Consulenza HiFi - Lettere alla Redazione di TNT-Audio

Settimana 2/11/2024 - 9/11/2024

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  1. Riflessioni e considerazioni su giradischi economici Argon Audio, Lenco e altre marche più o meno sconosciute
  2. Stilo sensibile all'usura dei dischi
  3. Ho perso la poesia
  4. Tetra Speakers
  5. Come collegare correttamente le Boston Acoustics VR965
  6. Milano Hi-Fidelity
  7. Problemi lettore Sony CDP-X77ES
  8. Nuovo vecchio ampli
  9. Idea malsana coi Fosi V3
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Riflessioni e considerazioni su giradischi economici Argon Audio, Lenco e altre marche più o meno sconosciute
Gentile Direttore,
torno a scriverle per avere delle informazioni su alcuni giradischi che ho notato e proposti da alcuni marchi, famosi o meno, intorno alle 200 euro completi di tutto. Ascolto musica in cd di cui ho una adeguata collezione, tuttavia posseggo circa 100 vinili di musica classica che giacciono ben conservati ma inascoltati nella libreria, penso che acquistare un giradischi di quella cifra, e sarebbe il primo per me, sia adeguato per lo scopo, aggiungo che non penso di aumentare la collezione di vinili (almeno ai prezzi odierni) e che il mio amplificatore non possiede l'ingresso phono.
Tralascio ciò che ho visto in alcune catene di elettronica, oggetti inguardabili in “vera plastica originale” che comunque attiravano le attenzioni dei clienti, per soffermarmi su alcune proposte che ho notato sui siti di alcune aziende e di cui vorrei chiederle lumi. Sul sito della Argon Audio, azienda che ho conosciuto grazie a TNT-Audio, viene proposto il modello TT e caldeggiato da questa azienda, che mi pare molto seria, come il miglior prodotto che possono offrire in base al rapporto qualità prezzo. Tuttavia ho notato che questo giradischi è praticamente identico al Lenco LBT 188 trovato anche sotto le 200 euro, prodotto con buone recensioni in rete (fatte però da chi vuole venderlo) e che a sua volta mi pare identico a un altro marchio a me sconosciuto, tale SeeYing, ancora più economico.
La prima considerazione che mi viene in mente è che a questo punto c'è un'unica azienda che produce lo stesso identico giradischi per marchi più o meno famosi e quindi la qualità non dovrebbe dipendere dal brand utilizzato per la commercializzazione ma bensì dal costruttore originale. In buona sostanza uno dovrebbe valere l'altro, brand e rivendibilità a parte. A questo punto la domanda: lei sa di che prodotto si tratta e se sia un opzione valida in base al prezzo richiesto?
Cercando recensioni in rete quel poco che ho trovato sembra suggerire che sia un prodotto da considerare per quella cifra e in quanto completamente plug&play sembrerebbe ideale per iniziare, in alcune recensioni suggerivano addirittura dei futuri upgrade nel caso ci fosse necessità. Un venditore ad esempio suggerisce come step successivo una testina come la Gold Note ES78 considerata come prezzo e qualità adeguata al giradischi; un altro recensore, recensendo invece il prephono Aiyima T3 Pro, menziona l'accoppiata insieme al Lenco come un setup ideale e economico che potrebbe soddisfare una grande maggioranza di appassionati.
Nel caso lei conosca questo prodotto o abbia informazioni sul costruttore ha dei suggerimenti da darmi? Un prodotto del genere conviene upgradarlo in futuro o sarebbe meglio non investirci sopra?
La ringrazio come sempre per la preziosa attenzione.
Cordiali saluti.
Michele - E-mail: michele.bi (at) libero.it

