Prodotto: iFi-audio iDAC
Produttore: iFi-audio - UK
Prezzo approssimativo: 299 euro
Distributore per l'Italia: ProAudio Italia
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Febbraio, 2014
Traduzione: Stefano Giacovelli
L'unica area dell'alta fedeltà che ultimamente pare aver fatto un progresso veramente significativo è la musica liquida. Che vi piaccia o no, ormai si fanno continuamente nuovi DAC USB e convertitori, così come si fanno continuamente nuove casse o giradischi. Almeno così si direbbe da questo DAC che mi è arrivato per la recensione. Ho recensito più di uno di questi componenti, e ne resterebbero ancora parecchi da ascoltare. Il convertitore USB asincrono iDAC della iFi-Audio è il più recente, e onestamente uno si potrebbe anche chiedere se tutti gli appartenenti a questa sterminata legione di DAC USB non siano praticamente tutti la stessa cosa.
Questo iDAC mi ha subito ricordato il DAC USB Devilsound, nel senso che entrambi prendono l'alimentazione dal computer, piuttosto che da un alimentatore separato. Ora, una volta pensavo che questo fosse il metodo più sicuro per compromettere il suono, ma la mia esperienza d'ascolto col Devilsound ha ridotto alquanto questo mio scetticismo. Il convertitore iDAC è più grande del DAC Devilsound, ma comunque piuttosto compatto riguardo ai normali componenti hi-fi. È molto leggero, visto che non ha alcun bisogno di un trasformatore. Ha un ingresso USB da una parte, una uscita RCA dall'altra, e poi dalla parte dell'uscita RCA ha anche l'uscita per le cuffie e il volume delle cuffie. Sì, il convertitore iDAC è anche un amplificatore per cuffie, oltre che un DAC USB! E, stavo quasi per dimenticare, ha anche tre piccoli LED per indicare quando è acceso, quando si è sincronizzato con un segnale e quando sta riproducendo musica.
All'interno, l'iDAC ha un pregiato chip ESS Sabre, che secondo iFi-audio è stato usato perché "l'avanzata tecnologia Hyperstream del chip Sabre migliora fino a 10 volte il rapporto segnale/rumore, e ha un range dinamico maggiore e una reiezione del jitter senza rivali, rendendolo così udibilmente superiore alla concorrenza". L'alimentazione "sporca" a 5 V fornita dal computer viene convertita da tre diversi regolatori di voltaggio, e lo stadio di uscita viene pilotato direttamente dal DAC, in modo da non necessitare di condensatori di accoppiamento, e perlopiù questa soluzione comporta un livello di dinamica maggiore di quello ottenibile con le normali alimentazioni a 5 V.
Prima di usare l'iDAC è necessario installare un driver. Il mio primo tentativo di caricare un driver per l'iDAC su un PC con Windows XP è stato un'esperienza un po' frustrante. Quando connettevo l'iDAC il computer mi chiedeva di continuamente di staccarlo e riconnetterlo. Questo è andato avanti per un bel po', finché non ho riavviato il PC e ricaricato il driver, e a quel punto è andato tutto bene. Dovrei anche aggiungere che in seguito ho scaricato e installato una versione più aggiornata del driver (6.1) su un PC portatile con Windows 8, e che lì non ho avuto il minimo problema. L'ultima versione del driver si può usare con Windows XP, Vista, 7 e 8. Non è richiesto alcun driver per Linux, e per i sistemi MAC.
L'iDAC si collega al computer con un cavo USB piuttosto corto (fornito nella confezione). Se avete letto le mie altre recensioni vi sarete accorti che io preferisco questa soluzione rispetto alla connessione diretta di un dispositivo USB al computer e alle sue vibrazioni meccaniche. Con il driver installato, non mi è restato che aprire Foobar2000, selezionare l'iDAC come dispositivo di output e scegliere una traccia per cominciare a fargli suonare della musica.
Ho l'abitudine di tenere una selezione dei miei brani preferiti per le recensioni su una chiavetta USB che posso spostare facilmente da un sistema all'altro. Ho cominciato a riprodurre brani proprio da questa chiavetta, ma il suono non mi ha impressionato particolarmente. Anzi, mi sarei anche spinto ad affermare che c'era qualcosa di veramente sbagliato nel suono. Ho controllato tutto il sistema dall'iDAC fino alle casse, ma non ho trovato nulla fuori posto, così ho lasciato l'iDAC a suonare per qualche ora, e sono tornato dopo. L'iDAC non suonava ancora bene, secondo le mie orecchie, e mi sono chiesto se non fosse il caso di contattare l'iFi Audio per chiedere se non mi potessi trovare di fronte ad un esemplare difettoso. Alla fine ho lasciato l'iDAC suonare per altre 24 ore, e il giorno dopo suonava comunque meglio, ma ancora non bene quanto io mi aspettavo. A farla breve, l'iDAC probabilmente ha il tempo di rodaggio più lungo di tutti i componenti che ho recensito nella mia vita, ma è anche il componente che ha mostrato i maggiori miglioramenti man mano che il tempo passava.
