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I suggerimenti di TNT-Audio a confronto coi migliori

La saga di Mark:
l'ottava puntata dell'epica odissea nel controllo delle vibrazioni
[le_mie_scuse_a_DSOTM_dei_Pink_Floyd]
Strane piramidi per questa stramba mummia
[English version]

Prodotto 1: pietra pomice Canadese per piedi
Prodotto 2: pietra pomice Canadese per piedi
Prezzo approssimativo: 2 dollari Canadesi per confezione, sì, avete letto bene!
Prodotto 3: pezzi di tappo in sughero
Prezzo approssimativo: 1€ per confezione
Prodotto 4: coni di incenso
Prezzo approssimativo: 2 o 3€ per confezione
Prodotto 5: guarnizioni interne per rubinetti
Prezzo approssimativo: 3 € ogni tre
Fornitore: la locale farmacia-drogheria, i ferramenta, i negozi di bricolage, la vostra magione (le soffitte)
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Recensito nel Maggio 2006
Traduzione: Carlo Iaccarino

If we cannot be FREE, at least we can BE CHEAP

Frank Zappa

Il credo Giudaico-Cristiano prevede che l'intero universo sia stato creato in 6 giorni, ed il settimo giorno la divinità si è riposata. Il vostro umile scriba, essendo un semplice mortale, ha già impiegato 7 episodi solo per esplorare i benefici del controllo delle vibrazioni prima di creare alcunchè. Per cui, arrivati all'ottavo giorno... altri prodotti per l'isolamento dalle vibrazioni.

I produttori, indipendentemente dalla fascia di prezzo, stanno dando sempre più rilevanza al controllo delle vibrazioni, come riportato anche dal nostro Maarten van Casteren nel corso della sua visita alla Arcam: "col CD36 [2.300,00 Euro] molto tempo è stato dedicato ad ottimizzare lo smorzamento delle vibrazioni".

Nella parte 7 di questa saga ho recensito i prodotti che in questa serie di accessori sono quelli finora meno cari, i Point Disc della Polycrystal, da $2,95. Oggi andiamo al piano interrato, dove si trovano i veri affari.

Molti mesi fa venni contattato da un lettore Canadese di TNT, Yves Levasseur, che si chiedeva se avessi confrontato qualcuno dei prodotti 'budget' per il controllo delle vibrazioni con le soluzioni per l'autocostruzione suggerite nel nostro sito. Mi sono sentito piuttosto stupido nell'ammettere che l'idea non mi aveva minimamente sfiorato. Letto l'articolo sugli Stone Block, sono sceso al locale negozio di prodotti chimici all'angolo (o farmacia, o drogheria, come lo volete chiamare), solo per non trovare nulla che somigliasse a quanto descritto nell'eccellente articolo di Lucio Cadeddu e Mimmo Cacciapaglia.

"Oggi sono andato a far spese per te, ed ho trovato 2 diversi prodotti simili alla pietra pomice. Quello più leggero è quello che uso nel mio impianto; l'altro è un po' più pesante: non l'ho ancora provato, ma lo farò a breve. Te li mando entrambi. Quello pesante mi ha intrigato e l'ho acquisato a causa del tuo articolo sul polycrystal: essendo una pomice più densa / con meno aria mi ha fatto venire in mente il polycrystal denso.
A la prochaine,
Yves Levasseur"

Yves mi ha spedito i prodotti che ha comprato a Chicoutimi, in Quebec, rifiutando ogni rimborso. La comunità audio globale è sia amichevole che generosa. I prodotti sono stati intercettati da Heather: "perchè mai qualcuno ti spedisce dal Canada dei prodotti per la cura dei piedi?". Sono entrambi stati velocemente trasformati in Stone Block, versione Mk1 & Mk2.

I miei TNT-audio stoneblock Mk1 sono fatti di una schiuma blu rigida, ma friabile (forse un qualche tipo di poliestere?) e quelli Mk2 di un materiale composito grigio che racchiude granuli di diverse dimensioni.

