Prodotto: Diffusori Caprera
Costruttore: Cabasse - Francia
Costo: 1200 Euro/$ circa
Recensore: Geoff Husband
Data recensione: Aprile 2002
I lettori più fedeli ricorderanno che due anni fa provai i diffusori
Cabasse Sloop: grossi diffusori da pavimento, avevano fornito una prestazione superba, particolarmente con la musica acustica, con una grande apertura, dettaglio e immagine.
Per i miei gusti la risposta era un po' limitata e sebbene fosse flat in camera anecoica,
esse, in ambiente, suonavano con la gamma media un po' troppo in avanti.
Per la loro "stazza" mancava un po' di basso profondo.
Prima di ricevere le Sloop avevo qui un paio delle loro Farella, leggermente più piccole e senza il midrange/tweeter concentrico, esse suonavano molto simili sebbene avessero un po' meno di tutto, cosa non sorprendente al 60% del prezzo, un diffusore comunque ancora molto valido.
E questo ci porta al diffusore in test. Queste vengono a sostituire le Farella, ma piuttosto che una rivisitazione sono un progetto completamente differente.
Le dimensioni sono praticamente le stesse, 98 x 22 x 37,6 cm per 20.8 kg di peso, ma al posto di un driver medio/basso le Caprera ne hanno due in configurazione d'Appolito. Ognuno di questi altoparlanti usa lo stesso magnete di quello singolo utilizzato nelle Farella (e Sloop), ma ha un cono più piccolo, 17 cm contro i 21 di quello delle Farella. Niente da dire sulla costruzione perfetta di questi altoparlanti, sufficiente a far vergognare molti concorrenti. Il tweeter è il DOM 35 che parte da i 2500 Hz. Il progetto prevede per la prima volta il bi-wiring, penso più per moda che per convinzione della sua superiorità.
Guardate bene gli altoparlanti. Sono progettati al 100% in casa e seguono la tecnica Cabasse. Gli altoparlanti dei mediobassi hanno i coni bianchi realizzati da un foglio di foam plastico che, quando pressato a caldo assume una forma e uno spessore molto precisi, il caldo inoltre sigilla la superficie in modo che il risultato sia una struttura alveolare che è al contempo molto leggera e rigida. Il cestello è in alluminio, i magneti ben dimensionati. Il tweeter è a cupola, formata da un laminato plastico, ed è caricato da una piccola tromba
Il mobile è di dimensioni simili a quello delle Farella ma il frontale è ora più spesso (30 mm) ed ha i bordi arrotondati per ridurre le diffrazioni.
Quindi abbiamo un altoparlante in più, un mobile migliore e il costo è anche leggermente diminuito. Se c'è qualcosa da dire è sulla finitura. Le Farella avevano una splendida impiallacciatura fatta da Cabasse stessa, le Caprera hanno una finitura in vinile. Ma se riuscite a vedere la differenza da 30 cm siete più bravi di me. La finitura sulla coppia in prova era finto ciliegio, per coincidenza lo stesso delle mie Polaris - il risultato è molto, molto convincente e sebbene la perdita del "vero" legno sia un po' una vergogna, nessun proprietario se ne accorgerà. Se questo è il "costo" per le migliori caratteristiche allora è un compromesso al quale sono preparato.
Tutto ciò è completato da un crossover complesso e di alta qualità. Il risultato di questi grossi magneti con coni molto leggeri e dei tweeter caricati a tromba è un'efficienza di circa 92 dbl, che comincia ad avvicinarsi ad alcuni diffusori a tromba per i quali bastano pochissimi watt per suonare forte. Il problema è un'impedenza che non è proprio ideale per i valvolari a bassa potenza scendendo sotto i 4 ohm. Detto questo devo anche dire che le ho provate con un SE da 8 watt di 300b e sembravano "andare" senza alcun problema (e suonavano pure bene...). Per il resto del test ho usato i miei Audion da 30 watt a valvole che hanno pilotato le Caprera mantenendo la loro dolcezza.
Avendo ascoltato altri due diffusori Cabasse prima, mi aspettavo qualcosa di molto simile - e invece sono rimasto sorpreso. Le Caprera sono molto più equilibrate e neutrali. Tutto questo è ovviamente una funzione dell'interazione tra il diffusore, il mio ambiente e il mio sistema, ma le Caprera sembrano progettate "nel" mio ambiente.
