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Prodotto: pre-phono PH10 con equalizzazione variabile
Produttore: Gold Note - Italia
Prezzo: € 1.250 - il prezzo può variare
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Recensito: Marzo 2018
Traduttore: Roberto Felletti
Probabilmente, il compito più difficile della catena di amplificazione audio domestica è costituito dal complesso problema di preservare quei piccoli microvolt in uscita dalla testina e amplificarli affinché siano sufficientemente grandi e sufficientemente lineari per un ingresso linea. Non solo bisogna applicare valori piuttosto elevati di guadagno ai minuscoli segnali prodotti da ancor più minuscole bobine, ma tali valori di guadagno devono variare secondo la frequenza. Le basse frequenze, da 50 Hz in su, richiedono un guadagno maggiore di 6 dB/ottava rispetto alle alte frequenze. Ciò significa che c'è una maggiore differenza di guadagno tra l'estremo in gamma bassa e la sensibile gamma media rispetto alla differenza di 21 dB tra 1 W e 100 W. Nel Regno Unito, e in gran parte dell'Europa continentale, il ronzio della corrente di rete si manifesta a 50 Hz (60 Hz negli U.S.A.). Può sembrare strano che ci siamo messi d'accordo su uno standard universale ideato per amplificare ogni ronzio indotto negli impianti di riproduzione audio. Le ancor più minuscole alte frequenze, che racchiudono le sottili sfumature della musica nonché i più piccoli scintillanti indizi sulle informazioni ambientali, insieme alle più alte e sottili armoniche delle voci e degli strumenti principali, traggono beneficio da ogni più piccola amplificazione che le elevi al di sopra del rumore di fondo dell'amplificazione stessa, in cambio di quelle piccole alte frequenze che sono il più possibile al di sopra del rumore di fondo del vinile. Anche così, le più alte e sottili armoniche di uno strumento musicale potrebbero essere registrate con un ondulamento del solco in un ordine di grandezza simile alla dimensione delle molecole del vinile.
“Pre-enfasi degli LP e caratteristiche di riproduzione dell'equalizzazione diverse?”, si interroga la plebe a sinistra del palco, con tono incredulo ma ironico, “Dove vuole arrivare?”
Lo standard RIAA, in base al quale vengono realizzati i dischi attuali, e i loro predecessori, tra cui lo standard Columbia e lo standard Decca, utilizzano/hanno utilizzato l'enfasi in registrazione e la de-enfasi in riproduzione, per superare due tra le più importanti limitazioni nell'incisione di un solco ondulato nella plastica, allo scopo di cercare di realizzare una ragionevole rappresentazione meccanica (o analogica) di una forma d'onda sonora (essa stessa essenzialmente corrispondente alla compressione e rarefazione di molecole d'aria). È una meraviglia riuscire a sentire qualcosa da quei dischi in vinile da 30 cm, per non parlare del fatto che, probabilmente, è uno dei formati più attuabili per registrazioni durevoli che siano mai stati inventati in questo angolo di galassia. Per molti vinilofili, l'acronimo RIAA significa una cosa: lo standard con cui molti dischi stereo microsolco in vinile sono equalizzati per ricostruire il suono sulla base di quel principio secondo cui nei solchi si fanno entrare più informazioni possibili. Le caratteristiche dell'equalizzazione RIAA (EQ) furono introdotte negli anni '50 del secolo scorso per uniformare quella che, precedentemente, era stata una pletora di equalizzazioni concorrenti. Furono scelte tre costanti di tempo a tre frequenze (50,05 Hz, 500,5 Hz e 2.122 Hz) per creare la pre-enfasi (pre perché precedente al riversamento su disco); esse richiedevano tre costanti di tempo di de-enfasi corrispondenti (3.180 μs, 318 μs e 75 μs). Questa procedura, se eseguita correttamente dall'inizio alla fine del processo di creazione del disco e della catena riproduttiva, genera come risultato una risposta in frequenza lineare con il minore rumore estraneo possibile. L'equalizzazione RIAA in registrazione e in riproduzione fu adottata rapidamente a livello internazionale, e fu puntualmente integrata, nel 1964, nella normativa IEC98.
