Braccio Wilson Benesch A.C.T. 25

[Braccio Wilson Benesch ACT25]

L'Hi-Tech incontra il principio KISS*

[English version here]

Prodotto: braccio Wilson Benesch A.C.T. 25
Produttore: Wilson Benesch
Prezzo: 4.750 dollari canadesi - Convertitore di valuta - Il prezzo può variare
Recensore: Roger McCuaig - TNT Canada
Pubblicato: Ottobre, 2020
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Diciamolo chiaramente: tutti prendiamo la malattia di tanto in tanto. L'incontrollabile (e talvolta irrazionale) impulso di cambiare qualcosa nell'impianto. Ebbene, a me è capitato di recente e adesso sono il fiero possessore di un braccio Wilson Benesch A.C.T. 25. Tutto ha avuto inizio con una email di Pierre Lurné, nella quale egli dice che il braccio A.C.T. 25 fa parte di un gruppo ristretto di bracci che lui considera «... migliori di tutto il resto.» Questa cosa mi è frullata in testa per alcune settimane e alla fine ha avuto la meglio. Ho venduto un Dynavector DV507MK2 in buonissime, di fatto eccellenti, condizioni e ho ordinato un braccio Wilson Benesch. Il braccio è stato fornito da Red Leaf Audio, il distributore canadese della Wilson Benesch (WB). Il “25” è l'ultima edizione di un progetto unipivot/fibra di carbonio che la WB ha iniziato a produrre nei primi anni '90. L'azienda renderà presto disponibile un nuovo braccio in nanotubo di carbonio, appropriatamente chiamato Nanotube One, probabilmente a un prezzo molto maggiore.

Il progetto dell'A.C.T. 25 può essere descritto come unico, forse anche un po' futuristico, e questo sarà oggetto di qualche approfondimento. Anche l'installazione di questo braccio richiede un approfondimento, poiché non lo uso su un giradischi Wilson Benesch. Ovviamente le impressioni sulle sensazioni che trasmette e su come suona verranno analizzate in dettaglio.

Il progetto A.C.T. 25

Sul sito WB viene spiegato che l'edizione “25” del braccio A.C.T. è stata così denominata per celebrare il venticinquesimo anniversario della fondazione dell'azienda, avvenuta nel 1989. Dopo un significativo periodo di tempo trascorso alla ricerca dell'origine del nome A.C.T. sul sito Wilson Benesch, ho rinunciato. La rivista Stereophile dice che l'acronimo sta per Advanced Composite Technology; a me sembra abbastanza plausibile. Però il sito WB dice che l'azienda è stata fondata con l'obiettivo di esplorare l'utilizzo dei “compositi avanzati”, come la fibra di carbonio. Mentre siamo in tema, navigare nel sito WB è stato un po' difficoltoso; con Chrome o Firefox non funziona bene, con Microsoft Edge va molto meglio anche se rimane un po' instabile.

Oggigiorno tutti abbiamo familiarità con la fibra di carbonio, poiché è diventata il materiale prescelto per molti prodotti tra cui le racchette da tennis e le aste per le mazze da golf. Nel 1989 la WB pensò che questo materiale, relativamente nuovo, potesse essere una probabile buona scelta per componenti audio quali giradischi/bracci e diffusori, grazie all'elevata rigidità, alla bassa massa e alle eccellenti caratteristiche di smorzamento delle vibrazioni. Ora, quasi tutti i progettisti audio vi diranno che la rigidità, la leggerezza e un buon smorzamento delle vibrazioni sono caratteristiche eccellenti per tali componenti audio, per cui la WB era chiaramente sulla strada giusta. Sin dall'inizio, una delle caratteristiche salienti dei bracci A.C.T. è sempre stata l'asta in fibra di carbonio.

