Consulenza HiFi - Lettere alla Redazione di TNT-Audio

Settimana 25/1/2025 - 1/2/2025

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  1. Anomalia e test
  2. Incompatibilità Topping PA5 II plus e preamp a valvole
  3. Riparazioni HiFi
  4. ZeroZone e nipoti
  5. Upgrade impianto stereo
  6. Consigli per diffusori
  7. Diffusori KEF R5
  8. Info upgrade analogico
  9. Consiglio SACD
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Anomalia e test
Buonasera,
questa volta torno a scriverle per condividere con lei il comportamento anomalo del mio impianto, costituito da un amplificatore integrato McIntosh MA5200, piatto Michell Gyro SE e diffusori Klipsch Heresy. In questi ultimi giorni, il canale sinistro ha cominciato a funzionare ad intermittenza. In particolare, nel mezzo della riproduzione il diffusore sinistro smette di suonare ed il relativo VU Meter sull'amplificatore resta fermo sullo zero.
Ho provato a fare alcuni semplici test per cercare di comprendere da quale componente il malfunzionamento fosse generato. Quello che ho riscontrato (riprovandolo svariate volte, anche a distanza di giorni) è che, quando si manifesta il problema (i.e. assenza di segnale sul canale sinistro), se stacco il connettore RCA dall'ingresso destro, il canale sinistro torna sistematicamente a suonare. In sintesi:

  1. Con connettori inseriti sugli ingressi L e R, il canale L smette improvvisamente di suonare (VU Meter a zero) o comunque suona ad intermittenza (riparte, si riferma, etc.).
  2. Disinserendo il connettore Rosso da R, e mantenendo il solo connettore Nero connesso all'ingresso L, il canale L torna regolarmente a suonare (?).
  3. Coerentemente, con il solo connettore RCA Rosso connesso all'ingresso R (e connettore Nero disinserito da L), suona correttamente il solo canale R.
Ho inoltre testato la seguente combinazione: Speravo il problema fosse ascrivibile a contatti ossidati o cavi mal inseriti, e che dunque fosse per me possibile risolverlo autonomamente...mi sembra invece di poter dire che il problema sia nell'amplificatore, ma non riesco, viste le mie scarse competenze, a capirne la natura.
Una sua opinione, sulla base delle limitate informazioni, sarebbe gradita, quanto meno al fine di identificare il giusto componente da portare in riparazione! Ma anche per provare a capire la natura del malfunzionamento.
Grazie per un suo cortese riscontro.
Marco - E-mail: m_moriero (at) libero.it