Il vostro Vecchio Scriba resta affascinato dalle numerose e varie soluzioni per la pre-amplificazione del suono analogico, che ha un approccio quantomeno diverso rispetto all'amplificazione di potenza. Alcuni sostengono che lo stato solido generi meno rumore, altri sostengono che un numero minore di componenti attivi in un circuito a valvole preservi meglio il segnale. Altri ancora sostengono che solo i filtri passivi preservino il tempo delle alte frequenze, grazie alla retroazione negativa, mentre alcuni sostengono che i filtri attivi usano meno, e più piccoli, componenti. C'è chi afferma che solo i trasformatori possono andare d'accordo ed elevare la tensione delle testine a bobina mobile, mentre c'è chi sostiene che solo i dispositivi attivi come i FET riescono a mantenere l'accuratezza di fase ai valori estremi di frequenza. L'oggetto di questa prova è il pre-phono Gold Note PH10, un approccio originale per uno stadio phono high-end che affronta problemi raramente considerati nel XXI secolo, cercando al contempo di mantenere prestazioni da XXI secolo e credibilità audiofila; il tutto in un cabinet compatto. Capita, per cui lettore continua a leggere.
Come se tutta questa minuziosa attenzione ai dettagli dell'equalizzazione non fosse sufficiente, la ricerca svizzera ha scoperto un'altra costante di tempo da aggiungere allo standard IEC, 7.950 μs, la quale genera un'attenuazione, solo in riproduzione, di 6 dB/ottava a frequenze inferiori a 20,02 Hz. Il nobile intento era ridurre i livelli di frequenze infrasoniche generate dalle ondulazioni e dalle increspature dei dischi, aggravate dalla risonanza fondamentale del complesso braccio-testina, che sovraccaricano la catena amplificatore-diffusori, verosimilmente come reazione al dominio del mercato da parte di diffusori con caricamento reflex al posto di cabinet chiusi come metodo prevalente di caricamento dei bassi. Il caricamento con condotto reflex genera oscillazioni incontrollate dei coni, creando distorsioni di intermodulazione e compressione della dinamica con presenza di frequenze subsoniche. Come è evidente dal grafico (grazie a Stereophile), questo valore di 7.950 μs influenza l'equilibrio di frequenza fino a due Sol al di sotto del Do centrale (97 Hz). Questo è stato oggetto di controversie tra chi era interessato alla riproduzione di qualità elevata, ma resta scritto nello standard IEC attuale. A volte sembra che l'industria discografica abbia un'innata autodistruzione istituzionale, dalle abitudini suicide, per droga, dei suoi musicisti alle decisioni suicide, dal punto di vista economico, dei suoi manager. Dagli anni '70 del '900, l'industria discografica è costantemente colata a picco in termini di qualità del suono. Con il vinile, l'industria discografica ha cercato il minimo comune denominatore della qualità di riproduzione, a partire dal vinile sottile con una scadente equalizzazione in riproduzione; poi ha proposto quell'abominio che erano le musicassette, un formato ideato esclusivamente per i dittafoni e così pratico da permettere alla gente di realizzare copie gratuite, altrettanto lo-fi. Poi è stato il momento del disco digitale, tramite il formato CD che all'epoca era valido meno della metà di ciò che era possibile, ed era ancora più pratico per realizzare copie gratuite di qualità pari agli originali. Infine, ci hanno proposto l'idiozia definitiva (finora), vale a dire l'MP3, così facile da copiare e da riprodurre che pochi hanno mai pagato per esso.