Alla fine ho ascoltato le vere prestazioni dell'iDAC, e devo dire che valeva la pena aspettare. Il livello dei dettagli che l'iDAC è in grado di riprodurre è all'altezza di qualsiasi componente io abbia ascoltato fino ad oggi. Penso che questo non possa che confermare quanto in là si stia spingendo il progresso nelle sorgenti hi-fi, e credo che solo alcuni lettori tra i più costosi possano uguagliare le prestazioni di un componente come l'iDAC, almeno per quanto riguarda l'estrazione dei dettagli. Certamente non è una mammoletta e riproduce tutto in modo forte e chiaro, ma questo non vuol dire che non sia capace anche di raffinatezza. Le sfumature nella voce dei cantanti, le differenze chiaramente udibili tra i vari strumenti di un'orchestra, i dettagli più minuti come il suono del triangolo in una intera sinfonia per orchestra, i tamburi di una batteria che vengono colpiti in punti diversi, e ovviamente gli effetti Q-sound di un disco come "Amused to Death" di Roger Waters, tutto questo è stato riprodotto in grande chiarezza. La chiarezza sulle voci è così pronunciata che con un buon disco l'artista ti può apparire come un ologramma sonoro nella stanza. Le voci di artiste come Katie Melua e Amy Winehouse sono state riprodotte con un senso di intimità, dando anche loro l'illusione di essere fisicamente nella stanza. Non sorprendentemente, tutto questo porta ad un grande livello di realismo. Addirittura può essere davvero molto reale! Chiudendo gli occhi si ha proprio l'impressione che la musica sia suonata davvero davanti a te.
Questo controllo ben pronunciato si estende anche alle basse frequenze, che ho trovato potenti (ma non in modo da coprire il resto) e molto ben controllate. I brani (Dreadzone, Faithless e così via) che prima, con altri componenti, producevano qualche risonanza in basso nella mia stanza, non l'hanno fatto con l'iDAC. Le basse frequenze erano anche veloci e musicali.
Questa chiarezza genera anche un'eccellente immagine sonora. Non sono uno che normalmente abbocca alle affermazioni dei produttori e delle loro pubblicità, ma devo dire che questa immagine, presa dal sito della iFi-audio, rappresenta in modo piuttosto realistico l'immagine sonora che si ottiene con l'iDAC.
Il palcoscenico sonoro era grande, ampio e profondo, ma ho osservato (o ascoltato, per meglio dire) una cosa interessante. Il palcoscenico sonoro era leggermente più profondo con la prima versione del driver che ho usato, e anche gli effetti sonori Q-sound sembravano più svincolati dagli altoparlanti. Ma poi, ho notato che la versione più aggiornata del driver produceva un suono più coinvolgente ed emozionante della versione precedente del driver. Entrambi i driver generavano un eccellente PRaT, tanto che la mia traccia preferita per quel parametro particolare, "Graceland" di Paul Simon, suonava benissimo, come so che può fare. Le note cominciavano e finivano come nel momento in cui quella musica era stata creata, le armoniche erano ben chiare, rendendo ogni nota perfettamente udibile assieme alle altre, e si sentivano anche i silenzi in mezzo ai suoni come uno sfondo nero, piuttosto che la continuazione dei suoni precedenti. In breve, l'iDAC suonava musica controllandola con un pugno di ferro, donando un senso di realtà generale alla riproduzione della musica. Gli strumenti e le voci riprodotte erano anche molto ben proporzionate, suonando come se avessero le dimensioni che hanno nella vita reale, se la qualità sonora del disco lo permetteva.
Ma l'iDac è anche un dispositivo ad alta risoluzione, e ho riprodotto molte tracce 24/192 senza riscontrare alcun problema, anzi godendomi un dettaglio ancora maggiore e un controllo che si può trovare solo nei migliori apparecchi. È quando ascolto queste registrazioni che mi rendo veramente conto di quanto il CD sia rimasto indietro con la sua limitazione a 16/44. Alla fine non importa quanti pregi abbia un componente, il test definitivo è se è un piacere ascoltarlo. Beh, se vi dicessi che la mia sala d'ascolto al piano di sopra è priva di riscaldamento, e che per alcune sedute d'ascolto sono stato seduto a lungo in una stanza a 10-12 °C senza riuscire a smettere di ascoltare l'iDAC, questo probabilmente dovrebbe rendere l'idea di quanto mi è piaciuto. Me lo sono goduto anche con le mie cuffie economiche usando il suo amplificatore per cuffie, ma per essere onesti devo dire che me lo sono goduto di più collegandolo a un amplificatore e a un paio di casse. Senza dubbio se avessi avuto sottomano un buon paio di cuffie le cose avrebbero potuto essere diverse. Ah, e se non l'aveste ancora capito, l'iDAC suona molto più analogico che digitale.