Prendiamo "Nevermind" per esempio. Questo è un disco che "metto su" subito in una prova perchè evidenzia molto del carattere di un diffusore - sia nel bene che nel male.
I crash della batteria in apertura dovrebbero apparire alti e profondi nella scena - dovrebbero esplodere con peso e velocità, è un duro test di dinamica e se ciò non avviene l'impatto è perso. Le Caprera l'hanno fatto benissimo.
Poi la chitarra, ogni "frase" deve avere attacchi molto netti - di nuovo le Caprera sono ok.
Rispetto alle mie Polaris la velocità e gli attacchi sono un po' più lenti e l'immagine più piccola, ma a solo un 15% del loro costo non è una sopresa e comunque il basso delle Caprera scende di più (non è un punto di forza delle trombe).
Passando alle mie IPL le Caprera si dimostrano un po' indietro sull'estensione dei bassi rispetto a questi "maestri del basso", ma si riprendono un po' sulla velocità.
Calando Nina Simone sull'Orbe si ha subito una resa molto naturale, facile e calda, naturale. La terrificante proiezione della voce e il senso d'atmosfera delle Sloop mancano un po', ma le Caprera non sono così indietro.
Ed ora passiamo al mio prezioso "King James", una rara incisione diretta Sheffield Labs. Con questo LP, le Polaris ti danno l'esatta sensazione di essere là. Succede raramente e in effetti in questo aspetto le Caprera sono parecchio lontane. è difficile da spiegare, cos'è che fa sì che tra due diffusori con un'impostazione non dissimile, uno ci riesca e l'altro no? Sospetto sia una questione di affinamenti e affinamenti e affinamenti... che è poi anche la ragione per la quale i primi costano un'occhio e sono così critici.
Il dettaglio è molto buono, senza esagerare con le voci rese particolarmente bene. Recentemente mentre ero in Britannia ho comprato una copia di "Rid of Me" su CD di PJ Harvey. Su un hifi (buono) di un amico avevo sentito nel sottofondo della canzone d'apertura la frase "lift my legs, ìm on Fire". Mettendo il CD sul mio sistema con le Caprera la frase era chiaramente "LICK my legs" che è una cosa completamente differente...
Sono anche meno esigenti delle altre Cabasses che ho avuto. In questo aspetto sia le Farella che le Sloop sono molto più come le cose "high-end", essendo sensibili ai cavi e al posizionamento (come le Polaris). Ciò dovrebbe essere la prova di una "natura" più rivelatrice ma non ne sono così convinto. D'altra parte le Caprera vanno abbastanza bene con i cavi FFRC (con i quali le altre erano troppo chiare), il posizionamento può andare da attaccate alla parete di fondo fino a una sessantina di cm da questa. Insomma è facile viverci insieme.
Insomma come giudicare le Caprera? Brevemente - Molto buone.
Le altre Cabasse che ho avuto potevano piacere come non piacere - le Caprera
invece le posso raccomandare a tutti "alla cieca" perchè sebbene non siano eccezionali in
nulla in particolare, fanno bene tutto.
Nessuno che le compri tornerà da me dicendomi che sono troppo chiare, con troppi bassi,
troppo pompate. Sono anche ben costruite, a patto che si accetti la mancanza del "vero" legno,
e la loro capacità di produrre grandi volumi sonori con una manciata di watt
significa che lavoreranno bene con qualsiasi ampli gli accoppierete.
In effetti si avvicinano molto di più ai miei gusti che non le più costose Sloop. Le Sloop possono lasciare stupefatti con alcuni tipi di musica, ma proprio per questo tendevano a portarmi sempre verso gli stessi dischi. I miei gusti musicali sono eclettici e ho bisogno di diffusori che vadano bene sia con i Sex Pistols che con Stravinski o Aretha Franklin. In questo le Caprera eccellono.
Provare un diffusore così più economico dei miei può diventare un problema - normalmente conto il tempo fino a quando mi stufo e torno alle mie. Ma con le Caprera non è successo, sono stato abbastanza felice di usarle durante il periodo di test e un amico che le ha sentite ne ha comprate un paio, considerando quanto è tirchio, è una bella raccomandazione...
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Traduzione Italiano: Giovanni Aste