LC
Caro Marco,
il fenomeno è bizzarro, e secondo me dipende dalla morsettiera dell'amplificatore. È possibile che non gradisca, per semplici ragioni meccaniche, la presenza di due connettori simultaneamente. Infatti, i canali destro e sinistro funzionano senza problemi se alimentati singolarmente. Vedo che hai solo il giradischi, quindi immagino il problema sia riferito al solo ingresso phono. Per questo motivo ti chiederei di fare tre ulteriori prove. Collega un'altra sorgente a un ingresso linea qualunque, basta che ti procuri un cavetto mini-jack da una parte, per connetterlo all'uscita cuffia del telefono, del tablet o del PC, e due RCA dall'altra. Se la mia ipotesi fosse corretta, non dovresti ritrovarti con lo stesso problema. Seconda prova: procurati un pre fono - anche uno qualunque da 10 euro che trovi su Amazon - e collegaci il giradischi. Collega poi il pre fono a un qualunque ingresso linea dell'amplificatore e vediamo che succede. Terzo test: sostituire il cavo di segnale del giradischi. Queste tre prove dovrebbero identificare senza incertezza la fonte del problema. Come scritto sopra, penso si tratti di un problema meccanico alla morsettiera ingressi dell'amplificatore e se così fosse si risolve facilmente.
Non mancare di tenermi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Incompatibilità Topping PA5 II plus e preamp a valvole
Ciao Lucio.
Ti scrivo per l'ennesima volta poiché mi trovo a fronteggiare una situazione apparentemente strana. Pur avendo 2 schede Icepower (50 e 125), ho acquistato il Topping PA5 II plus, allettato sia dall'eccellente recensione su Audiosciencereview che dal prezzo modico. Riguardo questo sito mi limito a osservare che sono davvero tanti i componenti “budget/affordable” recensiti in termini molto lusinghieri e con le relative classifiche, ma che il suo titolare, Amirm, si limita a pubblicare le sue “crude” misurazioni relative al tasso di distorsione, alla separazione dei canali e altri dati tecnici, senza fornire alcun giudizio personale sul suono (risoluzione, separazione tra gli strumenti, armoniche, ecc.) il che, da un lato, lo considero una dimostrazione di onestà intellettuale (nel senso di neutralità ossia che il giudizio spetta a ciascun ascoltatore), ma, che dall'altro non mi convince pienamente in quanto, a mio parere (e non solo), a misure pressocché perfette non corrisponde sempre un suono alla pari.
Al momento ho tre preamplificatori: il Tisbury Audio e 2 valvolari. L'abbinamento tra il Topping - che è un integrato (per modo di dire, visto che si tratta d'un mero controllo di volume) ed è accreditato come totalmente bilanciato, con ingressi TSR, anche se è dotato dell'ingresso rca - e il Tisbury è ok. Il tutto suona molto bene; il Topping è davvero “silenziosissimo” ed è dotato d'una ottima risoluzione, anche se avverto una certa esilità sui bassi. Il problema s'è posto quando lo ho collegato ad uno degli altri 2 pre.
Mentre l'abbinamento con l'Eastern Minimax (recensito lusinghieramente vari anni fa su TNT-Audio e che probabilmente venderò, sia perché è del tutto intonso e più recente sia in quanto è sostanzialmente un doppione dell'altro) è anch'esso ok, l'altro, che prediligo - uno storico Red Rose Rv 23, revisionato e “ricappato” - va sistematicamente in distorsione, quale che sia il volume che setto sia del Topping che del Rose; questo, invece, suona piuttosto bene con i 2 Icepower, anche se l'accoppiamento non è felicissimo, vista la bassissima impedenza d'ingresso degli Icepower. Ciò accade sia con i vinili, che con i cd e i files liquidi. Ho fatto tutte le prove possibili: ho cambiato cavi, valvole - sia al preamp che al prefono, anch'esso valvolare - ingressi del preamp, spruzzato deossidante sull'attenuatore, ripulito gli ingressi di linea del preamp e del prephono, provato entrambi gli ingressi del Topping e altri tentativi sui quali non mi dilungo, ma il Rose provoca sempre una distorsione udibile anche a volume moderato. A questo punto, ti chiedo se secondo te si tratta, come credo, d'un problema d'incompatibilità tra i valori elettrici del Topping e del Rose, poiché non riesco a pensare ad altre cause.
Un'ultima richiesta. Ho un dac Yulong Sabre DA8. Tra i tuoi ultimi post ricordo che hai parlato benissimo d'un dac dotato dell'ultimo chip Sabre (non ricordo il modello, né il dac, ma credo che sia lo stesso in forza al Topping D90 III e credo anche allo SMSL SU-10, posti da Audiosciencereview al top della classifica). Pensi che acquistandolo avrei un significativo miglioramento oppure, come credo, la spesa non varrebbe la pena, visto che, come tanti, ritengo anche io che le differenze tra i dac dai prezzi non distanti tra loro siano scarsamente significative, se non inapprezzabili?
Un abbraccio.
Fabio - E-mail: fabiofa2 (at) alice.it