Non siete ancora confusi? In aggiunta a tutto questo, due decenni fa, nel tentativo di progettare uno stadio phono fai-da-te, il vostro Vecchio Scriba acquistò l'eccellente manuale per la progettazione di amplificatori di Allen Wright: The Tube Preamplifier Cookbook. In esso, il fondatore/progettista/amministratore delegato di Vacuum State Electronics enunciò un'argomentazione coerente per l'ennesima modifica alla venerabile curva di equalizzazione RIAA/IEC. Wright proponeva una correzione a un errore nella risposta individuato nel più comunemente utilizzato tornio per l'incisione dei master, il Neumann. La cosiddetta correzione Neumann intendeva mitigare la caratteristica di quel tornio che, per scelta progettuale, limitava le frequenze ultrasoniche nella testa del bulino incisore, perché ritenute non necessarie per la larghezza di banda udibile e perché, sostanzialmente, generatrici di calore e di dispersione, limitando così la potenza e l'ampiezza di banda dell'amplificatore. Quindi, di fatto questo è un altro filtro, sopra i 50 kHz o 3,18 μs, per correggere sia la risposta in frequenza sia la risposta di fase, secondo a quale opinione credete. L'AQvox 2Ci ha questo filtro extra, mentre il Canor TP306 VR+ ne è sprovvisto. Entrambi sono eccellenti, ognuno in maniera differente, ma nessuno prova alcunché, in un modo o in un altro. Probabilmente, i due prodotti differiscono di gran lunga per altri motivi che non la larghezza di banda ultrasonica. Il Gold Note PH10 offre l'opportunità di ascoltare il medesimo circuito in entrambe le configurazioni. Tuttavia, selezionando la correzione Neumann 3,18 μs per l'equalizzazione, si seleziona anche il filtro antirumore IEC 7.950 μs. Un'estremità dell'ampiezza di banda sale mentre l'altra scende.
Altri autori, tra cui Keith Howard, sostengono che la correzione non corrisponde a quella dichiarata nelle specifiche Neumann (un classico filtro Butterworth 12 dB/ottava a partire da una frequenza simile) e pertanto si tratta di un approccio sbagliato alla correzione. Altri ancora affermano che i componenti aggiuntivi sono più dannosi dell'errore primario. Un altro gruppo ancora (rappresentato da Bill Dyer) sostiene che gli errori di fase creati da numerosi trasformatori I/O nei mixer e nei diffusori con crossover passivi audiofili eliminerebbero questi piccoli errori di fase. Ciò che importa è che noi riusciamo ad ascoltare.
La Gold Note, con il suo PH10, è un esempio di produttore che cerca di coprire tutte le basi e di rettificare le limitazioni imposte al vinile dall'industria discografica. Il pre-phono Gold Note PH10 è un piccolo oggetto del desiderio. Ricavato da un semilavorato compatto di alluminio, provvisto di un LED rosso interno che si accende quando il dispositivo è in stand-by, questo è un prodotto che coniuga lo stile italiano con la selvaggia grinta di una V12 superleggera. Per contrasto, le opzioni del Gold Note PH10 lo rendono simile a un vecchio camion con doppia leva del cambio.
Per gran parte della recensione, il vostro Vecchio Scriba ha avuto l'impressione (sbagliata) che il Gold Note PH10 fosse un oggetto da 2.000 euro circa. Le note d'ascolto sono state stilate sulla base di quel prezzo e il Gold Note PH10 è stato spietatamente confrontato con gli standard, il pre-phono AQvox 2Ci e l'amplificatore Canor TP306 VR+. Il Gold Note PH10 costa 1.250 euro ed è possibile acquistarlo direttamente dal sito del produttore.
Dopo aver cominciato gli ascolti, il vostro Vecchio Scriba ha avuto subito delle domande da porre ai progettisti.
