Prodotto: Diffusori Duevel Planets
Costruttore: Duevel - Germania
Distributore per l'Italia: MondoAudio
Prezzo di listino: 990 €/coppia
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Data recensione: Marzo 2012
Duevel è un marchio relativamente noto in Italia, ma stimatissimo e acclamato in tutto il mondo (le Bella Luna appaiono nella serie TV Doctor House), grazie alla produzione di diffusori decisamente anti-convenzionali, completamente dedicati alla diffusione omnidirezionale del suono riprodotto. Altri Costruttori si sono avventurati in questa difficile impresa, pochi sono riusciti a farlo come Duevel, proponendo tra l'altro prodotti di altissimo contenuto tecnico, con una costruzione interamente Made in Germany, a costi assolutamente ragionevoli.
Duevel è un marchio-cognome, nel senso che è figlio di Annette e Markus Duevel, appunto, e vede la luce in una piccola cittadina (Bohmte, meno di 13.000 abitanti) della Bassa Sassonia, sul fiume Hunte, nel distretto di Osnabrück. Bohmte è balzata agli onori della cronaca per essere la prima città dove son stati aboliti i cartelli stradali, i marciapiedi e persino le strisce pedonali, e dove è stato creato un sistema di gestione del traffico decisamente più umano. Questo modo di pensare e progettare la mobilità urbana in maniera così diverso non deve essere casuale...evidentemente il think different fa parte del DNA degli abitanti di questa deliziosa cittadina. E i diffusori Duevel diversi lo sono per davvero, e non per qualche brillante trovata del pubblicitario di turno.
In Italia il marchio tedesco è ora distribuito da MondoAudio, che distribuisce anche Tidal, MSB, Genesis, VAC e tanti altri prodotti esclusivi.
Sulla falsariga delle mie ultime due prove di diffusori, quelli da pavimento sotto i 1000 € (Aliante Nova e Cabasse Jersey), ecco dunque la recensione dei Duevel Planets, diffusori a emissione omnidirezionale da 990 € la coppia.
I Planets sono i diffusori entry-level del catalogo Duevel, costando 990 € la coppia. Il cabinet è tutto sommato abbastanza tradizionale (in MDF, 84 x 26 x 15.6 cm) ma gli altoparlanti sono situati sulla faccia superiore e sormontati da due sfere di metallo cromato che costituiscono il cuore del sistema omnidirezionale. In altre parole il suono non viene mai sparato in faccia all'ascoltatore, come accade coi diffusori tradizionali, ma diffuso in ambiente a 360°.
I Planets sono equipaggiati con un woofer da 15 cm di diametro (privo di etichette), membrana in kevlar, sospensione in gomma e un complesso magnetico di notevoli proporzioni (10 cm!), e un tweeter da 1", con un piccolo caricamento a tromba, della tailandese P Audio, precisamente il modello PHT 407. Questo tweeter ha una sensibilità di 98 dB, ma in questo progetto, per allinearsi col piccolo woofer, è stato fortemente attenuato. Il carico del woofer è in bass reflex, con sbocco sulla base del diffusore, verso il pavimento. Per fare in modo che lo sbocco veda sempre lo stesso carico il diffusore resta sollevato dal pavimento di una quota prefissata, consentita da quattro grossi piedoni che svolgono anche una certa funzione smorzante per l'appoggio a pavimento.
Anche il collegamento dei cavi, in rigoroso monowiring, con connettori che accettano ogni tipo di terminazione, è sulla faccia inferiore del diffusore. Il crossover è di tipo minimalista, dichiarato essere a fase lineare, con taglio a 4100 Hz. Di alcuni componenti non si potevano leggere le sigle ma spiccavano due bei condensatori Intertechnik Audyn da 2.2 uF e 1.5 uF (160V).
La sensibilità è bassa (85 dB) e così pure l'impedenza (4 Ohm). La risposta in frequenza non è dichiarata, ma, ad orecchio, appare incredibilmente estesa in basso tenendo conto delle dimensioni del cabinet e del midwoofer.
Il mobile in MDF è robusto e provvisto di setti divisori interni rivestiti di materiale fonoassorbente di tipo piramidale. Il cablaggio interno è realizzato con del doppino rosso-nero di 2 mmq fissato agli altoparlanti tramite connettori fast-on (sul tweeter) e saldato (sul woofer).
Il cabinet ha un livello di finitura molto buono, la verniciatura è accurata ed è disponibile in un'infinità di colori diversi, compreso un cromato che fa molto hi-tech tedesco. Non è prevista griglia parapolvere per gli altoparlanti. Le piccole dimensioni rendono l'inserimento in ambiente veramente semplicissimo. La garanzia è quella classica di 2 anni. Il manuale d'uso è completo e ricco di preziosi suggerimenti per il posizionamento.
