Le Guerre dello Streaming Lossless

Il Futuro dell'Audio?

[English version here]

Autore: Bevan Court - TNT USA
Pubblicato: Ottobre, 2021
Traduttore: Roberto Felletti

Ci sono alcune mosse imprenditoriali all'orizzonte da parte di alcuni tra i maggiori operatori nel settore dello streaming musicale. In effetti, sto scrivendo questo articolo da un paio di settimane e continuo a doverlo aggiornare.

Per lungo tempo la maggior parte dello streaming è avvenuto in MP3, Ogg Vorbis o AAC, tutti formati con perdita di informazioni. Spotify, YouTube e Apple hanno regnato indisturbati.

Tidal, Deezer e Qobuz, tutte aziende di streaming più piccole, hanno fatto la grande mossa e hanno offerto audio senza perdita di informazioni, sia in qualità CD (16 bit/44,1 kHz) sia, in alcuni casi, con bitrate più elevati.

Però restano tutte piccole aziende, una nicchia nel mercato. Ho provato Tidal e alla fine sono passato a Qobuz, perché ho avuto l'impressione che offrisse una app migliore e una libreria più completa per i miei gusti musicali.

Poi Amazon ha lanciato Amazon Music HD a settembre 2019. A dire il vero, hanno fatto un po' un pasticcio. Da subito, il loro client per Windows non è stato in grado di riprodurre la musica come un flusso bit perfect. Non posso nemmeno confermare che il problema sia stato sistemato. Tuttavia, Amazon ha già a bordo un rispettabile numero di produttori di apparecchiature audio, tra cui probabilmente i più grandi sono Bose, Sonos e Bluesound/NAD.

Ma questo ha davvero agitato le acque - Amazon ucciderà la concorrenza? Il forum di Roon è stato inondato da entrambe le richieste, se averlo come opzione sulla piattaforma e la concreta preoccupazione che i servizi più piccoli sarebbero scomparsi. Né una cosa né l'altra è successa.

Ultime notizie

Recentemente Lucio ha annunciato il lancio della HiFi Room di Deezer. Ma questo è solo un assaggio.

E sempre recentemente io ho recensito lo sforzo di Tidal di differenziarsi con il 360 Reality Audio della Sony - potete leggere la mia meno che brillante recensione qui.

[Mercato Globale dello Streaming]

Poi c'è Spotify. Per un po' è stato il leader del mercato. Il 36% di tutta la musica ascoltata in streaming è via Spotify. Capisco perché alla gente piace. Mia moglie lo usa. Anch'io occasionalmente lo uso. Le app sono ben progettate, la scoperta è eccellente, ma ho sempre ritenuto che i file Ogg Vorbis con un bitrate massimo di 320 kbps non siano del tutto adatti per l'ascolto critico.

Facciamo un salto in avanti; a febbraio 2021 Spotify ha annunciato che introdurrà Spotify HiFi. I dettagli sono scarsi, ma le voci di corridoio dicono che sarà limitato alla qualità CD e costerà 20 dollari/mese negli USA (uso i prezzi USA per semplicità, i prezzi sono disponibili sui singoli siti). La data di lancio sarà più avanti, quest'anno, in mercati selezionati. Un passo in avanti significativo per la qualità globale della musica. Qui c'è il comunicato stampa (in inglese).

Se Spotify è il gorilla da 130 kg nella stanza, non è l'unico. L'altro gorilla è Apple, seconda sul mercato con una quota del 18%. Il 17 maggio 2021 l'azienda ha annunciato che offrirà Apple Lossless senza costi aggiuntivi agli ascoltatori di Apple Music, soltanto 10 dollari/mese, metà del prezzo ufficioso di Spotify. Potrebbe essere una risposta diretta a Spotify, potrebbe far parte di un piano più grande; sembra che per l'utilizzo di questa nuova qualità di streaming musicale sia necessario un nuovo hardware. Vedere la fonte originale, qui

Non ci sarà soltanto la qualità CD, ma includerà anche l'alta risoluzione e lo Spatial Audio con supporto per il Dolby Atmos. È qui che ci si aspetta il collegamento con l'hardware, che sarà automaticamente integrato se l'ascolto verrà effettuato con gli Airpod della Apple o cuffie Beats (marchio di proprietà di Apple), con chip H1 o W1.

