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Trichord Dino - stadio phono

[English version]

Prodotto: Stadio phono Trichord Dino
Costruttore: Trichord - UK
Costo: appross. 500 Euro
Recensore: Geoff Husband
Data recensione: Febbraio 2002

[Lo stadio phono Trichord Dino]

Introduzione

Trichord è il "braccio" elettronico della Michell engineering ed è stata responsabile di una buona gamma di apprezzati pre e finali e, naturalmente, stadi phono. Il Dino è il loro tentativo di produrre uno stadio phono indirizzato più al mercato medio che a quello high-end. Da quando era un deserto, ora questa fascia comincia ad essere felicemente popolata con pre tutti buoni per spenderci i nostri sudati soldini.

Costruzione

Il Dino ha l'alimentazione separata. Un piccolo toroidale èinserito in una scatoletta di plastica. Questa fornisce la bassa tensione alternata che poi viene regolata all'interno del contenitore principale. È bruttarello, meglio nasconderlo. Il Dino in se stesso è contenuto all'interno di un contenitore in perspex argentato con un led blu molto sexy. Il frontale è "liscio", i connettori, la presa di alimentazione e il terminale di terra sono sul pannello posteriore. [Stadio phono Trichord 
Dino - vista posteriore]

All'interno c'è l'arma segreta del Dino. Due set di DIP switches forniscono un numero di combinazioni di resistenza d'ingresso, capacità e guadagno sufficiente a interfacciare praticamente qualsiasi tipo di testina. Questa grande flessibilità rende il Dino a prova di upgrade - iniziate con un'economica MM e continuate attraverso varie MM e MC e il Dino terrà sempre il passo. Un alimentatore più grande è disponibile come upgrade in modo da proteggere la bestiolina dall'obsolescenza.

Dato che conoscete bene la mia ignoranza in elettronica permettetemi di chiedere aiuto a Werner...

"Il Dino è in realtà un Delphini semplificato, migliorato con due upgrades al circuito. È un pre phono a due stadi con RIAA passiva tra i due blocchi. Il front-end comprende un SSM2017 con impedenza d'ingresso e guadagno variabili (il Delphini usa un IC differente polarizzato in classe A), il secondo stadio è un operazionale a FET combinato con uno stadio d'uscita a discreti in classe A (il Delphini ha uno stadio d'uscita current-feedback). Tutti i condensatori importanti nel filtro RIAA sono MCap in polipropilene, mentre il Delphini ha una combinazione di questi e altri in polistirene. L'alimentatore consiste in un toroidale esterno da 40VA che alimenta un rettificatore interno con una capacità di filtro di 2200uF per fase, seguono due regolatori a basso rumore costruiti a discreti, ognuno con un LED rosso. L'upgrade per l'alimentatore consiste in un trasformatore più potente e in un primo stadio di regolazione a circuiti integrati. I possessori di uno stadio linea Orca naturalmente possono alimentare i loro Dino (o Delphini) con l'alimentatore dell'Orca, una soluzione economica e con risultati sonici soddisfacenti."

Tutto ciò mi fa una certa impressione...

Suono

Una nota... in questa occasione il Dino è alimentato (di segnale) da un front end da 6000 sterline, è collegato a un'amplificazione da 3000 che a sua volta alimenta diffusori da 6000 sterline. Quindi l'impianto è assolutamente sproporzionato rispetto al target del Dino. Comunque il GramAmp2 da 100 sterline aveva lavorato bene in questa configurazione quindi non mi sento troppo colpevole. Il sistema porterà alla luce qualsiasi possibile pecca del Dino, anche quelle che potrebbero essere nascoste da un sistema di livello più basso.

Così ho serrato bene la Music Maker e collegato il Dino - è necessario un po' di riscaldamento perchè è un tantinello metallico da freddo.

Ho messo sul piatto "Tell me why" dei Bronski Beat - un mio favorito per velocità, voce (per Jimmy Sommerville) naturale e spazio, in particolare tutti gli 'slapping' elettronici che turbinano "in fondo" alla scena. Il risultato è chiaro, aperto e frizzante, con dettaglio, mostrando pienamente l'abilità della Music Makers in questi aspetti. Il basso è fermo e ben ritmato.

Passando a 'Take Fivè ritroviamo un suono aperto e dettagliato. Il Piano è al suo posto con una buona struttura armonica. Il basso acustico è bello e secco, la batteria ha il giusto eco dalla parete posteriore. Comparato all'Audion c'e una certa mancanza di peso e calore ma penso sia più una questione di equilibrio d'impianto piuttosto che una vera mancanza.

Poi ho trovato un piccolo intoppo... montando la Dynavector DRT-1 e provando il Dino con il suo (della Dynavector) trafo di step-up ho verificato che l'accoppiamento era senza speranza. Non so il perchè ma il suono variava da orrendamente distorto a solo sporco a seconda della posizione dei DIP switch. Ciò significa che il Dino può essere testato, con le testine MC, solo come pre MC e non come un pre MM pilotato da un trasformatore di step-up. So che ciò suona un po' strano - In effetti chi, e perchè, dopo aver comprato un Dino si comprerebbe anche un traformatore di step-up? Ma ciò avrebbe reso possibile un confronto più diretto con il pre MM dell'Audion.

Quindi, ciò vuol dire che il Dino sarà confrontato con l'accoppiata Audion+Dynavector (3000 sterline) come stadio MC. Un compito non facile...

In questo caso il risultato è una considerevole differenza tra i due setup. Il Dino ancora una volta offre una visione aperta e chiara degli eventi, l'Audion + step-up ha un peso e un'autorità considerevolmente maggiori. Il Dino non suona in modo molto differente con la DRT-1 o con la Music Maker. La scena è molto simile ma la capacità della DRT-1 di produrre una grande acustica e il singolo timbro di ogni strumento viene persa. Il Piano in "Take Five" suona come un grande e complesso strumento con la DRT-1, il Dino lo fa suonare un po' sottile.

La voce di Nina Simone su "My Baby Just Cares For Me" è veramente 'realè su un buon sistema, ancora una volta il Dino suona un po' leggero rispetto al riferimento ma le percussioni del piano sono ben trattate e il basso ben veloce. Sugli altissimi ho notato un pizzico di asprezza, una caratteristiche che avevo già notato quando usato con la Music Maker. Ho provato vari dischi con un sacco di energia in alta frequenza, "Keb Mo", "Blue Rondo a la Turk", the Sheffield Labs' King James (stupefacente) e in effetti, si può notare un pizzico di asprezza a prescindere dalla testina usata. Molti sistemi (e persone) non se ne accorgerebbero, ma io sì, e una volta notato qualche volta, dà fastidio.

Conclusioni.

Il Dino è un phono veramente flessibile. È ben costruito, tecnologico e rimarrà 'upgradabilè per molto tempo. Il suono è aperto e dettagliato, fermo e controllato, non è insomma uno stadio a valvole o qualcosa di simile. Se volete qualcosa con un suono caldo e morbido o un alto vellutato guardate altrove, qualche phono a valvole di alto livello, ma al suo prezzo c'è ben poco che tratterà un così grande "parco" testine con la sua abilità.

sistemi usati

© Copyright 2002 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com

Traduzione Italiano: Giovanni Aste

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