LC
Caro Michele,
intanto mi scuso se hai dovuto rispedire questa tua richiesta, apparentemente non è mai arrivata a destinazione, e non sei stato l'unico che, in periodo estivo, tra luglio e agosto, non è riuscito a farci recapitare una richiesta di consulenza. Non so cosa sia potuto accadere, controlliamo sempre la casella dello spam, ma di queste lettere non v'era traccia. Se altri lettori hanno provato a contattarci nei mesi scorsi e non hanno ricevuto risposta, li preghiamo di spedire nuovamente, magari richiedendo la conferma di lettura, così si è sicuri che il messaggio sia andato a buon fine.
Venendo al tuo quesito, credo che 100 vinili di classica meritino senz'altro di essere ascoltati con un giradischi decente. Compatibilmente con il budget, credo che l'Argon Audio entry-level vada più che bene. Se guardi bene, i tre giradischi che citi non sono identici. Quello cinese di marca sconosciuta, ad esempio, monta un braccio diverso, mentre l'Argon TT ha solo un'uscita linea e non dispone dell'uscita Bluetooth/USB che invece compare nel Lenco. Quindi almeno la parte elettronica interna è diversa. La testina sembra la stessa in tutti e tre, una buona AudioTechnica AT3600, ma sull'originalità di quella montata sul giradischi cinese potrei nutrire qualche dubbio. Quel che è possibile è che Lenco e Argon si siano affidati a un terzista cinese per la realizzazione di un giradischi con caratteristiche simili. Tuttavia, non sono identici. Ora, a meno che tu non abbia necessità di un collegamento Bluetooth o di connettere il giradischi a un PC per digitalizzare i tuoi vinili, scegli pure l'Argon. Altrimenti il Lenco, come seconda scelta. Le differenze di prezzo sono minime, meglio affidarsi a un costruttore “europeo” (si fa per dire) che offre assistenza clienti e persino un servizio di reso (Argon). Per quanto riguarda la testina, ci sarà tempo per pensare a un suo upgrade, e lo stesso dicasi per il pre fono. Stai iniziando con l'analogico, non è detto che ti piaccia (tanti vinili di classica suonano malissimo) e non vedo pertanto sensato programmare da subito altri acquisti anche perché, tra testina Gold Note e pre fono Aiyima stiamo parlando di una spesa che praticamente eguaglia quella dell'intero giradischi (120/130€ + 90€). A questo punto entreresti in un altro territorio, quello dei giradischi da 350/400€ e le alternative aumentano non di poco.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Stilo sensibile all'usura dei dischi
Buongiorno Direttore, ogni tanto La disturbo, spero che questa mia trovi tutti in salute e che possa essere anche solo di vago aiuto a qualche altro appassionato. Recentemente mi son tolto una piccola soddisfazione, l'acquisto di un vecchio Thorens, precisamente il TD 160 mk 2 con braccio TP-16 Mk 3 Isotrack e testina con stilo originale Shure M95ED, usato sembra molto poco, probabilmente perché all'epoca faceva status, tutti avevano lo "stereo", era quasi un obbligo, anche se della musica magari importava poco. L'ho fatto comunque revisionare e ricablare dalla ditta Peter&Son che mi hanno inoltre assicurato che lo stilo è ancora in ottime condizioni. Sulla coppia testina-stilo vorrei appunto un suo consiglio: suono estesissimo e preciso sugli alti, medi e voci senza veli e bassi un poco leggeri ma tant'è, il "problema" è che possiedo dischi quasi tutti di classica, che compro usati, prodotti nei '70 ed '80, quindi quando va bene non propriamente esenti dai soliti soffi, click, crack ecc. Con l'altro giradischi, che monta una Rega Elys 2, i rumori sono decisamente meno fastidiosi, per cui la domanda: esiste una testina sui 300 euro che si ispiri come suono alla Shure ma che sia un poco meno schizzinosa? Tra l'altro anche parecchi dischi nuovi, anche di blasonatissime case discografiche (vero Deutsche Grammophon con le Goldberg di Vikingur Olafsson?) suonano che lasciamo stare.
Il Thorens suona con:

Ah sì, i dischi vengono tutti lavati con lo Spin Clean Record Washer.
Come sempre La ringrazio e a risentirci presto,
Riccardo - E-mail: malvagiglio (at) gmail.com