Questa notizia non ha fatto in tempo ad essere pubblicata che Amazon ha risposto - ha abbassato l'esistente opzione HD di Amazon Music Unlimited a 9,99 dollari, diventando di fatto la prima azienda a fornire streaming lossless a meno di 10 dollari. In effetti è già disponibile. E se siete clienti Prime, sono solo 7,99 dollari. E chi non lo è?

Quindi, nel giro di un paio d'anni passeremo da una manciata di limitate (scusate, Tidal, Deezer e Qobuz) opzioni che offrono qualità CD o superiore a una disponibilità sempre più ampia per un numero maggiore di persone che ne possono così fruire per i loro ascolti in streaming. Stiamo finalmente raggiungendo la parità con una tecnologia vecchia di decenni.

Cosa significa questo? Spero che non significhi la fine per Tidal, Qobuz e Deezer. Ma la triste verità è che potrebbe. Tuttavia, questi servizi si rivolgono a un mercato molto più piccolo, quello degli audiofili, e possono comunque offrire alcune proposte uniche con l'Hi-Res, l'MQA (Master Quality Authenticated) e anche il DSD.

La verità è che resta ancora un po' difficile proporre la musica in un HiFi decente. A meno che qualcuno non cominci a offrire delle opzioni migliori come protocollo di streaming rispetto a UPnP, HEOS (Denon/Marantz), MusicCast (Yamaha), Chromecast (Google) e Airplay 2 (Apple), ci saranno sempre problemi. Alcuni hanno app scadenti, altri sono limitati in qualità, altri ancora non offrono la riproduzione senza pause.

Roon ha provato a usare il proprio protocollo RAAT per metterli da parte, essendosi messa in società con Tidal e Qobuz. Lo hanno fatto con un certo successo e, come vedete, molti tra i principali produttori di apparecchiature HiFi cominciano a supportarlo. Roon offre persino sia ROCK (la propria fork dedicata di Linux) sia offerte gratuite del Roon Bridge per il mercato del fai-da-te.

Spotify Connect, tuttavia, ha una penetrazione maggiore e un grande potenziale per offrire lo streaming HiFi lossless a tutti. Pressoché qualsiasi streamer di nuova produzione supporta nativamente Spotify e funziona perfettamente con la sua app.

Tidal ha lanciato la sua versione, originariamente chiamata Tidal Connect, nel tentativo di stare al passo. Google potrebbe fare qualche intervento minore e rendere Chromecast una valida alternativa se riuscisse a sistemare il problema della riproduzione senza pause.

Poi c'è Apple. Porterà Airplay al livello successivo? Perché se chiunque può, lei può.

Ma è davvero lossless?

Qui c'è la cosa interessante. Questi produttori stanno tutti scommettendo sul consumo mobile di musica, sia sui telefoni sia sulle cuffie. Android, il sistema operativo per dispositivi mobili più popolare al mondo, limita lo streaming a 24 bit/48 kHz, per cui le risoluzioni maggiori sono inutili. Con iOS, Apple, presumibilmente, limita allo stesso bitrate, sebbene con apparecchiature esterne sia possibile utilizzare le risoluzioni più elevate.

Apple, tuttavia, ha rimosso il jack per cuffia da quasi tutti i suoi prodotti, così bisogna usare un DAC esterno o il Bluetooth. I produttori di telefoni Android hanno fatto la stessa cosa, ma almeno si sono standardizzati sull'USB-C, mentre la Apple usa un suo connettore proprietario. Mi sento piuttosto compiaciuto per avere acquistato, nel 2019, un iPad standard con il suo DAC interno molto valido e l'uscita cuffia.

Ma le masse in che modo fruiranno della musica lossless? Ironicamente, tramite Bluetooth, che è un codec con perdita di informazioni. Lo streaming in qualità CD, che secondo me è il minimo per poter essere considerato lossless/HiFi, usa un bitrate pari a 1.411 kbps di dati a 44,1 kHz/16 bit. Apple usa la transcodifica AAC, che esce al massimo a 256 kbps. Per mettere la cosa in prospettiva, i MiniDisc (li ricordate?) arrivavano a 292 kbps.

