meglio rispetto a Ubuntu. Ma, sfortunatamente, non sono riuscito a fargli emettere alcun suono, nonostante tutto indicasse che era connesso e riconosciuto dal sistema. L'ho ricollegato al mio sistema Win8/JPlay, per controllare che il DAC funzionasse correttamente, e così era. Allora ho provato ad usare Lubuntu, con gli stessi risultati, e cioè nessun suono, né con l'hiFace, né con l'iFi iDAC. È importante notare che, al momento della stesura di questo articolo, alcune versioni di Linux non funzionavano con questi due DAC. Con ciò, non c'è nulla che non vada in questi due DAC, che tra l'altro sono perfettamente compatibili con lo standard USB. Quello che è veramente strano è che, all'inizio, funzionavano su Ubuntu (12.04), ma dopo hanno smesso di farlo.
Ho ricevuto una mail dalla M2Tech con le indicazioni su come risolvere il problema con i sistemi Linux. Le ho testate e direi che funzionano, anche dopo un reboot.
Pare che un componente che si chiama udev abbia messo in “mute” i due selettori del clock. Per risolvere questo bisogna:
Aprire una finestra di terminale e digitare alsamixer
Quando appare il pannello delle preferenze di ALSAMIXER premere il tasto F6
Selezionare l'hiFace DAC dalla lista di periferiche audio.
Premere il tasto M per attivare o disattivare la funzione di mute, fino a vedere questo:
Pare che questo risolva il problema in modo permanente, cioè non è necessario rifarlo ogni volta che si riavvia il computer. Sono molto grato a Pietro della M2Tech per la risoluzione di questo problema.
© Copyright 2015 Nick Whetstone - nick@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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