Artista: Jason Vitelli (sito ufficiale)
Sito su Facebook: www.facebook.com/jasonvitellimusic
Dettagli sull'album: "No photographs" - 2008 - RSR-1002 by Roomful of Sky Records
Genere: 100% pop-rock-blues
Prezzo approx.: 15$ (disponibile su Amazon, CDbaby e iTunes)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Gennaio, 2010
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Dopo aver recensito gli album Lift e Waves dei Work of Art, prodotti da Barry Diament in presa diretta e senza compressioni, è la volta di un altro album dove, nuovamente, sono la semplicità e la lotta alla compressione dinamica a farla da padrone. Questo lavoro, dell'artista newyorkese Jason Vitelli, interamente composto, suonato, arrangiato, mixato e prodotto dall'artista stesso, è stato masterizzato negli studi di Barry Diament.
Prima di cominciare con l'analisi del disco, due parole sull'artista, un giovane songwriter newyorkese di Brooklyn che fa tutto da sé, dalla composizione agli arrangiamenti fino alla registrazione e produzione in proprio. Oltre che cantuatore Jason è un sassofonista nel trio jazz jKb e gestisce un'attività di produzione di musiche per film e multimedia. Insomma, la poliedricità certo non gli fa difetto. La sua musica su "No photographs" è una curiosa mistura di blues, rock, pop e folk che ricorda molto da vicino alcuni primi dischi di Costello, complice anche la sua voce ed il suo modo di cantare, davvero molto vicini a quelli del grande Elvis. Altre influenze che si possono sentire sono quelle di Lloyd Cole, Peter Gabriel, Bob Dylan e Billy Joel. Mi permetto di fare questo piccolo quadretto giusto per identificare un'area di possibile collocazione stilistica, anche se poi il disco vive di vita propria.
Si tratta di 14 tracce, di cui due strumentali (bellissime), dove Jason Vitelli fornisce ampia prova di grande talento compositivo. Molte tracce si discostano dal format classico di canzone facile, da 3 minuti con ritornello.
Il disco si apre con un'esplosiva carica di rock elettrico (The worst thing) che riemerge ancora nella traccia 5 (Tortured lane). Non mancano alcune ballate acustiche (molto bella Apartment) e due tracce strumentali per le quali la mia preferenza personale va senz'altro a Upon the dead avenue mentre l'altra, Locked, appare meno immediata, anche se forse più ispirata. Non mancano almeno un paio di brani che potrebbero essere tranquillamente definiti singoli per immediatezza e freschezza, mi riferisco a Morning sun, June e Broken, brano nel quale fa capolino qualche atmosfera alla Lloyd Cole. L'album, nel suo complesso, è molto vario, difficile annoiarsi durante il susseguirsi delle 14 tracce ma in alcuni casi è chiaro che il riascolto è necessario per entrare nell'essenza della composizione. Manca un vero e proprio instant hit.
Al di là dell'interesse artistico, il senso della presenza di questa recensione su TNT-Audio sta da ricercare tutto nella qualità tecnica della registrazione.
Prima di entrare nel dettaglio degli aspetti tecnici vorrei proporvi la schermata del software DR che utilizzo per misurare la dinamica media di un'incisione. Per i dettagli vi rimando all'elenco di alcune incisioni analizzate tramite questo software.
------------------------------------------------------------- DR Peak RMS Filename ------------------------------------------------------------- DR13 -0.34 dB -15.35 dB Track01.wav DR13 -0.35 dB -16.37 dB Track02.wav DR13 -1.18 dB -18.45 dB Track03.wav DR11 -1.22 dB -16.94 dB Track04.wav DR13 -0.46 dB -15.49 dB Track05.wav DR13 -0.50 dB -18.05 dB Track06.wav DR13 -2.48 dB -19.00 dB Track07.wav DR13 -0.92 dB -18.15 dB Track08.wav DR13 -0.88 dB -17.81 dB Track09.wav DR12 -0.28 dB -15.92 dB Track10.wav DR14 -1.73 dB -18.89 dB Track11.wav DR12 -1.83 dB -19.01 dB Track12.wav DR12 -1.56 dB -16.46 dB Track13.wav DR12 -1.93 dB -19.07 dB Track14.wav ------------------------------------------------------------- Number of files: 14 Official DR value: DR13 =============================================================
Dalla tabella sopra si evince una media di DR13 per la dinamica contenuta in questo disco. Il risultato è molto buono, soprattutto se si considera il genere musicale ed il fatto che la registrazione è stata effettuata dallo stesso artista, senza la mediazione di etichette audiophile. Per fare un confronto, basta considerare che "Tears of joy" di Antonio Forcione (su etichetta Naim Audio!), un disco molto apprezzato dagli audiofili, si ferma a DR12 di media ed è di un genere musicale che si presta meglio a non essere compresso, rispetto a quello del disco in esame.