Voi lettori dovreste oramai aver imparato che per le mie macchine da ripresa uso treppiedi, non quadripodi, e che anche i miei apparecchi audio si appoggiano su tre soli punti, salvo che utilizzi un prodotto per l'isolamento che sia cedevole, nel qual caso il numero migliore è quello che meglio smorza del tutto le vibrazioni. Gli Stone Block sono solidi, quindi tre punti andranno meglio di quattro. Ho anche notato che l'azione dei vari prodotti si diversifica in funzione del loro tipo e della loro posizione, nonchè dell'apparecchio che sostengono e della circostanza che il contatto con lo stesso avvenga mediante un singolo punto oppure una superficie più ampia. Gli Stone Block originali erano squadrati, ma io ho deciso di provarli conformandoli a triangolo, così da avere il modo di provarli sia in condizione "a testa in giù", che "a testa in sù", nel caso ciò possa condurre ad ulteriori differenze.

C'è differenza fra l'effetto del prodotto "a testa in giù/sù", e dipende dall'apparecchio che si sostiene. Oh, sì! Ecco un'altra variabile da aggiungere all'armamentario del bravo abarthizzatore per la vostra audio-paranoia. Voi lettori avete veramente bisogno di un'altra cosa di cui preoccuparvi nel sistemare l'impianto, e chi sono io per dispiacervi? La maggior parte di questi affari ha funzionato meglio "a testa in giù", con il lato piatto a contatto col telaio dell'apparecchio e la punta a contatto con la mensoletta; ma con altri è accaduto il contrario. Un posto classico dove funziona meglio il contatto con la punta è il dado di serraggio del trasformatore toroidale, mentre i trasformatori a lamierini vanno controcorrente, perchè sembra funzionare meglio il contatto con la parte piatta. Ho hum...questo scherzetto audio è sufficiente per coltivare un disordine ossessivo-compulsivo.

[cheap_thrills]
In senso orario, a partire da quelli blu
Spuma friabile abrasiva blu
Tipici piedini originali degli apparecchi (gomma e plastica da Rotel)
Piedini regolabili per mobiletti non audio
Punte d'appoggio e relative sedi filettate con passo M6 in acciaio temprato
Guarnizioni dure e morbide per rubinetti
Piedini quadrati da incollare sotto gli strumenti
Coni di incenso colorato, sotto-
Separatori di lastre di vetro autoadesivi in sughero e gomma

Mensole

In passato ho provato molte mensole, sia per tavolini che per supporti a muro, ma anche dei supporti presi dai cataloghi dei mobilieri, fra i quali i miei preferiti erano quelli presenti nel catalogo della Wilkinson (nota anche come Wilko), la catena britannica di negozi di ferramenta e prodotti per la casa. Mi corre l'obbligo di avvertirti, caro lettore, che la maggior parte di ciò che si legge in argomento sono chiacchiere da bar di infimo livello, principalmente a causa dello scarso approfondimento di chi scrive. Quante volte avete letto che le mensole in vetro sono colorate, o che suonano "vetrose" (qualunque cosa questo significhi) o troppo luminose?

In primo luogo, ci sono molti tipi di vetro, le cui prestazioni audio differiscono fra loro più di quanto non accada fra due amplificatori di medio livello e dal prezzo simile.

In secondo luogo, tutto il vetro per uso domestico ha una superficie dura. La mia esperienza mi dice che ogni materiale a superficie dura suona in modo terribile su supporti con quattro punte: una punta sarà sempre sottoposta ad una pressione minore delle altre 3 e, di conseguenza, tenderà a vibrare, causando quella tipica colorazione brillante del suono, ed una grande fatica di ascolto.