In seguito a uno scambio di email tra il Vecchio Scriba e la Gold Note, apprendiamo: Chi ha progettato i circuiti? Qual è la filosofia alla base delle decisioni prese riguardo al circuito? Come vengono ottenuti i filtri e con quali costanti di tempo? L'equalizzazione “potenziata” è la solita Neumann (Hagerman & Wright, e altri) 3,18 μs (50 kHz) e/o il filtro passa-alto 7.950 μs low end IEC? La resistenza variabile in ingresso è molto apprezzata; perché tra le opzioni non è prevista una capacità variabile in ingresso per le testine MM (ad esempio, le testine Decca/London beneficiano dei 22k, ma hanno bisogno di più della tipica capacità parallela, secondo i modelli)? Come è stata scelta la configurazione e quale è stata la filosofia alla base della decisione di proporre equalizzazioni storiche alternative? Perché è presente un'opzione per lo stadio d'uscita a valvole che prevede semplicemente un buffer extra? Quando sarà disponibile l'alimentatore esterno? |
Sono presenti due ingressi RCA, così è possibile collegare due giradischi o due bracci contemporaneamente. Ciascun ingresso può essere configurato in maniera differente per permettere l'ottimizzazione di ciascuna testina. Sarebbe ora che l'antiquato, inadeguato, antidiluviano sistema di connettori RCA venisse bandito dalle terre dell'audio di qualità (perlomeno Naim ha provato, senza successo, a convertire il mondo ai connettori BNC ad impedenza corrispondente), ma la Gold Note deve fare in modo che le cose si adattino a ogni braccio/testina che il produttore usa. Ci sono nove opzioni di carico della testina per ciascun ingresso del Gold Note PH-10. Poi l'uscita della testina può essere ottimizzata tramite quattro livelli diversi di guadagno, selezionabili: -3 dB, 0 dB, +3 dB, +6 dB. Pertanto, i due ingressi possono essere strettamente ottimizzati l'un l'altro, e con i livelli linea di altre sorgenti, sia che pilotino testine MM sia in caso di testine MC.
La natura induttiva delle bobine nelle testine (indipendentemente da quale sia la parte in movimento: magnete, bobina, ferro, terra, ecc.) implica che le nove differenti opzioni di carico (10 Ω, 22 Ω, 47 Ω, 100 Ω, 220 Ω, 470 Ω, 1.000 Ω, 22 kΩ, 47 kΩ) suoneranno in maniera diversa l'una dall'altra. Ad esempio, le testine Decca London danno il meglio di sé con 22 kΩ e molte testine MM funzionano bene con 47 kΩ, ma molte testine MC hanno un suono più potente con un ordine di grandezza inferiore a Z. Una volta che la testina è ottimizzata, le caratteristiche di equalizzazione in riproduzione possono essere a loro volta ottimizzate per dischi storici con differenti pre-enfasi e caratteristiche di riproduzione. Ora, l'utilizzatore del Gold Note PH10 può scegliere le caratteristiche di equalizzazione corrette per ciascun disco tra le curve riconosciute a livello internazionale: RIAA, DECCA-LONDON o AMERICAN-CBS-COLUMBIA.
Solo dopo sarà possibile scegliere se aggiungere le correzioni IEC e Neumann, selezionabili contemporaneamente tramite l'impostazione Enhanced di qualunque equalizzazione impostata. Questo, dicono alla Gold Note, è merito della loro innovativa tecnologia proprietaria di correzione delle distorsioni e/o dei difetti generati dal tornio di incisione, tecnologia che ha lo scopo di migliorare l'esperienza degli ascoltatori dei dischi in vinile. Dovremmo prendere le nostre decisioni sulla base degli ascolti. Tuttavia, alla Gold Note hanno anche impiegato un progetto modulare per permettere l'aggiornamento in caso di ulteriori futuri sviluppi. Tra questi, viene detto, un alimentatore esterno induttivo, un extender per la curva di equalizzazione, uno stadio d'uscita a valvole in classe A e un enhancer per lo stadio di guadagno. L'alimentatore a induttori è atteso con impazienza. Alcuni produttori (soprattutto nel Regno Unito) hanno utilizzato degli alimentatori per creare una gerarchia di miglioramenti, mantenendo il suono base di famiglia. Se “alimentatore induttivo” significa alimentatore lineare regolato a induttori, possiamo aspettarci un grosso miglioramento della qualità dei bassi e del PRaT.