Il modello 25 non fa eccezione con il monoblocco rastremato asta/porta-testina in fibra di carbonio. Viene dichiarato che la forma del guscio in alluminio/asta è stata ottimizzata per massimizzare il rapporto rigidità/peso. Un braccio più leggero significa che la massa del contrappeso può essere ridotta, riducendo di conseguenza il peso complessivo (quindi la massa efficace) del braccio. Tutti buoni obiettivi progettuali. Decisamente, il 25 trasmette una sensazione di leggerezza, e la realizzazione e la finitura, per usare un termine preso in prestito dall'industria automobilistica, sono impeccabili. Per quanto riguarda la rigidità dovremo fidarci di quello che ci viene detto, perché non ci penso nemmeno a sottoporre il braccio a qualche test di torsione! Il porta-testina e l'asta del braccio sono un unico pezzo continuo, che universalmente è considerato abbastanza superiore, dal punto di vista delle vibrazioni, a un porta-testina avvitato. Inoltre, il porta-testina è progettato in maniera tale che il centro della massa della testina è allineato attraverso il centro-linea dell'asta del braccio (questo non è stato confermato da Wilson Benesch, è stato misurato soltanto “a occhio”). Questo non solo rende più facile bilanciare l'unipivot sull'asse laterale, ma è anche importante per altre ragioni. Come direbbe Pierre Lurné, l'esperto di bracci di TNT-Audio, «... un braccio progettato correttamente allinea testina + porta-testina + asta del braccio + alloggiamento del cuscinetto + moncone posteriore + contrappeso lungo il medesimo asse generale.» Auspicabilmente, un giorno Pierre proverà a scrivere per i nostri lettori una spiegazione in parole povere di questo argomento complesso.

Il progetto a fulcro è qualcosa di cui non ho mai sentito parlare prima d'ora. Sul sito WB c'è una fotografia che mostra di cosa si tratta. Ho dovuto guardare la foto per un paio di minuti e leggere la didascalia per capirlo! Ci sono tre cuscinetti collocati in una calotta, con un quarto cuscinetto che scorre sopra di essi e il braccio che scorre al di sopra di questo quarto cuscinetto. C'è del linguaggio tecnico; cuscinetti cinematici (ma i cuscinetti non sono tutti cinematici?) e triangolazione ad alta pressione! Linguaggio tecnico a parte, alla WB dicono sostanzialmente che il loro progetto elimina il problema dell'usura e del “brusio” che può presentarsi in un progetto unipivot spike-in-socket. Anche in questo caso mi sembra un'argomentazione ragionevole. Già solo il dettaglio e la complessità di questo blocco a fulcro sono una motivazione convincente per giustificare il prezzo elevato del 25.

Il contrappeso è del tipo sotto-sospeso, a “bilanciere” con due lobi. Questa configurazione ha il vantaggio di aggiungere una certa stabilità, perché il centro di gravità del braccio si trova molto più in basso rispetto al punto di snodo. Alcuni progettisti direbbero che questa stabilità si paga, che il suono migliora perché il centro di gravità si trova in posizione più elevata, più vicino all'altezza del fulcro. Ovviamente ci sarà molto da dire sul suono nella terza sezione di questa recensione. Il contrappeso non ha una vite d'arresto, è tenuto in posizione per mezzo di un perno con caricamento a molla. Non ho mai visto prima questa disposizione, su nessun braccio, ma funziona piuttosto bene.

Bisogna ammettere che il 25 ha un'estetica unica. Per molti appassionati di audio l'estetica è importante, per alcuni può essere persino la caratteristica più importante quando si acquista un nuovo componente. Vedere le foto del braccio prima di decidermi ad acquistarlo a dire il vero mi aveva fatto preoccupare un po', poiché non ero sicuro se avrei mai usato oppure no questo dispositivo che mi sembrava troppo “bulboso”, non esattamente con le giuste proporzioni e un po' troppo futuristico per essere montato sul mio Lenco vintage. Ebbene, col senno di poi devo dire che il 25 sembra molto più “bulboso” e inadatto in foto che dal vivo. In realtà è piuttosto affusolato e dopo i primi giorni ho riscontrato che mi piaceva davvero vederlo sul mio giradischi. Ritengo che il minuscolo alza-braccio abbia un aspetto comico, ma dopo alcune settimane di servizio ho imparato a conviverci e una volta fatta l'abitudine funziona bene. Se devo fare supposizioni, direi che questa parte è stata progettata così piccola per ridurre la forza di inclinazione laterale dovuta alla sua massa e quando lo si solleva per il posizionamento sul solco. Il 25 può essere ordinato tutto nero anziché con il guscio e il contrappeso bianchi; tuttavia la versione bianca è quella maggiormente richiesta.