3 punti di contatto rigido o un tipo di supporto cedevole (gli Isonode della BrightStar, provati nella parte 3 sono l'ideale sotto il vetro) eliminano il problema. Solo così il vetro può essere giudicato. Il vetro temperato (quello normalmente fornito con i mobili nell'Unione Europea) risuona come una campana quando percosso e suona anche diversamente colorato rispetto alla tipica mensoletta in truciolare laminato fornita con i supporti audio. Se nel vostro mobiletto ci sono mensolette in vetro temperato, provate un prodotto morbido come gli Isonode per sentire quanto le mensole stiano aggiungendo al suono. Siamo al lavoro sul vetro - stadio 1.

Se inseguite una migliore prestazione e non vi spaventa spendere un po' di più, si fa necessaria una visita dal locale vetraio. Ordinate del "Vetro Laminato", nelle dimensioni adatte al vostro mobiletto ed ai vostri apparecchi. Il vetro laminato è fatto unendo due lastre di vetro con interposto fra loro un materiale trasparente flessibile e molto resistente. Nasce per rendere resistenti agli urti le grandi finestre; ne ho visto dimostrazioni di resistenza che prevedevano colpi di martello: le due superfici di vetro si infrangevano, ma la finestra rimaneva nell'infisso, grazie alla membrana interna, che dimostrava la sua forza e la sua adesione agli strati in vetro. A noi vittime dell'audio interessa proprio la sua proprietà adesiva unita alla flessibilità. Il vetro 'temperato' od 'indurito' è progettato per esplodere in mille pezzi i cui bordi - taglienti - sono molto piccoli, perciò è molto più sicuro, specialmente se i vostri gattonatori o i vostri amici caciaroni (sullo stile dei membri della confraternita nel film Animal House) amano dare testate ai piani di vetro dei vostri tavolini: quando il vetro laminato si rompe, invece, diffonde scaglie di vetro taglienti; quindi, se avete quegli amici caciaroni:

  1. teneteli lontani dalla vostra saletta audio
  2. fatevi amici adulti

Una lastra da 12mm di vetro laminato costituisce una mensola molto pesante e inerte; non risuona; è più rigido del truciolare, della mdf e della maggior parte dei legni naturali (tranne certi masselli tropicali o di palude, come il lignum vitae). Inoltre, mantiene questo comportamento rigido a frequenze molto più alte rispetto alle mensole di legno composito. E poi è economico, se rapportato ai normali mobiletti audiofolli.

Nell'impiego pratico, fra tutti i materiali per mensolette che ho provato, il vetro laminato (da 6 o da 12 mm) produce uno dei suoni meno colorati. Attualmente monto una lastra di vetro laminato spessa 12 mm (550 mm x 390 mm) sul mio supporto murario Origin Live Ultra per il mio Michell Orbe, con un risultato sonoro meno colorato e più chiaro rispetto alla mensola triangolare originale della Origin Live in fibra 'Ultra' densa da 18 mm. Quella originale è stata scelta dal progettista, Mark Baker, dopo molte ricerche, per la sua prestazione superiore rispetto alle alternative che aveva provato. Il vetro laminato suona più veloce e pulito della mensola originale, ed identico risultato l'ho ottenuto col mio Linn Sondek, un piatto notoriamente sensibile al materiale della mensola su cui è piazzato (salvo se è dotato della sua base Trampolin, che suona davvero smorta se sotto c'è un qualsiasi materiale diverso dalla vecchia mensola in legno originale).

La lastra in vetro laminato (stavolta da 6 mm) si è comportata meglio anche delle mensole in truciolare fornite con il mio supporto murario Appollo del 1987, appoggiata su degli stoneblock col mio Rotel RCD965BX separato e sugli Isonode col mio preamplificatore. MA c'è un'altra mensola nel mio armamentario che suona in modo sorprendentemente simile (specialmente tenendo in conto il diversissimo pedigree) sotto molti componenti audio. Si tratta di una mensola ultraleggera fatta da Mark Orr, un primo prototipo che mi aveva fornito nel 1990. E' leggera come la Torlyte di Russ Andrews, che è formata da una rete di sottili bastoncini di legno inclusa fra due sottili lamine di legno. Comunque, il prototipo di Mark Orr è formato da un blocco solido (di balsa compatta) ricoperta da una pellicola di materiale più rigido.