Il cabinet del Gold Note PH10 è lavorato a macchina da un blocco di alluminio. La costruzione dell'involucro riduce al minimo le risonanze in bassa frequenza e il controllo del feedback vibrazionale. Le correnti parassite presenti nell'alluminio non magnetico resistono all'influenza dei campi magnetici (forse da parte di trasformatori malamente orientati) e il cabinet è, a tutti gli effetti, una gabbia di Faraday. L'unica manopola di controllo è il frutto di un'insolita tecnologia e opera con il display TFT per permettere un rapido controllo delle funzioni del pre-phono tramite movimenti in avanti e all'indietro della manopola stessa. Il display mostra chiaramente le informazioni ed è esteticamente bello.
La manopola premi-e-tieni che controlla tutto, tranne l'alimentazione principale, è la più semplice interfaccia umana di qualsiasi prodotto audio high-end che questo recensore abbia incontrato. Questa unica manopola, che aziona il pre-phono e permette la regolazione del guadagno, dell'equalizzazione, del carico della testina e della costante di registrazione, serve per tutto. Tenendola premuta si collega l'alimentatore, inattivo, ai circuiti audio. Ruotandola si cambiano i parametri. Premendola di nuovo si scelgono i parametri. Premendola ulteriormente si modificano le grandezze dei parametri e premendola per la terza volta si seleziona il livello di quel parametro specifico. L'interfaccia possiede tutte le qualità di un buon treppiede, per fotocamere o videocamere, a leva singola; con una rotazione della leva si regola il movimento verticale e con due rotazioni quello orizzontale, mentre viene mantenuta l'integrità meccanica. Il vostro Vecchio Scriba possiede due treppiedi, della stessa marca e della stessa epoca: uno a leva singola, impugnatura a rotazione a due posizioni, accurata costruzione interamente metallica, e l'altro tipicamente moderno, in policarbonato, due impugnature più una manopola (inclinazione orizzontale, inclinazione verticale e rotazione orizzontale); indovinate quale resta in studio quando esco per un lavoro?
“Vai avanti”, si lamenta la plebe a sinistra del palco, “come suona questo pre-phono?”
Appena estratto dall'imballo suonava bene, e il suono era migliorato gradualmente nel corso delle ore seguenti. Tutti gli ascolti sono stati effettuati attraverso l'uscita bilanciata, perché l'utilizzo con questi livelli di segnale dovrebbe essere lo scopo di tale uscita. Sono stati provati vari giradischi con varie testine, tra cui una Benz Micro, la quale gradiva indifferentemente i 22 Ω oppure i 47 Ω o ancora i 100 Ω, secondo la temperatura dell'ambiente e il tipo di registrazione. Oh, la potenziale paranoia audiofila.
Il Gold Note PH10 presenta una precisa acustica locale. In una registrazione multitraccia, spesso l'acustica locale di ciascun artista è ancora presente. Anche in una registrazione multitraccia, in cui sia stata applicata della compressione su ogni traccia di ciascuno strumento e poi della compressione generale sul mix finale, le informazioni possono esserci ancora, disponibili per gli impianti ad alta risoluzione. Ammesso che la compressione su ogni singola traccia o sul mix finale non sia eccessiva, intorno ad ogni strumento è ancora possibile percepire l'acustica locale. Ciò che serve nella catena di ascolto è una larghezza di banda adeguata, nonché un intervallo di dinamica adeguato. Questo intervallo non è l'estremo superiore dell'ampiezza della dinamica, i 6 dB superiori della dinamica disponibile sui CD, nei quali molta musica moderna viene registrata. Allen Wright, il summenzionato progettista di molti stadi phono a valvole, ha coniato l'espressione “intervallo dinamico discendente”. È il minore livello disponibile del segnale, appena sopra al rumore di fondo e che sfuma in esso, che conta per ottenere questo. Anche quando il segnale è al limite del rumore di fondo, esso reagisce con il rumore stesso, intermodulandolo. Questo intervallo dinamico discendente è spesso impreciso, ma imprecisamente di gran lunga più presente che completamente assente. Il Gold Note PH10 esegue questo trucco in maniera molto efficace, diversamente dal Canor TP306 VR+, ma esso è comunque presente. Il Canor ricrea un'ambienza spettacolare grazie a un immacolato mantenimento della fase, mentre il Gold Note PH10 gestisce meglio l'intervallo dinamico discendente.