Android, almeno, (principalmente) offre il codec aptX di Qualcom (48 kHz/16 bit) a 352 kbps, mentre l'aptX HD (48 kHz/24 bit) raggiunge i 576 kbps. I nuovi telefoni Android possono usare anche il codec LDAC di Sony, che raggiunge i 990 kpbs, ma è un bitrate variabile, adattativo, che consuma rapidamente la batteria ed è limitato in termini di supporto da parte dei produttori di cuffie. E comunque, offre soltanto il 70% del bitrate che i lettori CD degli anni '80 utilizzavano.

E poi ci sono i chip ricevitori nelle cuffie stesse. Devono poter supportare i codec a risoluzione maggiore. La mia cuffia Sony WH-1000XM2 mi permette di usare l'aptX e l'LDAC, e il suono è molto buono, ma non c'è niente di meglio di una buona cuffia con filo e un buon DAC in grado di riprodurre musica in qualità CD, in standard Redbook, a 1.411 kbps. O anche del vinile con un buon giradischi (solo per te, Lucio).

Non fatevi ingannare dagli adesivi “Hi-Res” o “HD” attaccati ai prodotti Bluetooth. In realtà è “alta risoluzione” rispetto all'MP3. Resta comunque “lossy”, sempre un compromesso. Non c'è una regolamentazione come per gli standard video, qui siamo nel selvaggio West del marketing.

Cosa significa questo per il consumatore medio di musica? Le persone potranno anche essere in grado di ascoltare musica lossless in streaming, ma molto probabilmente non avranno modo di fruire della maggiore risoluzione che viene offerta. C'è l'elemento “specchietto per le allodole” e ho già sentito i negazionisti proclamare che nessuno comunque è in grado di percepire la differenza tra i 256 kbps e i 1.411 kbps, che è solo una truffa. E con un Amazon Echo, forse con un paio di Apple Airpods, potrebbero avere ragione.

Tuttavia, migliorare la qualità è nell'interesse di tutti - se si comincia con una sorgente migliore, alla fine qualcuno troverà il modo per far arrivare in cuffia, senza fili, uno streaming di qualità migliore. Magari l'aggiunta di un DAC alimentato dal telefono diventerà una cosa normale. Aspetto di vedere la Apple aggiungere un secondo chip WiFi ai telefoni e usare una versione locale di Airplay con i loro prodotti. Spotify potrebbe entrare in società con altre aziende per offrire un codec in stile Spotify Connect per le cuffie.

Conclusioni

Vedo che nel prossimo anno ci saranno molti aggiornamenti del firmware da parte di produttori che non vogliono essere lasciati indietro. Vedo anche che i giganti della tecnologia commettono errori - come Amazon, che non capisce l'importanza dello streaming bit perfect in Windows, e Apple, che costringe a cambiare manualmente il bitrate in macOS.

Vedo anche che, per i veri Audiofili, la battaglia ora verrà vinta sul fronte dell'hardware. Bluesound, Cambridge Audio e un mucchio di altre aziende faranno a gara per aggiungere ai loro streamer la nuova, ultima opzione che le grandi aziende rilasceranno. Gli audiofili scaltri si orienteranno su cose come i Raspberry Pi, che possono fare streaming senza perdita di informazioni da più sorgenti verso un DAC USB, continuando a fruire dei loro contenuti lossless.

Spero che questo non significhi la fine di aziende quali Tidal, Qobuz, Deezer e Roon. Queste aziende capiscono noi, strambi audiofili. Ma i cambiamenti avvengono in fretta e io spero che a rimetterci veramente non sia l'artista, che nella corsa per restare nei 10 dollari/mese non veda la sua parte ridursi sempre di più. Se vi piacciono artisti minori, indipendenti, non mainstream, supportateli acquistandone i CD, i download, oppure utilizzate il denaro risparmiato per andare a sentirli dal vivo o per acquistare il loro merchandise.

Chissà come andrà a finire, magari il prossimo anno ruberò l'account Spotify di mia moglie e ascolterò in streaming con un Bluesound Node.

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