L'impressione generale che ne ho ricavato è quella di un prodotto ben studiato, innovativo (finalmente!) e con un costo assolutamente rapportato alla sostanza, tecnica e costruttiva.
Ammetto che la curiosità di provare quanto della famosa emissione omnidirezionale dei modelli superiori i progettisti fossero riusciti a ricreare con questi piccoli diffusori, dal costo inferiore ai 1000 € la coppia, era fortissima. Intanto me li aspettavo più...grandi, invece sono davvero piccolini e poco ingombranti. Il mobile piccolo e il midwoofer di dimensioni contenute (15 cm, diametro effettivo 13 cm!) mi avevano preparato a un suono che mi aspettavo aperto, preciso, magari un po' esile e asciutto. Dopo le prime note ho capito subito quanto le mie aspettative fossero errate...
Questi Planets colpiscono subito per un suono inaspettatamente grande, molto, molto al di là di ciò che le dimensioni lascerebbero supporre. E quando parlo di suono grande intendo anche ben supportato in basso: dopo la sorpresa dell'effetto omnidirezionale, che vi racconto tra un attimo, è il basso a sorprendere di più: potente, esteso e persino articolato. Il nostro redattore Mattia Bellinzona, convocato per l'occasione, prima mi ha chiesto se ci fosse un woofer più grosso nascosto dentro il cabinet dei diffusori e poi ha sospettato che ci fosse un subwoofer acceso in stanza. Sì, l'effetto non è sorprendente...di più, lascia veramente di stucco. Il prezzo da pagare per una prestazione così insolita è la bassa sensibilità, appena 85 dB/w/m. Costringendo il woofer a fare i salti mortali (pur essendo un componente veramente straordinario) anche in termini di estensione, è chiaro che si è dovuta sacrificare un bel po' di sensibilità e pure cedere qualcosa in termini di tenuta in potenza. Di conseguenza, servirà qualche watt in più del solito per ottenere forti pressioni sonore ma, per contro, non si potrà neppure esagerare troppo col volume, perché il midwoofer è sì molto dotato, ma è pur sempre un'unità da appena 15 cm, chiamata a fare gli straordinari in gamma bassa.
Certo, non chiedete loro di fare miracoli sulla prima ottava dello spettro audio, però vi garantisco che riescono a dare anche un'idea abbastanza precisa del basso tellurico e profondissimo di Angel dei Massive Attack, per intenderci. In definitiva, se amate il basso ma non potete permettervi diffusori ingombranti, questi Planets non vi deluderanno. La risposta in frequenza non è dichiarata, ma da un set di misure eseguite da una rivista specializzata svedese è venuto fuori che i 30 (trenta) Hz sono attenuati di appena 6 dB. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Di sicuro, però, non è per le basse frequenze che si deciderà di acquistare questi diffusori. È l'emissione omnidirezionale a renderli oltremodo interessanti. Tutti i diffusori tradizionali emettono il suono di fronte a essi, verso l'ascoltatore. Le onde sonore raggiungono le pareti circostanti, vengono riflesse, parzialmente assorbite o diffuse a seconda dei materiali che incontrano e poi raggiungono l'ascoltatore. In un diffusore omnidirezionale l'ascolatore non percepisce praticamente mai il suono diretto degli altoparlanti, ma principalmente quello riflesso e diffuso. Nel caso dei Planets gli altoparlanti emettono contro delle sfere metalliche che si occupano di diffondere e distribuire il suono a 360°.
Dal punto di vista timbrico, chissà perché, mi aspettavo un suono trasparente e brillante, forse la presenza del tweeter a tromba mi ha condizionato...invece tutt'altro! Un'altra sorpresa: il suono di questi Planets è dolce, caldo, direi quasi eufonico, si lascia ascoltare per ore e ore senza stancare mai. È quanto di più lontano ci possa essere da quel suono sterile tipico di certi diffusori audiophile, tutti precisini e...senz'anima. Con questi Duevel potete ascoltare a basso volume o ad alto volume, qualunque genere musicale, e la performance sarà sempre appagante, forse non scoppiettante, ma di sicuro godibilissima a lungo termine.
Coi generi più vivaci si sente la mancanza di un po' di grinta e di cattiveria, ma loro son fatti così, non graffiano, coccolano. La gamma alta, nonostante il tweeter a tromba, non è mai aggressiva, anzi è dolce, quasi vellutata, seppur sempre abbastanza precisa. La gamma media, quasi tutta riprodotta dal midwoofer (il tweeter arriva solo a 2000 Hz, e infatti l'incrocio è situato a 4000 Hz) conserva caratteristiche analoghe a quella alta: precisa e pulita, mai invadente, con voci - sia femminili che maschili - adeguatamente naturali e presenti. Lo stesso si può dire per gli strumenti a corda, giustamente ricchi di armonici e metallici quando serve; per le percussioni, nitide e vigorose, pur se non devastanti; per i fiati, pieni e corposi, pur se lievemente scuri e ambrati.