LC
Caro Fabio,
anche tu alle prese con un problema bizzarro! La prima cosa che ti chiederei di fare è di mettere il volume del Topping al massimo e quello del Red Rose al minimo, e vediamo che succede. Se anche così dovesse esserci distorsione, evidentemente il pre Red Rose non gradisce vedere l'impedenza di un potenziometro (quello del volume del Topping) alle sue uscite. Prova ne sia il fatto che con i finali IcePower, sprovvisti di potenziometro di volume, il fattaccio non si verifica. Esegui il test descritto e riferisci.
Per quanto riguarda la sostituzione del DAC...lascerei perdere, a meno di non investirci cifre diverse. Le differenze tra DAC di pari costo sono spesso elusive e percepibili solo in impianto di livello elevatissimo. E questo ci porta inevitabilmente all'altra parte della tua missiva, ovvero i test di AudioScienceReview. Amir è tecnico capace, serio e scrupoloso ma si dimentica di dire che certe differenze alle misure sono assolutamente e scientificamente inudibili all'orecchio umano. Ad esempio, è noto che differenze di 1dB sono percepibili, e a certe frequenze, solo ad ascoltatori esperti. Se ti vuoi divertire e testarti,
qui c'è un test online in doppio cieco per verificare l'udibilità di differenze di ±1dB a 440Hz. Io il test l'ho fatto e l'ho superato sia a 1dB che a 0.5, dopo un po' di allenamento e con grande concentrazione. Più sotto di così non riesco a fare molto meglio della distribuzione casuale. Frazioni di dB, come quelle che vengono fuori dalle misure, specie in zone dove la sensibilità dell'orecchio umano è bassissima (basse frequenze o altissime frequenze) sono praticamente inudibili. In sostanza è inutile misurarle. Per i DAC, che talvolta superano persino le specifiche dei suoi stessi strumenti di misura (!!!) la cosa è ancora più evidente. In pratica, sta misurando parametri che l'orecchio umano non può discernere (es. livelli di rumore sotto di oltre 120dB rispetto al segnale!). Di conseguenza, scegliere un prodotto in base a queste misure è del tutto inutile, talvolta persino fuorviante. Qual è l'alternativa “scientifica”? Non c'è. Si ammette che, forse, è sufficiente ascoltare e sceglier in base a ciò che sentiamo. Troppo soggettivo? Certamente. Domanda finale: perché Amir si accanisce tanto con le misure e non si esprime mai su come suona un componente? È semplice: andrebbe in contraddizione con il suo credo. E aggiungo: misurare è facile, lo fanno gli strumenti, mentre ascoltare è difficilissimo: richiede esperienza, conoscenza del suono degli strumenti reali, e un set up (stanza compresa) di alto livello. Hai notato quanti recensori di YouTube si limitano ad aprire le confezioni, descrivere il funzionamento dell'apparecchio e poco altro? Se devono parlare del suono, spesso si limitano a dire che “va bene”. Altre volte si allargano un po' troppo e prendono cantonate. Altre volte ancora, pur di attrarre proseliti, dicono il contrario di ciò che hanno scritto altri (es. “le Lonpoo LP42 fanno schifo!” e via di like e follower idioti). Sai, è un mondo semplice, basta seguire il cash flow e non si sbaglia.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Riparazioni HiFi
Gentile Direttore,
giunto alla soglia dei 56 anni mi considero un audiofilo tradizionalista, affezionato e non dedito alla smania della sostituzione dei componenti. Infatti la mia catena audio è rimasta immutata all'incirca dalla prima metà degli anni '90. Essa è composta da un CD Micromega Optic, da un amplificatore Kelvin Labs Integrated da 20 watts in classe A e da una coppia di casse Royd Audio modello Apex a linea di trasmissione. Sono sempre stato soddisfatto dal suono del mio impianto fino a quando, poco prima di Natale, improvvisamente mentre lo ascoltavo ho sentito un rumore elettrico provenire da entrambi i diffusori. Dopo qualche prova risultava evidente che fosse un problema all'amplificatore. Ho portato quindi il suddetto amplificatore presso un generico centro assistenza tecnica per Hi-Fi e vintage della mia città (Napoli) per effettuare un controllo e una riparazione. Subito dopo le feste mi richiamano per dirmi di andare a ritirare l'amplificatore e che la riparazione era costata 90€. Vado a ritirare l'amplificatore e il tecnico mi fa vedere l'interno dell'amplificatore, che era ancora aperto, indicandomi con la punta del cacciavite i vari componenti che aveva sostituito (principalmente indica qualche condensatore e qualche resistenza). Mentre mi indicava i componenti sostituti toccandoli con la punta del cacciavite, mi accorgevo che uno di questi traballava! Era evidentemente dissaldato! Un po' perplesso gli chiedo di ricontrollare le saldature al di sotto della scheda madre, perché evidentemente qualcuna era stata fatta male. Lui conviene con me, mi dice di attendere una decina di minuti, dopodiché mi riconsegna l'amplificatore dicendo che era tutto a posto. Chiedo se lo avesse provato e lui mi risponde che non era necessario. Quando sono tornato a casa e ho rimontato l'amplificatore, mi accorgo che dall'amplificatore stesso proveniva un ronzio elettrico che prima non c'era mai stato. Sono rimasto abbastanza deluso, perché la modalità con cui tutto ciò accaduto denotava solo superficialità e forse incompetenza da parte dell'operatore.
Ora capisco che forse la mia richiesta potrebbe essere un po' strana, ma la preghiera che le rivolgo è se saprebbe consigliarmi un laboratorio tecnico di riparazione Hi-Fi nella mia città al quale mi possa affidare con serenità. Sono innamorato del mio piccolo impianto, che ascolto in un piccolo ambiente, e vorrei conservarlo così com'è, anche per motivi affettivi, perché fu il frutto di tanti risparmi e sacrifici che feci quando, ancora ragazzo, ottenni il mio primo lavoro.
La ringrazio per la risposta che vorrà dare a questo irrituale quesito e le faccio i miei complimenti per la sua splendida rivista online che seguo da tanti anni.
Un cordiale saluto.
Paolo - E-mail: topomoto69 (at) hotmail.com