Il problema principale che si incontra col vetro laminato è la sua enorme massa. Poichè è laminato, questa massa raramente viene indotta a risuonare (come si dimostra mettendoci su un microfono), ma in certe applicazioni sembra lievemente turgida (ma mai quanto la MDF) rispetto alla mensola leggera di Mark Orr.

Quindi, solitamente poggio giradischi e lettore di CD su mensole di vetro laminato. Tendo ad usare le piattaforme ERaudio SpaceHarmoniser sotto ogni apparecchio che abbia valvole al suo interno, dal momento che sembra esserci una qualche simbiosi fra questi supporti e i tubi a vuoto, dalle B9a alle Octal fino ai tetrodi di potenza. Oggi, per questa prova, ho messo da parte tutti gli ammennicoli costosi, ed ho usato le opzioni di supporto più economiche a disposizione, dal momento che l'entusiasta autocostruttore al verde difficilmente userà un prodotto per la cura del piede da 2€ con mensole da 200€. Quindi, ho anche tolto le lastre di vetro laminato e le ho sostituite con quelle originali di vetro temperato, anche se risuonano stonate come campane rotte. Il tutto poggia su delle economiche rondelle ricavate da tappi di sughero, a loro volta poggiate sugli economici supporti in ferro del gigante britannico del bricolage a basso costo, la Wilko. Le gambe del supporto sono squadrate e riempite di sabbia asciugata in forno, e questo già innalza la prestazione di questo supporto a tre mensole da 90€ nei paraggi di quelle di uno da 300€.

Il lettore di CD Consonance cd120 che ho attualmente in prova è un apparecchio particolare, dal momento che non adotta il solito ripidissimo filtro digitale "a muro di mattoni", e fa anche a meno del ripido filtro analogico che a volte lo sostituisce. Ha pure uno stadio d'uscita a valvole, giusto per incrementare la potenziale microfonicità e la sua alimentazione è totalmente contenuta all'interno del telaio, così offrendo un'ulteriore opportunità per le interferenze dovute alle vibrazioni. Nonostante il suo solido telaio, questo lettore Consonance sembra superficialmente presentare molti degli ingredienti per un prodotto elettromeccanico sensibile alle vibrazioni. Perfetto per le mie indagini.

[innanzitutto_fatevi_i_block]
Variazioni Stoneblock per seghetto

L'uscita del Consonance è inviata ad un trasformatore variabile e poi direttamente a dei monitor attivi Dyer Audio Systems Harefield, attualmente in situ: il tutto dovrebbe essere sufficientemente rivelatore per evidenziare le differenze fra queste soulzioni per il controllo delle vibrazioni, così come dovrebbe riuscire a suonare a livelli abbastanza elevati da indurre fenomeni di cortocircuito acustico nella mia saletta.

Già solo guardando i prodotti innanzi a me, il loro aspetto genera delle aspettative a priori. Questo effetto psicologico è una delle ragioni per cui a volte gli scrittori di cose audio invocano le prove comparative A-B in doppio cieco. Già nella parte 1 di questa serie di articoli avevo appurato di non essere molto suggestionabile sotto tale profilo, ma non si può davvero essere certi di quali danneggiamenti psichici mi possono derivare dall'incremento dell'età e dall'audiophilia nervosa. Già mentre li taglio al seghetto in triangolini, solo per il loro aspetto mi prefiguro che questi piccoli e friabili blocchetti di un blu acceso siano meno efficaci dei blocchetti grigi. Questi ultimi sembrano inglobare granuli di varie dimensioni, proprio come dichiarato dai produttori di "vere" punte per l'audio, mentre i blocchetti blu sembrano proprio qualcosa di schiumoso. Mi aspetto anche che essi abbiano caratteristiche generali simili, e che quelli grigi semplicemente abbiano prestazioni migliori di quelli blu solo sotto certi aspetti.