Come già detto, il limite è tutto dato dal woofer, che, costretto a scendere molto in frequenza, deve lasciare sul campo un po' di sensibilità e di tenuta in potenza. Comunque, la velocità di esecuzione c'è, ed è fondamentalmente corretta. La scansione dei tempi musicali è sostanzialmente in accordo con le richieste del programma, a patto di non chiedere troppo in termini dinamici e di pressione sonora: il woofer arriva fin dove può, ma non è attrezzato per i miracoli. Portato al limite comincia a confondersi, impastare e rallentare un po'. Ogni tanto, nelle richieste più impegnative, si percepisce nettamente lo sbuffo dell'aria che viene espulsa con forza dal condotto reflex.
Non fatevi impressionare dalla danza dei woofer: si muovono molto, ma hanno una buona escursione e non è facilissimo mandarli a fondo corsa. Con la giusta potenza questi diffusori possono comunque suonare molto forte, ben oltre le normali tolleranze condominiali.
Non si tratta esattamente di un diffusore nato per impressionare gli amici o per scuotere il pavimento con la dance più scatenata. Non ha, nel DNA, la cattiveria necessaria per suonare aggressivo e prepotente. Se fosse una performance dinamica esplosiva quella che state cercando, forse dovreste guardare altrove. Se invece non foste alla ricerca di effetti speciali ma di tante ore di buona Musica, vivace quanto basta per non annnoiare, forse questi Planets dovrebbe far parte della vostra lista di candidati.
Se dovessi scrivere tutto ciò che mi viene in mente questa recensione diventerebbe un papiro interminabile. Mi limito a dire che l'esperienza omnidirezionale che questi diffusori vi faranno vivere non è facile da dimenticare: tornare indietro a un diffusore tradizionale dopo aver convissuto con i Planets è impresa ardua, anche per il più navigato degli audiofili. Anche solo l'essersi liberati dal giogo dello sweet spot, quello stramaledetto punto d'ascolto preciso preciso che non ammette deroghe o variazioni, neppure millimetriche, è un grande, enorme vantaggio. L'immagine tridimensionale creata da questi diffusori è grande, sviluppata nelle tre dimensioni e semplicemente stupefacente per quanto riguarda l'altezza.
Non è quel pin-point imaging tanto caro agli audiofili più impallinati, ma davanti a voi si sviluppa e prende corpo un palcoscenico credibile, naturale, forse non perfettamente definito nei contorni degli interpreti e degli strumenti, ma sempre solido e sufficientemente stabile. No, non riuscirete a misurare al centimetro le posizioni degli strumentisti e dei cantanti, ma, credetemi, dopo poco tempo vi renderete conto di quanto folle sia questa ricerca spasmodica di tanta precisione, del tutto innaturale e senza alcuna corrispondenza con l'ascolto dal vivo.
I Planets riportano tutto nella giusta prospettiva, sono credibili e naturali e questo, dopo tante esagerazioni, mi basta.
Questi Duevel Planets vi consentiranno un interstellar overdrive tra gli universi musicali più disparati, senza mai interpretare troppo, senza imporsi, anzi facendosi dolcemente da parte, per lasciare spazio a tutti i colori della Musica.
Costruzione e finitura.
Come già detto, questi Planets sono ben ingegnerizzati e realizzati, i materiali e la finitura sono adeguati al prezzo richiesto. Alcuni colori faranno storcere il naso a più di una moglie, ma sono disponibili anche in nero e bianco. Il cromato a specchio lo lascerei ai più...coraggiosi.
Il collegamento dei cavi è un po' meno agevole del solito, trovandosi sul fondo del diffusore, ma questo porta almeno due vantaggi: prima di tutto i cavi passano vicinissimi al pavimento e non restano sospesi come dei tristissimi fili per stendere i panni. In secondo luogo non si vedono i connettori, un grande vantaggio per chi ha giovani esploratori in casa.
L'aspetto certamente più controverso è quello della disposizione degli altoparlanti: trovandosi sulla faccia superiore, senza protezione dalla polvere, si sporcano molto facilmente. Woofer e tweeter diventano dei veri e propri pozzetti raccogli-polvere. Chi li acquista dovrà pulire gli altoparlanti un po' più spesso del solito oppure posizionarci sopra un panno quando non si ascoltano (perché non fornirlo di serie, cara Duevel?). Inoltre, mentre il tweeter è ben protetto da una griglia, il woofer è nudo e facile preda di mani distratte che ci si possono appoggiare sopra. Avrei preferito che i drivers fossero completamente nascosti alla vista tramite una tela parapolvere fonotrasparente e, magari, da una sottile griglia metallica rimovibile. La disposizione è inusuale, vanno posizionati nel modo più ingombrante possibile, anziché col lato più stretto di fronte all'ascoltatore, come si fa con le torri tradizionali.
