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Autore: Mark Wheeler - TNT-Audio UK
Traduttore: Roberto D'Agosta
Pubblicato: ottobre, 2024
Non vediamo e sentiamo le cose e non proviamo le stesse sensazioni in momenti diversi della nostra vita: invecchiando, il nostro udito peggiora specialmente nel percepire le alte frequenze. Statisticamente questo accade più negli uomini che nelle donne. Invecchiando, diminuisce anche la nostra capacità di cambiare la messa a fuoco visuale. Quindi vediamo e sentiamo meno informazioni rispetto a quelle disponibili nei nostri campi visivo e uditivo.
Iniziando a vedere e sentire meno informazioni disponibili nel panorama e nel campo uditivo intorno a noi, incosciamente colmiamo le lacune sfruttando le nostre esperienze precedenti. Parte del nostro meccanismo di sopravvivenza genetica si è sviluppato per garantire che la mancanza di dati non significhi necessariamente una morte prematura.
Apparentemente, iniziamo anche a vedere cose che non esistono. Anche occhi relativamente in buona salute sviluppano un numero crescente di corpi mobili che non riusciamo a eliminare. Potremmo anche avere un certo grado di tinnito (fischio) uditivo. Questi effetti derivano dai nostri circuiti invecchiati che generano più rumore. Poiché i nostri sensi producono un numero minore di segnali accurati, i nostri sistemi di interpolazione cercano attivamente di colmarne le lacune. Un esempio estremo è quello della sindrome di Charles Bonnet, la quale comporta lo sviluppo di allucinazioni visive a volte drammatiche. Questi sintomi non sono correlati alla salute mentale, ma sono spesso creazioni molto vivide del nostro cervello che cerca di dare un senso a dati parziali e possono variare da modelli, forme, linee a immagini in movimento completamente formate e dai colori vivaci di animali e persone.
Nella letteratura scientifica ci sono relativamente poche ricerche sulle allucinazioni uditive associate alla perdita dell'udito. Uno studio recente (Linszen et al, 2019) ha scoperto che il 16,2% di coloro (in un campion di n=829 persone) con perdita dell'udito ha sperimentato allucinazioni uditive rispetto al 5,8% che ha sperimentato allucinazioni uditive tra coloro che non hanno alcun deficit uditivo. Come fai a sapere se il recensore o il commentatore sui social media non sta sviluppando inconsapevolmente queste tecniche di interpolazione?
La capacità umana di interpolare (fare una ricostruzione ragionevole basata sulla nostra esperienza abituale), quando esista una mancanza di dati sensoriali, varia da persona a persona. Tuttavia questa capacità risulta solitamente molto ben sviluppata nel cervello umano. Questo deriva probabilmente da un adattamento evolutivo alla sopravvivenza incorporato dall'epigenetica. L'analisi su un campione ridotto di adulti sopra i 65 anni (una percentuale significativa di audiofili, qualora la partecipazione allo spettacolo sia un indicatore) ha scoperto che il 32,8% ha sperimentato allucinazioni uditive, da un campione di popolazione di 125 uomini e donne che erano stati indirizzati per un possibile deterioramento dell'udito (Cole et al, 2002). La fenomenologia di queste allucinazioni includeva ronzii o rumori di fondo (35,9%), rumori multipli (12,9%), voci (2,5%), musica (2,5%) e altri suoni (dal 7,7% al 12,8%). Pertanto, caro audiofilo, sarebbe utile avere più ascoltatori (ma non i panel di ascolto che soffrono sempre del condizionamento da pensiero di gruppo, a meno che non vengano prese precauzioni speciali) per garantire che ciò che ascolti abbia una probabilità statisticamente maggiore di essere simile ad alcune delle esperienze che leggi.
L'aumento del rumore nei nostri sistemi sensoriali (orecchio-cervello in questo caso), come in qualsiasi sistema, riduce l'abilità di discriminare tra segnali diversi. Nella popolazione neurotipica, suono, vista e tatto sono principalmente rilevatori di cambiamento. Risulta effettivamente più facile notare la differenza tra due tonalità di blu che avere una determinazione assoluta del colore blu (il blu è il riferimento perché molte persone hanno difficoltà a discriminare il rosso dal verde). Infatti è più difficile guardare una particolare tonalità di blu e dire esattamente di cosa si tratti, ad esempio in termini di codice Pantone o codice html. Allo stesso modo, alcuni di noi possono giudicare chiaramente l'altezza musicale relativa pur avendo una ridotta capacità di giudicare l'altezza assoluta. Quindi notiamo le differenze in modo più esplicito quando i componenti vengono testati in un confronto diretto.