Installazione e funzionamento

Questa sezione è pensata per i lettori che, come ho fatto io, hanno intenzione di montare il braccio A.C.T. 25 su un giradischi non Wilson Benesch. La procedura di installazione verrà esaminata in dettaglio. Montare il braccio su un giradischi WB è piuttosto semplice e non c'è niente di cui preoccuparsi; basta inserirlo nell'alloggiamento e stringere una vite. Montare questo braccio su giradischi di altro tipo richiede decisamente qualche riflessione e abilità nel fai-da-te.

Il braccio deve essere montato con un arco di 217 mm dal perno; tuttavia ci sono altre limitazioni da tenere in conto quando si monta questo braccio su un giradischi non Wilson Benesch. Devo ammettere che ci sono stati alcuni momenti di nervosismo quando mi sono detto “non funzionerà”, ma fortunatamente i problemi sono stati risolti e credo che sia possibile installare il braccio su molti giradischi. Detto ciò, ho dovuto scendere a compromessi e di sicuro sarà così per altri. Alcune limitazioni nel montaggio riscontrate riguardano la piattaforma del braccio. Questo è il nome dato alla piattaforma in fibra di carbonio sulla quale il supporto del braccio, il dispositivo di sollevamento/abbassamento e il sostegno dell'anti-skating sono montati. La piattaforma del braccio è fissata solidamente alla base cilindrica del braccio e il sostegno dell'anti-skating è montato in un punto che sporge abbastanza in fuori verso il bordo del piatto (vedere foto).

Sul mio Lenco ci sono solo piccole differenze di altezza tra la parte superiore del piatto, la piastra superiore e il plinto. Questa mancanza di altezza del piatto, aggravata dai 12 mm di altezza del colletto della montatura, ha reso necessario abbassare la base in acero del braccio al di sotto del livello del plinto, altrimenti il braccio sarebbe stato troppo in alto e al di fuori dell'intervallo di regolazione del VTA (angolo di tracciamento verticale). Notate che, nella prima foto sotto, il braccio è montato su un blocco in compensato; questo semplicemente perché il colletto della montatura non era ancora arrivato. Il blocco ha la medesima altezza del colletto della montatura e io ho semplicemente aggiunto una vite d'arresto lateralmente per fissare il braccio all'altezza giusta. Facendo riferimento alla foto, immaginate che il braccio sia montato più indietro sull'arco di 217 mm. Il punto limite è dove il colletto della montatura arriva al bordo della base in acero del braccio, quindi contro il labbro del plinto. L'unico altro modo sarebbe installare la base del braccio a filo del plinto e lasciare che il colletto della montatura penda un po' sul plinto. In effetti questo è quanto viene mostrato nella seconda foto; tuttavia, per farlo funzionare è stato necessario installare un piatto spesso in acrilico (vedere la recensione LencoHell), altrimenti la regolazione del VTA va fuori intervallo, come menzionato prima. Il punto, chiamiamolo “punto di anti-skating”, termina sopra la piastra superiore e il margine verticale tra i due è appena di alcuni millimetri. Inoltre, il peso dell'anti-skating pende molto vicino al piatto! Ne risulta che queste modifiche permettono di avere abbastanza rotazione per avere il braccio parallelo al lato del plinto. Secondo me questa è la disposizione esteticamente più gradevole. Facendo riferimento alla seconda foto sotto, si può vedere che muovere il braccio più indietro, lungo l'arco di 217 mm, non è possibile perché il foro di montaggio dovrebbe essere forato nel punto di giunzione tra la piastra superiore e il plinto. Al contrario, muovere il braccio in avanti affinché esso poggi completamente sulla base in acero richiede l'angolazione del braccio verso l'interno cosicché il punto di anti-skating lasci libero il piatto. Il secondo scenario sarebbe stato, di fatto, il piano B se non fosse stato per l'uso del disco LencoHell, il quale, come menzionato prima, mi ha permesso di alzare il braccio/base.