Suono.
Il suono è estremamente particolare e veramente molto diverso da ciò che si è abituati ad ascoltare. La diffusione omnidirezionale, però, è qualcosa con la quale si familiarizza subito, tanto sembra naturale. Tornare indietro a diffusori a radiazione diretta è difficile, dopo aver ascoltato i Planets.
Potrebbe essere che non tutti gradiscano questa strana caratteristica. Dal punto di vista timbrico scontenteranno certamente gli amanti dell'iperdettaglio e della vivacità in gamma alta. Infatti, questi diffusori, come spiegato nelle note d'ascolto, suonano abbastanza morbidi e caldi, anche se non li definirei chiusi. Per queste due particolarità, un ascolto personale è caldamente raccomandato, prima dell'acquisto. Il manuale specifica che in ambienti molto assorbenti il suono potrebbe rivelarsi chiuso e ovattato. Adattissimi per musica acustica, jazz, pop leggero e classica potrebbero non essere ideali per rock scatenato, elettronica e dance.
Contrariamente al consenso comune sui diffusori omnidirezionali, i Planets sono estremamente semplici da posizionare, l'emissione a 360° consente libertà di manovra inimmaginabili con diffusori tradizionali. Certo, risentono anch'essi della presenza di pareti vicine, ma non in maniera drammatica. Il manuale raccomanda pari distanza tra diffusori e tra questi e il punto d'ascolto; inoltre suggerisce una distanza dalla parete posteriore variabile tra 50 cm e 100 cm. I tweeter dovrebbero essere i più distanti possibili l'uno dall'altro. Potete divertirvi a provare altre disposizioni, ovviamente.
Eviterei partners che ne condividano troppo l'impostazione timbrica, quindi magari meglio optare per amplificazioni e sorgenti abbastanza neutre o, magari, anche brillanti.
Il carico offerto all'amplificatore non è facile (4 Ohm nominali) e la sensibilità è bassa (85 dB): questo significa che i piccoli amplificatori da pochi watt sono fuori gioco. Secondo me il minimo possibile potrebbe essere un amplificatore da almeno 25-30 watt VERI per canale (ad es. l'economicissimo Dayton DTA-100A), ma non esagererei con la potenza, perché i miracoli non sono di questo mondo: la tenuta in potenza non è a prova di bomba e i 50 watt RMS consigliati dalla Casa mi paiono un valore sicuro da non superare. Intendiamoci: si possono ascoltare anche con un'amplificazione da 500 watt per canale, basta non usarli tutti :-)
Un po' di rodaggio aiuta gli altoparlanti ad aprirsi un po'. Il manuale consiglia, e io concordo, di lasciarli scaldare 3-4 minuti prima di ogni ascolto.
Quanto mi sono piaciuti questi Duevel Planets? Molto, moltissimo. Se non possedessi già diverse coppie di diffusori di varie tipologie li avrei tenuti con me molto, molto volentieri. Si lasciano ascoltare con estrema facilità e fanno dimenticare molto rapidamente l'impianto HiFi: suonano in una maniera incredibilmente completa per le dimensioni che hanno, riempiono la stanza con facilità, non stancano MAI e spariscono completamente alla vista "sonora". Impossibile capire che siano loro a suonare, resta solo la Musica, dolce, suadente, vivace quando serve, sempre emotivamente coinvolgente.
Non potranno non piacere agli appassionati di Musica che amano ascoltare ore e ore senza dover stare millimetricamente inchiodati nel punto d'ascolto preciso, che non stanno a chiedersi troppe cose su dati tecnici, tweak e sulle solite paranoie audiofile. In più, non potranno non piacere a tutti coloro che hanno già percorso tutte le strade possibili dell'audiofila - anche quelle più estreme - e ora, stremati, desiderano solo una coppia di casse di prezzo umano con le quali convivere serenamente per anni.
Forse non saranno diffusori per tutti i gusti ma io non riesco a non dedicare loro e ai progettisti un fragoroso, plateale applauso. Un prodotto intelligente e coraggioso come pochi.
È ora disponibile un modello più grande, l'Enterprise: woofer da 17 cm, cabinet di maggiori dimensioni e un diverso sistema di diffusione omnidirezionale. Leggete la recensione per scoprire se alcuni dei limiti evidenziati nel corso di questa prova siano stati superati e come.
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