LC
Caro Riccardo,
la Shure M95ED, pure usata, non è lontanamente confrontabile con la Rega Elys 2! Hai verificato che peso di lettura e antiskating siano corretti? Può essere che la Shure non stia tracciando al meglio. Perché vuoi una testina che suoni come la Shure? La Rega non suona forse globalmente meglio? Ma, soprattutto, perché spenderci 300€ quando hai già un altro giradischi? Non sarebbe meglio tenerne uno solo e montarci il meglio che ti è possibile? Io, ti confesso, questa cosa di avere più componenti di qualità media o medio-bassa non la capisco: con la stessa cifra si acquista un componente solo, ma di livello più elevato.
Comunque sia, ognuno è libero di farsi del male come preferisce :-)
Se proprio non riesci a fare a meno di due giradischi, per la nuova testina valuta qualcosa nel catalogo di Goldring, tipo la 1012 GX, oppure una Clearaudio Concept V2 MM012, una Ortofon 2M Blue Verso, una Gold Note Vasari Red, tanto per citarne qualcuna.
Per quanto riguarda i dischi di classica, sfondi una porta aperta: molto spesso si tratta di incisioni pessime, basate su registrazioni disastrose. Registrare bene un'orchestra è infatti impresa difficilissima.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho perso la poesia
Gentile direttore,
non le scrivo per avere una sua opinione su questioni tecniche bensì per condividere una riflessione che ho fatto dopo aver letto il suo
articolo sul downgrade. L'ho trovato inizialmente divertente ma poi, piano piano, ho iniziato a rifletterci su e a ripercorrere i miei anni in cui mi sono trasformato da ascoltatore di musica ad audiofilo. Il mio primo impianto era composto da un amplificatore integrato Sony TA F319R e due casse Pioneer recuperate da un mio amico per 80.000 Lire, il lettore CD un vero e proprio catorcio. Nonostante tutto ho passato ore e ore felici ad ascoltare musica, e a godermi ogni brano.
Poi man mano ho iniziato con gli upgrade, alla costante ricerca del miglioramento della resa sonora, del dettaglio, della risposta in frequenza, fino all'impianto odierno con Pre e finale Naim e diffusori Proac D15. Il risultato è un impianto dall'ottimo livello sonoro, ma ogni volta che lo accendo ascolto l'impianto e non la musica, e non mi diverto come allora. Non so dire se sia un problema solo mio o se affligge tanti audiofili ma a questo punto non escludo un downgrade in futuro (sicuramente non farò più upgrade).
Grazie per l'illuminante articolo.
Claudio - E-mail: claudio.daeder (at) gmail.com

LC
Caro Claudio,
più che dell'impianto, il problema potrebbe essere tuo, in pratica ti sei concentrato sul mezzo, dimenticando il fine. Può capitare, e per tanti motivi. Magari non ti interessa più la musica che ascolti, magari devi cambiare un po'. Oppure, come credo di aver spiegato in quell'articolo, l'impianto moderno, iperdefinito e preciso...si è perso la musicalità per strada. Per capirlo, un downgrade è obbligatorio, magari con componenti di qualche anno fa, meno esasperati di quelli moderni. Meno precisi, certamente, ma magari li troverai più comunicativi. Ad esempio, un vecchio Nait 1 o 2, abbinato a delle ProAC Tablette o addirittura Linn Kan, potrebbe darti quella musicalità che stai cercando. Un'altra cosa che dovresti fare è cercare un impianto come quello che ti entusiasmava anni fa: riascoltandolo, capirai che la memoria audio è incredibilmente fallace, e il fattore nostalgia, abbinato a quello della gioventù ormai perduta, fa il resto. Secondo me troveresti quel primo impianto semplicemente inascoltabile. Quindi: va bene il downgrade, ma con un po' di buon senso.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Tetra Speakers
Gent.mo Direttore,
Le scrivo per conoscere la vostra opinione in merito ai diffusori di
Tetra Speakers, una piccola azienda canadese guidata da Adrian Butts che pare abbia riscosso consensi soprattutto nel mondo dei musicisti d'oltreoceano (e parlo di Herbie Hancock, Ron Carter, Dave Holland e altri).
L'azienda pare non si rivolga al classico sistema di marketing degli altri costruttori, quindi non ha rivenditori sparsi per il mondo ma si basa esclusivamente sul passaparola oppure sull'ascolto diretto. Ho anche scritto direttamente all'Azienda e mi ha risposto con grande passione ed entusiasmo direttamente Adrian Butts, dandomi tutte le informazioni richieste, oltre a gestire direttamente la vendita e la spedizione in Italia nel caso fossi interessato.
Personalmente ero interessato alle 120U Manhattan oppure alle 222, ma purtroppo è difficile trovare su internet recensioni in merito quindi mi rivolgo alla vostra "guida" in quanto vi leggo sempre e vi ritengo un faro in questo mondo complesso.
Per informazioni comunque il mio "mini" impianto:

Grazie mille in anticipo e comunque complimenti per il vostro eccellente lavoro.
Cordiali saluti,
Antonio - E-mail: amilanesi67 (at) gmail.com

LC
Caro Antonio,
non conosco i diffusori che citi, quindi temo di non poterti essere di grande aiuto, tranne che allertare i nostri recensori oltreoceano per vedere se riescono a farsi spedire qualche modello in prova. In generale, direi che l'essere stati scelti da musicisti non è, di per sè, garanzia di qualità dei diffusori. I musicisti, in genere, non hanno alcuna esperienza di HiFi, e comprano quello che qualche amico fidato suggerisce loro. Magari è bastato uno che ha iniziato il passaparola. Se i musicisti capissero qualcosa di componenti HiFi, non avrebbero accettato le Yamaha NS10M sopra ai mixing desk mentre registravano i loro dischi, per dirne una. Capiscono di suono, certamente, ma quanto a sapere come si fa a riprodurlo bene...è un altro paio di maniche.
Ho dato un'occhiata al sito, e non mi sembra che i contenuti differiscano molto da quelli soliti degli altri costruttori di casse acustiche. In generale, poi, dubito che qualcuno possieda qualche segreto ignoto agli altri: sulle casse acustiche si sa tutto, difficile fare magie, se non nel rapporto qualità/prezzo. Tutto ciò premesso, vediamo se qualcuno dei nostri ha voglia di provare con mano le affermazioni di questa azienda di diffusori acustici.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Come collegare correttamente le Boston Acoustics VR965
Buongiorno Direttore, sono un suo lettore di lungo corso e devo dire che di cose ne ho imparate molte su queste pagine e di questo la ringrazio veramente di cuore; tuttavia c'è sempre l'occasione in cui mi rendo conto che ne ho ancora tante da imparare complice anche la mia scarsa preparazione in materia di elettronica, come ad esempio come collegare correttamente una coppia di Boston Acoustics VR965.
Ho acquistato queste casse circa un mese fa, le ho pagate 150 euro e sono in ottimo stato estetico come lo sono anche le sospensioni degli altoparlanti, il suono mi piace sia per l'ascolto della musica che per la visione dei film, non so di preciso di che anno sono e quanto potessero costare all'epoca ma ho l'impressione che il trascorrere del tempo e la svalutazione mi abbiano fatto beneficiare di un forte sconto.
Ho scaricato il manuale in inglese, che mi pare datato anni 2000, per eseguire i collegamenti corretti e qui qualche dubbio mi è venuto, sia per il collegamento alla rete che all'amplificatore.
La prima cosa che ho notato è che il produttore sconsiglia di collegarli ad una multipresa comandata ma suggerisce di tenerli collegati sempre alla rete tranquillizzando l'utente dichiarando che c'è un dispositivo che spenge l'amplificatore interno dei subwoofers dopo 15 minuti di assenza di segnale. A parte il fatto che non capisco che danno potrà mai fare una multipresa che mi permette comodamente di spengere l'alimentazione, ho il dubbio che il dispositivo di spengimento automatico non funzioni correttamente.
Per il test ho utilizzato il Maxcio PM01, conosciuto proprio da una sua recensione, collegandolo ad una sola cassa senza utilizzare multiprese e ho notato che appena collegata alla presa l'assorbimento si attesta su 7,5W che mi pare un po' troppo come standby e sopratutto lì rimane durante l'ascolto a basso e medio volume, si alza fra 9, 10 con punte di 14 solo se alzo un bel po' il volume; una volta spento l'amplificatore esterno collegato ai medio/alti (che fa attivare anche quello interno) l'assorbimento si attesta sempre intorno ai 7,5W anche dopo ore che l'impianto è spento. Credo a questo punto che l'amplificatore interno rimanga sempre in funzione e quindi pare più utile che mai utilizzare una multipresa con interruttore anche se avverto un certo “bump” quando spengo. Posso procedere così o ha altre indicazioni da darmi?
Per quanto riguarda il collegamento del segnale il manuale suggerisce che posso utilizzare due modi, collegare solo l'amplificatore per i medio alti che farà attivare anche l'amplificatore interno per i sub o in aggiunta inviare un segnale linea direttamente al sub se dispongo di un uscita apposita che mi immagino potrebbe essere un'uscita sub dedicata o una uscita pre a volte presenti su un ampli stereo. Le chiedo a questo punto quale sarebbe il collegamento più adatto almeno dal punto di vista elettrico in considerazione che l'amplificatore interno alle casse ha solo il potenziometro del volume ma non la regolazione del taglio della frequenza.
Inoltre vorrei sapere se nella scelta dell'amplificatore stereo da abbinare a queste casse dovrei rispettare alcune caratteristiche di potenza erogata o altri parametri elettrici affinché si interfacci al meglio con l'amplificatore interno dedicato alle basse frequenze.
Attualmente i diffusori sono collegati ad una coppia pre/finale Rotel, RC-970BX + RB-970BX, che non dispone di una uscita dedicata sub né una seconda pre, ma posso provare a collegarci un sinto amplificatore Onkyo TX-NR717 i modalità 2+1 o fare altre prove facendomi prestare un altro tipo di amplificatore.
Come vede dalle mie domande c'è sempre molto da imparare!
La ringrazio in anticipo per la cortese attenzione.
Cordiali saluti.
Michele - E-mail: guarda (at) keemail.me