LC
Caro Paolo,
posto che talvolta è buona cosa fare un piccolo sforzo e spedire gli apparecchi da riparare anche fuori dalla propria città, credo che a Napoli ti possa affidare a uno di questi due laboratori d'assistenza:
Riparazioni Vintage e Stereo Service, spero che il riparatore che ha lavorato nel modo che hai descritto non sia uno di questi due :-)
Almeno uno di questi citati rilascia una garanzia di sei mesi sulla riparazione, che mi sembra un segno di serietà e di professionalità non trascurabili. È comunque buona norma chiedere quali componenti siano stati sostituiti e con quali ricambi, perché il suono di un apparecchio HiFi è dato anche dalla tipologia di componentistica passiva utilizzata. Talvolta, per esempio, sostituire i componenti con altri “migliori” altera l'equilibrio generale dell'apparecchio o del diffusore. Il tuo Kelvin Labs merita senz'altro di essere riportato alla sua piena operatività originale.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

ZeroZone e nipoti
Caro Lucio buongiorno, ogni tanto ti scrivo per qualche info o consiglio: ho controllato e ciò avviene ogni 3-4 anni....stamani controllando la mia clessidra pluriennale dedicata a cadenzare le mie richieste su TNT, mi sono reso conto che era arrivato il momento per poterti di nuovo disturbare! ed eccomi qui per un consiglio per un acquisto per mio nipote.
In una stanza ben suonante, circa 16 mq, è sistemato un impianto con Canton Karat m30dc, Myryad mi120 e sorgente dac e streamer Pioneer N50: impianto devo dire ben assortito e ben suonante. Volendo giocare con l'impianto, mi ha chiesto cosa poter provare (facciamo anche acquisti insieme per puro divertimento): avendo letto la tua recensione sugli
ZeroZone, subito gli ho prospettato l'accoppiata cinese con il pre Tisbury da te recensito. Finali ordinati ed arrivati: provati prima con la sezione pre del Myryad: buona dinamica, suono chiaro ed aperto, ma confuso nei passaggi più complessi. Ho portato il Linn Kairn come pre: tutto molto più ampio, articolato e piacevole: con la musica classica invece, ancora qualche impastamento. Abbiamo poi montato a monte del pre il mio Nad 51 come DAC: il suono complessivo ha preso davvero il volo! Finezza, controllo degli altoparlanti, chiarezza assoluta sia a basso volume che a volume da arresto! I finali da te indicati davvero possono stare su impianti di alto, ma davvero alto livello.
Veniamo dunque al quesito "pluriennale": fatti salvi al momento gli speaker (Canton) ed i finali, cosa consiglieresti come pre e/o come pre/dac/streamer? Budget max 800 euro (includendo la vendita degli apparecchi attuali), anche nell'usato. Tisbury (ahimè senza telecomando) + Dac/Streamer? e se sì, quale DAC? Oppure apparecchi all-in-one come il Cambridge CXN v2 o cos'altro? Il Cambridge mi sembra un'ottima macchina (conosco bene l'ampli + Dac CXA61) ho solo il dubbio della mancanza di una vera sezione pre, che da mia esperienza, ha un impatto importante nel dipanare passaggi complessi.
Grazie per il consiglio e, battute a parte, a mio avviso sei davvero una guida per gli amanti dell'audio fedele. Tante buone cose.
Raffaele - E-mail: raffaele.fierro (at) gmail.com

[ZeroZone IRS 2092]

LC
Caro Raffaele,
come hai visto gli ZeroZone hanno margini molto ampi, limitati spesso dalla qualità del pre e delle sorgenti a monte di essi. Un buon compromesso, visto il costo del tutto, è proprio il pre Tisbury che è scomodo da usare ma suona molto bene per quel che costa. Potresti in alternativa valutare un buon DAC con sezione pre, anche minimale. Ce ne sono tanti in commercio, a partire dai vari NuPrime, alcuni anche ben recensiti qui su TNT-Audio. Qualora volessi anche la sezione streamer allora il Cambridge che hai citato va benissimo, oppure qualche Cocktail Audio. Certo, la cifra a disposizione chiede di ripiegare quasi obbligatoriamente su un usato recente. Vedi cosa ti riesce di trovare e, se vuoi, sentiamoci di nuovo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade impianto stereo
Egregio Direttore, Le ho già scritto in precedenza, ma questa volta le prometto che sarà l'ultima e che non la disturberò più in futuro. Ho un impianto stereo così composto:

Ho un cruccio: il giradischi ha un valore affettivo enorme; lo so che non è il top, ma secondo lei è proprio scarso? Crede che negli altri componenti ce ne sia qualcuno da sostituire in quanto non all'altezza di una "fascia dignitosa"? Lei mi aveva consigliato come diffusori le KLIPSCH RF7 in quanto ascolto prevalentemente rock. Le volevo chiedere: in sostituzione delle RF7, le RF5 potrebbero andar bene comunque? Mi saprebbe dire gentilmente qualche altro modello che si avvicina alle RF7 e RF5? Ho notato che tutti gli altri modelli successivi sono stati prodotti in Cina e non in America.
La ringrazio infinitamente per la disponibilità e La saluto.
Pasquale - E-mail: pasquale.gelso (at) hotmail.it

LC
Caro Pasquale,
puoi “disturbarmi” tutte le volte che sarà necessario, nessun problema, rispondo sempre a tutti. Il tuo giradischi va benissimo in questo impianto, tieni conto che potrai sempre migliorarlo con una testina di qualità migliore, visto che questo è l'elemento che più influenza il suono di un giradischi, specie di questo livello. Il resto dell'impianto va benissimo, sia lettore CD che amplificatore sono più che dignitosi. Per quanto riguarda i diffusori: liberati dal vincolo del dove sono realizzati, perché ormai la stragrande maggioranza dei diffusori in commercio sono realizzati in Cina. Ti volessi limitare a quelli realizzati in Europa o negli USA la tua scelta si restringerebbe moltissimo e sarebbe confinata a prodotti di costo molto, molto elevato. Le Klipsch RF5 andranno benissimo, ma non disdegnare l'usato recente, si possono fare ottimi acquisti. Il suono Klipsch è difficilmente assimilabile a quello di altri costruttori, non perché sia migliore in qualche senso ma soltanto perché ha un'impostazione timbrica abbastanza precisa e peculiare. Prima di acquistare, perciò, sarebbe meglio ascoltarli.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consigli per diffusori
Caro direttore, le scrivo per un consiglio riguardo diffusori eventualmente da cambiare. Il mio impianto è così composto:

Stanza sui 20 mq. con muri molto spessi vecchie case del dopo guerra e non da particolari problemi di acustica anzi, ascolto maggiormente musica black, jazz, blues, soul, reggae etc. ma anche musica rock di tutte le annate. In linea di massima sono soddisfatto del risultato finale poiché secondo le mie orecchie il tutto suona molto equilibrato e mai stancante anche a medio/alto volume. Questa accoppiata ampli/casse risulta molto musicale (mi passi il termine) ma anche un suono un po' troppo "timido". Ora le Linn sono una cassa chiusa con 87dB e danno sempre l'impressione che non basti mai la corrente ed hanno una scena musicale un po' bassa. Insomma per concludere ambirei ad un un suono come quello che ho ma in generale un po' più corposo ed un basso un po' più presente ed avvolgente però non vorrei stravolgere il buon equilibrio raggiunto. Non so se giusto ma pensavo ad un upgrade riguardante i diffusori a cui sono per altro molto affezionato però mi manca quel qualcosa in più non so se sono riuscito a spiegarmi. Nel negozio della mia città mi hanno fatto sentire senza impegno delle Focal Vestia ma erano pilotate da elettroniche Naim non male.
La ringrazio per la pazienza e sarei ben felice di un suo prezioso consiglio.
Roberto - E-mail: roberto.virgili (at) yahoo.it

LC
Caro Roberto,
mi sembra di capire che desideri un suono più coinvolgente e pieno in basso. Tieni conto che le Keilidh vanno messe a ridosso della parete posteriore, in modo da rinforzare un po' la gamma bassa e medio-bassa, come era tradizione tra i costruttori britannici di quel periodo. Se le tieni lontane dalla parete posteriore è normale che il basso lo senti poco presente. Nel caso, prova ad addossarle alla parete e vediamo che succede. Un po' di corpo e dinamica in più lo dovresti guadagnare, senza stravolgere l'equilibrio cui sei abituato, con delle Linn Kaber LS500 (seconda serie), ad esempio. Si trovano usate per cifre modeste (meno di 1000€) e suonano ancora molto bene. Sono anche un bel po' più alte (90 cm + supporti in granito) delle Keilidh, che sono appena 83 cm, quindi l'immagine sonora sarebbe ben più ampia e alta. Naturalmente anche queste sono da posizionare a ridosso della parete posteriore. L'impostazione sonora delle Focal che hai ascoltato è molto diversa da quella Linn di quegli anni. Vedi se ti riesce di ascoltare delle Kaber correttamente posizionate, potrebbero essere la soluzione ottimale.
In alternativa, prova a fissare un budget preciso e vediamo cos'altro potresti valutare. Le
Indiana Line Diva 6 che abbiamo recensito questa settimana, ad esempio, potrebbero essere da prendere in serissima considerazione.
Spero di esserti stato utile, tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Diffusori KEF R5
Caro direttore,
il mio impianto è composto da:

Ascolto musica con Mac Book da Qobuz con Audionirvana. L'ambiente è un soggiorno cucina di 27mq con lati uguali, il soffitto è in legno. Qualche anno fa le avevo scritto chiedendo se valeva la pena acquistare dei nuovi diffusori. Avrei trovato nell’usato delle Kef R5. Con questi diffusori farei un miglioramento significativo? Ringrazio anticipatamente per l’attenzione...
Un caro saluto,
Marco - E-mail: marcologaglio (at) icloud.com

LC
Caro Marco,
con tutta la stima che posso avere per la serie Debut di Elac, direi che le KEF R5 appartengano a ben altra categoria. Hai avuto modo di ascoltarle in condizioni controllabili? In generale, direi che 27 mq meritano e possono gestire tranquillamente diffusori anche più impegnativi, come emissione in gamma bassa e ingombri. Le KEF R5 hanno una gamma bassa importante, sia per quantità che per estensione. Questo è un fatto da tener presente in funzione dell'ambiente e dell'installazione. I lati uguali della tua stanza mi fanno pensare che sia quadrata, il che non è MAI una buona cosa, specie in gamma bassa. Hai libertà di posizionamento? Le pareti posteriore e laterali sono vicine ai diffusori? In questo caso, un diffusore generoso in basso, per di più in una stanza quadrata, potrebbe creare non pochi problemi in termini di risonanze, rimbombi, rigonfiamenti vari. Si tratta di valutare l'ambiente e provare.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Info upgrade analogico
Carissimo direttore,
prima di tutto buon 2025. Gli anni passano, gli impianti invecchiano (e non solo loro...), ma solo TNT-Audio migliora come un buon vino. Le recensioni sono sempre di alto livello e la direzione presa ormai da diversi anni, ovvero la ricerca della qualità accessibile a tanti (se non a tutti) a mio avviso è di grande interesse per noi appassionati. Basta coi complimenti, vengo al punto. Il mio piccolo impianto è così costituito:

Ascolto un po' di tutto (rock jazz classica) a volumi moderati perché abito in un condominio, ogni tanto sgaso ma di solito mi contengo. L'impianto è forzatamente senza pretese ma secondo me piuttosto equilibrato e ben suonante, in rapporto ai componenti questo è ovvio, nel complesso mi ritengo abbastanza soddisfatto. Dopo questo preambolo passo alla domanda secca: ha senso sostituire il giradischi con qualcosa di meglio (pensavo ad un Rega Planar 3 ma anche al 2, diciamo che quella è la fascia di prezzo). Parliamoci chiaro: il mio attuale giradischi è poca roba, un vecchio apparecchio di fascia medio bassa. Mobile e braccio sono davvero scadenti. Dalla sua ha la testina, che vorrei mantenere, e i cavi di segnale che furono sostituiti con dei Classè (vado a memoria, le scritte ormai non si leggono più). Se ne valesse la pena potrei accantonarlo senza pensarci due volte.
Secondo te qual è la cifra minima per ottenere un miglioramento significativo? Nella fascia 500-1000 c'è di meglio rispetto ai Rega? Non ho voglia né tempo di cercare apparecchi usati.
Non mi dilungo oltre, spero di averti dato tutti gli elementi del problema, mi auguro di ricevere un tuo parere in merito.
Saluti,
Antonio - E-mail: antxsini (at) gmail.com