Per questo tipo di prova mi è di grande utilità il mio schema di valutazione basato su 24 parametri, visto che è sin troppo facile perdere di vista tutte le sottili differenze. Con Lee Perry che pompa la pista da ballo con musica elettronica in stile primi anni '80, il materiale blu si becca un +13 rispetto ai piedini di serie del Consonance, mentre quello grigio spunta solo un 12!

La cosa non è semplice come sembra, dal momento che entrambi sono ben valutati sotto diversi parametri. Non si tratta di una vera prova a confronto A-B, perchè l'ascolto procede lungo tutto il disco, senza cercare di esacerbare le differenze suonando sempre lo stesso pezzo scambiando di seguito i due materiali; inoltre fra un materiale e l'altro rimetto i piedini originali, per ricalibrare le orecchie. La sorpresa non sta tanto nel fatto che i miei preconcetti si sono rivelati sbagliati, quanto nel fatto che non sono prodotti simili. Continuo la prova con i miei beneamati isolatori Polychrystal come riferimento fra un ascolto e l'altro ed ancora come ascolto finale. I costosi prodotti audiophile si beccano un sostanzioso incremento di 4 punti su ognuno dei prodotti per la cura del piede, il che, però non ha molto senso. E' interessante che, se paragonati ai piedini standard, i piedini Polychrystal ricevono in ogni parametro il massimo punteggio che ognuno dei due tipi di stoneblock prende nei parametri dove vengono meglio valutati, per un totale di 17 (comunque, questo voto rappresenta solo un incremento di 4 rispetto al voto preso dal materiale blu confrontato con i piedini standard). Inoltre, il materiale blu presenta un palcoscenico lievemente più profondo sia del materiale grigio che dei piedini Polychrystal. Non siete confusi? Beh, dovreste esserlo.

Venendo al parametro "senso del ritmo", il materiale blu e i piedini in Polychrystal ottengono un +2 rispetto ai piedini standard, mentre quello grigio solo +1. Sia il materiale grigio che i piedini in Polychrystal si beccano un +1 per la micro-dinamica, mentre il materiale blu non ottiene un voto. Per avere il meglio dei due mondi, bisognerebbe comprare il prodotto audiophile (come ho fatto io), ma se le vostre priorità dirottano altrove il budget (comprare più cd...), le alternative fatte in casa vi basteranno per un bel po'.

Sostituendo i piedini standard del Consonance con delle colonnine formate sovrapponendo uno strato di sughero, due di gomma ed un altro di sughero (sembrano quei cioccolatini torinesi, i "Cremini"), il punteggio è stato di +4 per questi ultimi, non così alto da giustificare ulteriori tentativi. Anche se si sono spesso rivelati utili fra mensola e telaio del tavolino, posti a metà strada fra le punte, per ridurre le vibrazioni delle zone non sostenute.

Poi, guardando ai prodotti HiFi sul mercato, mi è venuta un'altra idea. Coni di incenso. Sembrano possedere molti degli attributi dell'audiophilia: nonostante non siano unti di olio di serpente, sono comunque fatti a partire da ogni tipo di fragranti ed esotici oli essenziali di molte piante; sono già pronti all'uso, in forma conica con la punta smussata; soprattutto, costano poco.

Prestazioni? Stupefacenti per il prezzo. Si avvicinano parecchio agli Isolator di Polychrystal, il che significa che sono migliori di ogni prodotto audio conico e rigido concorrente che abbia mai provato (inclusi vari coni di metallo, legno o materiale composito). I coni di incenso hanno avuto un 17, eguagliando il totale raggiunto dai Polychrystal, ma con voti diversi nei singoli parametri. L'incenso ha spuntato un punto in più sia nella chiarezza degli alti che nell'intellegibilità dei medi; mentre hanno ceduto il passo agli Isolator sia sul senso del ritmo che sulla microdinamica. Si tratta di una prestazione entusiasmante per qualcosa di così economico e diffuso.