LC
Caro Michele,
innanzitutto complimenti per l'acquisto, per 150€ questi diffusori sono praticamente regalati. Mi auguro che un prezzo così basso non sia motivato dall'uso di componenti non originali e/o da qualche manomissione/pasticcio nell'elettronica interna. Il loro prezzo di mercato si aggira tra i 300 e i 450€, più o meno. Sono stati commercializzati a partire dal 2000, quindi hanno una ventina d'anni. Se sono perfetti e originali, hai fatto un vero affare! Il collegamento è semplice: i diffusori prelevano il segnale per i woofer da quello che arriva dall'amplificatore esterno. Non c'è alcun bisogno di complicarsi la vita con un'uscita sub out. L'elettronica si accorge di un segnale destinato ai woofer e accende l'amplificazione interna per questi. In assenza di segnale questi amplificatori dovrebbero spegnersi dopo 15 minuti (verifica). Se, come dici, l'assorbimento continua anche dopo ore che l'impianto è spento, il sistema di accensione/spegnimento automatici realisticamente non sta funzionando. Oppure il circuito di auto-sense che resta attivo in attesa di ricevere un segnale, consuma di suo già 7 watt, ci può stare. In ogni caso, puoi certamente utilizzare una ciabatta che accenda o spenga i diffusori a seconda della tua convenienza. Il bump all'accensione è normale e non danneggia i diffusori.
Per quanto riguarda l'amplificazione, il tuo finale Rotel è più che adeguato al compito, stai pure tranquillo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Milano Hi-Fidelity
Ho fatto un giro rapido al Milano Hi-Fidelity il 5 Ottobre. Riporto qualche nota personale. In sé è interessante in quanto difficile oggi vedere proposte in negozi fisici, affollato ma con pubblico...maturo. Sonicamente indecifrabile. Io sono uscito con le orecchie che facevano male...tanto varie stanze sparavano dB per coprire la stanza adiacente. Non a caso la cosa che ho sentito suonare meglio è una cuffia (Le Focal Utopia pilotate da uno SPL Phonitor 3 DAC). Sempre rimanendo con Focal mi son piacute le Diablo. Interessanti anche le Kii Audio Three con ampli e dsp incorporato come anche le Diesis EdoVox dalla forma decisamente particolare.