Dopo aver dimostrato che i campi visivo e uditivo cambiano nel corso della vita di ogni individuo, non sorprende che esseri umani diversi abbiano percezioni diverse l'uno dall'altro. In qualsiasi momento esisteranno differenze sostanziali nella natura della percezione tra individui. Il piacere dell'ascolto dei sistemi audio domestici non è e non può essere un parametro oggettivo. Non dovrebbe sorprendere che nel mondo dell'audio le opinioni su ciò che funziona meglio differiscano da individuo a individuo. In un hobby, l'assoluta precisione in tutti i parametri non costituisce il problema principale. Gli appassionati di modellismo ferroviaro potrebbero essere ossessionati dalla precisione dei dettagli di una locomotiva, ma in realtà questo dettaglio non ha importanza confrontato alla gioia che provano nel costruire e gestire i loro tracciati. Per quanto questa gioia portata dai nostri hobby sia un modo di esperire una realtà alternativa (sia sensoriale che intellettuale) a quella della vita di tutti i giorni.
Se la nostra percezione cambia nelle diverse fasi della vita, invecchiando potremmo arrivare a un'opinione diversa sulle apparecchiature audio. Il piacere avvolgente di un sistema a tromba completamente valvolare a feedback zero potrebbe essere l'esperienza più soddisfacente in una fase della vita, mentre un sistema attivo a larghezza di banda ampia e headroom elevato potrebbe essere ciò cui aneliamo a una diversa età. Quindi dovremmo trattare le recensioni soggettive con un'analisi critica. La rivista ha pubblicato pubblicità per il prodotto? Il recensore ha ricevuto un weekend gratuito in hotel al lancio del prodotto? Un noto recensore esperto ha riunito un gruppo di ascoltatori meno esperti che saranno influenzati dalla sua opinione?
I dati soggettivi dovrebbero essere realmente selezionati da numerose interviste semi-strutturate con una selezione di singoli ascoltatori, utilizzando metodi come "Analisi tematica", "Grounded Theory" o "Analisi fenomenologica interpretativa" per avere una reale credibilità. Ovviamente questo procedimento spesso non è economicamente fattibile. Imparare a leggere le recensioni in modo critico (Long, 2001; Tod et al, 2021) risulta un prerequisito essenziale per l'audiofilia per tutti coloro che non vivono in una città abbastanza grande da ospitare diversi negozi hi-fi con sale d'ascolto.
Il vostro Vecchio Scriba, avendo intrapreso ricerche sull'estetica psicologica delle immagini, aggiunge che i processi psicologici e fisici diretti della percezione visiva sono sostanzialmente diversi da individuo a individuo. Ciò che facciamo con quei dati è ancora più significativo nella costruzione della nostra esperienza soggettiva individuale. Un ulteriore strato viene aggiunto dalle esperienze pregresse di ogni individuo (inclusa la sua storia dell'uso di componenti audio) in quanto queste definiscono un altro componente nella fenomenologia del nostro incontro con le esperienze audiofile. Tutto questo forma un intero set di strati contestuali aggiunti alla psicoacustica di base.
Complessità simili all'estetica psicologica dell'arte visiva si trovano maggiormente nel meccanismo di elaborazione uditiva formata dalla catena mente-cervello-orecchio. Circa 40 anni fa una revisione della letteratura di allora (Cope, 1979) si chiedeva se le allucinazioni musicali potessero essere un fenomeno otologico. I fenomeni otologici sono le manifestazioni del sistema umano di elaborazione del suono, ovvero la psicoacustica. Secondo Cope, i problemi del sistema otologico includono le allucinazioni musicali. La revisione prodotta da Cope ha portato alla conclusione che "il sistema otologico svolge un ruolo nella patogenesi dell'allucinazione musicale. La compromissione dell'udito può essere un fattore scatenante e la disfunzione primaria è l'iperattività della corteccia associativa uditiva". Quindi, senza alcuna psicopatologia sottostante, ciò che sentiamo può derivare tanto da una funzione del nostro sistema orecchio-cervello quanto dalle compressioni e rarefazioni effettive dell'aria che raggiunge i nostri timpani.