[Prima installazione del braccio Wilson Benesch ACT25][Il braccio Wilson Benesch ACT25 visto dall'alto]

L'installazione richiede un foro da 30 mm su cui va montato il colletto della montatura fornito dalla WB. Il colletto è tenuto in posizione da tre viti a testa esagonale cava che vengono avvitate da sotto. La maschera di cartone in dotazione fornisce lo schema necessario per la foratura. Nel caso in cui il giradischi sia montato su un plinto spesso, il metodo di montaggio standard potrebbe non essere possibile. Fortunatamente il plinto spesso 15 cm del mio Lenco ha un inserto in acero, per cui è stato relativamente facile installare il colletto. Ho forato semplicemente la base del braccio in modo che rispecchiasse la maschera e ho realizzato un distanziale spesso circa 8 mm per fare in modo che l'altezza del braccio fosse nell'intervallo giusto per permettere la regolazione del VTA. Poi ho praticato tre fori nel distanziale per collocare le teste delle viti. Il braccio scivola nel colletto facilmente ed è tenuto in posizione da una piccola vite a testa piatta che serve anche per regolare il VTA. È importante osservare che il colletto della montatura deve essere aggiunto quando si fa l'ordine del braccio (250 dollari in più) perché non è compreso nel pacchetto standard, non essendo necessario per il montaggio sul giradischi Circle 25. Il colletto ha una finitura nera opaca e si amalgama bene con il braccio. Aggiunge circa 12 mm all'altezza della montatura del braccio, aspetto di cui bisogna tenere conto.

[Base del braccio]
[Il colletto visto da sotto]
[Vista laterale]
[Installazione finale]

Nella foto con vista laterale è possibile vedere un piccolo colletto nero proprio sotto l'alloggiamento in alluminio bianco del fulcro (il guscio d'uovo). Il manuale non spiega lo scopo di questa parte, ma si limita a dire che durante la procedura di installazione esso deve essere abbassato per far sì che tocchi la piattaforma del braccio, bloccandolo in posizione. Navigando nel sito WB ho trovato il manuale dei modelli precedenti di questo braccio, nel quale lo scopo di questo colletto viene spiegato. Quando si trova in su, blocca il braccio affinché esso non sbatta di qua e di là e non danneggi i cuscinetti del fulcro durante il trasporto e l'installazione. Durante la procedura di montaggio ho scoperto che il braccio non funzionava correttamente se questo colletto era abbassato completamente fino al punto in cui la piattaforma del braccio poggia proprio sul colletto della montatura.

Per qualche ragione il fulcro non poggiava dritto e l'intervallo del contrappeso variava notevolmente. Quando ho sollevato il braccio di qualche millimetro sopra il colletto della montatura, tutto è tornato alla normalità. L'unica spiegazione possibile che ho per questo è che il contatto tra il colletto e la piattaforma del braccio possa essere slittato leggermente dalla posizione orizzontale. Impostare il VTA si è rivelato un po' difficoltoso. Se si allenta la vite del VTA senza tenere il braccio sollevato, esso cadrà come un sasso. Ho tenuto il guscio con la mano sinistra per poter tenere il braccio sollevato con il pollice e l'indice mentre giravo la vite d'arresto con la mano destra. Per chi ha le dita corte questo potrebbe essere decisamente un problema. Usare qualunque cosa di metallo, come un cacciavite, per tenere sollevata la piattaforma del braccio non è una buona idea, perché probabilmente si rischia di graffiare la fibra di carbonio.

Come ho detto sopra, dopo qualche dubbio iniziale ho finito con l'apprezzare davvero l'estetica di questo braccio. Sembra proprio un oggetto del XXI secolo ma, aspettate un attimo, questo è il XXI secolo! Sono rimasto sorpreso nello scoprire che l'asta in fibra di carbonio si graffia con facilità e che i graffi sono piuttosto visibili, perché sono bianchi contro il nero della finitura. L'ho scoperto montando una testina. Con mio grande rammarico, molte testine non hanno fori filettati per le viti di montaggio. In questo caso, per montare la Denon DL160 è stato necessario installare le viti con le teste sotto e i dadi sopra. Vi risparmierò tutti i dettagli raccapriccianti di questa procedura; basti dire che anche solo sfiorare la superficie della fibra di carbonio con un piccolo attrezzo ha provocato una collezione di graffi bianchi. Fortunatamente sono riuscito a rendere quasi invisibili questi graffi passandovi sopra un pennarello nero. Perché i produttori di testine realizzano simili meraviglie ingegneristiche e poi trascurano un particolare così semplice e utile come un foro per le viti di montaggio? È qualcosa che va oltre la mia comprensione.