[Diesis EdoVox]

Mi son piaciute anche le Flag Elettrostatiche, ma forse le migliori ascoltate mi sono parse le Franco Serblin Accordo Essence in un impianto Moon. Adesso le curiosità in una sala al piano sotterraneo ho pensato sulle prime si svolgesse un funerale...al centro giaceva un catafalco nero del tutto simile ad una bara...che poi ho capito essere in realtà un costoso sistema di riscaldamento domestico avente come funzione accessoria il fare anche da finale da 210 W in Classe A, un inno all'entropia da 200kg...giustamente accoppiato al suo Pre da 50kg nel quale ovviamente non poteva starci uno stadio phono che richiede altri due elementi per altri quasi 70kg... come dire.. un impianto di un certo peso.
Ricordo nostalgico invece per le elettroniche HDC, il finale SE parallelo con 3 300B mi ha fatto scendere la lacrimuccia, mi sarebbe piaciuto ascoltarlo ( a casa ne ho uno con le sorelline 2A3.. triodi a riscaldamento diretto di progettazione di quasi cento anni fa).

[HDC 300B]

In conclusione.. non acquisterò mai nulla di quanto visto in mostra, essendo tutto al di fuori delle mie possibilità economiche, capisco che sia una vetrina, ma esporre anche qualche impianto alla portata di uno stipendio medio non sarebbe male.
Ripongo qualche speranza in più nel prossimo Torino AudioVideo Show che si svolge itinerante nei negozi di Torino e presenta impianti anche accessibili ai comuni mortali.
Cordiali Saluti,
Bruno - E-mail: briccola5 (at) alice.it

LC
Caro Bruno,
non fai altro che confermare le mie impressioni, gli anni passano e la situazione non fa altro che peggiorare. Osservo, tra l'altro, che è tutto il settore tecnologico di un certo livello ad aver alzato l'asticella dei prezzi. Ti faccio un esempio: un orologio Omega Speedmaster, il famoso Moonwatch, costava tra i 3500 e i 4000€ 6-7 anni fa, oggi costa circa 9000€, più che raddoppiato nel giro di pochi anni...ed è sempre lo stesso orologio. E potrei fare tanti esempi analoghi, senza scomodare la follia collettiva per Rolex. Tuttavia, mentre per gli orologi di un certo livello l'interesse del pubblico sta costantemente aumentando, per l'HiFi è vero esattamente il contrario. Il mercato si sta rivolgendo ai pochi, anziani, danarosi superstiti. Finiti questi, si chiuderà baracca e burattini, perché non esiste il ricambio generazionale. Da decenni l'HiFi non è uno status symbol, se mai lo è veramente stato, e ormai ha assunto il ruolo di costoso feticcio personale, al massimo da mostrare a quei due o tre amici appassionati. Vi chiedo: quanti audiofili veri conoscete? Non parlo di conoscenze virtuali da forum, parlo di amici veri, storici, che sono ANCHE audiofili. Uno? Due? Questo dà la misura di questo mercato. Ci sarebbe poi da vedere che disponibilità economica abbiano questi amici. Ormai la classe media comincia a far fatica ad acquistare un'auto nuova, e ricorre a formule di leasing o di noleggio lungo termine, perché anche le utilitarie sfiorano i 20.000€. Una berlina di classe medio-alta, la Giulia, parte direttamente da 49.500€ (il modello base!). Una volta l'equivalente di casa Alfa (la Giulia stessa, o l'Alfetta), pur non essendo popolari, erano abbordabili, almeno per la classe media, magari mettendo in conto delle rate accessibili. Ci immaginiamo, quindi, quanti possano permettersi un impianto da 10, 15 o 20.000€? Gli operatori dovrebbero riflettere su questo, oltre che sul fatto, inequivocabile, che è totalmente cambiato il modo di fruire della musica.
Che continuino pure a suonarsela e cantarsela, come faceva l'orchestra del Titanic mentre il transatlantico colava a picco.
Se vorrai, riferisci le tue impressioni sulla mostra itinerante di Torino, che mi sembra offra un approccio un po' diverso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Problemi lettore Sony CDP-X77ES
Gent.mo sig. Lucio,
recentemente ho fatto revisionare dall'assistenza Sony il mio lettore CD che ogni tanto "saltava" e il cassettino faticava ad entrare e uscire. Ora il cassettino funziona perfettamente ma il lettore su TUTTI I MIEI CD salta continuamente sulle prime 1/5 traccie, anzi a volte si blocca e torna indietro. Poi LEGGE PERFETTAMENTE tutte le traccie successive. La lente è pulitissima. Tengo a precisare che tutti i miei cd sono tenuti con cura e non graffiati. A mio avviso è un sintomo preciso di qualcosa ma non so cosa. Purtroppo l'assistenza Sony afferma che da loro funziona perfettamente. Il costo della "revisione" non è stato indifferente ma mi trovo in difficoltà a risolvere il problema. Lei mi può aiutare?
Grato di una risposta, cordiali saluti
Ferdinando - E-mail: ferdinando.longhi (at) yahoo.it

