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Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Febbraio, 2018
Traduttore: Roberto Felletti
Questa volta parliamo di un'altra variazione su temi recenti: il talento che si tramanda in famiglia e il circo Ringling Bros. and Barnum & Bailey. Ma vi prego di perdonarmi: penso che questa puntata di “Scopriamo i Cognomi” prometta di essere molto divertente. Il marrone non sarà il colore più vivace, ma il nome è appartenuto ad alcuni coloriti ensemble musicali (il riferimento è ovviamente al diffuso cognome Brown; ma Marrone è anche un cognome italiano - NdT).
Sebbene non sembrino proprio quel fenomeno che forse erano una decina di anni fa, i 5 Browns saranno familiari a molti, tra noi, che seguono gli alti e bassi delle tendenze della musica Classica. Per gli altri, basti dire che i 5 Browns sono un ensemble composto da due fratelli e tre sorelle, tutti nativi di Houston, Texas (recentemente flagellata dalla pioggia), ma cresciuti nell'arido stato dello Utah. Non appena terminati, contemporaneamente, gli studi presso la Juilliard School (una delle principali scuole di arti, musica e spettacolo del mondo, con sede a New York - NdT), essi seguirono le orme del The First Piano Quartet (attivo, con nomi diversi, tra il 1941 e il 1972 e protagonista di molte registrazioni all'epoca dei 78 giri), formando un gruppo di soli pianisti specializzato in arrangiamenti e composizioni originali per cinque tastiere. Per farli suonare, è stato anche scritto appositamente un concerto per cinque pianoforti e orchestra. Essi hanno pubblicato alcuni album dal grande successo commerciale e si sono esibiti in vari luoghi, dalla Carnegie Hall alle passerelle delle sfilate di moda.
Sento già qualcuno borbottare: «Questa è una rubrica sull'audio “vintage”. Perché questo tizio scrive di ragazzini che potrebbero essere figli suoi?». È sufficiente dire che i 5 Browns non sono stati il primo grande gruppo “familiare” a onorare il mondo della musica; prima di loro c'è stato un altro gruppo, probabilmente di maggior impatto nel suo genere: i Six Brown Brothers. Per anni, ho supposto che il nome Brown fosse solo un altro esempio di quello stereotipo razziale al quale non ci si poteva sottrarre nell'ambiente dell'intrattenimento popolare americano di quel periodo, fino alla Prima Guerra Mondiale; ma no, non era nulla di simile. Piuttosto, i fratelli William, Tom, Alec, Percy, Fred e Vern Brown sono stati un altro esempio di talento musicale che si tramanda in famiglia, in questo caso una famiglia bianca che più bianca non si può; i sei erano figli di un cornettista e direttore di banda canadese, Allan W. Brown, a capo della Governor General's Foot Guards Band. Ciò premesso, e stando alle foto che ho visto, Tom sembrava avere l'abitudine di esibirsi dipingendosi la faccia di nero.
In un periodo in cui era possibile ascoltare il sassofono soltanto nelle bande militari e in quelle dei grandi circhi, il secondogenito Tom Brown (1881-1950), capo e forza motrice del gruppo, si interessò allo strumento e fu il primo a procurarsene uno, nel 1904. Nel 1908, insieme con i suoi fratelli, Tom iniziò come diversivo musicale presso il -- rullo di tamburi, prego, e occhi puntati al centro della scena! -- circo dei Ringling Bros.; da quel momento in poi, i fratelli Brown, con varie formazioni, talvolta insieme ad altri che non erano loro parenti e quasi mai tutti insieme contemporaneamente, spesso si esibirono vestiti da clown, sia al circo sia a Broadway, nel vaudeville oppure nei minstrel show (una forma di spettacolo statunitense che consisteva in una miscela di sketch comici, varietà, danze e musica, interpretati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero - NdT). Con il tempo, il gruppo firmò un contratto con la Buescher per suonare, in esclusiva, i suoi strumenti True Tone; curiosamente, i fratelli crearono il loro ensemble con strumenti tenore, alto, baritono e basso, con l'ultimo che sarebbe diventato la forza motrice della joie de vivre degli arrangiamenti del gruppo, il loro marchio di fabbrica, mentre il sax soprano, che sarebbe diventato ovunque l'elemento principale dei gruppi jazz, era presente soltanto come occasionale strumento di “contrasto”, suonato da Tom. Sia come sia, i Six Brown Brothers diventarono immensamente popolari; viaggiarono dall'Inghilterra addirittura fino in Australia, e negli Stati Uniti fecero scoppiare la mania del sassofono, che sarebbe perdurata e si sarebbe consolidata mentre lo strumento attraversava la fase di transizione dal ragtime, genere principale dei Six Brown Brothers, al jazz degli anni '20 e oltre. Uno dei fratelli, Percy, morì nel 1918, vittima della pandemia di influenza di quell'anno; gli altri continuarono l'attività fino allo scioglimento del gruppo, nel 1933. Soltanto Tom tentò in seguito la carriera musicale, ma ebbe scarso successo.
La mania per i sassofoni colpì anche la mia famiglia. Stando ai racconti di mia madre, quando lei nacque, nel 1921, suo padre stava cercando di imparare a suonare il sassofono; però dovette rinunciarvi, perché ogni volta che iniziava a esercitarsi mia madre scoppiava a piangere. Siamo tutti dei critici! Non saprei dirvi se il suo strumento fosse un Buescher.
Ora, conosco alcuni dischi di questo pionieristico sestetto di sassofoni da quando iniziai a collezionare 78 giri; era la metà degli anni '70. Il gruppo aveva inciso parecchio per la Victor, qualcosa per la Columbia e la Emerson, e, sebbene non ne abbia mai visto uno, alcuni cilindri per la Indestructable Record Company. In anni recenti, l'etichetta Archeophone ha pubblicato due importanti ristampe su CD che contengono, complessivamente, circa 20 pezzi registrati in tutto l'arco della loro carriera. Per molti ascoltatori sarà troppo bello per essere vero, ma se volete farvi un'idea cliccate sotto per ascoltare una registrazione di Bullfrog Blues dei Six Brown Brothers, riprodotta da una “macchina parlante” Victor V del 1910, dotata di tromba in legno di quercia. Il disco è piuttosto rovinato e gracchia un po' sui picchi, ma è sufficiente per presentarvi lo stile di questo pionieristico gruppo e per darvi un'idea di come suonavano i loro dischi alle orecchie di chi li ascoltava quando erano la novità del momento. E sì, prima ho montato una puntina in acciaio nuova!
[1] In italiano, il titolo originale “Brown Before Serving” perde il gioco di parole tra l'uso dell'aggettivo/verbo “brown” e il cognome “Brown”.
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