Per concludere questa sezione, ecco alcuni ulteriori dettagli sul funzionamento del 25. Come per molti bracci, il porta-braccio serve a tenere il braccio in posizione sulla sua sede. In questo caso è un aggeggio formato da un minuscolo filo di ferro che ruota al di sopra dell'asta del braccio. Sembra fragile e trasmette una sensazione di fragilità, ma serve allo scopo. Il braccio ha gioco e si muove sotto il filo di ferro, ma una volta bloccato non è mai venuto fuori. Come osservato prima, il contrappeso rimane in posizione grazie a un perno con caricamento a molla che gli dà attrito sufficiente per impedirgli di muoversi durante il normale funzionamento. Non c'è modo di tenere i lobi del contrappeso su un piano orizzontale, né un'indicazione di dove l'orizzontale sia. I lobi possono essere disposti orizzontalmente a occhio, guardando indietro lungo il braccio quando esso è sul disco. La WB scrive che il contrappeso può essere usato per regolare con precisione l'azimut della testina. Nel mio caso l'azimut della testina era perfettamente giusto, per cui non è stata necessaria alcuna regolazione del contrappeso fuori dal piano orizzontale. Sul manuale c'è scritto che la forza di anti-skating può essere regolata a intervalli di 0,5 g del peso della testina! Ovviamente intendono il peso di lettura e non il peso della testina.

Il suono

Siamo a fine giugno e dovrei giocare a golf oppure dovrei starmene seduto sulla sdraio a bere una birra. Invece sono in una stanza ad ascoltare Prokofiev. Mia moglie pensa che io sia, beh... diciamo, semplicemente, eccentrico. L'A.C.T. 25 funziona tutti i giorni da settimane ed è come una calamita che mi attira nella stanza della musica. In termini di suono il 25 fa tutto bene, altrettanto bene di qualsiasi altro braccio che ho avuto, e fa alcune cose meglio di molti altri, soprattutto a livello di messa a fuoco, definizione del palcoscenico e separazione dei canali. I miei diffusori non mettono a fuoco altrettanto bene di altri che ho avuto in passato, però il 25 dà loro una significativa mano fornendo una sorgente più a fuoco. Per quanto riguarda il resto, beh, c'è tutto: dettaglio, velocità, articolazione, dinamica; ma più di tutto c'è una sensazione generale di naturalezza. L'A.C.T.25 mette in scena un atto che scompare. Non sono riuscito a trovare un solo attributo della riproduzione musicale che non fosse eccellente. In base all'esperienza personale, i riferimenti per un confronto sarebbero il Graham 2.2 e il Dynavector 507Mk2, entrambi posseduti per alcuni anni. Naturalmente un confronto diretto è impossibile poiché non li ho più, ma sono piuttosto sicuro che il braccio WB sia migliore di entrambi questi predecessori.

Le prime cose che hanno richiamato la mia attenzione sono state la separazione dei canali e la messa a fuoco. Stavo ascoltando il Quintetto in Fa maggiore di Bruckner (a proposito, l'Adagio di questa composizione è meraviglioso) e i salti del suono attraverso la stanza erano abbastanza inaspettati. Si tratta di un quintetto per archi, non della band di Carlos Santana con mezza dozzina di percussionisti sparpagliati per una dozzina di metri sul palco! I violini e le viole che facevano rimbalzare la melodia avanti e indietro sul piccolo palcoscenico creavano qualcosa che non ci si aspetta di sentire, e si aveva la sensazione di “essere lì”. Inoltre ci sono delle parti con un leggero pizzicato che venivano riprodotte con buona chiarezza e dettaglio, anche se sono suonate sullo sfondo. Poi ho ascoltato una registrazione Heliodor del Janacek String Quartet. Si tratta di una registrazione poco corposa che sembra sia stata eseguita in una stanza con pareti troppo assorbenti e con i microfoni troppo distanti dagli strumenti. Il suono è troppo asettico, manca di corpo e di presenza. Ma il 25 trae il meglio da questa registrazione limitata; gli assoli di violoncello venivano riprodotti con un po' di corpo e di anima. La “star” del mio periodo di ascolti di classica è stata senza dubbio il disco Deutsche Gramophon dell'Ebony Concerto - Dumbarton Oaks di Stravinksy, diretto da Pierre Boulez. Sono un grande appassionato di Stravinsky e acquisterò ogni disco che riuscirò a trovare con Pierre Boulez alla direzione. Non ho mai ascoltato nulla, diretto da Pierre Boulez, che non fosse eccellente. Questo disco, in realtà, era stato realizzato presso la fabbrica Polydor K.K. in Giappone, una fabbrica che aveva una reputazione per l'eccellenza (fu chiusa nel 1984). In effetti questo disco è assolutamente superbo e la musica da camera del XX secolo à la Stravinsky brilla veramente quando è suonata con componenti che eccellono in velocità e dettaglio. Sono rimasto talmente colpito dal suono che ho ascoltato il disco tre volte in due giorni.