LC
Caro Antonio,
grazie per le belle parole sul nostro operato e per seguirci fedelmente da tanto tempo. L'idea di cambiare il giradischi, tenendo la bella testina e il buon pre fono, mi trova sostanzialmente d'accordo. Il Rega Planar 3 è una certezza: ben suonante, solido, facile da regolare e installare e affidabile. Persino facilmente rivendibile. Il nuovo braccio RB330, tra l'altro, dovrebbe essere perfettamente a suo agio con la tua testina Denon. Il giradischi monta già cavi specifici a bassa capacità con connettori Neutrik, lascerei questi, perché potrebbero essere l'interfaccia più azzeccata. Aggiungi il fatto che il P3 è upgradabile con l'alimentatore esterno Rega e con qualche altro accessorio. In pratica, ti consente di giocare ancora un po' anche nel futuro prossimo, dovessi aver voglia di ulteriori upgrade. Naturalmente, non aspettarti miracoli, ma qualcosa dovrebbe cambiare in maniera percettibile: il basso, la dinamica e persino l'immagine.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio SACD
Buongiorno direttore,
Sono un assiduo Lettore della vostra rivista, sempre interessante che fornisce utili consigli per ascoltare musica senza svenarsi. Mi rivolgo a voi per l'acquisto di Lettore SACD, in quanto quello che avevo mi ha abbandonato la cifra massima disponibile è €500,00. Ascolto quasi tutti i generi musicali classica, jazz, soul, rock in una stanza di mt 5 per mt 4 con l'impianto disposto sul lato più stretto. L'impianto è composto da pre ARC SP 8 a cui ho collegato 2 finali mono Fosi V3 (acquistati dopo aver letto la vostra
prova) e diffusori Magneplanar MG1. Per i SACD dalle ricerche effettuate avrei selezionato Pioneer PD 9 mk II, Denon 1500 ne, Sony UHP H1, Sony SCD XE 800, Sony ubp-x800m2; o qualsiasi altro che vogliate consigliarmi entro il mio budget.
Prediligo un suono non radiografante, ma che riproponga il giusto dettaglio, con corpo ed armonia, e che restituisca una scena ampia e profonda (mi scuso se non sono stato chiaro).
Spero di leggere presto la sua risposta e la ringrazio anticipatamente, inoltre la esorto nel continuare sempre così con la sua rivista e le faccio i migliori auguri per il nuovo anno.
Grazie,
Giuseppe - E-mail: gdhifi64 (at) gmail.com

LC
Caro Giuseppe,
per ragioni di reperibilità di ricambi (in particolare le ottiche di lettura) io eviterei attentamente i lettori SACD di 10 o 15 anni fa, come alcuni di quelli presenti nel tuo elenco. I più recenti mi pare siano il Sony UHP H1 e l'UBP-X800M2 cui potresti aggiungere il modello SONY UBP-X1100ES. Purtroppo con 500€ nel nuovo c'è pochissimo e l'usato è un grosso rischio. Provo a spiegarmi meglio: mentre per i lettori CD l'acquisto di un usato non recentissimo potrebbe essere meno rischioso, visto l'alto volume di prodotti venduti (e quindi di ricambi disponibili), per un SACD, prodotto di nicchia venduto in pochi esemplari, per via del fatto che il formato non è mai decollato veramente, il rischio di non riparabilità di un'unità laser, ottica o meccanica è molto, molto più alto. A questo punto, visto il budget e vista la scarsissima disponibilità di prodotti nuovi in quella fascia di prezzo, preoccuparsi della qualità sonora è forse un po' velleitario. Forse, se ti piaceva il suo suono, avresti fatto meglio a far riparare il tuo vecchio SACD player (se ancora riparabile).
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Gentile Direttore,
volevo condividere con lei e i lettori il mio recente approccio all'Hi-Fi e ricevere alcuni chiarimenti. Dopo aver provato per un po' di tempo una cuffia Bose QuietComfort 35, nettamente superiore a quella che usavo da tempo, mi è tornata la voglia di ascoltare la musica come si deve. Ho ascoltato la Bose col mio smartphone Android, utilizzando Foobar2000 come lettore audio e Wavelet per equalizzarne la curva di risposta, con la correzione specifica, che ne ha migliorato il timbro rendendolo più "brioso". Alla fine ho deciso di acquistare una Beyerdynamic DT 900 PRO X, cablata, aperta e circumaurale (è un piacere ascoltarla) e non una Bluetooth con l'ANC, perché queste le trovo affaticanti, sia per il calore sia per la sensazione di orecchie tappate; inoltre, l'ANC non mi serve. Tuttavia, le wireless sono più pratiche, così, quando voglio, "trasformo" la DT 900 in Bluetooth collegandola al ricevitore YMOO B06T1 (codec aptX-HD), piccolo e leggero che tengo in tasca, con un cavettino autocostruito. La DT 900 ha una bassa impedenza, quindi è facilmente pilotabile dal jack di uno smartphone, ma ho dubbi sulla qualità dell'uscita (com'è in generale?). Allora, eventualmente, potrei usare un'apposita app per inviare il segnale digitale direttamente all'uscita USB e collegare qui un buon dongle DAC-amplificatore per cuffie, come quello della Beyerdynamic stessa o il Fosi Audio DS1.
Riguardo alla riproduzione in cuffia, in generale, risolvo il problema dell'eccessiva separazione stereo, talvolta anche fisicamente fastidiosa per le mie orecchie, attivando il crossfeed Meier di Foobar, regolandolo secondo il caso, per renderla più simile a quella che si ha con i diffusori. Per quanto riguarda l'immagine, ho provato alcune tipologie di audio spaziale, a partire dal Dolby Atmos del mio smartphone, ma non mi hanno convinto. Così, quando sono stanco di ascoltare un'orchestra suonare nel cervello e voglio sentirla anche fisicamente, vado in mansarda dove ho "riesumato" e sistemato il mio vecchio impianto stereo, comprato 45 anni fa (sic!) col primo stipendio: diffusori ESB 70 LD (in buono stato), amplificatore Luxman L-3 (ancora bellissimo), giradischi Technics SL-3310 (non ricordo la testina) e cuffia STAX SR-40. Tuttavia, il giradischi non l'ho collegato, perché gli inevitabili rumori associati alla riproduzione dei dischi mi distraggono dalla musica.
In seguito, ho sostituito l'amplificatore, che presentava un problema, con un Aiyima A07 PRO, continuando a usare lo smartphone come sorgente, via Bluetooth (sempre con codec aptX-HD) oppure tramite jack. Non avendo un orecchio particolarmente allenato, ho messo a punto l'impianto cercando di avvicinarne la curva di risposta a quella ideale in ambiente della Bruel & Kjaer, usando lo smartphone con l'app Audio Tool e il microfono calibrato iMM9-6 della Dayton Audio, spostando le casse, agendo sui loro potenziometri e sull'equalizzatore. Ascoltando dei file audio di alta qualità, l'immagine stereofonica è abbastanza buona e, considerando i componenti (penso in particolare alle casse) e l'ambiente, sono soddisfatto. Durante queste prove, sono rimasto sorpreso dal fatto che, ascoltando il rumore rosa, si percepiscano chiaramente i difetti nella curva di risposta in frequenza e che, quando questa è lineare, il suono sembri "omogeneo". Inoltre, quando ascolto a volume basso, trovo indispensabile simulare il pulsante loudness, presente nel Luxman, con l'equalizzatore dello smartphone (il controllo dei bassi degli amplificatori in questo caso gonfia troppo le medio-basse): perché questo tasto è scomparso?
Una curiosità un po' fuori tema: in un ambiente troppo riverberante e risonante, come spesso accade in casa, non converrebbe posizionare i diffusori più vicini alle orecchie e distanti dalle pareti, con un'opportuna equalizzazione sulle basse frequenze, oppure impiegare dei modelli molto direttivi?
In conclusione, con la moderna elettronica si può implementare un impianto Hi-Fi abbastanza buono e a basso costo, ma le chiedo: quanto può avvicinarsi uno smartphone a un componente Hi-Fi tradizionale? Penso che, teoricamente, gli unici limiti potrebbero essere il bitrate del Bluetooth e la qualità dell'uscita jack.
Mi scuso per la lunghezza di questa lettera, ma ho fatto del mio meglio per riassumere le mie ultime esperienze da apprendista stregone e spero di leggere le sue competenti considerazioni e chiarimenti.
Con stima,
Stefano - E-mail: stefano.pacetti56 (at) gmail.com