Ma c'è un "ma": mentre la maggior parte di questi prodotti HiFi afferma di funzionare convertendo l'energia cinetica vibrazionale in calore o scaricandola a terra, mi sembra che i coni di incenso ottengano la loro spettacolare chiarezza degli alti e dei medi sbriciolandosi gradualmente nell'assorbire le vibrazioni. Come tutti gli altri prodotti, li ho usati "a punta in giù ", col lato piatto a contatto col telaio del componente. Si è rivelata una scelta saggia: ho personalmente verificato che dopo solo 1 CD si erano sbriciolati per circa 3 mm. Così ne ho posto in opera un altro gruppo e li ho esaminati con cura: apparivano integri prima che il CD iniziasse a suonare, e alla sua fine anche quelli nuovi si erano accorciati di circa 3 mm, e la punta era diventata un piccolo disco.

Essendomi ormai fatto una certa esperienza con entrambi i tipi di pomici, ho fatto una prova comparativa diretta fra tipo blu e tipo grigio per un solo intero CD alla volta: questo metodo esagera le differenze piuttosto che le similitudini e normalmente non è di aiuto nella decisione sugli acquisti di roba audio, ma è comunque un esercizio utile. Spiegel Im Spiegel di Arvo Part ha un effetto ritmico opposto a quello di Lee Perry. Ora il tipo grigio va meglio, ma solo un pochino. Quello blu è solo un pelino più dolce sulle altissime ed è meno "confuso", quantunque il tipo grigio presenti un palcoscenico più convincente e restituisca maggiori informazioni ambientali; però per tutte si tratta di differenze da 1 punto ciascuna, cioè la minima differenza percepibile. Detto in altri termini, a malapena c'è una differenza.

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if we cannot be FREE...

Conclusioni

Questi prodotti hanno rovesciato i miei preconcetti. I prodotti per la cura del piede hanno certamente un ruolo in hi-fi, e la loro marca è relativamente indifferente. Entrambi i prodotti hanno funzionato ottimamente. Così tanto, in realtà, che se fossero immessi sul mercato come prodotti audiophile alla metà del prezzo degli Isolator di Polychrystal avrebbero quello che nel loro mondo gli audiofili ritengono essere un buon rapporto qualità/prezzo. Ricordatevi che gli Isolator di Polychrystal erano i migliori del loro tipo (coni rigidi), a loro volta dalle prestazioni molto migliori di un prodotto Europeo molto affermato: in effetti, la differenza fra le pomici ed il nostro prodotto locale Europeo non è stata maggiore che rispetto alle differenze fra di loro.

Le mie raccomandazioni precedenti sono ancora valide: apparecchi dal cabinet risonante hanno bisogno di uno smorzante lasco; apparecchi elettromeccanici (come i lettori di CD) dal telaio bello solido traggono beneficio da supporti più rigidi che adottino diverse tecnologie.

Se non vi siete ancora imbarcati nella vostra odissea del controllo delle vibrazioni, ecco un posto economico da dove iniziare: leggete tutte le pagine di TNT dedicate all'autocostruzione e provate l'approccio "low-cost" prima di decidere se il procedere verso i prodotti commerciali valga davvero i vostri sudati soldini. Senza pretendere la luna, alcune soluzioni autocostruite sono allo stesso livello di certi prodotti commerciali: fare di meglio si può ma ci vogliono i migliori risultati che un settore ricerca & sviluppo sappia offrire.

Adesso devo solo trovare un sostituto autocostruibile da provare in luogo dei miei eccellenti Isonode di Bright*Star...
Ora, da dove inizio?...

Musica goduta durante queste prove

  • Arvo Part: Alina, ECM 1591 449958-2
  • Arvo Part: Beatus, Virgin Classics, 7243 5 62205 2 2
  • Lee Perry: A Serious Dub, Music Digital cd6107
  • Frank Zappa: Cheap Thrills, Ryko RCD10579

© Copyright 2006 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

Tappe che potreste esservi perse di questo viaggio nel controllo delle vibrazioni:
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