Ho deciso di ascoltare alcuni dischi più vecchi che non facevo girare da tanto tempo. Sono rimasto subito colpito dal suono ricco e dettagliato di Eden Alley, dei Timbuk 3. Ho apprezzato davvero molto questo album degli anni '80 e l'ho ascoltato felicemente dall'inizio alla fine, volendo di più. Dischi quali Greatest Hits, di Marvin Gaye, e I Am, degli Earth Wind and Fire si sono rivelati altrettanto dettagliati, più di quanto ricordassi. Stardust, di Willie Nelson, è stato semplicemente stupendo. La sua voce, unica e meravigliosa, in questa registrazione storica, è stata riprodotta con una precisione delicata e perfetta. Copperhead Road, di Steve Earle, è stato un'altra piacevole sorpresa. Come nel caso di Eden Alley, il suono era grande, esteso e dettagliato. Questo disco Outlaw-Country/Rock è celebre per il grande suono della batteria, che riempiva veramente la stanza. Un altro disco degli anni '80 prodotto e registrato molto bene.

Le registrazioni di jazz, e penso in particolar modo alle registrazioni dei classici del jazz, sono uno strumento molto utile per valutare un impianto stereo. Spesso in queste registrazioni troviamo lunghe note singole prolungate, lunghe pause, suoni morbidi della sezione ritmica in lontananza e forti assoli intricati. Spesso uso i grandi artisti jazz degli anni '50 e '60 quando valuto nuovi componenti. Per questa recensione mi sono avvalso di Bobby Hutcherson, Joe Henderson, Dave Brubeck, Ron Carter e qualcun altro. Il 25 si è dimostrato abbastanza all'altezza, molto silenzioso tra le note; probabilmente è qualcosa che ha a che fare con il cablaggio, ma sicuramente la mancanza di connessioni con il porta-testina ha aiutato. Gli assoli suonavano molto naturali e non forzati, e la ritmica di accompagnamento sembrava avere assunto un ruolo più importante nella musica. Nel complesso, una prestazione molto notevole ed espressiva da parte dei miei dischi jazz preferiti.

La colonna sonora del film Paris, Texas, realizzata da Ry Cooder, può non essere il genere preferito di molti, ma una cosa è certa: chiunque abbia un buon orecchio riconoscerà immediatamente la qualità, estremamente alta, della registrazione. Sto parlando nello specifico dell'edizione su vinile, poiché non ho ascoltato la versione digitale (se ce n'è una). Ascoltandola con la combinazione Dynavector/A.C.T. 25 il suono riempiva la stanza con le note della chitarra che risuonavano in maniera stupenda.