LC
Caro Ferdinando,
il comportamento del tuo lettore CD è tutt'altro che normale e l'assistenza non può trincerarsi dietro a un evasivo “da noi è tutto OK”. Non hai possibilità di recarti da loro coi tuoi CD e mostrare il difetto? In caso contrario, rivolgiti ad altri riparatori, che tu possa raggiungere facilmente, per verificare il comportamento del lettore davanti al tecnico. È possibile che qualcosa nella logica di lettura della macchina sia non perfettamente in ordine, talvolta è sufficiente un condensatore leggermente fuori specifiche per generare ogni genere di errore random. Nel tuo caso l'errore sembra addirittura essere costante, sempre e con tutti i dischi, quindi un tecnico degno di questo nome non dovrebbe far fatica a isolare il problema, eventualmente sostituendo la meccanica di lettura ex-novo. Quella che monta di serie è una Sony KSS 281A che non è facile da trovare ma non del tutto impossibile. Nel caso, prima di farla sostituire, visto che è costosa, chiederei un preventivo e una sorta di garanzia post-intervento. Non pagare e non ritirare il lettore senza averlo prima provato a lungo coi tuoi dischi davanti al tecnico.
Se il problema dovesse verificarsi solo in casa tua, bisognerebbe cercare di capire in quali condizioni ambientali stia lavorando l'impianto (rete elettrica, umidità etc.).
Tienimi aggiornato,
Lucio Cadeddu

Nuovo vecchio ampli
Buongiorno direttore,
Attualmente ho una configurazione come segue:

Stavo valutando un upgrade dell'amplificatore e mi era caduto l'occhio su alcuni usati (in ordine di costo): Protom AM 455, Rotel RA980BX e (però fuori budget) Audio Analogue Puccini (non SE). Avrebbe una indicazione di massima su come questi si abbinino alle altre unità?
Ascolto in sala relativamente piccola e assorbente a volumi generalmente moderati ma non bassi.
Grazie,
Paolo - E-mail: paolo.imc (at) gmail.com

LC
Caro Paolo,
conosco bene le tue Dynaudio Audience 42, e meritano senz'altro qualcosa di meglio del pur onestissimo Arcam Alpha 5. In particolare, ritengo che traggano benefico da un amplificatore vivace in gamma medio-alta, come potrebbe essere sia il Proton AM 455 che il Rotel RA980BX, mentre trovo meno adeguato il Puccini. Tra i primi due opterei per il Rotel, per almeno un paio di ragioni pratiche: è un marchio ancora vivo e vegeto, al contrario di Proton, pertanto un'eventuale riparazione dovrebbe essere più semplice. Inoltre, anche la sua rivendibilità futura sarebbe nettamente più facile. Tra qualche anno nessuno si ricorderà più di Proton, mentre Rotel è un marchio che qualunque appassionato conosce e ricorda bene. A occhio il Rotel dovrebbe costare di più del Proton, ma se il prezzo è simile non avrei dubbi a scegliere il primo dei due. Il Proton potrebbe rientrare in gioco se il prezzo d'acquisto fosse molto, molto più basso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Idea malsana coi Fosi V3
Buongiorno Direttore,
seguendo il tuo consiglio ho preso un V3 stereo con cui mi trovo alla grande. Ora mi è venuta una nuova perversione. Vorrei prendere un secondo V3 e con un cavo a Y collegare i due canali in ingresso ad un canale sorgente, d50s che ha la regolazione del volume. In uscita collegherei il canale di potenza del V3 ai medio alti e il destro ai medio bassi avendo le casse predisposte per il bi wiring. E poi ripeterei lo schema sull'altro canale. Perché? Dalle prove, il V3 stereo suona meglio del V3 mono, costa la metà e ultimo e non meno importante, uno l'ho già.
Grazie del tuo lavoro.
Saluti,
Jacopo - E-mail: jdotti (at) hotmail.com