LC
Caro Stefano,
vista la tua soddisfazione nell'ascolto con lo smartphone e le cuffie e anche col vecchio impianto, ho ritenuto meritassi un posto nella nostra sezione “audiofili felici”. Vengo ai tuoi quesiti: lo smartphone può essere una sorgente di buona qualità se si bypassa l'uscita cuffia, in genere scadente, con un DAC/ampli cuffia di tipo OTG, anche come quelli che hai segnalato tu. Il segnale digitale viene prelevato dalla USB del telefono ed è convertito e poi amplificato dall'accessorio esterno. La qualità della sezione amplificatrice è persino più importante di quella di conversione D/A. Eviterei invece la riproduzione di file compressi con perdita e il collegamento Bluetooth. Per quanto riguarda invece l'impianto tradizionale (sostituisci i diffusori appena puoi!), concordo con te che il tasto loudness stia (ri)diventando sempre più necessario, perché ascoltare a volume alto è proibitivo per la maggior parte degli appassionati. Molti amplificatori stanno tornando a implementare i controlli di tono che, usati sapientemente, simulano abbastanza bene il filtro loudness, si tratta in fondo di aumentare un po' i bassi e gli alti (più i primi e meno i secondi). Infine, purtroppo non c'è rimedio ai danni prodotti da un ambiente riverberante: i suoni riflessi arrivano comunque alle nostre orecchie, anche se posizioniamo i diffusori vicini al punto d'ascolto. Anzi, potenzialmente potrebbe persino essere peggio, per l'aumento del ritardo col quale giungono a noi i suoni riflessi dalle pareti.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Pubblicato anche il nuovo album del quartetto scozzese Mogway, dal titolo The Bad Fire. Consuete atmosfere post-rock ed elettroniche, in un'alternanza di chiari e scuri, come in questa God Gets You Back, una suite di quasi 7 minuti, basata sulla stratificazione successiva di tanti pattern sonori.

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