Possiedo da molti anni il cofanetto Limited Edition 180 grammi dell'album Chamber Music Society, di Esperanza Spalding. Non lo ascolto spesso perché è un test stressante per le testine e i bracci. La combinazione data dalla grande dinamica e dagli acuti di Esperanza Spalding, in modo particolare nel primo brano, Little Fly, è stata sempre troppo da gestire per il mio impianto. Molto raramente ho ascoltato questo album dall'inizio alla fine, perché i problemi di tracciamento mi infastidivano. Spesso mi sono domandato se non fosse dovuto semplicemente a una cattiva stampa. Un pomeriggio, mentre stavo apportando le ultime modifiche a questa recensione, mi è venuto il pensiero che avrei dovuto fare un tentativo. L'A.C.T. 25/Dynavector XX2-MKII ha riprodotto l'intero disco, compresa Little Fly, senza cedimenti. Sulle note più difficili si può osservare che arriva al limite, però continua a riprodurre musica e non rumore. È la prima volta con il mio impianto. Per quanto riguarda il resto, beh, gli assoli di basso sono chiari e naturali, come devono essere, e io riesco a godermi questo disco al massimo del suo potenziale per la prima volta.

Conclusioni

Prima di tutto, devo dire che ho trovato due problemi nel manuale utente. Detto ciò, i problemi che ho trovato sono sicuramente da considerare minori. Continuo a domandarmi se riuscirò mai a trovare un manuale di un componente audio che non abbia qualcosa che debba essere corretto.

Nel corso degli anni ho posseduto, o installato per altri, più di 17 bracci, tra cui vari bracci unipivot, compresi gli Jelcos e un Graham 2.2. Un recente, rinnovato interesse per gli unipivot, perlopiù frutto della mia corrispondenza con Pierre Lurné, ha portato a un progetto unipivot fai-da-te e al successivo acquisto dell'A.C.T. 25. Tutte queste esperienze possono essere riassunte nella conclusione che un braccio unipivot ben progettato e ben realizzato è intrinsecamente eccellente nella separazione dei canali e nella definizione del palcoscenico, oltre che nell'estrazione dei dettagli dai solchi. Pertanto non sono del tutto sorpreso della qualità del suono dell'A.C.T. 25. Con l'utilizzo di materiali dell'era spaziale, un fulcro ben progettato e l'estrema attenzione al dettaglio e alla gestione delle vibrazioni, come potrebbe non essere così ottimo? Questo braccio rende ogni testina che uso e ogni disco che ascolto altrettanto buoni, o migliori, di come sono sempre stati. Non è questa l'essenza del ruolo di un braccio, preservare la sorgente? Sarò felice di tenerlo nel mio impianto a lungo.

Ecco i miei voti:

Installazione: 7+. L'A.C.T. 25 non è difficile da installare e il colletto della montatura ha un bell'aspetto e funziona bene. Tuttavia l'installazione può richiedere un po' di seria riflessione prima di poter eseguire il lavoro. Nel mio caso, ho finito col realizzare tre basi del braccio prima che fossi soddisfatto del risultato.

Aspetto e sensazioni: 9. Dopo un po' di apprensione iniziale, ora posso dire che mi piace l'aspetto di questo braccio sul mio Lenco. Funziona molto bene, trasmette una sensazione di solidità e non è molto soggetto al dondolio, come alcuni bracci unipivot. Non potete maneggiarlo come fareste con qualcosa tipo il Rega RB300, deve essere trattato come lo strumento di precisione che è.

Prestazioni e suono: 10. La cosa più importante che un braccio deve fare è ciò che questo braccio fa meglio. Il suono è stupendo, non forzato e dà dipendenza.

In generale: il progetto dell'A.C.T. 25 è al contempo molto sofisticato tecnologicamente e una semplice strategia KISS*. La complessità risiede nella scelta dei materiali, nell'ottimizzazione dei vari componenti, nel progetto del cuscinetto del fulcro e nell'attenzione al dettaglio. Tuttavia il progetto è ridotto all'essenza di un braccio: un fulcro singolo, un'asta e un contrappeso. Niente calamite, smorzatori, micro-scale per la regolazione del VTA... Di primo acchito questa potrebbe sembrare una strana combinazione, ma più uno ci pensa più la cosa ha senso. Restare sul semplice e poi impiegare i materiali migliori e la migliore ingegnerizzazione possibile. Sicuramente un simile approccio ha avuto successo per la Wilson Benesch. È sempre un piacere trovare un componente che è all'altezza della sua reputazione.

Musica ascoltata durante la prova

Questo è un elenco parziale della musica ascoltata per questa recensione:

* KISS = Keep It Simple, Stupid (fai le cose semplici, stupido)

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