LC
Caro Jacopo,
credo che non ne valga la pena, in tutta sincerità. Dubito che la potenza in più ti serva, anche perché non credo tu utilizzi tutta quella a disposizione del singolo V3 integrato. Non so chi abbia scritto che il V3 integrato suoni meglio del V3 Mono, perché non è così, e comunque sono due apparecchi diversi: i finali mono hanno potenza praticamente doppia rispetto all'integrato. In più, nella tua strana configurazione dovresti tenere il volume dei due V3 al massimo, ma i due potenziometri resterebbero ancora nel percorso del segnale, il che non è mai una buona idea. Se proprio volessi provare, meglio vendere il V3 integrato e acquistare la coppia di V3 mono. Avresti una potenza al di là di ogni utilizzo ragionevole e un percorso del segnale più pulito, non essendoci il potenziometro del volume.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Cari Lucio e Paolo,
accantonata che ebbi l'idea di inserire la scheda ICEPOWER 125ASX2 nello chassis del Cambridge Audio per sfruttarne la sezione pre, ho continuato comunque a pensare a un progetto simile ma in maniera pressoché astratta. Finché mi capita una recensione dell'integrato Billie Amp MKII della Heaven 11 Audio, che contiene al suo interno proprio una scheda ICEPOWER, la 200AS2, più un preamplificatore a valvole e tante, tante feat da integrato. Il costo è di poco inferiore a quello dell'Amphion Amp700 ma comunque oltre il mio budget. La recensione era entusiastica, allora ne cerco altre e tutte concordano che il Billie è un best-buy per caratteristiche e rapporto Q/P. Come si evince dalla mia precedente mail, ho il pallino del fai da te (mansardarodopolavorista), la scheda costa 160€ sul sito di Audiophonics, chassis, frontale e retro e qualche accessorio li ho già da acquisti multipli precedenti (che non si sa mai), ho nel cassetto il TLP "Tube Line Pre", invero un buffer (ma credo lo sia anche il u-follower del Billie) Nirvana Upgrade della AKSA, comprato poco tempo fa -nel 2002- dopo avere conosciuto Aspen Amps grazie alla recensione qui su TNT...
Insomma dove vado a parare è abbastanza chiaro. Allego un paio di foto dell'accrocchio, che grazie al guizzo di un amico porta il nome "Billie the Kid", gli interni sono un po' grezzi per i miei gusti ma non per i miei standard, sto migliorando, è un finale e non un integrato e ne sono molto soddisfatto anche se ho fatto esattamente come Amphion...dovrei venderlo a 4000€ ;-) ammesso che il connubio termoionico-chip sia azzeccato.
Ciao,
Salvatore - E-mail: s.lamberti (at) jtore.com

[BTK]
[BTK]

LC
Caro Salvatore,
complimenti per la realizzazione! Ho visto apparecchi commerciali realizzati decisamente peggio! :-) Il Tube Line Pre della TLP ha un guadagno notevole, dichiarato in 23.5 dB e un'uscita massima di 18V, quindi è un pre vero e proprio. Non ho idea di come possa suonare l'accoppiata tra questo stadio e i moduli IcePower, ma non c'è ragione per la quale non dovrebbe funzionare bene. In generale sono restio a sporcare la pulizia e la trasparenza di un buon modulo in Classe D con la distorsione (inevitabile!) della valvola, ma mi sforzo di capire la necessità, forse più psicologica che reale, di addolcire il suono degli IcePower che, però, a mio parere, devono restare così come sono stati progettati. Fossi in te proverei con e senza valvola, e vediamo che succede.
Quanto alla politica di Amphion, ho già abbondantemente scritto in merito: il prezzo è eccessivo - anzi completamente ingiustificato - per un semplice modulo IcePower messo dentro un contenitore da rack pro.
Grazie per il feedback, ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Un po' di jazz, dal nuovo album di Matt Ott, intitolato The Landscape Listens. Questo disco è splendido e pure ben registrato! Matt Otto è professore associato di studi jazz presso la Kansas University. Questo brano apre l'album e si intitola Shyest Sea.

Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.

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