Nel brano Cold, Cold, Cold dei Little Feat, contenuto nell'album Sailing Shoes, è percepibile un chiaro spazio che circonda la voce di Lowell George, ben distinta da quella degli altri cantanti. Seguendo la sua tecnica di registrazione preferita, Lowell lascia carta bianca alla band, osservando e ascoltando dalla cabina di regia (in maniera completamente diversa dalla tecnica usata da Beefheart Van Vliet), per poi aggiungere la sua voce. Il Canor TP306 VR+ offre un'immagine più grande ma meno definita, come se una bassa risoluzione fosse stata ingrandita in misura molto maggiore rispetto al Gold Note PH10.
Il Gold Note PH10 è in grado di tirare fuori un suono GRANDE malgrado il palcoscenico sia poco profondo e poco alto, e non si estenda oltre i diffusori, come fa una tipica apparecchiatura da “terra piatta” (nel senso di risposta lineare, piatta; il riferimento è alla teoria della Terra piatta - NdT), ad esempio, Linn/Naim). La dinamica di ogni nota è riprodotta fedelmente. La dinamica di ogni nota del pianoforte viene mantenuta, mentre si dissolve tra le informazioni ambientali. I rullanti non sono esagerati, alla maniera delle vecchie schede Naim MC K, se si pensa in termini di piattezza della Terra.
Il Gold Note PH10 offre chiarezza e precisione con un palcoscenico piatto. Nonostante l'assenza di tridimensionalità, ogni strumento è chiaramente delineato e l'ascoltatore riesce a seguire ogni strumento anche nel più denso dei mix. L'album Moonflower, di Carlos Santana, comprende brani dal mix così denso, così ricco di informazioni musicali che il tutto è superiore alla somma delle singole parti, e quindi può essere difficile (o superfluo) identificare i contributi individuali. Il Gold Note PH10 riesce a fare entrambe le cose, secondo il desiderio dell'ascoltatore.
Prima il front-end è la filosofia secondo cui il recupero delle informazioni è di primaria importanza, perché le informazioni perse in qualsiasi anello della catena audio non potranno essere recuperate successivamente. Nella riproduzione musicale, le informazioni grezze si presentano in molti modi. Ecco perché esistono molti approcci, tutti veementemente difesi dai rispettivi progettisti, per portare la musica dagli ambienti in cui viene registrata alle orecchie degli ascoltatori. Il palcoscenico poco profondo e di larghezza media (per la sua classe), che il Gold Note PH10 offre, può non colpire il genere di audiofilo che pensa «Non importa la qualità, conta la sensazione della larghezza». Il Gold Note PH10 sembra più abile nel conservare le informazioni musicali più sottili. L'ascoltatore che aveva commentato «Puoi sentire l'interno della chitarra», in risposta all'AQvox 2Ci, era rimasto colpito dalle capacità rivelatrici della prestazione musicale del Gold Note PH10. L'alimentatore potenziato può migliorare le dimensioni del palcoscenico.
La precisione del basso è sufficientemente buona da permettere agli ascoltatori di sapere quando a suonare è un Precision Bass. L'alimentatore potenziato, disponibile a fine anno, dovrebbe migliorare questo aspetto. Contrariamente a ogni logica, il Gold Note PH10 riesce a gestire il basso corposo nonostante il suo piccolo alimentatore in dotazione e l'elevato guadagno. Pertanto, non vediamo ancora di più l'ora di provare il grosso alimentatore promesso. Le voci e gli strumenti rientranti in un intervallo di frequenze simile (come violoncelli, viole, chitarre, sassofoni, ecc.) conservano la loro potenza e integrità, anche in caso di presenza di un basso corposo.
L'equalizzazione variabile non comporta un eccesso di controllo di tono né sembra compromettere senza motivo la trasparenza. Tuttavia, l'opzione enhanced sembra alleggerire il suono, nonostante la ricerca in psicoacustica abbia provato che le frequenze ultra-alte estese migliorano la qualità del basso. La precisione dell'equalizzazione RIAA standard era sistematicamente preferita. Selezionando deliberatamente un'equalizzazione errata, l'effetto sul suono era simile a quello dato dal Tilt Control del pre-amplificatore Quad 44. Per un po' è divertente, ma alla fine non è soddisfacente.