Essendo un incurabile appassionato dell'autocostruzione e del tweaking, non ho potuto proprio fare a meno di chiedermi come avrebbe suonato l'iDAC con una alimentazione migliore di quella fornita dal computer. Così ho tirato fuori il cavo USB Elijah Audio che avevo usato con la HiFace Two, e ho provato diversi alimentatori esterni, come l'eccellente Paul Hynes SR1-5, uno dei miei alimentatori lineari a 5 V, e un alimentatore a batteria. Ma anche se questi alimentatori avevano fatto una certa differenza con la HiFace Two, non si sentiva quasi alcuna differenza con l'iDAC. Questo sicuramente dice quanto sia buona la sezione interna di alimentazione, che senza dubbio contribuisce non poco al suo suono così buono.
Un'altra differenza che ho riscontrato tra l'iDAC e gli altri DAC USB che ho recensito è che la differenza tra usare Foobar2000 da solo e usarlo con il plugin JPLAY era minore di quella che si sente con gli altri DAC USB. Non saprei trovare altri motivi per giustificare ciò all'infuori del fatto che l'iDAC è già fenomenale anche senza JPLAY. JPLAY naturalmente è un costo aggiuntivo da considerare, perciò se non è più strettamente necessario comprarlo, questo aumenta il rapporto qualità/prezzo dell'iDAC. Ciò detto, c'era comunque un piccolo ma significativo miglioramento usando JPLAY.
Ho anche provato l'iDAC connettendolo a un PC con sistema operativo Ubuntu e software di riproduzione QMMP. I programmatori di QMMP affermano il loro software riproduce audio in modo bit perfect (link in inglese). Ho avviato il PC con l'iDAC collegato ma così non è stato riconosciuto automaticamente; è bastato disconnetterlo e poi riconnetterlo per essere pronto a riprodurre musica. Probabilmente bisognerà selezionare l'iDAC come dispositivo di output nella sezione Suoni di Ubuntu. I risultati sono stati molto gradevoli. Di nuovo, anche se era mia intenzione collegare l'iDAC a un computer con Ubuntu solo per verificare che potesse riprodurre musica anche con sistemi basati su Linux, il tempo è volato e due ore dopo ero ancora lì che riproducevo tracce... Alla fine dei conti direi che il mio sistema Win8/Foobar/JPLAY era superiore per dettaglio e chiarezza della musica riprodotta, ma il mio sistema Ubuntu non suonava certo in modo meno coinvolgente. Il mio sistema Ubuntu, per inciso, è basato su un PC che un mio amico voleva buttare via, ma che io ho intercettato prima che andasse a finire nel cassonetto, e quindi non mi è costato nulla. Ubuntu e QMMP sono freeware, per cui usando questo sistema con l'iDAC, che ha un prezzo molto competitivo, ho potuto assemblare una sorgente audio in grado di competere seriamente con altre di prezzo molte volte maggiore.
Quelli tra di voi che hanno circa la mia età si ricorderanno dei grandi dibattiti se fosse meglio concentrare la spesa per l'impianto su un solo componente (sorgente, amplificatore o casse) o se fosse meglio ripartirla equamente tra tutti e tre. Questo era anche dovuto al fatto che a quei tempi le sorgenti di qualità non costavano certo poco. Con l'arrivo di questa generazione di DAC USB, in particolare questi modelli ad alta risoluzione, il costo di una sorgente veramente valida è crollato in modo drammatico, e per il suo prezzo l'iDAC ha un rapporto qualità/prezzo davvero degno di nota. Credo che ora si possa davvero assemblare un impianto completo che raggiunga o superi le prestazioni dei migliori componenti degli anni '60 e '70, ma a una frazione del loro costo.
Tirando le somme, non riesco a trovare un solo difetto all'iDAC. Ad un certo punto ho avuto l'impressione di sentire delle sibilanti troppo marcate su una traccia o due, ma dopo ulteriori prove credo di poter affermare che questo dipendesse dalle registrazioni, che erano state riprodotte dall'iDAC semplicemente così com'erano. Purtroppo uno degli aspetti negativi delle sorgenti così rivelatrici è che mostrano con chiarezza anche i difetti delle cattive registrazioni.
Ho anche trovato che, essendo un componente così leggero, l'iDAC ha tratto molti benefici dal mio sistema di accoppiamento DD tripod, con l'aggiunta di qualche pezzetto di granito, per aumentarne la massa e impedirgli di rovesciarsi. Questo è uno di quei componenti che si rovescia solo col peso dei cavi. Ho anche trovato che si è interfacciato benissimo con tutti gli amplificatori a cui l'ho collegato, e non sembrava proprio aver bisogno di ulteriori stadi attivi prima dell'amplificatore finale. Il prezzo di listino dell'iDAC è molto competitivo, sia nei confronti degli altri DAC USB (nessuno tra quelli che ho recensito arriva al suo livello di realismo), sia dei lettori CD tradizionali, anche limitandosi alla risoluzione standard 16/44. Non molto tempo fa con 299 euro ci si poteva comprare al massimo un lettore di fascia economica, e la qualità sonora dell'iDAC è proprio di un'altro pianeta rispetto ad una sorgente del genere, anche tenendo conto del computer da collegare all'iDAC. Non ho la minima riserva o esitazione nel raccomandare di cuore l'iDAC. Sicuramente permetterà a molte persone di capire davvero quanta informazione nei loro dischi si sono persi fino ad ora, con l'unico svantaggio che funziona solo con le sorgenti digitali!
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