All'ascolto, in effetti, questo "No photographs" colpisce per impatto, respiro e dinamica. Se suonato a volume elevato, come certi brani suggerirebbero, regala un'esperienza live davvero molto convincente, impianto permettendo.
Il primo brano, ad esempio, ci trasporta davanti ad un palco immaginario, con una sezione ritmica che spinge sulla cassa toracica, una chitarra elettrica graffiante ma mai fastidiosa ed un'immagine che, per quanto artificiale, è semplicemente granitica. E quest'ultimo aspetto è proprio uno di quelli che colpisce di più. In Morning sun, tanto per citarne una, chitarra e sax alto restano scolpiti di fronte all'ascoltatore, stabili, perfettamente a fuoco e, soprattutto, con un timbro così vero da farmi dimenticare di assistere ad una riproduzione.
La voce appare sempre ben centrata, di altezza credibile, mai ingigantita. L'unico appunto che mi sento di muovere riguarda la ripresa della voce dal punto di vista del timbro: è probabile che la nota Costelliana sia insita nella voce di Jason Vitelli, ma la mia sensazione è che il microfono ci abbia messo del suo: una certa connotazione elettronica e nasale guasta un po' l'ottimo contorno. Nel brano Zeta male, probabilmente a causa di un eccessivo close-miking, questa connotazione è ancor più evidente. Tra l'altro, osservo che lo stesso problema, seppur in misura minore, l'avevo riscontrato nelle altre produzioni di Diament. Sarà un caso...o sarà il tipo di microfoni usati per la voce? Non so. Sia chiaro che sto un po' cercando il difetto a tutti i costi, ma non riesco a digerire il fatto che la ripresa della voce non sia allo stesso ottimo livello di quello degli strumenti.
In ogni caso, la performance generale è eccellente, con delle punte di diamante come la già citata strumentale Upon the dead avenue, che si apre con piano e chitarra e poi via via si arricchisce di altri strumenti (percussioni e base ritmica) in un crescendo entusiasmante e che invita ad alzare il volume senza ritegno (misurati oltre 112 dB di picco nel punto d'ascolto). E' un test difficile per diffusori ed amplificazione, per l'enorme quantità di energia da gestire, specie in gamma bassa.
Altri test interessanti per il ritmo sono Announce myself e Broken dove una gracassa possente e profondissima ma suonata morbida fornisce una prova di realismo straordinario (per una versione "unplugged" di Broken si veda il video in fondo a questa pagina, live allo storico The Bitter End di New York).
Per un test del timbro, oltre all'onnipresente chitarra (spesso acustica) non mancano brani con armonica e sax alto, ripresi con estrema naturalezza.
Tutto il disco è pervaso da un effetto presenza che avevo già riscontrato negli altri lavori di Diament (anche se in questo lui ha il solo merito del mastering, ma credo che abbia dato qualche consiglio anche per le registrazioni), quel respiro naturale della musica suonata dal vivo, privo dell'iper-pulizia asettica di molte incisioni audiophile. Per capirci, non è un disco per amanti di campanellini, contenitori del ghiaccio che rotolano ed altre amenità simili. Qui si punta sulla sostanza e sul realismo e direi che l'obbiettivo è centrato in pieno.
Quello che stupisce è che un risultato così buono sia stato raggiunto da una semplicissima home recording realizzata dall'artista stesso con mezzi abbastanza limitati, senza il supporto di apparecchiature e tecnici di ripresa audiophile. Questo rafforza in me la convinzione che il vero danno della musica moderna è rappresentato dai tecnici di registrazione e dai mastering engineer i quali, pur di giustificare i loro cachet, devono a tutti i costi manipolare pesantemente i suoni, di fatto rovinandoli, distruggendo freschezza, realismo e, in ultimo, dinamica.
Questi i mezzi tecnici utilizzati per la home recording:
Un altro bell'esempio di come, anche senza pretese audiophile, si possa incidere in maniera eccellente (imbarazzante, direi) un disco di musica pop-rock, genere che, da sempre, non ha certo brillato per qualità dei suoni. Date un ascolto ai brani che l'artista mette a disposizione sul suo sito (qualcuno completamente free) o guardate qualche sua esibizione live su YouTube: se il genere fosse nelle vostre corde e vi dovesse piacere sentirlo come se stesse suonando nella vostra sala d'ascolto (impianto permettendo!) allora questo CD è un must.
La piccole ciliegine sulla torta sono rappresentate dall'utilizzo del 100% di materiale riciclato (per il CD case), l'uso di inchiostri a base vegetale e, infine, dal fatto che una parte dei proventi vadano direttamente ad organizzazioni umanitarie, più precisamente, in questo caso, a Project Renewal, un'organizzazione che si occupa di fornire ogni genere di aiuto ai senzatetto della città di New York.
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