Nonostante tutte le regolazioni che lo stadio phono Gold Note PH10 offre, o forse grazie a esse, il PH10 dimostra di essere lo strumento di recensione ideale, perché permette una rapida ottimizzazione di qualunque apparecchio gli venga collegato. La sua ossessiva attenzione per un'equalizzazione accurata ha portato, per associazione, ad altri pensieri concernenti le stampe.
Lo stadio phono Gold Note PH10 si era dimostrato sufficientemente rivelatore da essere tenuto nell'impianto durante la recensione del Divinyl LP cleaner. Insensibile ai pop e ai click, il PH10 era stato il mezzo ideale per trasportare gli ascoltatori tra il prima e il dopo, senza enfatizzare le differenze. Questa immunità dello stadio phono ai rumori e alle imperfezioni del vinile ha contribuito a effettuare un confronto obiettivo. Cambiare le impostazioni del guadagno non lo aveva messo in difficoltà durante la prova del Divinyl, nemmeno con il valore di guadagno più elevato; i dischi come erano prima non avevano creato problemi al Gold Note.
Il Gold Note PH10 è stato utilizzato anche per confrontare, per un futuro articolo, le due stampe più comunemente disponibili dell'album di Frank Zappa Ship Arriving too Late to Save a Drowning Witch, nonché la stampa moderna contro la stampa vecchia di Who's Next, degli Who. Inoltre, lo stadio phono Gold Note è stato impiegato per valutare il restauro e la ristilatura di un giradischi Linn Basik e delle testine Audio Technica AT95E & Linn K5. Mai una volta era sembrato necessario sostituire il Gold Note con altri pre-phono dal costo più che doppio.
Il Gold Note PH10 è uno dei migliori e più completi stadi phono sul mercato, che ottiene questo status a un prezzo chiave anziché nel territorio del “prezzo non è un problema”; è un traguardo considerevole. I produttori si sono dimostrati molto entusiasti nel renderlo disponibile per una recensione il prima possibile, ed è facile capire perché: si tratta di un componente audio molto speciale, che si inserirà in molti contesti e soddisferà le priorità di molti audiofili.
Questa recensione ha confrontato il Gold Note con due prodotti dall'approccio completamente differente: il pre-phono AQvox 2Ci e l'amplificatore Canor TP306 VR+. Il primo adotta l'inusuale approccio dell'amplificazione di corrente completamente bilanciata, mentre il secondo fa uso di dispositivi attivi dotati di carattere (6SL7) e di equalizzazione RIAA puramente passiva con de-enfasi. Nessuno dei due potrebbe essere più diverso dal Gold Note. Approcci più convenzionali di aziende quali Naim (stato solido), Audio Research (valvolari eccessivamente regolati) e altri cercano di raggiungere lo stesso obiettivo, cioè ottenere il massimo piacere musicale possibile dai deboli segnali raccolti dalle puntine. Tutti devono scendere a compromessi, perché nessuno di essi può andare bene a tutti in ogni circostanza.
La Gold Note, con il Gold Note PH10, riesce efficacemente nel tentativo di soddisfare il più possibile più persone possibili. Questo pre-phono vale molto di più di quello che costa. Oltretutto si adatta a qualunque testina l'ascoltatore usi di volta in volta, per cui è a prova di futuro rispetto a un upgrade di testina. La promessa di accessori per l'upgrade implica che è, effettivamente, un prodotto a prova di futuro se confrontato con un semplice upgrade dell'impianto.
Diversamente da altri, il Gold Note PH10 riesce a essere anche a prova di passato, grazie alla sua capacità di adattarsi alle collezioni di dischi di una volta, con la vecchia equalizzazione con pre-enfasi. A un prezzo simile, il Gold Note PH10 è unico nel suo obiettivo.
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