La nostra conoscenza del cervello è cambiata sostanzialmente negli ultimi anni. Una volta pensavamo di avere più cellule cerebrali alla nascita e da allora il loro numero decresceva. Ora siamo consapevoli dell'esistenza della neurogenesi, il che significa che creiamo migliaia di nuove cellule cerebrali ogni volta che facciamo almeno 20 minuti di esercizio che aumenti la frequenza cardiaca, per tutta la vita. Ognuna di queste cellule cerebrali può venire incorporata nelle reti neurali preesistenti tramite nuove esperienze e attività. Tuttavia, come la maggior parte delle cose inutilizzate, appassiranno se ciò non accade. Quindi avere nuove esperienze audio genera nuove reti neurali per elaborare queste esperienze. Esperienze simili ripetute ispessiscono le reti neurali esistenti associate a quell'attività. Quindi se impariamo a suonare una nuova melodia su uno strumento musicale, accendiamo nuovi percorsi neurali e se continuiamo a esercitarci su quella melodia ispessiamo quel percorso neurale. Se non suoniamo mai più quella melodia, alcuni di quei neuroni saranno incorporati in nuove reti neurali finché il nostro ricordo di quella melodia non svanirà.
Gli audiofili esperti tendono a essere molto abili nell'ascoltare quegli aspetti delle prestazioni che sono quelli che abbiamo imparato a identificare all'inizio della nostra carriera audio. Se passiamo meno tempo ad ascoltare i nostri sistemi audio, quei percorsi neurali audiofili diminuiranno, indipendentemente da qualsiasi deterioramento fisico dell'udito correlato all'età. Il Vecchio Scriba ha sviluppato i suoi primi sistemi hi-fi acquistando apparecchiature pubblicizzate sul retro delle riviste da audiofili più anziani che stavano ridimensionando e/o perdendo interesse nell'hobby (inclusa una selezione di Quad 22/II configurati per sistemi attivi monoblocco) con la stessa frequenza con cui acquistava da coloro che "aggiornavano" i loro componenti all'ultima versione appena prodotta.
L'ascolto attivo rimane la chiave per mantenere il pieno piacere possibile dai nostri costosi sistemi. Questo Vecchio Scriba non ama affatto il termine dei recensori audio "Ascolto critico". Ad esempio "Le griglie degli altoparlanti possono essere facilmente rimosse per un ascolto critico". A meno che non si sia critici, nessun ascolto deve essere critico. "Ascolto attivo" è la terminologia ideale. Il suo utilizzo è mutuato dal mondo della medicina, della ricerca sociologica, della psicoterapia e della consulenza e si riferisce alla capacità di concentrazione su ciò che l'oratore sta dicendo. Una concentrazione simile sulla muscia che l'altoparlante sta riproducendo ha un effetto simile sui nostri percorsi neurali, aumentando il nostro piacere ed esercitando i nostri muscoli dell'ascolto.
Usalo o perdilo.
Suona il tuo sistema audio ogni giorno.
Acquista nuova musica e ascoltala attentamente.
Pratica l'ascolto attivo.
Vai a concerti dal vivo in locali di diverse dimensioni e ascolta attentamente.
Ascolta strumenti dal vivo non amplificati, magari nei negozi di musica.
Quando il divertimento finisce, smetti di acquistare nuova attrezzatura e vai subito a un concerto.
Nella Parte 2 rifletteremo sull'importanza di avere una filosofia audio se non vogliamo sprecare fortune inseguendo fuochi fatui.
Cole MG, Dowson L, Dendukuri N & Belzile E. (2002) The prevalence and phenomenology of auditory hallucinations among elderly subjects attending an audiology clinic. Int J Geriatr Psychiatry. 2002 May;17(5):444-52. doi: 10.1002/gps.618. PMID: 11994933
Cope TE & Baguley DM. (2009) Is musical hallucination an otological phenomenon? a review of the literature. Clin Otolaryngol. 2009 Oct;34(5):423-30. doi: 10.1111/j.1749-4486.2009.02013.x. PMID: 19793274
Linszen MMJ, van Zanten GA, Teunisse RJ, Brouwer RM, Scheltens P & Sommer IE. (2019) Auditory hallucinations in adults with hearing impairment: a large prevalence study. Psychol Med. 2019 Jan; 49(1):132-139. doi: 10.1017/S0033291718000594. Epub 2018 Mar 20. PMID: 29554989
Long, A. (2001) Critically Appraising Research Studies, in Abbott, McSherry and Simmons, Evidence Informed Nursing, Routledge
Tod D, Booth A & Smith B. (2021) Critical appraisal. International Review of Sport and Exercise Psychology, 15(1), 52-72. https://doi.org/10.1080/1750984X.2021.1952471
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